..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

venerdì 25 settembre 2009

QUANDO LA MUSICA PARTE I PROBLEMI SPARISCONO




Lungo la nebbiosa provinciale tra Modena e Bologna, appoggiato sulla piana, si staglia un grand hotel. La cattedrale nel deserto è insolitamente vitale: un fibrillante viavai di ragazzi agita il parcheggio e irrompe a ondate nella reception.
Lì dentro, da qualche parte, c’è Vasco. Ha requisito l’edificio insieme con i suoi musicisti per le prove, in vista del tour europeo che partirà da Mantova il 2 ottobre e finirà (se davvero mai finirà) un anno dopo, il 13 ottobre 2010, a Firenze. In quel rifugio, che qualunque star troverebbe un po’ malinconico, Vasco si sente come a casa. Anzi, meglio che a casa. Ci sono gli amici, la musica, una tv al plasma per le partite dell’Inter e ogni genere di conforto. Capita che Vasco non resista e chieda di aprire le porte ai fan, mettendo in scena un concerto per pochi fortunati.

Sto bene” dice lui. “Anzi sto sempre meglio. Non c’è limite al meglio”.
Non capisco se sta scherzando.

Creativamente è un grande momento. Ho molte cose da dire, le canzoni vengono fuori quasi da sole. È tutto il resto che è un casino.”

Che cosa, in particolare?
Le canzoni migliori nascono quando mi sento con le spalle al muro.
La mia vita privata è molto, molto complicata. Per fortuna ho la musica, ma resta il fatto che non è facile essere me
.”

Eppure a tanti piacerebbe provare che effetto fa.
Psicologicamente sono confuso, ho frequenti sbalzi di umore. Meno male che faccio l’artista. Fossi stato un bancario, mi avrebbero licenziato chissà quante volte.”

Che cosa la mette in difficoltà?
Ho molte ansie e qualche angoscia. La mia autostima, poi, è sottoterra.”

Scusi, ma se non ha stima di sé Vasco Rossi, che ha milioni di fan, chi può averla?
"Non è che se mi dicono che sono un dio poi io mi ci senta. Anzi: più me lo dicono, più mi sento una schifezza. Perché io lo so come sono fatto dentro. Scrivo canzoni che piacciono alla gente, ma alla fine, quando torno a casa, devo fare i conti con quello che sono veramente".

E chi è Vasco, veramente?
Qualche sera fa ho scritto una canzone che lo spiega bene, con le canzoni è tutto più facile. Ma il punto è che non esiste un solo Vasco. Dentro di me ne convivono almeno due, ma forse anche di più. Ed è una lotta continua tra le diverse personalità per il controllo delle mie azioni.

Un esempio, per capire.
Non si può raccontare. Però ecco, uno dei miei difetti peggiori è che cerco sempre di compiacere gli altri. Sono bravo, in questo. Ho spesso usato il mio desiderio di far contenta la gente per sedurre il pubblico dal palco. Qualcuno dirà che è un talento, ma per me non lo è. Vorrei essere duro e puro, forte. Sembro il più bravo di tutti e invece sono una frana.”

Ci sarà un tesoro nascosto di Vasco, una dote segreta di cui la gente non sospetta l’esistenza.
Macché. Il lato migliore di Vasco lo conoscono tutti, è quello che si vede sul palco.”

Come si fa a sopravvivere pensando queste cose di sé?
"Ah, questo non lo so. Infatti sono vivo per miracolo (ride)".

In che senso?
Nel senso che è un miracolo che io sia vivo, con tutte le sigarette che fumo e i tranquillanti che prendo per stare calmo (ride). Fosse per me, non andrei mai a dormire. Ogni mattina, quando riapro gli occhi, devo cominciare tutto da zero, mi tocca ricostruirmi completamente. Mi servono almeno due o tre ore. Siamo sempre lì: meno male che c’è la musica. Certi giorni sento di essere al limite, sul punto per salutare tutti e salpare verso i mari del Sud. Meno male che la musica c’è. È l’unica terapia che funziona su di me. Se ho scelto di fare questo tour nei palasport, è anche perché negli stadi posso suonare al massimo dieci o quindici volte in un’estate. Invece ora per un anno vado avanti a far concerti.

