..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

martedì 29 settembre 2009

L'UOMO NERO DI OBAMA

L’uomo dietro la possibile, ma non ancora certa, svolta afghana di Barack Obama è il suo vicepresidente Joe Biden. Il ruolo di Biden, decano della politica estera del Partito democratico, è la perfetta nemesi del suo predecessore Dick Cheney. Così come Cheney è stato il primo ispiratore della risposta aggressiva di George W. Bush agli attacchi dell’11 settembre, Biden interpreta per Obama la parte dell’advisor che consiglia prudenza e cautela sulle questioni militari. Obama, rispetto a Bush, è entrato alla Casa Bianca con un profilo ben più autonomo dal giudizio del suo vicepresidente, ma le ultime indiscrezioni raccontano di un Biden che sta vincendo contro Hillary Clinton, contro i generali David Petraeus e Stan McChrystal e contro il capo di stato maggiore Mike Mullen, il dibattito sulla ridefinizione della strategia politica e militare in Afghanistan e il passaggio da un’operazione ad ampio raggio contro la guerriglia talebana a una più limitata azione contro al Qaida.
Non è stato sempre così. Quando, alle primarie 2008, Obama e Biden erano avversari, il falco era l’attuale vicepresidente e le critiche a Obama erano rumorose. Nel 2002, Biden sosteneva che “dobbiamo fare qualsiasi cosa serva, perché la storia ci giudicherà malamente se lasceremo evaporare la speranza di un Afghanistan liberato solo perché non saremo riusciti a mantenere la rotta”.
Ora invece è proprio lui, l’anti Cheney, a voler circoscrivere l’impegno in Afghanistan e Obama sembra orientato a seguire il suo suggerimento, anche se oggi il generale McChrystal presenterà al Pentagono la richiesta di nuove truppe per portare a termine la missione più ampia indicata a marzo dallo stesso Obama. E’ possibile anche che il presidente stia semplicemente prendendo tempo e voglia dare l’impressione alla sua base elettorale di aver valutato ogni ipotesi possibile, compresa quella meno bellica, prima di assecondare le richieste dei suoi generali.

GUANTANAMO NON CHIUDE

I più importanti detenuti di al Qaida continueranno a non avere alcun diritto processuale. E, inoltre, è ormai pressoché certo che Barack Obama non chiuderà il carcere di Guantanamo entro il prossimo gennaio, come aveva promesso al momento dell’ingresso alla Casa Bianca.

venerdì 25 settembre 2009

FATEMI CAPIRE...

Errare humanum est, perseverare autem diabolicum”, recita un'antica locuzione di Seneca, che ben si presta a descrivere l’ultimo “affronto” che la Juventus, quella dei media ufficiali, ci propone per l’ennesima volta.

Iniziamo da Juventus Channel, che manda in onda un filmato dal titolo “Juve Story”. “Scorrono le immagini della Juventus, degli Agnelli, dei campioni e degli allenatori, con titoli di coda a ricordare le conquiste bianconere.
Cosa c’è di strano? E se dicessi che all’interno del video trova spazio un mediocre allenatore come Claudio Ranieri, che salta felice dopo un gol, e non viene riservato nemmeno un angolino per Fabio Capello, cosa mi rispondete?
Non solo. Claudio Ranieri immortalato insieme a Blanc, Cobolli e Secco: impensabile, non ricordare anche la presenza di una così importante dirigenza e del patto sigillato con il ritorno in seria A, quello della mediocrità.
Ha trovato invece spazio Marcello Lippi – e non ditemi che sono faziosa – ma pur essendo anch’egli approdato alla Juventus grazie alla Triade, il suo nome di recedente è stato più volte avvicinato alla Signora, tanto da paventare un possibile ritorno a Torino.
Non solo. Nei titoli di coda viene riportato, oramai per l’ennesima volta, il n.27 alla voce “scudetti conquistati”.

Tutte quelle storie, “li sentiamo nel cuore”, “per noi saranno sempre 29”, “li abbiamo messi anche sulla carta intestata”, che fine hanno fatto? Magari una spiegazione c’è: se dicono di sentirli nel cuore, nessuno potrà dubitarne apertamente; sulla carta, accanto al 29 mettono gli asterischi; sugli almanacchi, li cancellano e sui video vengono del tutto ignorati. Non fa una grinza, non credete?

Ma non finisce qui. Il 12 settembre, Tuttosport, cavalcando con entusiasmo la possibile terza vittoria consecutiva in campionato, titola così un articolo ” Juve, tre vittorie consecutive mancano da otto anni” precisando: “La Juventus non vince tre volte di seguito a inizio campionato dalla stagione 2001-2002 (in panchina Marcello Lippi), quando superò il Venezia (4-0), l’Atalanta in trasferta (0-2) e il Chievo (3-2), ma venne fermata sul pari (0-0) a Lecce alla quarta giornata.”
Una congiura? Una dimenticanza? Malafede?
Anche perché nel campionato 2005-2006, la Juventus di Capello ha vinto ben 6 partite ad inizio campionato! Le vogliamo ricordare? Juventus Chievo 1-0; Empoli-Juventus 0-4; Udinese Juventus 0-1; Parma Juventus 1-2; Juventus Messina 1-0; Lecce Juventus 0-0.
Certo, visto che il titolo di quel campionato è stato revocato, meglio non lasciare traccia di quella Juventus: cancelliamo anche le partite. Un dubbio, non è che vorranno cancellare anche la nostra memoria?

Nel novembre del 2006, C. Rocca scriveva: “29 o 27? …finché non ci sarà una risposta a questa domanda, qualsiasi proclama della nuova dirigenza juventina per me avrà valore pari al numero di scudetti vinti da Massimo Moratti”.

Non c’è stata nessuna risposta. Tempo scaduto: non vogliamo più essere presi in giro!

Poi ci chiamano oltranzisti…

VASCO ALLA GAZZETTA



Domani è un altro giorno...arriverà nelle radio AD OGNI COSTO E, alla vigilia del suo Europe Indoor Tour, Vasco sarà a Milano, ala Gazzetta dello sport, alle 16.30, per una videochat evento su Gazzetta.it
Mandate le vostre domande ->> clicca qui

NEVERENDINGTOUR


QUANDO LA MUSICA PARTE I PROBLEMI SPARISCONO




Lungo la nebbiosa provinciale tra Modena e Bologna, appoggiato sulla piana, si staglia un grand hotel. La cattedrale nel deserto è insolitamente vitale: un fibrillante viavai di ragazzi agita il parcheggio e irrompe a ondate nella reception.
Lì dentro, da qualche parte, c’è Vasco. Ha requisito l’edificio insieme con i suoi musicisti per le prove, in vista del tour europeo che partirà da Mantova il 2 ottobre e finirà (se davvero mai finirà) un anno dopo, il 13 ottobre 2010, a Firenze. In quel rifugio, che qualunque star troverebbe un po’ malinconico, Vasco si sente come a casa. Anzi, meglio che a casa. Ci sono gli amici, la musica, una tv al plasma per le partite dell’Inter e ogni genere di conforto. Capita che Vasco non resista e chieda di aprire le porte ai fan, mettendo in scena un concerto per pochi fortunati.

Sto bene” dice lui. “Anzi sto sempre meglio. Non c’è limite al meglio”.
Non capisco se sta scherzando.

Creativamente è un grande momento. Ho molte cose da dire, le canzoni vengono fuori quasi da sole. È tutto il resto che è un casino.”

Che cosa, in particolare?
Le canzoni migliori nascono quando mi sento con le spalle al muro.
La mia vita privata è molto, molto complicata. Per fortuna ho la musica, ma resta il fatto che non è facile essere me
.”

Eppure a tanti piacerebbe provare che effetto fa.
Psicologicamente sono confuso, ho frequenti sbalzi di umore. Meno male che faccio l’artista. Fossi stato un bancario, mi avrebbero licenziato chissà quante volte.”

Che cosa la mette in difficoltà?
Ho molte ansie e qualche angoscia. La mia autostima, poi, è sottoterra.”

Scusi, ma se non ha stima di sé Vasco Rossi, che ha milioni di fan, chi può averla?
"Non è che se mi dicono che sono un dio poi io mi ci senta. Anzi: più me lo dicono, più mi sento una schifezza. Perché io lo so come sono fatto dentro. Scrivo canzoni che piacciono alla gente, ma alla fine, quando torno a casa, devo fare i conti con quello che sono veramente".

E chi è Vasco, veramente?
Qualche sera fa ho scritto una canzone che lo spiega bene, con le canzoni è tutto più facile. Ma il punto è che non esiste un solo Vasco. Dentro di me ne convivono almeno due, ma forse anche di più. Ed è una lotta continua tra le diverse personalità per il controllo delle mie azioni.

Un esempio, per capire.
Non si può raccontare. Però ecco, uno dei miei difetti peggiori è che cerco sempre di compiacere gli altri. Sono bravo, in questo. Ho spesso usato il mio desiderio di far contenta la gente per sedurre il pubblico dal palco. Qualcuno dirà che è un talento, ma per me non lo è. Vorrei essere duro e puro, forte. Sembro il più bravo di tutti e invece sono una frana.”

