..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

domenica 28 febbraio 2010

AARON RAMSEY'S INJURY



On Sunday, Arsenal Football Club released the following statement:
“During yesterday’s match against Stoke City, Aaron Ramsey sustained fractures to the tibia and fibula in his right leg. Yesterday evening he underwent surgery.
"The operation successfully reduced the fractures and whilst it is too soon to state an exact timescale for recovery, Aaron will certainly miss the remainder of this season. Our thoughts are with Aaron at this time and everyone at the Club wishes him all the best in making as speedy a return to action as possible.”

GET WELL SOON!


Oggi voglio ricordarti così... perché presto tornerai.
Good Luck Aaron

FOTO DEL GIORNO


sabato 27 febbraio 2010

REPORT: STOKE CITY 1-3 ARSENAL

Oggi niente disamina tecnica, nessun voto e niente classifiche. Solo la speranza di rivedere Aaron come nell'immagine qui sopra. Vittoria con dedica: torna presto fenomeno!
Lascio le parole al Capitano e ad Arséne Wenger.
Cesc Fabregas: “In five years, I’ve seen three of them – Abou (Diaby), Edu (Eduardo) and now Aaron. What can I say? It’s difficult. You could ask yourself whether we’re not protected enough. I think so… We are sometimes victims. I’m not complaining – but there are things in football that are too much. We learned from when it happened to Eduardo. That day, we lost the league. Today, we showed character.”
Arsene Wenger: “I am not very happy with the tackle. We know what to expect from other teams but we have now lost three players in five years to horrendous tackles. I refuse to believe it’s coincidence when you’re hit as many times as we are. We know teams want to be physical against Arsenal – this is the result. When you see how Aaron got injured today in the way that he did, it is not acceptable. I don’t accept that. We could see the team was shocked, but we go until the end because we are strong mentally and united. We will do it for Ramsey as well because he deserves it. From a mathematical side of the game it was a good day for us. But we cannot really enjoy it.”
WATCH THE VIDEO

TORNA PRESTO CAMPIONE

Non conosco l'entità dell'infortunio, ma le immagini erano fin troppe eloquenti.
Torna presto Campione!

AUGURI MASSIMO

AUGURI MASSIMO

MATCH PREVIEW: STOKE CITY - ARSENAL


By Richard Clarke

"The real question,” said Arsène Wenger breaking into an incongruent smile, “is do you deduct the time it takes to clean the ball with the towel?
“Actually for me that is a good advertising possibility for a cleaning company you know.”
While the Stoke City marketing department might welcome the tip, it is defensive awareness not brand awareness that matters this weekend.
Love ‘em or hate ‘em, Rory Delap’s long-range throw-ins have once again commanded all the attention ahead of Arsenal’s trip to the Britannia Stadium on Saturday.

BARCLAYS PREMIER LEAGUE

Il ventottesimo turno di Premier League, che si disputerà tra sabato 27 e domenica 28 febbraio, sarà inevitabilmente sopraffatto dalla finale della 50esima edizione del terzo torneo più importante d'Inghilterra: la Carling Cup.
La 45esima edizione in finale unica sarà disputata, domenica 28 al Wembley Stadium, tra Manchestre United e Aston Villa.
Villans e Red Devils arrivano a questo appuntamento, iniziato tra l' 11 e il 12 agosto 2009, dopo aver superato nelle rispettive semifinali Blackburn Rovers e Manchester City. Suggestivo sarà il teatro della finale, suggestiva sarà l'atmosfera che circonderà l'evento, dopo che ben 92 squadre hanno provato ad essere presenti alla finalissima.
Un consiglio: non perdetevela.
Ma torniamo a noi.

venerdì 26 febbraio 2010

NOBEL PER LA PACE / 25

Mercoledì almeno otto militanti sono stati uccisi nella regione del Nord Waziristan da tre missili.
I missili hanno colpito un composto usato dai militanti locali e stranieri nel settore Darga Mandi del Nord Waziristan. Tre combattenti stranieri sono stati uccisi, insieme a militanti locali. Cinque militanti sono rimasti feriti.

FINANCIAL RESULT


Commenting on the interim results, Peter Hill-Wood, non-executive chairman, said:
I am pleased to report that the Group has delivered another profitable set of results for the first six months of the financial year.

