..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

martedì 28 maggio 2019

L'identità del carro

Con numeri e dati alla mano dopo la maratona delle Europee 2019 emerge chiaro e limpido che il "partito" che ha incamerato il massimo delle preferenze è stato quello dei rimasti a casa, che in maniera plebiscitaria (quasi un italiano su due) ha preferito trascorrere l'ultima domenica di maggio accanto ad un caminetto. E come l'inusuale meteo che sta accompagnando questa primavera 2019, il popolo dello stivale, a differenza delle percentuali di affluenza registrate nella stragrande maggioranza dei paesi del Vecchio Continente, ha risposto negativamente alle richieste di voto. Ma da queste Europee è uscito un dato ancor più preoccupante. Nelle prime analisi post-voto la debacle epocale patita dai 5 Stelle è stata accostata ad una mancanza di identità da parte del partito nato nelle piazze all'urlo Vaffanculo. In pratica è stato imputato a Di Maio e compagnia di essersi snaturati, minando nei dodici mesi di governo quelle basi su cui Grillo e Casaleggio avevano costruito il Movimento del cambiamento. Qualche passo indietro, Europee 2014. Il Partito Democratico di Matteo Renzi tocca quota 40% (57% di affluenza). Un risultato altisonante che nel post Governo Letta e dopo le dimissioni di Pier Luigi Bersani dalla Segreteria del partito, sembrava aver finalmente dato rilancio all'intera area di sinistra. Un rilancio che nel giro di poco si scontra con i numeri delle Amministrative 2016 (Roma, Napoli e Torino vengono clamorosamente perse), con il Referendum dello stesso anno (flop totale) e successivamente con le Politiche di un anno fa, con il minimo storico mai conseguito dal partito fondato nell'ottobre del 2007. Anche in questo caso le analisi post-Politiche 2018 hanno voluto evidenziare la mancanza di identità, l'aver tralasciato i valori della sinistra, l'aver messo in secondo piano i reali problemi della classe povera dello stivale. Ancora un passo indietro, per poi capire cos'è successo oggi. Alle europee del 2014 il partito di Forza Italia porta a casa 4 milioni e mezzo di voti, strappando 13 seggi, in forte controtendenza con i 29 conquistati cinque anni prima. Alle politiche dello scorso anno il risultato delle elezioni vede FI ottenere il 14% alla Camera e il 14,4% al Senato, risultati che hanno fatto da preludio al clamoroso 8% realizzato in queste ultime europee 2019. Ora, l'identità dei forzisti da sempre genuflessi al potere di B. è improvvisamente mutata, contestando al cavaliere la stagnazione politica. In pratica negli ultimi 6 anni politici del Paese si è passati da un'identità liberale a una progressista, da quella rivoluzionaria fino a quella sovranista di ieri l'altro. Un continuo e inarrestabile via vai di voti che ha incensato, a seconda del periodo storico, questo o quell'altro leader politico. Una liquidità che non ha fatto altro, nel corso dell'ultimo lustro, di bloccare sotto tutti gli aspetti un intero Paese, coadiuvata e indirizzata da una stampa (nella sua quasi totalità) di regime e da un elettorato (da destra a sinistra) impegnato nello sport preferito dell'intera penisola: la salita (identitaria) sul carro dei vincitori.