Ci sarà un tesoro nascosto di Vasco, una dote segreta di cui la gente non sospetta l’esistenza.
Macché. Il lato migliore di Vasco lo conoscono tutti, è quello che si vede sul palco.”

Come si fa a sopravvivere pensando queste cose di sé?
"Ah, questo non lo so. Infatti sono vivo per miracolo (ride)".

In che senso?
Nel senso che è un miracolo che io sia vivo, con tutte le sigarette che fumo e i tranquillanti che prendo per stare calmo (ride). Fosse per me, non andrei mai a dormire. Ogni mattina, quando riapro gli occhi, devo cominciare tutto da zero, mi tocca ricostruirmi completamente. Mi servono almeno due o tre ore. Siamo sempre lì: meno male che c’è la musica. Certi giorni sento di essere al limite, sul punto per salutare tutti e salpare verso i mari del Sud. Meno male che la musica c’è. È l’unica terapia che funziona su di me. Se ho scelto di fare questo tour nei palasport, è anche perché negli stadi posso suonare al massimo dieci o quindici volte in un’estate. Invece ora per un anno vado avanti a far concerti.

Quando si ritrova nella stanza di un albergo non le viene voglia di tornare a casa?
Suonare dal vivo è il mio modo di annientare la routine del privato. Se non suono divento matto. Come tutti quelli che nella vita non fanno ciò che amano, credo. Suonare è un piacere fisico. E a me, poi, danno pure dei soldi.”

A un certo punto i tour finiscono.
"E chi l’ha detto? Questa volta, magari, non mi fermo più. Magari la fine di questo tour io non la vedrò, la vedrete voi. Incontro in giro dei ragazzi che mi dicono di aver comprato i biglietti per dei concerti che terrò tra un anno e a me vien da dire: “Non dovessi esserci più, voi andateci lo stesso. Trovatevi tra voi?”(ride)".

Invece lei sul palco ci sarà.
Sarà un modo per ripercorrere la mia carriera. Suonerò pezzi che dal vivo non ho mai fatto.”

E imbraccerà di nuovo una chitarra, come tanti anni fa.
Ho previsto una parte acustica. In un palazzetto il rapporto con chi ti ascolta è più intimo, queste cose si possono fare.”

In scaletta ci sarà anche Ad ogni costo, il suo nuovo pezzo nato da una rilettura di Creep dei Radiohead.
"Già 15 anni fa, tornando dalla discoteca, ascoltavo la versione originale in macchina tormentandomi per trovare un testo in italiano. Alla fine ce l’ho fatta.”

Che cosa l’ha colpita di Creep?
È drammatica. Quando salta fuori dall’iPod ti fruga dentro.”

Vasco con l’iPod?
Sono stato un fan della musica Anni 70 e dei vinili, ma questa cosa dell’iPod è una comodità incredibile. Ti porti in giro tutta la musica che vuoi. Mi piace mettere la riproduzione casuale dei brani e farmi sorprendere. Sono diventato come i ragazzini.
Altro che sopravvissuto. È cambiato anche il mio modo di guardare la tv. Non riesco più a
vedere i film, le cose lunghe e lente. I telefilm americani, invece, sono eccezionali. Penso a “CSI”: i personaggi, i dialoghi, la sceneggiatura, è tutto perfetto. E poi amo i Simpson. Fantastici. Molto meglio di “Porta a porta”.”


Sarà stato suo figlio Luca a condizionarla?
Lui ora ha 18 anni ed è tutto il contrario di me. È più posato, riflessivo. Saggio.”

Vuole sempre fare il notaio?
Sì. Ma l’altro giorno m’ha detto che anche l’idea di fare il pubblico ministero lo affascina.”

Un pubblico ministero in casa di Vasco?
Ha solo 18 anni. E io ricordo che la mia vita si è incasinata proprio nel triennio tra i 18 e i 21. Però spero che a lui non succeda. Spero che resti l’opposto di me.”

Le fa effetto sapere che pure l’ultimogenito è maggiorenne?
Sì. Di Luca ho visto tutte le fasi, l’ho visto crescere assieme a me.”

Lui suona ancora in una band?
No, ha mollato. Ma mi ha sempre detto che lo faceva solo per divertimento. Me lo ha assicurato con il tono di chi ti dice “tranquillo, papà, non ti rovinerò la piazza facendoti concorrenza”.”

Almeno è scongiurata la possibilità che partecipi a un talent show
per cantanti.
””Amici” e “X Factor” hanno il merito di dare ai ragazzi degli spazi dove mettersi in mostra. “Amici”, poi, è una scuola. E le scuole servono comunque, anche se poi non arriva il successo.”

E “X Factor”?
Non lo seguo molto, è lungo e parlano tanto. Lo ripeto, a me piacciono i telefilm americani, dove non si perde tempo ed è tutto studiato nei minimi dettagli. Comunque saluto il mio amico Morgan degli U2. (ride).

.Il suo è un tour europeo, toccherà anche Barcellona e Londra. Che cosa troverà, lì?
Chi lo sa? Non so neppure che cosa mi succederà domani. Ma quando la musica parte, i problemi spariscono. E se poi sul palco dei problemi ci sono, hanno un senso. Non funziona un microfono? Aggiustiamolo. Non c’è posto al mondo dove sia più felice

Nessuno davvero?
Beh, quando sono in giro sulla mia moto, allora lì mi sento libero
davvero. A patto che non abbia una meta precisa
.”

NON MI FERMO PIU'




VASCO
EUROPE INDOOR
DAL 6 OTTOBRE 2009
DA PESARO PER IL..MONDO!
UN ANNO IN TOUR



ANTEPRIMA CONCERTO A MANTOVA IL 2 OTTOBRE

Fa notizia che Vasco Rossi, il re degli stadi dal 1990, scelga l’autunno e un tour internazionale al chiuso, al posto degli stadi che avrebbe potuto riempire anche questa estate. E’ vero, la sua decisione “a ciel sereno” ha spiazzato un po’ tutti ma ha anche reso felici tutti i fan che non vedono l’ora di vederlo più da vicino, in spazi dall’atmosfera sicuramente più intima.

VASCO LIMITED EDITION…ED E’ GIA’ UN EVENTO

Una volta preso l’ “arduo” impegno, Vasco, come sempre, non si ferma e fa le cose in grande: un tour lungo un anno, e forse più, e per di più europeo:

“Ci sto prendendo gusto, - dice durante una pausa delle prove che si stanno svolgendo a Pieve di Cento – adesso parto ma non so se mi fermerò piu’, preparatevi a un never ending ..”.

E’ un Vasco inedito quello che si prepara a calcare i palchi dell’Europe Indoor tour. Forte della sua esperienza sul campo e soprattutto della sua playlist, studiata ad hoc, naturalmente rock ma c’è anche spazio per l’acustico e dintorni. Proprio quello che ci si aspetta da lui, abituato a sorprendere anche i più scettici, coerente con la sua storia ma sempre diverso. E adesso ha una gran voglia di togliersi lo sfizio di guardarli negli occhi i fan, tutti ad uno ad uno.

E’ un Vasco inedito e internazionale. Come il nuovo singolo che ha inciso per il debutto e che verrà trasmesso in radio dal 25 settembre.

Si intitola “Ad ogni costo”, testo originale scritto da Vasco sulla musica di “Creep” dei Radiohead uno dei gruppi che più spesso suona nel suo ipod. E a chi gli chiede come mai proprio “Creep”, risponde:

“la considero una delle più belle musiche degli ultimi 15 anni, è così intensa e struggente che mi è venuta voglia di interpretarla con un testo mio”.

Che è piaciuto tanto a Thom Yorke e compagni che ne hanno autorizzato la nuova versione.

Da “Gli spari sopra” a “Ad ogni costo”, è già successo in passato che Vasco si innamorasse di una canzone al punto da volerla interpretare facendola sua: con “Gli spari sopra” nel 1993 per esempio, poi nel 1995 a San Siro con “Generale”, poi “Supermarket” al Premio Tenco nel 1997. Nel 2000 in onore a Fabrizio de Andrè, ha dato la sua interpretazione di “Amico fragile” al Teatro Carlo Felice di Genova e ultimamente sono diventate “sue” “La compagnia” e “Un ragazzo di strada”, cantata al concertone del 1 maggio quest’anno tra l’entusiasmo della platea oceanica.

l’occasione dell’ Europe Indoor è giusta per la sua attuale scelta: la musica dei Radiohead lo cattura da molto tempo e gli ha ispirato il testo del nuovo singolo, unico inedito in scaletta concerti indoor.

Il tour internazionale di Vasco, “Europe Indoor “ parte il 6 ottobre 2009, da Pesaro per il… mondo!

L’anteprima del concerto si terrà a Mantova il 2 ottobre, aperta agli iscritti del Blasco fan club.

La grande richiesta di biglietti rende necessario aumentare date e giorni di permanenza in una stessa località.

Dopo Pesaro, dove sono previsti 4 show, il tour prosegue per Ancona (4 concerti) e Caserta (6 concerti). Nel 2010 l’Indoor si trasferisce a Milano, Torino, Londra, Bruxelles, Zurigo, Berlino,, Barcellona, Bologna, Firenze per ora.