WASHINGTON DERISA

“Siria e Iran deridono le richieste di Washington”, con questa felice sintesi l’Ansa ha dato ieri notizia dell’ennesima brutta figura di Barack Obama. Due giorni fa, infatti, il presidente Usa ha deciso di inviare un suo ambasciatore a Damasco (la sede era vacante da anni), a coronamento di una politica di avvicinamento col regime di Beshar al Assad, basata sulla certezza che fosse possibile operare un distacco tra il regime siriano e quello iraniano. In questa prospettiva, in occasione dell’insediamento del suo ambasciatore, Hillary Clinton ha chiesto ad Assad di “prendere nette distanze” dall’Iran. Oggi la risposta, addirittura insultante. Al termine di un vertice a Damasco, infatti, Ahmadinejad e Assad si sono presentati ai giornalisti ridacchiando e prendendo in giro le pretese americane.

giovedì 25 febbraio 2010

LE MANI NERE / 3

Helter Skelter
Nella sua mente si faceva strada la consapevolezza di aver avuto un incubo o un'allucinazione; "Lo stress... Lo stress senza dubbio... Bastarda questa vita, come ti riduce... Devo trovare il tempo di farmi visitare..."
Si mise a posto gli occhiali, si passò la mano tra i capelli come per rassettarli...
Lo schermo olografico era ancora acceso, ma ora la giornalista con la voce di Marilyn aveva lasciato il posto alla procace collega delle previsioni meteo.
Le illustrazioni di aree di bassa pressione e formazioni nuvolose non gli erano mai sembrate così piacevoli... si lasciò andare sulla poltrona e cercò di ritrovare la calma.

HAPPY BIRTHDAY

Today marks a quarter of a century since its formation and since then, the Club has invested 5.5 million hours in one million individuals across a wide variety of sporting, charitable, educational and social inclusion projects in London and overseas.

UNA STORIA COSTRUITA

Su Calciopoli, e su quanto si è scritto, detto e fatto, ho sempre denunciato lo schifo che si è costruito attorno alla Juventus: facendola retrocedere in serie B, privandola di due scudetti vinti regolarmente sul campo, di una squadra che avrebbe dominato in lungo e in largo per parecchi anni e di una dirigenza che sarebbe diventata il fiore all'occhiello dell'Italia pallonara.
E' la cultura del nostro Paese: chi vince lo fa perché ruba; chi è ricco lo è perché ruba; chi ha la ragazza più bella è perché ha i soldi; chi fa successo è perché è sceso a compromessi; chi si laurea con 110 e lode è perché ha saputo "leccare" le persone giuste.
Dopo quanto accaduto sabato sera al Meazza di San Siro, e qui ho trattato l'argomento, le persone "per bene" si sono strette in un unico grido: è ora che si cominci ad abbassare i toni.
E come per magia, giustizialisti, moralisti e perbenisti, sono divenuti all'improvviso i paladini dei toni pacati, coloro che, in nome del calcio pulito (quello nato dalle ceneri di Calciopoli), si prodigano a farci ancora capire che il male è stato estirpato, il campionato lo possono vincere tutti e lo sport ha trionfato su quella che venne definita una banda di truffatori.
Al termine della gara di andata degli ottavi di Champions League tra Inter e Chelsea, José Mourinho, l'uomo a cui è stato "consigliato" di usare un tono meno acceso, ha dichiarato: "Sento dire da qualcuno che dobbiamo abbassare i toni. Ora dobbiamo abbassare i toni, non parliamo di niente e facciamo come gli struzzi: testa sotto la sabbia. Forse qualcuno si dimentica che è stato così che voi italiani avete costruito una storia che a me come professionista di calcio e come persona ha fatto una vergogna incredibile (Calciopoli)".
Anche a Setùbal se ne sono accorti.
GLMDJ

martedì 23 febbraio 2010

POI UNO SI CHIEDE PERCHE' PERDONO LE ELEZIONI

Questa mattina Camillo ci da una lettura chiara ed esaustiva di quanto pubblicato sul Foglio riguardo il discorso di D'Alema a Londra.
I temi:
- il triplicamento dei soldati americani e l’escalation militare in Afghanistan;
- i bombardamenti in Pakistan;
- gli omicidi mirati in Yemen e Sudan;
- la non chiusura di Guantanamo;
- la detenzione infinita e senza processo;
- i toni duri sull’Iran;
- le installazioni di missili in medio oriente;
- il bilancio record del Pentagono;
- la conferma dei generali e del ministro della guerra di Bush;
- le tensioni con la Cina;
- la non consultazione con gli europei di questo primo anno di Obama
Ora spazio alle barzellette, qui.

