..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

domenica 9 novembre 2008

L'AMERICA RESTA SEMPRE LA STESSA


Forse l’antiamericanismo di maniera avrà più difficoltà a manifestarsi, dopo l’elezione del primo presidente afroamericano alla Casa Bianca. Forse non sarà più possibile bruciare le bandiere a stelle e strisce nel rito primitivo e polveroso delle folle beote di Gaza, sapendo che anche il neoletto porta la bandiera all’occhiello, esattamente come Bush: né inveire nei covi e nelle madrasse d’Oriente contro il Grande Satana come se nulla fosse accaduto. Il voto americano ha sconfitto la paura ed ha trionfato sugli ultimi complessi che dividevano la società americana. L’America ama definirsi “terra di coraggiosi”. Non esiste in America l’apocalittica metafora del “salto nel buio”, come da noi, più propensi alla cautela e all’immobilismo. C’è una frase negli Stati Uniti che non appartiene solo al linguaggio pubblicitario: “We proud to serve America”. Siamo orgogliosi di servire l’America. Orgogliosi. Non sono parole comuni in Europa, massime in Italia. Ora, dopo il frastuono, subentra la calma e la riflessione. Dove andrà l’America? Anche per i circoli di casa nostra c’è l’attesa di vedere i primi frutti; ma c’è poco da vedere, perché l’America, qualunque sia l’inquilino della Casa Bianca, resta quella basata sui principi dei padri pellegrini che fondarono le tredici colonie: individualismo, orgoglio, patriottismo. Un testamento al quale resterà fedele Obama che nel suo primo discorso di ringraziamento ha riconosciuto che “queste cose possono accadere solo in America”.
L’America delle grandi opportunità per tutti, il “sogno americano” che si avvera. Non poche grandi biografie di magnati e statisti cominciano quando essi facevano gli strilloni per pagarsi gli studi. Per certi versi l’America resta sconosciuta agli europei, che possono detestarla perché non la conoscono e si credono superiori. Si ironizza sull’America che non ha storia; ma è l’America che ha inventato la democrazia moderna. Fascismo, nazismo, comunismo sono invenzioni europee. Ma l’America è anche il paese d’immigrazione per eccellenza. Gli immigrati che divennero coloni e si spinsero all’Ovest per segnare la Nuova Frontiera. Sono i tempi che fanno i grandi uomini. La fortuna li sceglie. La guerra contro il Messico, le guerre indiane spostavano sempre più a Ovest e a Sud i confini del giovane stato. Poi bisognò decidere. La schiavitù non si addiceva a un paese liberò. Nel 1860 venne eletto un uomo, Abraham Lincoln, repubblicano, antischiavista ,e chi lo elesse sapeva che la sua elezione avrebbe significato la guerra. Ma ancora una volta gli americani credettero di dover rischiare piuttosto che fare una scelta ipocrita, comoda e bigotta. Per i primi due anni gli americani non seppero quasi perché essa fosse scoppiata.
Ma nel novembre 1863, dopo la vittoria dell’Unione a Gettysburg, che avrebbe capovolto le sorti della guerra, Lincoln spiegò il biglietto che aveva scritto nella notte e lesse: “Ottantasette anni fa i nostri padri diedero alla luce in questo continente una nuova nazione concepita in libertà e consacrata al principio che tutti gli uomini sono creati uguali…”. Disse che sul grande campo di battaglia di questa guerra egli veniva a consacrare il sacrificio dei caduti, di coloro che erano morti perchè una simile nazione potesse vivere. Disse che si era dovuti giungere a questo per decidere se una nazione potesse vivere metà libera e metà schiava. Lui pensava che dovesse essere tutta libera. Da quel giorno gli americani capirono. Lincoln venne ucciso nel 1865. Ma in quello stesso anno il XIII emendamento della Cosituzione abolì la schiavitù. L’America usciva dalla guerra civile, stremata e sconvolta ma diversa e migliore di quando l’aveva iniziata. Riprese l’immigrazione dall’Europa. L’America si ingrandiva mantenendosi fedele al proprio carattere di potenza calma e liberatrice. Furono gli Stati Uniti a smantellare le ultime vestigia del colonialismo europeo in America, con la guerra ispano-americana del 1898 per l’indipendenza di Cuba e di Portorico. Gli afro-americani non finirono d’essere discriminati. L’apartheid dei soldati di colore nelle forze armate ebbe termine solo sotto la presidenza Truman. Oggi, giudici di colore sono ai vertici del potere giudiziario americano e dell’amministrazione statale. Washington è una città nera. L’America, con le ultime immigrazioni dall’Asia e dall’America ispanica, è un melting pot in cui in certi stati, come la California, l’elemento “bianco” è già minoranza. Lo spirito della “colonia” continua a informare l’America nelle scelte di fondo che le epoche e le circostanze suggeriscono all’americano medio. E’ lo spirito del pioniere che sprona l’americano alla novità e all’avventura. E ovunque si accampi pianta la bandiera, la “Grand Old Flag”, e, come ha detto Obama, anch’egli dice orgoglioso: “Questa è l’America”.
di Romano Bracalini
da L'Opinione delle Libertà

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