File fisiche e virtuali nei negozi e su internet, chi non trova per quest’anno può comodamente prenotarsi dove e quando crede per i concerti del 2010. In Italia, è la prima volta che vengono messi in vendita i biglietti di un tour con un anno di anticipo, l’ esperimento poteva riuscire con un solo nome: Vasco Rossi e il suo attesissimo tour internazionale indoor, nell’atmosfera più intima e, diciamo pure “unplugged” di arene e palasport.


Il calendario si sta componendo automaticamente via via che arrivano le richieste e al momento prevede le seguenti date:

2 Ottobre MANTOVA
6 e 7 Ottobre PESARO
11 e 12 Ottobre PESARO
16 e 17 Ottobre ANCONA
21 e 22 Ottobre ANCONA
26 e 27 Ottobre CASERTA
31 Ottobre CASERTA
1 Novembre CASERTA
5 e 6 Novembre CASERTA

2010:
5 e 6 Febbraio MILANO
10 e 11 Febbraio MILANO
15 e 16 Febbraio MILANO
20 e 21 Febbraio MILANO
6 e 7 Aprile TORINO
11 e 12 Aprile TORINO
16 e 17 Aprile TORINO
4 Maggio LONDRA
6 Maggio BRUXELLES
8 Maggio ZURIGO
12 Maggio BERLINO
16 Maggio BARCELLONA
22 e 23 Settembre BOLOGNA
12 e 13 Ottobre FIRENZE

AD OGNI COSTO




E’ un Vasco inedito e internazionale..
Come il nuovo singolo che ha inciso per il debutto e che verrà trasmesso in radio dal 25 settembre.
Si intitola “Ad ogni costo”,
testo originale scritto da Vasco sulla musica di “Creep” dei Radiohead uno dei gruppi che più spesso suona nel suo ipod..
..Il pezzo è piaciuto anche a Thom Yorke e compagni che ne hanno autorizzato la nuova versione.
E a chi gli chiede come mai proprio “Creep”, risponde:

“la considero una delle più belle musiche degli ultimi 15 anni, è così intensa e struggente che mi è venuta voglia di interpretarla con un testo mio”.

Da “Gli spari sopra” a “Ad ogni costo”, è già successo in passato che Vasco si innamorasse di una canzone al punto da volerla interpretare facendola sua: con “Gli spari sopra” nel 1993 per esempio, poi nel 1995 a San Siro con “Generale”, poi “Supermarket” al Premio Tenco nel 1997.
Nel 2000 in onore a Fabrizio de Andrè, ha dato la sua interpretazione di “Amico fragile” al Teatro Carlo Felice di Genova e ultimamente sono diventate “sue” “La compagnia” e “Un ragazzo di strada”, cantata al concertone del 1 maggio quest’anno tra l’entusiasmo della platea oceanica.
l’occasione dell’ Europe Indoor è giusta per la sua attuale scelta: la musica dei Radiohead lo cattura da molto tempo e gli ha ispirato il testo del nuovo singolo, unico inedito in scaletta concerti indoor.

I BIGLIETTI PER L'EUROPA




FINALMENTE IN VENDITA I BIGLIETTI PER LE DATE EUROPEE!!

I BIGLIETTI PER LA DATA DI BRUXELLES SARANNO IN VENDITA DAL 22/09
INFO WWW.LIVENATION.BE

I BIGLIETTI PER LA DATA DI ZURIGO SARANNO IN VENDITA DAL 21/09
INFO WWW.TICKETCORNER.COM

I BIGLIETTI PER LA DATA DI BERLINO SARANNO IN VENDITA DAL 25/09
( Tel.: 01805.570000 (0,14 Euro/Min., mobile phone prices might be different-per le tariffe da cellulare contattare il vostro gestore ) WWW.EVENTIM.DE

I BIGLIETTI PER LA DATA DI LONDRA SARANNO IN VENDITA DAL 2/10
WWW.LIVENATION.CO.UK

mercoledì 23 settembre 2009

IL RE

Un altro bel libro italiano. Questa volta un romanzo sulle ultime ore di vita di Gianni Agnelli. L'autore è Leo Colombati, già biografo di Springsteen e autore di questo formidabile articolo sugli "uah uah" delle musiche di Morricone per i film di Sergio Leone.
(qui si può leggere un capitolo del libro, edito da Mondadori)

venerdì 18 settembre 2009

LA RISPOSTA

Shabaab suicide attack kills 9, including senior African Union commander

CI HA MESSO POCO / 28

Due alti comandanti di al Qaeda si pensa potrebbero essere stati uccisi nel recente raid aereo nelle aree tribali del Pakistan.

giovedì 17 settembre 2009

FINE TRASMISSIONI

Tempo addietro Massimo De Marco si interrogava se fosse stato reato sperare la stessa fine nei confronti di chi appiccava i fuochi nei boschi facendo morire gli animali.
Oggi spero vivamente, e non mi frega niente se sia reato o meno, che questi "animali" possano vivere l'inferno nei giorni che passeranno in galera.

SOFFIANO SUL FUOCO, CHE LI BRUCERA'

Ho il voltastomaco, a proposito di commenti, opinioni e sospetti. E’ ancora in corso un processo, a Napoli, mentre numerose sentenze di vari tribunali amministrativi e penali hanno chiuso i fascicoli con la dicitura innocente . Ma la (presunta) società più dopata, ladra e comandata a suo tempo da una banda di truffatori continua a fare notizia, anzi, sarebbe più corretto dire scandalo, visti i termini usati da carta stampata e opinionisti dopo il caso Mauri.
Constato: sta tornando prepotente quel dichiarare "lo dicono tutti " (coloro che gravitano nel mondo del calcio - cit.), quel sentenziare un episodio come il nuovo vento che soffia a favore dei bianconeri. Ma a nessuno frega niente di quello successo nelle aule di tribunale dopo l'estate del 2006. Le leggende, invece, quelle sì che sono un piatto ghiotto.
Le scene televisive del “processi fatti, che hanno accertato che gli arbitri pilotavano gli incontri” fanno schifo, anche perché chi dovrebbe tutelare il giuramento che ha fatto si ostina a sospettare. Abbiamo avuto una giustizia che ha sentenziato l'inesistenza di un sistema, la non alterazione della classifica, conseguenza della non alterazione di alcuna gara , i sorteggi regolari e l'inesistenza delle ammonizioni . Ed in barba alle carte si continua a dare opinioni, distorcendo la realtà e non evidenziando di come quella giustizia impedì l'utilizzabilità delle intercettazioni, abolì la disciplinare, avallò la requisitoria prima delle difese, escludendo testimoni, prove a discarico e prove filmate, fino all'introduzione di un reato che non esisteva.
Che rispetto merita un Paese che fa finta di niente, un Paese intero che è stato preso in giro per un'intera estate, quella "coperta" dalla vittoria mondiale di undici bianconeri?
Che rispetto meritano coloro che continuano a raccontare favole?
Che rispetto meritano per aver fomentato l'arresto dell'assasino e oggi si trovano continuamente tra i cadaveri?
In questi giorni uggiosi l'attenzione di coloro che gravitano nel mondo del calcio è rivolta alla Champions League, ma sabato sarà nuovamente campionato. Sabato sarà Juventus-Livorno, anticipo del quarto turno.
Scommetto: ai sospetti seguiranno le chiacchere .
Una Commissione (la Caf, ndr) fece emergere, dall’analisi di taluni fatti incontrovertibili, ciò che era nella opinione di tutti coloro che gravitavano nel mondo del calcio, e cioè il condizionamento del settore arbitrale da parte della dirigenza della Juventus.

Uno juventino scrisse a suo tempo che forse, magari, erano a gravitare al Bar dello Sport, oggi costoro continuano a soffiare il fuoco del giustizialismo, inconsapevoli che li brucerà.