lunedì 22 febbraio 2010

CALCISTICAMENTE SCORRETTO

Ricordo con malinconia gli anni in cui, dopo una partita andata male per alcune decisioni arbitrali, un certo Luciano Moggi, affiancato da un certo Antonio Giraudo, esponeva davanti a telecamere e microfoni il proprio dissenso. Giusto o sbagliato che fosse, era l’unico modo per difendersi, per evidenziare qualcosa di poco chiaro (non in malafede, si intende), per combattere alleati (giocatori, staff tecnico e società) contro tutto e contro tutti. Come è andata a finire lo abbiamo potuto constatare con quella pagliacciata denominata Calciopoli.
Quest’ultima, quasi un lustro dopo, torna alla ribalta.
L’indignazione mediatica dopo l’ennesima performance dell’uomo da Setùbal sta raggiungendo livelli pre-calciopolisti. Della serie: ci risiamo.
Premettiamo subito una cosa: non difendo l’Inter (sia mai che qualcuno mi considerasse un “normalizzato”), ma accuso il calcio italiano, anche se oramai non c’è (quasi) più nessuno che abbia voglia di migliorare le cose.

domenica 21 febbraio 2010

MATCH REPORT: ARSENAL 2-0 SUNDERLAND

L'Arsenal ha fatto l'Arsenal: una quantità enorme di gioco creato, altrettante occasioni da gol, la solita, inesauribile, grintosa, ed indispensabile prestazione di Alex Song, un brivido di Almunia (ed una parata salva risultato, giusto per la cronaca), e la firma, al 90' minuto, del Capitano, giunto al 15° centro stagionale, con la particolare dedica che ha rivolto a se stesso e a tutto il pubblico dei gunners: un bacio allo stemma. Dedicato a coloro che lo vedono blaugrana? Il tempo dirà.
Risultato finale: 3 punti e distanze accorciate. Solo dallo United, si intende, fermato a Goodison Park da uno strepitoso Everton, e distanze invariate dal Chelsea, o meglio da Drogba, ancora risolutore e giunto al centro numero 19 della Premier.
Prossima fermata Stoke. Magari con ancora il fenomeno gallese n°16 schierato nell'11 titolare.
WATCH THE VIDEO

FOTO DEL GIORNO

L'amore - Arcoveggio (BO)

sabato 20 febbraio 2010

BARCLAYS PREMIER LEAGUE

Dopo dieci giorni di pausa, per gli impegni della FA Cup e della Champions League, riprende a pieno ritmo la Premier League, che nel week-end vedrà impegnate tutte le venti partecipanti al torneo 2009/2010.
A dodici giornate dal termine i giochi sono ancora apertissimi, sia per quel concerne la lotta al titolo sia per chi aspira ad entrare in "Europa", compresa la lotta salvezza.
Partendo proprio da quest'ultima a Londra si giocherà un match dall'importanza fondamentale: West Ham-Hull City.
Ad Upton Park gli uomini di Zola, dopo la vittoria contro il Birmingham, cercheranno i tre punti, utili per uscire (forse definitivamente) dalla palude che li vede ancora invischiati nella lotta per non retrocedere. Gli uomini di Phil Brown non renderanno la vita facile a Diamanti e compagni, e, viste le ultime ottime prestazioni, cercheranno il colpaccio: partita da non perdere.

MATCH PREVIEW: ARSENAL - SUNDERLAND


The upside of this rollercoaster Premier League season is that the peaks can recur as often as the troughs.
Arsenal were out of the race on November 31 then led the table on January 20. They dipped again after back-to-back losses to Manchester United and Chelsea but, in the last round of matches, closed the gap to a more manageable six points.
Their only game since then has been a bewildering 2-1 beating at Porto on Wednesday. Again, the prevailing mood has blackened but, yet again, the overall situation is under their control.

venerdì 19 febbraio 2010

PLAY THE ARSENAL WAY




"Play the Arsenal way" è il motto del nuovo progetto Arsenal ("Arsenal Soccer School"), che si pone come obiettivo quello di costruire una scuola calcio...mondiale. La società londinese sbarca anche in Italia, più precisamente a Milano: sorgerà a Cornaredo il nuovo centro sportivo dei Gunners.
Arturo Lupoli, Vito Mannone, Giuseppe Rossi e Fabio Borini: due all'Arsenal anche se Arturo ora gioca nell'Ascoli, uno al Manchester United e ora al Villarreal, e l'ultimo che sta crescendo sotto l'ala protettiva di Carlo Ancelotti. I quattro giocatori citati sono solo alcuni degli esempi di una pratica sempre più diffusa in Inghilterra: quella di "sottrarre" all'Italia (e non solo) i migliori calciatori emergenti.