lunedì 27 maggio 2019

Abbiamo perso (nuovamente) tutti

Evidentemente ci piace il puzzo della disonestà, dell'immoralità, della collusione. Ci piace un Paese fondato sull'illegalità, sull'inciucio, sulla copertura delle stragi, sulla cooperazione tra Stato e Mafia. Il nostro essere miserabili si sposa perfettamente con il domani. Quando ci sarà chi s'incazzerà per il nuovo migrante, per l'ennesima Ong, per i posti di lavoro che non ci sono, per la povertà. Domani, sempre domani. Ma oggi no. Oggi la prima pagina se la sono aggiudicata i pregiudicati, gli ammaliatori, i cantastorie, i cappellai. Oggi ha vinto il rimanere sempre con la testa sotto la sabbia, lo stare avvitati a trent'anni di nulla. Adesso spegnetevi pure, giratevi dall'altra parte. Tanto si sa come va a finire, si sa che niente può cambiare. Voi avete dalla vostra la forza del buonsenso, quella che non abbiamo noi, poveri illusi. Diciamocelo una volta per tutte che a noi italiani la disonestà ci piace, l'immoralità ci piace, l'illegalità ci piace, quel fare politica senza sporcarsi le mani ci piace. Perché chi le mani se le è sporcate per davvero, lavorando per davvero, provandoci per davvero, ha raccolto il risultato che oggi tutti abbiamo davanti agli occhi. Per il popolo non è importante questo, ma rincoglionirsi davanti ad uno smartphone, gridare allo scandalo per un rigore non dato, combattere quotidianamente la guerra tra poveri, dove il passatempo preferito è farsi un selfie con Salvini.

sabato 25 maggio 2019

Silenzio, parola agli italiani

E' giunta al suo termine la campagna elettorale per le Europee 2019. Da adesso il silenzio, Caronte che ci traghetterà alle urne nella giornata di domenica. Il dato principe che più di altri ci offrirà la reale visione d'insieme del Paese sarà l'affluenza, termometro che misurerà la fiducia, l'interesse e la speranza che il popolo della penisola riverserà nei confronti delle Istituzioni, a prescindere da maggioranze e opposizioni. L'argomento non lo ha trattato praticamente nessuno dei protagonisti, eccezion fatta per i 5 Stelle, che a nome di Luigi Di Maio hanno invitato l'elettorato (il loro naturalmente) a recarsi alle urne, consapevole che una bassa affluenza sarebbe negativa sia per lo "stivale" che per il proprio Movimento. Da questa estenuante campagna elettorale, un po' come il mercato calcistico di agosto, ne è uscito trionfante proprio il trentaduenne da Avellino, che con moderazione e qualche contropiede ben organizzato ha sbaragliato non solo gli avversari ma messo d'accordo garantisti, ambientalisti, progressisti, carta stampata e pure qualche liberale. Fondamentale, a prescindere dalla percentuale che si iscriverà nella casella dei grillini, sarà mantenere quanto dichiarato per non perdere un campionato, sulla carta, già vinto. Gli altri, chi più chi meno e accompagnati dalle vicende di giustizia dell'ultimo periodo, hanno perso clamorosamente, a prescindere dai numeri che raccoglieranno. Il centro-destra tra le visioni comuniste (ancora?) del caimano, le zucchine di mare di chi da buona maestra di geografia ha ripetuto a più riprese che la capitale d'Italia è Roma (ma che davero davero!?) e il difensore dell'illegalità istituzionale interna al proprio partito hanno giocato a "Ciapa no", facendo il pieno di punti (al contrario) e il vuoto di contenuti; la Lega, oltre ad aver messo Felpapig capolista in tutte le cinque circoscrizioni non ha presentato uno straccio di programma. Autobiografico. A "sinistra", sinistramente, i mostri del passato hanno proseguito l'opera di cannibalismo che ha ridotto quello che un tempo era il faro della maggioranza degli italiani in qualcosa di non più comprensibile. Le ulteriori vicende giudiziarie, trattate dai vertici come una partita di Monopoli senza la casella della prigione, hanno fatto il resto, riproponendo pari pari quella impossibilità di comunicare al Paese una reale voglia di cambiare. A peggiorare le cose nell'area il dislocamento di gruppi e gruppetti che in barba al 4% di sbarramento hanno corso per il nulla cosmico. Ora toccherà a noi, sperando di essere in tanti e con la consapevolezza che questa volta non ci si dovrà accontentare del meno peggio.