mercoledì 16 settembre 2009

IL "PROGESSO" ALLA JUVENTUS

Gli effetti collaterali di calciopoli si sentono e si sentiranno per molto tempo. Avere condannato e penalizzato una sola squadra non ha portato nessun beneficio al calcio, ma solo “riempito la bocca” agli opportunisti ospiti (definirli commentatori sarebbe fin troppo) di trasmissioni televisive trash, dove di vero non c’è nemmeno l’applauso che scatta automatico alla battuta del conduttore dai capelli rossi, oramai famoso per il suo accento e balzato all’onore della cronaca di calciopoli, per essere “amico” di Moggi oltre che più semplicemente conduttore del “Processo” del lunedì. Vale la pena di ricordare che lo stesso uomo-tv sbandiera tuttora come un grande successo professionale una sentenza di assoluzione, in cui era accusato di diffamazione dagli arbitri e la cui motivazione recita: “La credibilità dell’informazione offerta e la conseguente attitudine di questa ad essere, in ipotesi, idonea a ledere l’altrui reputazione sono oltremodo inconsistenti” . Un autentico marchio di qualità!
Vista la “serietà” delle trasmissioni condotte da Biscardi, non c’è da sorprendersi se tra gli illustri ospiti sono quasi sempre presenti personaggi noti per l’equilibrio e l’imparzialità, quali Taormina, Elio Corno e Tiziano Crudeli.
Argomento principe dell’ultima puntata del “Processo” è stato il gol “annullato” alla Lazio. Qualcuno aveva dubbi in proposito? Il Supermoviolone e il supermoviolista hanno confermato che il gol era regolare e, con la grande professionalità che li contraddistingue, non solo non hanno fatto vedere la posizione irregolare di partenza, ma hanno continuato a parlare di gol annullato nonostante il fischio dell’arbitro fosse arrivato prima del tiro. La moviola della partita si è ridotta a questo episodio e i commenti rivolti unicamente al “clamoroso” errore pro-Juventus. Malafede o incompetenza?
Con un prologo del genere, c’era da attendersi un dialogo di livello altrettanto alto anche da parte del “parterre de roi”presente in trasmissione. Le attese non sono state deluse.
Taormina, più che un avvocato, sembrava un ragioniere, attento a conteggiare ed annotare gli errori pro-Juventus. Per lui si tratta di scandalo, in quanto la Signora ha ottenuto già diversi benefici, in ben due su tre partite disputate: «Nella grande confusione, la Juventus si è beccata 3 punti, partendo con 1 a 0 a Roma, stiamo tornando come 6-7 anni fa: in tre partite troppi benefici per la Juventus, dovremmo prevenire. Questi arbitri che, in 3 giornate, sono capaci di dare palme di primato a qualcuno e la croce addosso ad altri…». Insomma, il tutto per dire che la Juventus poteva perdere la partita se l’arbitro avesse convalidato quel gol. Ha ribadito molte volte quel “prevenire”, perché in passato è successo quanto è successo, quindi c’è ragione di sospettare: «episodi sono diventati poi sistema…». Una missione per l’avvocato: mantenere vivo il “deterrente”, magari anche sbagliando, ma rimanere sempre vigili precisando che si parla di «possibile malafede, non di una certezza». In conclusione, un richiamo ai «processi fatti, che hanno accertato che gli arbitri pilotavano gli incontri». Siamo a questi livelli. Certo, resta valida l’“inconsistenza della credibilità dell’informazione offerta dalla trasmissione” (come sentenziato da un giudice vero), ma chi parla è un avvocato e dovrebbe, almeno per decenza, riferirsi in modo corretto agli aspetti “legali”.
Elio Corno (altro fulgido esempio di lucidità e pacatezza!) non si è accontentato dell’arringa di Taormina, lamentando che «negli anni scorsi erano “aiutoni” per l’Inter, quest’anno con la Juve occorre usare il termine “aiuto arbitrale”». Per il resto, come al solito, ha urlato intervenendo sopra altre voci e non si è capito molto di più. Forse perché c’era poco da capire: probabilmente è lui il vero simbolo di questa trasmissione.
Più articolato, ma ugualmente confusionario, l’intervento di Rizzo, che ha attaccato con la solita manfrina: «Avrebbe un senso se nel nostro paese non ci fossero stati più scandali…», sostenendo che dall’epoca del calcio scommesse, passando per calciopoli, l’Italia è ormai abituata a convivere con questi episodi. Poi, come un cuoco impazzito, ha infilato tutto nel calderone: «Alla seconda giornata, viste anche le dichiarazioni di Lippi, la sensazione è del vento favorevole per la Juventus. Io ricordo cosa è successo dopo la partita con il Chievo, errori determinanti». Insomma, un pasticcio di argomenti che hanno un solo scopo: alimentare il clima anti-juventino.
A Crudeli è sempre piaciuta la parte del bastian contrario e così questa volta si è ritrovato a fare il difensore d’ufficio dei colori bianconeri, per carenza d’alternative. Lo stile “urlato” è sempre quello inconfondibile delle trasmissioni di Biscardi, ma almeno le sua voce è andata fuori dal coro: «State facendo il processo alla Juventus. E’ nostro dovere essere obiettivi (su questo abbiamo qualche dubbio: davvero gli ospiti di Biscardi hanno il dovere di essere obiettivi?, ndr), vedere nella sua complessità la partita. Sono stati fischiati due fuorigioco ad Amaurì; il gol non è annullato: c'è il fallo di Cruz che sbilancia Legrottaglie, non sono il solo a dirlo, anche alcuni giornali ne hanno parlato… Fatemi vedere i fuorigioco di Amaurì! Così siete faziosi! ». Ci ha pensato Biscardi a chiarire che Crudeli era in minoranza e che quindi le azioni favorevoli alla Juve non andavano viste. Non ci sorprende. Ma resta il fatto che essere difesi da un tifoso milanista è proprio il colmo!
Certo è che se la difesa dei nostri colori doveva essere presa da Bernardi, stavamo freschi! L’unico rappresentante della tifoseria bianconera non solo ha confermato l’errore pro-Juve, ma ha lanciato una battuta che sa tanto di sospetto sul passato: «Posso essere d’accordo con errore anche clamoroso, ma non scandaloso, che qui non esiste». Lo scandalo, infatti, secondo lui presuppone quell’idea di “retrobottega” che oggi non c’è. Poi ha provato a fare un parallelo: «Se parliamo di tarocchi, ricordiamo lo scorso anno l’Inter con il Siena...», uscita che è servita solo a scatenargli contro tutti i presenti in studio. Ed ecco la sua interpretazione del fallo: «L’arbitro ha privilegiato il fallo di confusione…». Questo dopo che per due giorni Nicchi ha detto che il fallo di confusione non esiste. In conclusione, una sola richiesta: «Non voglio che si parli di campionato falsato».
Ma gli altri ospiti non gli hanno concesso neanche questo e c’è chi si è spinto ancora più in là. Scarpini, rivolgendosi al povero Bernardi, l’ha sparata grossa: «Abituati per anni in epoca di regime, parla così per sue abitudini di quando c’era il regime e gli sembra che è sempre così». Non basta: «Quando cade un regime e si ritorna in democrazia, e quindi nel giusto, dovrebbero essere tutti contenti, invece…». Frasi del genere non meritano neppure un commento, ma danno bene l’idea di quanto la trasmissione sia scivolata sempre più giù e del livello mentale di buona parte dei suoi ospiti.
Visto il tenore di certi interventi, c’è quasi da ringraziare chi, come Martino, associa la Juve all’Inter! Per lui, il clima di complotto evidentemente c’è sempre, ma mentre due anni fa favoriva l’Inter, ora è tornato a spingere per la Juve, che ottiene vantaggi in momenti cruciali della partita.
Capezzone, da bravo politico, si è accodato al “sentimento popolare”, definendo l’errore “clamoroso” e presentandolo come caso da manuale per la campagna che da tempo porta avanti il processo, “la moviola in campo”: «Non iniziamo a dire che i torti e le ragioni si pareggiano e nemmeno con il gioco dei sospetti. Collina si è detto aperto a riconoscere degli errori e a delle sperimentazioni ma non alla moviola in campo. Gli arbitri che hanno sbagliato di più sono quelli che nella prima giornata erano stati molto bravi, uno di questi arbitri era quello di Inter-Parma dello scorso anno. Non alimentiamo il sospetto, ma andiamo al problema generale». Potrebbe anche essere un discorso sensato, ma c’è da chiedersi una cosa: se la “moviola in campo” venisse attuata in modo analogo al loro “supermoviolone”, siamo sicuri che le cose migliorerebbero? Ad ogni modo, anche per Capezzone vale quanto detto per Crudeli: da lui è arrivata una parziale difesa dei nostri colori, certamente inaspettata, in particolare in un intervento su calciopoli a favore dei «tifosi juventini»: «Basta crocifiggerli su calciopoli. L’idea che ci fosse solo Moggi, il cattivo e gli altri tutti buoni, poi vediamo invece che c’era chi aveva il doping, guardalinee, passaporti falsi, bilanci… un po’ di buon senso allora». E per lui è quasi naturale il paragone tra calciopoli e tangentopoli, così come tra Moggi e Craxi, entrambi capri espiatori di due sistemi corrotti.
I limiti delle trasmissioni di Biscardi sono evidenti. Ma sono una lente di ingrandimento, una specie di caricatura, di quelle più “in”: le situazioni sono più o meno le stesse in tutti i salotti televisivi, il clima non cambia ed è anche così che si fomenta quel sentimento popolare che già ci costò caro in passato. Ci chiedevamo: malafede o incompetenza? Probabilmente entrambe. Manca la professionalità e manca semplicemente l’obiettività nel giudicare un episodio.
Di certo, non è servito “pagare per non aver commesso il fatto”. Anzi, ha dato una giustificazione per sminuire i passati successi e gettare sospetti sui futuri.

C’è qualcuno che si chiede ancora a cosa è servita calciopoli?

