giovedì 13 marzo 2008

INTER UN CASO CLINICO


PAOLO DE PAOLA
Se pensiamo che dietro la farsa dell’addio rientra­to di Mancini c’è anche il medico dell’Inter, Combi, siamo davvero in presenza di un caso clinico. Con tan­to di complicazioni. In que­sta vicenda non ci convince proprio nessuno. Moratti, con le sue contraddizioni, non fa altro che aggiungere confusione in una società che, invece, avrebbe biso­gno di chiarezza.In questi ultimi mesi ab­biamo assistito a un vero e proprio festival. Frasi infe­lici sull’onestà, feste esage­rate e inopportune ( visti poi i risultati), buonismo profuso a piene mani, at­teggiamenti politicamente ( s) corretti. Per favore. La vita, quella vera, ci insegna altro. Non abbiamo la pre­sunzione di censurare gli altri, ma non se ne può più di questa facciata parau­manitaria che nasconde so­lo un fiume di soldi spesi per una passione persona­le. Beato lui che può per­metterselo grazie anche ai soldi del padre. Ma Morat­ti ci liberi dalle sue propo­ste di rettitudine, dai mo­delli di vita, dai duetti con Celentano e anche da Oli­viero Toscani.Ci permettiamo di dargli un suggerimento. Vuole fa­re qualcosa di veramente popolare per lui e per la sua Inter? Restituisca subito quello scudetto di cartone che gli fu consegnato, con­tro il parere di una com­missione di esperti, da Gui­do Rossi. Fino a qualche anno fa c’era una squadra nerazzurra che faceva sim­patia e sulla quale era fio­rita persino una piacevole letteratura. Quella squadra non c’è più e con lei è spa­rito il sorriso di chi la guar­dava anche senza esserne tifoso. A quale prezzo si de­vono pagare certe vittorie e certe sconfitte?Non ci è piaciuto Mancini. Da un uomo che guadagna oltre cinque milioni di euro all’anno ci saremmo aspet­tati un atteggiamento più serio. E non è un discorso demagogico. C’è un cam­pionato in corso. Ci sono giocatori che lottano per un obiettivo e tifosi che vanno rispettati. Reazioni a caldo come la sua non hanno sen­so e ci convince poco il rav­vedimento (un po’ infanti­le) dopo il colloquio con Moratti. Una pace di fac­ciata e proprio per questo ancora più pericolosa.

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