giovedì 23 maggio 2019

Decreto inclusione scolastica

Da padre di due bambini disabili (10 anni entrambi) affetti da autismo ho attraversato, insieme alla mia compagna, una vera e propria odissea scolastica. Alcune riflessioni: 
a) L'assegnazione delle ore di sostegno spettanti a un alunno disabile all'interno del Pei e firmato dal GLO lo approvo in toto, la migliore garanzia per le famiglie; 
b) Sul profilo di funzionamento, invece, mi trovo in parte in disaccordo. Logico valutare l'ambiente disagiato o favorevole, irresponsabile la valutazione della condizione di disabilità. Una disabilità grave (come sono i miei figli) è grave e basta, a prescindere dall'ambiente, e per una disabilità grave non devono essere assolutamente messe in discussione le ore di sostegno, che devono essere massimali per il corretto percorso all'interno dell'istituto; 
c) Sulla continuità didattica, vera spina che colpisce alunni e famiglie, il rimando alla stagione 2020/2021 è qualcosa di inaccettabile. A pochi giorni dalla conclusione dell'anno scolastico 2018/2019 mi sono premurato di far protocollare presso l'istituto la richiesta di continuità da parte della mia famiglia e della neuropsichiatra di riferimento. Un passaggio fondamentale che porterò fino alla Presidenza della Repubblica nel caso non ci fossero confermate le due maestre attuali, capaci in 9 mesi di fare recuperare ai bambini 3 anni di elementari e di includerli, finalmente, all'interno del percorso socio-didattico. La continuità deve essere messa al centro di qualsivoglia riforma. 
Do per certo che le critiche al provvedimento saranno prese in esame da chi, finalmente, ha messo al centro le difficoltà che attraversano pazienti/alunni e famiglie. Continuate così!!

mercoledì 22 maggio 2019

Sulla riva dell'Arno

Renzi ha detto che sta preparando un nuovo centro sinistra con moltissimo centro e pochissima sinistra. Ha inoltre ribadito che non ci sarà alcun dialogo con il M5S. Il lungometraggio andato in onda per l'elezione del nuovo Segretario, quell'unità sbandierata su ogni canale televisivo a cui non credevano nemmeno i protagonisti, l'ombra costante e pregnante all'interno del partito del fenomeno di Rignano sull'Arno, una "strategia" ben pilotata per giungere all'inevitabile. Ulteriore crollo dell'elettorato alle prossime e imminenti elezioni con tanto di ben servito al cognato della moglie di Montalbano, perfetto capro espiatorio per rilanciare il rignanese e i suoi adepti. A Milano ieri l'altro, quel "Noi" propalato sul palco, un sinistro indizio. Ora ci riprova, un lustro dopo, credendo che la memoria degli italiani sia a breve termine. 
Maggio 2014... 

Bis, bis, bis

Articolo 10 della Costituzione, limiti alla sovranità interna del Diritto Internazionale (ius cogens). Il "Sicurezza Bis", così concepito a prescindere dalla litania dell'Onu, non potrà mai diventare attuativo.

"Chi sbaglia paga"

Oltre 300 migranti andati via dallo Sprar; debiti delle cooperative che dovevano essere saldati con i fondi bloccati dal Viminale; contenziosi con i proprietari delle case affittate per ospitare i rifugiati; 80 operatori sociali che hanno perso il lavoro così come il personale dell’asilo nido, che ora non c’è più neanche per per mancanza di bambini del posto; migranti impiegati nei laboratori artigianali e nella raccolta dei rifiuti. 
"Sono stati tutti trasferiti, il Tar dimostra che non era giusto. Adesso ci vuole un tempo lunghissimo per ripartire. L’intenzione del governo era azzerare gli Sprar in Italia. Ma Riace non era uno Sprar, era un progetto di comunità. Ora aspetto giustizia anche sotto il profilo penale.". Mimmo Lucano

venerdì 17 maggio 2019

Vinci San Vittore

Se il problema, visti i numeri snocciolati nell'ultimo periodo dalle Istituzioni (drastico calo delle partenze rispetto ad un anno fa), devono essere 65 persone da far sbarcare e successivamente ricollocare in Ue, come fatto dal presidente del Consiglio ad inizio mese, è abbastanza evidente come il Ministro dell'Interno cerchi, oltre che camuffare le ultime inchieste giudiziarie, lo scontro politico e verbale (probabilmente per rancore) con lo stesso Giuseppe Conte e la maggioranza di Governo.