RISIKO



Barack Obama non si ferma più.
Nessun soldato ritirato in Iraq, azioni continue in Afghanistan, ripetuti attacchi in Pakistan, ed ora un attacco militare contro Al Qaeda in Somalia.

lunedì 14 settembre 2009

CI HA MESSO POCO / 27

Trentottesimo attacco in Pakistan
Otto i morti nel raid aereo statunitense nella zona Nord del Waziristan

sabato 12 settembre 2009

DENUNCE

Ci eravamo lasciati con una "denuncia" ben chiara nei confronti di chi chiudeva un occhio nei confronti della giustizia, quella vera. Coscienze a tassametro che pubblicizzano, appena ne hanno occasione, il giustizialismo, ma della giustizia non interessa.
Ci ritroviamo ad un mese di distanza con l'ordinanza del Tar del Lazio messa in pratica: Paparesta torna in squadra. Sottolineare che intorno regna il silenzio è ormai regola.
Ed in silenzio è passata anche la notizia che l'Aia, associazione arbitri, ha deciso di fare ricorso al Consiglio di Stato, pur reintegrando l'arbitro barese.
L'esito finale sembra sinceramente scontato, visto che il Consiglio di Stato aveva dato in precedenza ragione a Paparesta, ma come sottolinea il fischietto pugliese sarà, comunque, il capitolo finale di questa vicenda.
Ma l'ultimo colpo di coda ha deciso di sferrarlo proprio l'arbitro, lamentando il mancato reintegro: «Ora risarcitemi i danni».
Una storia infinita figlia di quella leggenda metropolitana nata una sera di novembre del 2004.
E ora tutti in tribunale. Presentata la richiesta formale all’Aia per smarcarsi dalla clausola compromissoria e citare per danni morali e materiali e per abuso d’ufficio chi occupa ed occupava le poltrone più alte all’interno, Paparesta commenta: «è incredibile che chi ha dimostrato la propria estraneità ai fatti non stia arbitrando, mentre vanno in campo arbitri ancora a giudizio. Non mi fanno rientrare? Forse perché sono un teste dell’accusa a Napoli.. ».
Già, Napoli.
Ancora una volta, e per l'ennesima volta, ci troviamo dinnanzi ad una vicenda, più grande di quel che sembra, che smonta la sentenza sportiva, che annulla, fino a prova contraria, il dopopartita passato alle cronache per la sfuriata di Luciano Moggi negli spogliatoi del fischietto barese colpevole di non aver dato un rigore alla Juve e di aver annullato un gol ai bianconeri in pieno recupero.
Una vicenda che conferma, ed era ora, la tesi del Paparesta sugli episodi accaduti a Reggio Calabria: «...non mi hanno mai chiuso dentro lo stanzone degli spogliatoi, fuori c’erano ispettori di Lega, della Figc, forze dell’ordine, nessuno si è accorto di nulla. Ho saputo della vicenda solo il giorno dopo, attraverso i giornali»; tesi (rilasciata in data 7 giugno 2006, davanti all’Ufficio Indagini della FIGC) che fu accolta con la squalifica per non aver denunciato fatti che Lucianone raccontava in telefonate intercettate.
Fatti, e già i fatti, mi viene sempre più "normale" sorridere nel pensare ai fatti e a domandarmi quali.
Scriverò ancora su Calciopoli, è inevitabile, ma giorno dopo giorno, sentenza dopo sentenza, mi rendo conto di scrivere cose già dette tre anni fa, laddove c'era chi, vergognosamente, fomentava l'intera opinione pubblica vendendo favole.
Oggi Paparesta denuncia chi lo ha tenuto ai margini del mondo arbitrale nonostante più passaggi giudiziari a lui favorevoli e dopo aver scontato le condanne sportive per i fatti dell’estate del 2006, GiùlemanidallaJuve ribadisce la denuncia formulata più di tre anni fa: la Juventus è stata condannata senza aver commesso il fatto.

mercoledì 9 settembre 2009

CI HA MESSO POCO / 26

Due attacchi in due giorni, il trentaseiesimo e il trentasettesimo.
Dodici i morti, sempre in Pakistan

martedì 8 settembre 2009

MANTOVA: SARA' LA DATA "0"



LA DATA ZERO si terrà al PALABAM di MANTOVA!!!
Inizia ufficialmente il conto alla rovescia
VASCO EUROPEiNDOOR-LIVE IN CONCERT
Un'altro splendido viaggio sta per cominciare
VI ASPETTIAMOOOOOOOOOO!!!!!!


http://www.vascorossi.it/

EUROPE INDOOR TOUR: LE DATE ESTERE



Ecco le prime date europee di questo attesissimo
VASCO EUROPEiNDOOR LIVE iN CONCERT
DAL 15 SETTEMBRE le prevendite per le seguenti città:

4 maggio LONDRA
6 maggio BRUXELLES
8 maggio ZURIGO
12 maggio BERLINO



Per informazioni LIVE NATION ITALIA
02 53006501 – info@livenation.it – http://www.livenation.it/


http://www.vascorossi.it/

IL SOGNO SVANITO

Ogni volta che la sua straordinaria traiettoria politica lo costringe a prendere una decisione importante, Barack Obama si affida a un gran discorso per convincere l’opinione pubblica dell’inevitabilità della sua scelta. Succederà anche questa volta, con il discorso sulla riforma sanitaria che il presidente pronuncerà mercoledì sera al Congresso di Washington riunito in seduta comune e in diretta televisiva.

ELIMINARE ANDREA AGNELLI

A nessuno sarà sfuggita la combinazione di alleanze che ha dato vita alla scuola di alta formazione per manager, inaugurata nei giorni scorsi a Torino.
Tra le aziende partner si ritrovano la Fondazione Agnelli, quale capofila, e per essa John Elkann, e la Fondazione Pirelli, ovvero il suo presidente Marco Tronchetti Provera, protagonista di una lotta accesa, senza esclusione di colpi, quando Tronchetti Provera significava anche Telecom, intercettazioni, Polis d’istinto.
Dulcis in fundo, direttore della Scuola Gustavo Bracco, Capo del personale di Telecom di allora con poteri di acquisire le prestazioni di Cipriani. Sorpresa serale, infine al TG1, ripresa della conferenza di presentazione: appare John Elkann e, accanto a Franzo Grande Stevens sedeva, udite udite, Marco Tronchetti Provera.
vecchia conoscenza
Sì, dicono quelli di Ju29ro, proprio quel signore che candidamente confermò al Giudice Napoleone come, nell’epoca in cui dirigeva Telecom Italia, Tavaroli avesse messo in moto una “macchina spropositata” contro la “squadra di Moggi”. La squadra, si dà il caso, non era di Moggi ma della Exor (all’epoca Ifil), ovvero degli Agnelli. Nulla di meglio di questo servizio, infatti, ha reso chiaro come tra gli Elkann e Tronchetti Provera vi sia un bel patto di amicizia.
Se cosi non fosse, John chieda a Tronchetti perché Tavaroli, suo dipendente, pose in opera una “macchina spropositata” contro una società del suo gruppo. Lo deve a tutti i tifosi della Juve e a tutti i suoi piccoli azionisti. Credo che la risposta la si possa trovare in maniera esaustiva nel libro mai pubblicato di Gigi Moncalvo, del quale molti capitoli sono stati ripresi da questo giornale. E il capitolo interessato (titolo “Giraudo e Moggi, un pericolo per John”) spiega il “metodo” ad ampio raggio che, secondo l’autore, sarebbe stato attuato per far fuori Giraudo e il sottoscritto, passaggio centrale per raggiungere il vero obiettivo: impedire ad Andrea Agnelli, figlio di Umberto, di giungere alla presidenza della Juve, o ad altri più importanti incarichi nel gruppo. Moncalvo narra della morte di Umberto Agnelli e delle prime mosse di Giraudo per preparare il terreno all’ingresso del figlio Andrea nella Juve. L’ad sapeva che l’idea sarebbe stata avversata da altri, ma non immaginava fin dove si sarebbe spinta l’azione diretta ad impedirla. «In rampa di lancio - scrive Moncalvo - è solo John, nulla deve ostacolare questo disegno, qualunque intralcio, grande o piccolo, diretto o indiretto, deve essere abbattuto con la massima decisione.
Un’eventuale entrata in scena di Andrea, per di più col vantaggio indiscutibile di chiamarsi Agnelli, contrariamente al cugino, crea notevoli disturbi a tutta l’operazione, anche se si tratta “solo” della Juve. Bisogna impedire che la popolarità che in un paio d’anni Andrea sicuramente avrebbe raggiunto grazie al calcio lo proietti anche verso altri incarichi, facendolo diventare un potenziale “concorrente” di John, un ostacolo sul cammino della sua ascesa al potere.
Ecco, quindi, che per bloccare l’ascesa di Andrea o anche solo la sua discesa in campo, occorre azzoppare ed eliminare - scrive Moncalvo - i due uomini che hanno pensato a lui, Giraudo e Moggi. Occorre trovare il modo per farli fuori, anche a costo di far del male per qualche tempo anche alla stessa Juventus. Un “danno collaterale” inevitabile, un effetto del “fuoco amico”, un male necessario e calcolato del quale non si può fare a meno. L’origine della storia di Calciopoli, da questo punto di vista, assume una nuova luce».
Moncalvo si sofferma sulle intercettazioni trasmesse dal pm Guariniello alla Figc affinché verificasse se da quelle carte, nelle quali non era emerso nulla di penalmente rilevante, risultassero violazioni ai regolamenti sportivi. Il presidente Figc, Franco Carraro, le tiene chiuse a lungo nel cassetto, poi all’improvviso le tira fuori.
«Perché e su sollecitazione di chi? - si chiede Moncalvo - Da quel momento si forma la palla di neve che in breve diventerà una valanga. Accade di tutto. La regia giornalistica e il distillato quotidiano delle notizie. I processi sportivi. L’incredibile richiesta del legale della Juventus di condannare la squadra alla serie B. La rinuncia della stessa società a fare ricorso al Tar senza “contrattare” migliori condizioni (come l’annullamento della retrocessione, accettando una forte penalizzazione, come Milan e Fiorentina). La vendita di alcuni pezzi pregiati (Ibrahimovic e Vieira) a una diretta concorrente come l’Inter a un prezzo irrisorio, accompagnato dai ringraziamenti dei dirigenti juventini.
operazione spionaggio
I due scudetti tolti a tavolino, uno dei quali assegnato all’Inter proprio da un suo ex consigliere d’amministrazione (Guido Rossi). L’assunzione dello stesso Rossi nel gruppo Fiat con una consulenza di molti milioni di euro. Il mancato coinvolgimento legale nella vicenda di Franzo Grande Stevens, che era il presidente di quella Juventus “chiacchierata”. La scoperta di molte manipolazioni nelle intercettazioni. La “fama” di chi le aveva eseguite e messe a disposizione che figura indagato in importanti inchieste penali. L’operazione-spionaggio che faceva capo a un altro dirigente proprio dell’Inter. Il “patteggiamento” della Juventus anche se la giustizia sportiva non ha scoperto alcun “reato”. Con un punto fermo: la Juve è la maggior danneggiata, Giraudo e Moggi vengono fatti fuori». Su tutto quello che scrive Moncalvo ciascun lettore potrà fare le sue considerazioni. I vecchi juventini so bene cosa pensano. Moncalvo ha avuto il coraggio di scriverlo, ma in tanti conoscono già da tempo la vera storia di Calciopoli.