NOBEL PER LA PACE / 24

Altri due attacchi obamiani sul Pakistan
Tre morti nel primo, quattro nel secondo. E’ il quarto attacco in cinque giorni.

giovedì 18 febbraio 2010

LE MANI NERE / 2

Sunday Bloody Sunday
L'uomo venuto dal nulla non era né giovane né vecchio. Era senz'altro un uomo molto distinto, ed il suo loden fuori moda denotava uno stile ormai abbandonato dalla maggioranza delle persone. Sul bavero portava una spilla, forse un cameo, con il disegno dello stemma di un antico team di Quickball sporcato dalle impronte di due mani nere.
Il Presidente si chiese che significato avesse quel distintivo; ricordava bene cosa fosse lo stemma sottostante, e gli sembrava che le due mani nere fossero le impronte lasciate intenzionalmente da un vandalo, oppure casualmente da un ladro, da un malfattore...

FABIANSKY'S HORROR SHOW

In Europa si puo perdere, soprattutto quando le squadre rimangono sedici, in Europa, ovunque vai a giocare, anche se ti chiami Arsenal, devi mettere in campo grinta e determinazione, come fatto ieri sera dagli uomini di Wenger.
Ma in Europa, così come in campionato o nella coppa nazionale, devi giocare con un portiere: l'Arsenal non ce l'ha!
E' quanto di più evidente si sia potuto vedere nella notte di Oporto all'Estádio do Dragão.

mercoledì 17 febbraio 2010

MATCH PREVIEW: PORTO - ARSENAL / 2


Pur ammettendo che le gare contro l'Arsenal FC sono "sempre aperte", il tecnico dell'FC Porto Jesualdo Ferreira è convinto che per avere la meglio su "una delle squadre migliori del torneo", i lusitani dovranno fare di tutto per centrare il successo in casa nell'andata degli ottavi di finale di UEFA Champions League. Arsène Wenger, da parte sua, è convinto che i Dragoni "non abbiano punti deboli".

ONCE UPON A TIME IN ITALY

"The rantings of a spiteful, scorned old man? Or the barbs of a cunning administrator who, even in disgrace, is firing darts containing unpalatable truths on the state of Italian soccer?"
Sono volutamente partito dalla fine, di un articolo a firma di Rob Hughes pubblicato nella giornata di ieri sul NYT, per evidenziare come, anche da oltre oceano, si siano resi conto, o almeno abbiano provato a capire, cosa è stata Calciopoli.
Le domande, per chi non l'avesse capito, sono rivolte alla persona di Luciano Moggi. Da una parte "disegnato" come un dispettoso guascone e fregato dalle leggende nate su di lui, dall'altra come un esperto manager che ha saputo muovere i fili del sistema. In mezzo il dubbio: chi sarà Big Luciano?
Oggi, e come descrive Hughes, l'ex amministratore della Juventus bacchetta a destra e a manca, attraverso la trasmissione Gold Sport, la Juventus, gli arbitri e l'intero calcio italiano.
Indicativo l'inizio del "pezzo" di Hughes, dove fa riferimento all'episodio che ha visto protagonisti, nel posticipo serale di domenica, Salvatore Aronica e Maicon: il calcio di rigore non concesso dall'arbitro Rosetti.

RINUNCE

Ogni giorno che passa, il presidente americano Barack Obama si accorge sempre di più che la gestione della guerra al terrorismo è materia difficile e delicata e che molte delle promesse fatte in campagna elettorale sulla sicurezza nazionale non sono realizzabili. Guantanamo è ancora aperto e non è detto che chiuderà mai, non perché Obama sia diventato cattivo, ma perché come il suo predecessore s’è trovato di fronte aun problema serio di inquadramento giuridico dei “nemici combattenti” catturati in battaglia. Dei centonovantadue detenuti rimasti a Gitmo, secondo Obama almeno una cinquantina non riceverà alcun tipo di processo e rimarrà in carcere a tempo indeterminato. Trentacinque prigionieri saranno giudicati dalle commissioni militari volute da George W. Bush, mentre i cento prigionieri residui potrebbero essere processati in corti federali oppure consegnati ai paesi d’origine. Il problema, in questo secondo caso, è che il trasferimento in alcuni paesi, come lo Yemen, rischia di riconsegnare i detenuti alla lotta armata, come è già successo più volte. Gli yemeniti ancora a Guantanamo sono una novantina. Difficile, quindi, procedere su questa strada.

martedì 16 febbraio 2010

MATCH PREVIEW: PORTO - ARSENAL


Arsenal hit by injuries ahead of Porto trip
By Chris Harris

Arsenal must negotiate a tough Champions League trip to Porto without a number of first-team regulars.
Andrey Arshavin and Alex Song picked up injuries during last week's win over Liverpool and they have not recovered in time for the first leg against the Portuguese champions. What's more, they have been joined on the sidelines by William Gallas and Manuel Almunia. Meanwhile Eduardo, tipped for a return on Wednesday night, is still unavailable.
Arsène Wenger ran through his list of walking wounded before his 18-man squad boarded their flight to Portugal on Tuesday afternoon.