Quando si ritrova nella stanza di un albergo non le viene voglia di tornare a casa?
Suonare dal vivo è il mio modo di annientare la routine del privato. Se non suono divento matto. Come tutti quelli che nella vita non fanno ciò che amano, credo. Suonare è un piacere fisico. E a me, poi, danno pure dei soldi.”

A un certo punto i tour finiscono.
"E chi l’ha detto? Questa volta, magari, non mi fermo più. Magari la fine di questo tour io non la vedrò, la vedrete voi. Incontro in giro dei ragazzi che mi dicono di aver comprato i biglietti per dei concerti che terrò tra un anno e a me vien da dire: “Non dovessi esserci più, voi andateci lo stesso. Trovatevi tra voi?”(ride)".

Invece lei sul palco ci sarà.
Sarà un modo per ripercorrere la mia carriera. Suonerò pezzi che dal vivo non ho mai fatto.”

E imbraccerà di nuovo una chitarra, come tanti anni fa.
Ho previsto una parte acustica. In un palazzetto il rapporto con chi ti ascolta è più intimo, queste cose si possono fare.”

In scaletta ci sarà anche Ad ogni costo, il suo nuovo pezzo nato da una rilettura di Creep dei Radiohead.
"Già 15 anni fa, tornando dalla discoteca, ascoltavo la versione originale in macchina tormentandomi per trovare un testo in italiano. Alla fine ce l’ho fatta.”

Che cosa l’ha colpita di Creep?
È drammatica. Quando salta fuori dall’iPod ti fruga dentro.”

Vasco con l’iPod?
Sono stato un fan della musica Anni 70 e dei vinili, ma questa cosa dell’iPod è una comodità incredibile. Ti porti in giro tutta la musica che vuoi. Mi piace mettere la riproduzione casuale dei brani e farmi sorprendere. Sono diventato come i ragazzini.
Altro che sopravvissuto. È cambiato anche il mio modo di guardare la tv. Non riesco più a
vedere i film, le cose lunghe e lente. I telefilm americani, invece, sono eccezionali. Penso a “CSI”: i personaggi, i dialoghi, la sceneggiatura, è tutto perfetto. E poi amo i Simpson. Fantastici. Molto meglio di “Porta a porta”.”


Sarà stato suo figlio Luca a condizionarla?
Lui ora ha 18 anni ed è tutto il contrario di me. È più posato, riflessivo. Saggio.”

Vuole sempre fare il notaio?
Sì. Ma l’altro giorno m’ha detto che anche l’idea di fare il pubblico ministero lo affascina.”

Un pubblico ministero in casa di Vasco?
Ha solo 18 anni. E io ricordo che la mia vita si è incasinata proprio nel triennio tra i 18 e i 21. Però spero che a lui non succeda. Spero che resti l’opposto di me.”

Le fa effetto sapere che pure l’ultimogenito è maggiorenne?
Sì. Di Luca ho visto tutte le fasi, l’ho visto crescere assieme a me.”

Lui suona ancora in una band?
No, ha mollato. Ma mi ha sempre detto che lo faceva solo per divertimento. Me lo ha assicurato con il tono di chi ti dice “tranquillo, papà, non ti rovinerò la piazza facendoti concorrenza”.”

Almeno è scongiurata la possibilità che partecipi a un talent show
per cantanti.
””Amici” e “X Factor” hanno il merito di dare ai ragazzi degli spazi dove mettersi in mostra. “Amici”, poi, è una scuola. E le scuole servono comunque, anche se poi non arriva il successo.”

E “X Factor”?
Non lo seguo molto, è lungo e parlano tanto. Lo ripeto, a me piacciono i telefilm americani, dove non si perde tempo ed è tutto studiato nei minimi dettagli. Comunque saluto il mio amico Morgan degli U2. (ride).

.Il suo è un tour europeo, toccherà anche Barcellona e Londra. Che cosa troverà, lì?
Chi lo sa? Non so neppure che cosa mi succederà domani. Ma quando la musica parte, i problemi spariscono. E se poi sul palco dei problemi ci sono, hanno un senso. Non funziona un microfono? Aggiustiamolo. Non c’è posto al mondo dove sia più felice

Nessuno davvero?
Beh, quando sono in giro sulla mia moto, allora lì mi sento libero
davvero. A patto che non abbia una meta precisa
.”

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