lunedì 7 settembre 2009

MISANO: LA GARA

MotoGP Misano Gara: dominio e trionfo di Valentino Rossi

Sì, ci voleva una vittoria così. A Valentino Rossi non serviva il corpo a corpo, il duello diretto, quell’impresa che resterà negli annali. Serviva una vittoria: un successo prezioso, in casa, per rimettere le cose a posto nel weekend delle tante parole e dela propria (pubblica) valutazione sulle scelte Yamaha. Oggi a Misano Rossi ha dato la personale dimostrazione del proprio valore, non concedendo possibilità sul piano cronometrico a Jorge Lorenzo; d’altronde sul circuito romagnolo ha dominato per tutto il fine settimana e non poteva esserci un esito differente nei 28 giri decisivi: Lorenzo aveva voglia, determinazione e qualcosa in più di morale da Indianapolis, ma non la velocità per contrastare il #46, imbattibile oggi all’ex Santamonica.

Con un mese di sosta in previsione di Estoril la classifica parla chiaro: Rossi adesso è a +30 su Lorenzo con una gara in meno da disputarsi, ma con l’obbligo di vincere in Portogallo dove il suo rivale vinse la sua prima gara nella top class lo scorso anno e dove tornerà Casey Stoner, insieme a Dani Pedrosa (bravo, terzo e unico a tratti in grado di contrastare i missili Yamaha) potenzialmente l’arbitro del mondiale.

Misano sorride anche a Loris Capirossi, che con una Suzuki in netto miglioramento ottime la quinta piazza lottando con Andrea Dovizioso arruolato come “collaudatore” del nuovo pacchetto Ohlins (ma già con un contratto per l’anno prossimo con la formula 1+1), davanti anche a Toni Elias, Mika Kallio (ultima gara da ufficiale Ducati?) e Marco Melandri. Continua a convincere Aleix Espargaro, undicesimo e davanti di ben 20″ rispetto a Niccolò Canepa che ha concluso solo 13°, mentre il più atteso dei Ducatisti, Nicky Hayden, è stato centrato (come Edwards) da Alex De Angelis al via. Brutto modo per il sammarinese di chiuder il GP di casa e, in questa occasione, di trovare una moto per il 2010.

Cronaca di Gara

Allo spegnimento del semaforo Pedrosa si ritrova primo alla Variante del Parco, seguito da Elias, Rossi, Lorenzo e… che botta! Fuori gioco Edwards, Hayden e De Angelis (che ha innescato il crash) con un parapiglia incredibile confermato dall’ottava posizione di Talmacsi che scattava ultimissimo. Il replay successivo evidenzierà come Lorenzo sia stato a dir poco fortunato nel non vedersi coinvolto nell’incidente: questione di centimetri. Al secondo giro alla prima staccata Lorenzo passa proprio Rossi per la terza posizione, davanti resistono le Honda di Pedrosa ed Elias mentre si evidenzia in quinta posizione Dovizioso che ha da poco passato Capirossi.

Bella battaglia al Misano World Circuit, con tre spagnoli in lotta con Valentino Rossi quasi a riproporre uno scontro generazionale tra il campionissimo di Tavullia e tre piloti che se le sono suonate nei trascorsi in 125 e 250. Proprio Rossi rompe gli indugi al quarto giro, prima passando Lorenzo, poco dopo alla “Quercia” anche Elias lanciandosi adesso all’inseguimento del fuggitivo Pedrosa. “Porfuera” comprende il momento e a sua volta passa il pilota Honda Gresini, che perde ancora terreno e si vede passare anche da Dovizioso.

Al settimo giro per una piccola sbavatura di Pedrosa riesce nel sorpasso Valentino, prontamente in grado di segnare un tempo sul giro notevole allungando sugli inseguitori. Di poco, però: Pedrosa e Lorenzo, nell’ordine, restano piuttosto vicini, con il secondo che ha indubbiamente del margine sul proprio connazionale della Honda. Il sorpasso avviene soltanto al 13° giro alla “Quercia”, mai troppo tardi per vedere il maiorchino riuscir subito a recuperare un paio di decimi sul proprio compagno di squadra.

Guardando indietro Andrea Dovizioso resiste in quarta posizione seppur avvicinato da Capirossi, con Elias dietro in difficoltà nel contenere Kallio e Melandri. Non ci sono più emozioni, con Rossi che vince su Lorenzo e nessun stravolgimento di classifica aspettando Estoril per un mondiale sempre aperto.

MotoGP World Championship 2009
Misano Adriatico, Classifica Gara

01- Valentino Rossi - Fiat Yamaha Team - Yamaha YZR M1 - 28 giri in 44′32.882
02- Jorge Lorenzo - Fiat Yamaha Team - Yamaha YZR M1 - + 2.416
03- Dani Pedrosa - Repsol Honda Team - Honda RC212V - + 12.400
04- Andrea Dovizioso - Repsol Honda Team - Honda RC212V - + 26.330
05- Loris Capirossi - Rizla Suzuki MotoGP - Suzuki GSV-R - + 26.539
06- Toni Elias - San Carlo Honda Gresini - Honda RC212V - + 28.286
07- Mika Kallio - Ducati Marlboro Team - Ducati Desmosedici GP9 - + 30.184
08- Marco Melandri - Hayate Racing Team - Kawasaki ZX-RR - + 31.757
09- Chris Vermeulen - Rizla Suzuki MotoGP - Suzuki GSV-R - + 31.909
10- James Toseland - Monster Yamaha Tech 3 - Yamaha YZR M1 - + 38.347
11- Aleix Espargaro - Pramac Racing - Ducati Desmosedici GP9 - + 46.673
12- Randy De Puniet - LCR Honda MotoGP - Honda RC212V - + 52.041
13- Niccolo Canepa - Pramac Racing - Ducati Desmosedici GP9 - + 1′03.198
14- Gabor Talmacsi - Scot Racing Team MotoGP - Honda RC212V - + 1′22.347

Alessio Piana

MotoGP: Dani Pedrosa rinnova con Honda e sale sul podio
MotoGP: Jorge Lorenzo “Oggi non potevo fare di più”
MotoGP: Valentino Rossi “Bella vittoria davanti al mio pubblico”

domenica 6 settembre 2009

MISANO: IL WARM UP

MotoGP Misano Warm Up: Valentino Rossi sempre leader

In sintesi estrema: a Misano Adriatico Valentino Rossi domina e Jorge Lorenzo fa fatica. Quanto fatica? Ben sette decimi, più dei 4/10 che subiva ieri sostanzialmente sul passo di gara. Situazione complicata per il pilota maiorchino, non per il #46 che ha ottenuto ancora una volta il miglior tempo (finora in tutte le sessioni di prove disputate al Misano World Circuit) in 1′34″894, unico a scendere sotto il muro dell’1′35.

Alle sue spalle, senza apparentemente più l’ingombrante presenza del suo compagno di squadra, spuntano le due Honda ufficiali di Dani Pedrosa e Andrea Dovizioso, con il catalano che ad un certo punto si era portato anche in vetta. Buon Warm Up quindi al box Repsol, anche per Colin Edwards che si porta in quarta posizione davanti a Nicky Hayden, visibilmente “in forma” e “a suo agio” con la Desmosedici (i traversi stile Honda 990 lo confermano).

