..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

giovedì 13 marzo 2008

L'EDITORIALE DEL BLASCO

Da un po’ di tempo la parola prevenzione è entrata nel vocabolario mondiale.
I medici dicono che prevenire è meglio che curare. Anche in politica il vecchio concetto di “repressione” ha ceduto il passo a quello di “prevenzione”. Meglio prevenire che reprimere, ripetono i politici. Con Bush siamo arrivati addirittura alla guerra preventiva. Che dovrebbe essere meglio della guerra probabile e futura.
E qui cominciano a sorgere alcuni dubbi.
Forse non si può proprio prevenire tutto. E soprattutto qual è il costo della prevenzione? Non parlo solo di costo in termini economici, ma di energie sprecate, di azioni più dannose che utili, di limitazione delle libertà civili...
Prendiamo gli incidenti stradali. Le statistiche affermano che nel 40% dei casi sono causati dai cosiddetti ubriachi al volante e nel 60% da individui che ubriachi non sono. Un martellante bollettino quotidiano sostiene invece che tutti gli incidenti stradali sono causati da “ubriachi al volante”. Questa straordinaria mobilitazione di mezzibusti televisivi ha messo in allarme le forze dell’ordine, che hanno cominciato a istituire veri e propri posti di blocco.
E gli automobilisti, anche se stanno diligentemente osservando i limiti di velocità e le regole del codice della strada possono essere fermati e sottoposti a controlli per stabilire se nel loro sangue sia presente un tasso alcolico superiore a un “limite” stabilito per legge, secondo criteri scientifici standardizzati e… uguali per tutti. Se viene superato il limite – pare bastino due bicchieri di vino – si è ufficialmente considerati “ubriachi al volante” e potenziali pericoli pubblici. Ancor prima di causare incidenti - evviva la prevenzione!!! - si viene puniti con il ritiro della patente, multe salatissime e carcere fino a tre mesi.
Questo metodo singolare, nel quale la punizione viene inflitta prima che il fatto (l’eventuale incidente) accada, dovrebbe scoraggiare certi comportamenti “bizzarri”, come mettersi alla guida dopo cena o dopo un aperitivo, riducendo quindi, almeno in parte, quel 40% di incidenti stradali. Comunque, si affrettano a garantire le anime belle, questo è il sistema che permetterà di salvare molte vite.
Su questo non posso che essere d'accordo, ma mi chiedo: per l'altro 60% cosa vogliamo fare?niente? Il fatto è che le disgrazie non sempre si possono prevenire. Fanno parte della vita e a volte sono inevitabili. Forse alcune possono essere evitate, ma chi può dire con certezza se un determinato comportamento sarà causa di quel preciso effetto? Secondo un detto popolare, non ci si deve fasciare la testa prima di rompersela. Eppure c’è una legge che obbliga a mettere il casco quando si va in moto. Credo che proteggere i minorenni da loro stessi obbligandoli a questa buona abitudine sia un atto d’amore… ma perché una persona adulta e consapevole non può decidere liberamente se metterlo o no?
Si sostiene che così si salvano molte vite, e fin qui siamo tutti d’accordo, ma qual è il costo in termini di libertà individuale? Siamo proprio certi che ne valga la pena? E poi dove si fermerà questa nobile preoccupazione. Al casco obbligatorio? Dove finisce la prevenzione e dove cominciano l'allarmismo o l'abuso di potere? Perfino nella medicina la prevenzione è diventata un imperativo categorico che prevede la necessità di fare “esami” d’ogni tipo, magari solo per sapere di essere ancora sani. Spesso un medico che visita un paziente finisce per accusarlo e colpevolizzarlo di abitudini e stili di vita sbagliati che potrebbero aver causato la malattia. Così, invece di confortarlo psicologicamente prescrivendogli farmaci adeguati, finisce per giudicarlo… e condannarlo.
Siamo proprio certi che tutta questa prevenzione sia utile?

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