martedì 14 maggio 2019

Le loro idee (oggi e finalmente) camminano sulle nostre gambe

Voto di scambio politico mafioso è legge. Come era già accaduto per il voto alla Camera, il 7 marzo scorso, Pd e Forza Italia hanno votato contro. Ma è diventata legge dello Stato, con il via libera dall’Aula del Senato. Il provvedimento ha ottenuto 157 sì, 81 no e 2 astenuti ed è approvato in via definitiva.

Oscurantismo da striscione

«Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.»
 L'articolo 21 è l'articolo della Costituzione italiana dedicato alla libertà di manifestazione del pensiero.

venerdì 10 maggio 2019

La bellezza

"Se si insegnasse la bellezza alla gente la si fornirebbe di un'arma contro la rassegnazione, la paura e l'omertà" 
Peppino Impastato

mercoledì 8 maggio 2019

Nihil sub sole novum

Milano: 95 indagati, di cui 28 arrestati, per tangenti e altri reati; Catanzaro: 20 inquisiti per mazzette; Palermo: 14 inquisiti per mazzette, di cui 4 arrestati. Ma per i soliti noti il problema dell'Italia sono gli immigrati, i porti (chiusi), e tutte quelle ciance di cui onestamente non se ne può più.

lunedì 6 maggio 2019

Cose di sinistra (a 5 Stelle)

“Noi pensiamo che il privilegio vada combattuto e distrutto ovunque si annidi, che i poveri e gli emarginati, gli svantaggiati, vadano difesi, e gli vada data voce e possibilità concreta di contare nelle decisioni e di cambiare le proprie condizioni, che certi bisogni sociali e umani oggi ignorati vadano soddisfatti con priorità rispetto ad altri, che la professionalità e il merito vadano premiati, che la partecipazione di ogni cittadino e di ogni cittadina alla cosa pubblica debba essere assicurata..” 
Enrico Berlinguer

giovedì 2 maggio 2019

Trasparenze

Mi sono sbagliato, l'ammetto. E a dirla tutta ammettere di essersi sbagliati è qualcosa che purifica, disinfetta, depura, disinquina, spurga, purga, rende liberi. Il comportamento ultimo, e non ultimo, della parte di minoranza del Governo ha definitivamente evidenziato come in questo miserabile Paese si possa usare la morale, l'etica, quella politica, come le luci dell'albero di Natale. Ad intermittenza e a seconda delle proprie convenienze. Lo ha fatto il Ministro dell'Interno, dopo che il Sottosegretario al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti è stato indagato per corruzione dalla Procura di Roma nell'ambito di un’inchiesta antimafia nata a Palermo. Lo ha fatto lo stesso Sottosegretario, provando meschinamente ad anticipare la conferenza stampa del Presidente del Consiglio dichiarandosi innocente e cercando di prendere tempo: "Mi dimetto entro 15 giorni se dai Pm non ci saranno novità". Per morale ed etica politica per fortuna ci ha pensato Giuseppe Conte, che nella conferenza stampa indetta nel tardo pomeriggio ha evidenziato l'inutilità di rinvii e attese, confermando la revoca del leghista al prossimo Consiglio dei Ministri: "Il sottosegretario Armando Siri si dimetta. Non dico che è colpevole, ma ha proposto una legge per interessi di parte". Un finale annunciato che come chiarito dal Presidente del Consiglio vuole mettere al centro la fiducia e la trasparenza del Governo nei confronti del popolo italiano, quest'ultimo affamato da troppi anni di una rappresentanza che possa concretamente fare solo ed esclusivamente gli interessi dei cittadini.