Tra i primi dieci ritroviamo anche Marco Melandri, non Alex De Angelis che si ritrova 11°, Niccolò Canepa 13° e Loris Capirossi poco dietro, quindicesimo a preceder Aleix Espargaro autore della sua prima vera scivolata nell’esperienza in MotoGP.

Alle 14:00, lo ricordiamo se mai ce ne fosse il bisogno, scatterà la corsa anticipata dalla 125 e 250 con già importanti numeri di affluenza all’ex circuito Santamonica.

MotoGP World Championship 2009
Misano Adriatico, Classifica Warm Up

01- Valentino Rossi - Fiat Yamaha Team - Yamaha YZR M1 - 1′34.894
02- Dani Pedrosa - Repsol Honda Team - Honda RC212V - + 0.328
03- Andrea Dovizioso - Repsol Honda Team - Honda RC212V - + 0.593
04- Colin Edwards - Monster Yamaha Tech 3 - Yamaha YZR M1 - + 0.686
05- Nicky Hayden - Ducati Marlboro Team - Ducati Desmosedici GP9 - + 0.714
06- Jorge Lorenzo - Fiat Yamaha Team - Yamaha YZR M1 - + 0.745
07- Randy De Puniet - LCR Honda MotoGP - Honda RC212V - + 1.019
08- Toni Elias - San Carlo Honda Gresini - Honda RC212V - + 1.221
09- Mika Kallio - Ducati Marlboro Team - Ducati Desmosedici GP9 - + 1.434
10- Marco Melandri - Hayate Racing Team - Kawasaki ZX-RR - + 1.616
11- Alex De Angelis - San Carlo Honda Gresini - Honda RC212V - + 1.714
12- Chris Vermeulen - Rizla Suzuki MotoGP - Suzuki GSV-R - + 1.717
13- Niccolò Canepa - Pramac Racing - Ducati Desmosedici GP9 - + 1.902
14- James Toseland - Monster Yamaha Tech 3 - Yamaha YZR M1 - + 1.946
15- Loris Capirossi - Rizla Suzuki MotoGP - Suzuki GSV-R - + 1.964
16- Aleix Espargaro - Pramac Racing - Ducati Desmosedici GP9 - + 2.410
17- Gabor Talmacsi - Scot Racing Team MotoGP - Honda RC212V - + 2.477

Alessio Piana

sabato 5 settembre 2009

MISANO: LE QUALIFICHE

Pole position bella, importante e significativa. Difficile anche. Valentino Rossi non ha avuto problemi nel rispondere, in un folle ultimo tentativo agli attacchi di Jorge Lorenzo prima e Dani Pedrosa poi, che giusto negli istanti finali delle qualifiche ufficiali erano riusciti a portarsi davanti. Gran caldo, traffico dell’ora di punta, Vale non… ha fatto l’asino: è rientrato per levarsi di torno i soliti “segugi” del tempo da qualifica, è ripartito con pochi secondi di margine per prender la bandiera. Ci è riuscito e con un giro perfetto ha fermato i cronometri sull’1′34″338, ottenendo la prima pole in carriera a Misano, la quarta nelle ultime cinque gare, sesta stagionale e 57° nel Motomondiale.

Se doveva dare un segnale a Jorge Lorenzo ci è proprio riuscito. Più per la pole che per i 470/1000 sul giro singolo, importanti, non decisivi per domani dove il maiorchino è potenziale in grado di metter pressione al #46. All’apparenza ci proverà anche Dani Pedrosa, che con il solito metodico (ma… eterno) lavoro in HRC è riuscito a recuperare un paio di decimi con anche il “premio” del secondo tempo nelle qualifiche, per una pole che sembrava sua prima dell’arrivo di Valentino.

Per gli altri Misano Adriatico ha offerto gioie e delusioni: nel primo capitolo rientra Toni Elias, quarto e abile a sfruttare la scia di Dani Pedrosa (non di Rossi che, come detto, ha preferito rientrare evitando la solita diatriba dei minuti conclusivi delle prove), tanto da ritrovarsi davanti agli yankees Edwards e Hayden, sesto e ancora una volta primo dei piloti Ducati.

Può sorrider anche Alex De Angelis, settimo sul proprio GP di casa e davanti al pilota ufficiale HRC Andrea Dovizioso, alle prese con un lavoro da “tester” per il nuovo pacchetto Ohlins. Al lavoro anche Loris Capirossi, decimo, con Marco Melandri 12° e Niccolò Canepa penultimo e preceduto nuovamente da Aleix Espargaro, che in due gare ha dimostrato di potersi meritare con pieno titolo una sella nella top class.

MotoGP World Championship 2009
Misano Adriatico, Classifica Qualifiche

01- Valentino Rossi - Fiat Yamaha Team - Yamaha YZR M1 - 1′34.338
02- Dani Pedrosa - Repsol Honda Team - Honda RC212V - + 0.222
03- Jorge Lorenzo - Fiat Yamaha Team - Yamaha YZR M1 - + 0.470
04- Toni Elias - San Carlo Honda Gresini - Honda RC212V - + 0.569
05- Colin Edwards - Monster Yamaha Tech 3 - Yamaha YZR M1 - + 0.846
06- Nicky Hayden - Ducati Marlboro Team - Ducati Desmosedici GP9 - + 0.885
07- Alex De Angelis - San Carlo Honda Gresini - Honda RC212V - + 1.005
08- Andrea Dovizioso - Repsol Honda Team - Honda RC212V - + 1.154
09- Randy De Puniet - LCR Honda MotoGP - Honda RC212V - + 1.216
10- Loris Capirossi - Rizla Suzuki MotoGP - Suzuki GSV-R - + 1.223
11- Mika Kallio - Ducati Marlboro Team - Ducati Desmosedici GP9 - + 1.263
12- Marco Melandri - Hayate Racing Team - Kawasaki ZX-RR - + 1.447
13- Chris Vermeulen - Rizla Suzuki MotoGP - Suzuki GSV-R - + 1.452
14- James Toseland - Monster Yamaha Tech 3 - Yamaha YZR M1 - + 1.732
15- Aleix Espargaro - Pramac Racing - Ducati Desmosedici GP9 - + 1.890
16- Niccolò Canepa - Pramac Racing - Ducati Desmosedici GP9 - + 1.926
17- Gabor Talmacsi - Scot Racing Team MotoGP - Honda RC21V - + 2.753

Alessio Piana


MotoGP: Jorge Lorenzo “Sarà una gara dura, ma ci saremo”
MotoGP: Valentino Rossi “Grande giro, domani sarà difficile”

MISANO: LE LIBERE

Lotta sul filo dei millesimi. Lotta sempre, costantemente in casa Yamaha. Nell’ultimo turno di prove a Misano è Valentino Rossi ad avere la meglio, autore proprio all’ultimo del miglior riferimento cronometrico in 1′34″528, improvviso lampo da qualifica per mantenere salda la leadership del weekend al box con i colori Fiat. Poco più di due decimi il vantaggio su Jorge Lorenzo, con impressionante ritmo sotto l’1′34 per entrambi, con addirittura 6 giri consecutivi su questo passo (per dare una dimensione esatta sul valore di queste performance Dani Pedrosa non è mai sceso sotto l’1′35″…) nel conclusivo “run”.

Valentino, più attivo del solito in pista e con il casco “Misano Edition” ben in mostra (che raffigura il “Ciuchino” di Shrek per evidenziare il proprio errore di Indianapolis, con anche dietro la scritta “El Sumer” e “The Donkey”), parte così con un leggero vantaggio in vista delle qualifiche dove non si può che prospettare l’ennesima lotta interna in Yamaha, ulteriormente “inviperita” dalle dichiarazioni al termine della giornata di ieri che hanno infuocato lo scontro tra Rossi e Lorenzo.

Gli altri non sembrano aver possibilità, anche se Dani Pedrosa ha ridotto il gap rispetto a ieri senza vivere alcun problema “tecnico” come la perdita del tappo del radiatore proprio negli istanti conclusivi del primo turno di prove. Il catalano è terzo a precedere Randy De Puniet, tornato in forma con la Honda “clienti” del team LCR, ed il suo compagno di squadra Dovizioso con il “pacchetto Ohlins”, mentre Nicky Hayden sesto è il miglior Ducatista in griglia.

Molto meglio di Mika Kallio, che naufraga in 13° posizione giusto davanti a Canepa, battuto dal sempre più convincente Aleix Espargaro, addirittura nella top ten alla seconda gara in MotoGP. Il polivalente pilota spagnolo, che quest’anno ha corso anche con Moto2 e 250, è giusto dietro ai piloti Gresini (Alex De Angelis e Toni Elias) e davanti ai piloti Suzuki Loris Capirossi e Chris Vermeulen, mentre Marco Melandri è in difficoltà, penultimo solo davanti a Gabor Talmacsi.

MotoGP World Championship 2009
Misano Adriatico, Classifica Prove Libere 2

01- Valentino Rossi - Fiat Yamaha Team - Yamaha YZR M1 - 1′34.528
02- Jorge Lorenzo - Fiat Yamaha Team - Yamaha YZR M1 - + 0.204
03- Dani Pedrosa - Repsol Honda Team - Honda RC212V - + 0.473
04- Randy De Puniet - LCR Honda MotoGP - Honda RC212V - + 0.761
05- Andrea Dovizioso - Repsol Honda Team - Honda RC212V - + 0.812
06- Nicky Hayden - Ducati Marlboro Team - Ducati Desmosedici GP9 - + 0.854
07- Colin Edwards - Monster Yamaha Tech 3 - Yamaha YZR M1 - + 0.951
08- Alex De Angelis - San Carlo Honda Gresini - Honda RC212V - + 1.056
09- Toni Elias - San Carlo Honda Gresini - Honda RC212V - + 1.438
10- Aleix Espargaro - Pramac Racing - Ducati Desmosedici GP9 - + 1.471
11- Loris Capirossi - Rizla Suzuki MotoGP - Suzuki GSV-R - + 1.474
12- Chris Vermeulen - Rizla Suzuki MotoGP - Suzuki GSV-R - + 1.659
13- Mika Kallio - Ducati Marlboro Team - Ducati Desmosedici GP9 - + 1.719
14- Niccolò Canepa - Pramac Racing - Ducati Desmosedici GP9 - + 1.963
15- James Toseland - Monster Yamaha Tech 3 - Yamaha YZR M1 - + 1.985
16- Marco Melandri - Hayate Racing Team - Kawasaki ZX-RR - + 1.990
17- Gabor Talmacsi - Scot Racing Team MotoGP - Honda RC212V - + 3.266

Alessio Piana

giovedì 3 settembre 2009

IL KOMANDANTE IN CAPITANERIA

Vasco Rossi ha fatto visita, oggi pomeriggio, alla Guardia Costiera di Sanremo. Accolto dal Comandante e dal personale di guardia il noto artista, appassionata diportista, si è intrattenuto a lungo nell’Ufficio visitando dapprima i locali della Capitaneria di Porto per poi soffermarsi a contemplare il panorama cittadino dalla sala operativa posta all’ultimo piano del Comando.
Vasco Rossi ha lasciato un ricordo vergando una dedica nel Giornale Storico della Capitaneria per poi ricevere in dono il crest (emblema rappresentativo) del Comando, dimostrando di apprezzare molto il simbolo e assicurando che lo stesso avrebbe trovato collocazione di risalto all’interno della propria imbarcazione attualmente ormeggiata presso Portosole.
Con la consueta disponibilità e l’innata simpatia il cantante si è prestato anche alle immancabili foto di rito ed a divertenti scambi di battute con tutto il personale presente. Infine l’artista ha visitato anche la motovedetta CP882, salendo a bordo e intrattenendosi con l’equipaggio dal quale ha ricevuto ogni dettaglio richiesto sulle caratteristiche operative e sulle modalità di condotta dell’unità.
Dopo più di un’ora il cantante, accompagnato dal suo agente e da alcuni amici, ha salutato tutte le persone presenti, ringraziando dell’ospitalità e lasciando presagire la possibilità di altri futuri incontri.
Carlo Alessi

IN RICORDO DI GAETANO, MIO CAPITANO

Non è facile per me parlare di Gaetano.
Ricordo come fosse ieri quella sera di 20 anni fa.
Mio padre con aria dispiaciuta entra in cameretta dicendo: “Ale è mancato Gaetano” e si siede vicino a me senza aggiungere altro.
Sapeva che avrei capito subito: “Gaetano” a casa era uno di famiglia, quasi un parente che settimanalmente ci veniva a trovare e non un ex calciatore della più grande squadra italiana: la mia Juventus.
Come poteva morire una leggenda? Come si dice addio al proprio idolo sportivo? Come si può continuare ad indossare la maglia con il suo numero sapendolo in cielo?
Gaetano qui, Gaetano là, Scirea esce a testa alta con la palla al piede cercando il compagno meglio piazzato.
Praticamente ogni volta che mettevo piede in un campo di calcio tentavo l’impossibile e simulavo i suoi gesti; persino nella scelta del ruolo in campo la sua figura mi aveva condizionato e naturalmente la maglia sulle mie spalle poteva avere un’unica cifra, il “suo” 6.

Scirea entrò nella Juventus, grazie al canale privilegiato che univa la società bianconera all’Atalanta, nel 1974 in sostituzione di Capitan Billi Salvadore, divenendo presto perno di una difesa eccellente composta da lui, Cuccureddu, Spinosi, Gentile e Morgan Morini e vincendo subito il campionato primo per lui e sedicesimo per la Vecchia Signora.

Sarebbe stato il primo di 7 trionfi italiani, compreso quello storico del 20° scudetto, che ci consegnò la seconda stella, del 1982.
Gaetano fu protagonista dell’eroica doppia finale Uefa contro i baschi dell’Athletic Bilbao, vinta da una Juventus tutta italiana.
Divenne capitano della Juve dall’anno 1984/85 con il ritiro di Furino e sollevò nello stesso anno la Coppa Campioni vinta contro il Liverpool nella tragica notte dell’Heysel.
Partecipò a 3 spedizioni mondiali (1978-82-86) trionfando nella rassegna spagnola del 1982, l’indimenticabile estate mundial di Paolo Rossi.
In breve, il suo incredibile palmarès riporta 7 Campionati italiani, 2 Coppe Italia, 1 Coppa dei Campioni, 1 Coppa Intercontinentale (in finale contro l’Argentinos Juniors), 1 Coppa delle Coppe, 1 Coppa Uefa, 1 Supercoppa Uefa ed 1 Campionato del Mondo.

Credo però che il primato di cui andava più orgoglioso Gaetano fossero le 552 presenze con la maglia della Juventus senza nemmeno un’espulsione, eccezionale testimonianza della tempra morale dell’uomo ancor prima che del calciatore.
Dopo il suo ritiro – avvenuto a 35 anni, nella stagione 87/88 – entrò nello staff tecnico della Juventus come secondo di Dino Zoff e suo osservatore.
Fu proprio durante un viaggio per monitorare il prossimo avversario che la Juve avrebbe affrontato nel primo turno della coppa Uefa 89/90, il Gornik Zabrze, che il Capitano andò incontro al suo fato in un maledetto incidente durante il viaggio di ritorno a Cracovia.
Si spegneva così, a soli 36 anni, il più grande calciatore (a giudizio di chi scrive, che considera inscindibile l’uomo dal professionista) che abbia mai indossato la casacca della squadra bianconera.
Gaetano dimostrava l’eleganza del gesto tecnico, la pacatezza dei modi, l’umiltà dei veri campioni: doti rarissime in un mondo che esalta l’apparire anziché l’essere.
Tecnicamente ineccepibile, aveva piedi da centrocampista, tempismo da difensore e cervello da regista avanzato; mai lo si vedeva lanciarsi in rincorse forsennate o in recuperi affannosi in scivolata. Il suo senso della posizione gli consentiva di essere nel posto giusto al momento giusto anche nelle situazioni più intricate.
A chi come me era un ragazzino sembrava un gigante pur raggiungendo a fatica i 180 cm.

Dino Zoff di lui recentemente ha detto: “Mi mancano infinitamente i suoi silenzi”, parole che pronunciate da un uomo notoriamente poco ciarliero rivelano molto.
Enzo Bearzot, il miglior commissario tecnico che l’Italia abbia avuto, teneramente ricordava: “Se mai c'è stato uno per cui bisognava ritirare la maglia, era Gaetano Scirea, grandissimo calciatore e grandissima persona “.

Ancora oggi, uno dei regali che conservo più gelosamente è una vecchia maglia di lana della Juventus, sponsorizzata Ariston, con il numero 6 sulle spalle.
Non traspira, scalda moltissimo e punge, oltre ad essere tremendamente aderente, ma non la cederei per nulla.
Non l’ho mai conosciuto di persona, non sapeva quali sentimenti mi ispirava, non immaginava quale vuoto avrebbe lasciato andandosene, ma spero consideri da lassù queste mie modeste righe una testimonianza di quanto di buono ha regalato a molti bianconeri.
Dopo di lui, nessun altro fuoriclasse juventino ha saputo toccare così profondamente la mia anima: probabilmente l’adolescenza ha impresso molto in profondità questi ricordi rendendoli incancellabili.

Dedicato a Gai.
Mi manchi tanto Capitano.

TI-RITIRI-TU?

New York. L’ultimo sondaggio Rasmussen segnala la caduta di Barack Obama al 45 per cento del gradimento popolare e l’editorialista David Brooks, sul New York Times, ha scritto che “nella storia dei sondaggi non si è mai visto un presidente americano appena eletto che sia crollato così velocemente”. Il problema, per il presidente, è che i prossimi mesi potrebbero essere peggiori non solo per il tentativo di riforma sanitaria che sembra non piacere alla maggioranza degli americani, ma per la crescente insoddisfazione nei confronti della guerra in Afghanistan.