CAMPIONCINI

Ultimamente siamo stati costretti a vedere una Juve perdente ed inconsistente contro qualsiasi squadra e su qualsiasi campo.
Ma per fortuna, contrapposta ad essa, c'è anche una Juve che vince e convince. E' la primavera di Bruni che, a braccetto con la Sampdoria, sta dominando il girone A in campionato e ha bissato meritatamente il successo al prestigioso torneo di Viareggio, non deludendo affatto le aspettative neanche quest'anno (girone eliminatorio dominato, 11 gol fatti e 0 subiti, e torneo chiuso con tutte vittorie nei novanta minuti regolamentari, 21 reti fatte totali e soltanto 3 subite. Numeri impressionanti).
Una Juve che ha trovato nel 4-2-3-1 (molto versatile) il modulo ideale e che sembra poter sfornare da un momento all'altro potenziali campioni in ogni ruolo; a cominciare dalla "porta".

CHITARRA E VOCE

NOBEL PER LA PACE / 23

The US killed four terrorists during an airstrike in the Taliban-controlled tribal agency of North Waziristan.
Unmanned US strike aircraft fired two missiles into a vehicle transporting "militants" out of the village of Tabi Ghundi Kala.
"It was a drone attack," an unnamed Pakistani intelligence official told AFP. "Two missiles were fired into the vehicle. Four militants were killed."

lunedì 15 febbraio 2010

domenica 14 febbraio 2010

QUANDO IL BASKET ERA COSA LORO


Quando il basket era cosa loro, di Magic Johnson e Larry Bird, in Italia è arrivata la rivoluzione. Erano gli inizi degli anni Ottanta. Lo sport in diretta televisiva era un desiderio irrealizzabile. Tranne che per la nazionale, le tv non trasmettevano le partite di calcio. Ci si accontentava delle radioline sintonizzate su Tutto il calcio minuto per minuto e, a seguire, di un tristissimo secondo tempo in differita della partita più importante alle sei del pomeriggio su Raiuno, con il telecronista che fingeva sorpresa a ogni gol, malgrado li commentasse tre ore dopo la loro realizzazione.
Seguire il basket era ancora più difficoltoso. I Platini e i Maradona della pallacanestro giocavano in America. Noi non ne sapevamo niente, non li avevamo mai visti, non ne conoscevamo l’esistenza. A un certo punto, però, Canale 5 ha iniziato a trasmettere le partite Nba. Niente è stato più come prima. Lo sport è diventato spettacolo, anzi “showtime” come diceva Magic. Sono arrivate le maglie gialle dei Lakers, quelle verdi dei Celtics, quelle rosse dei Sixers, quelle blu e arancione dei Knicks. Altro che Novantesimo minuto.

STILL TWELVE GAMES...

This is the calendar of the next twelve games.
The "dream" is alive?
I belive he's still alive..

sabato 13 febbraio 2010

QUANDO MAGLIETTE E PANETTONI FANNO TREMARE

La speranza, per quelli come me e anche per quelli che non la pensano come me, era di ascoltare, dopo tante udienze, la versione come teste del Tenente Colonnello dei Carabinieri Attilio Auricchio al processo su Calciopoli, in corso presso la IX sezione penale del Tribunale di Napoli.
Un teste di fondamentale importanza, visto il ruolo di responsabile dell'indagine off-side durata due anni e che portò al "terremoto" calcistico dell'estate 2006 denominato Calciopoli.
Per i particolari vi suggerisco di accedere qui, ringraziando i redattori di GLMDJ che hanno minuziosamente ricostruito la deposizione del Tenente Colonnello.
Sgrassando, invece, potrebbero bastare le parole espresse in aula dal Presidente del collegio giudicante: «Pubblico ministero ma non sarebbe opportuno indicare solo quelli che sono i fatti rilevanti?»
Come accennato in apertura, la deposizione era attesa come la conferma di tutto quello che in questi anni ci era stato propinato, a testimoniare una volta di più sotto quale mostro speculativo era finito il calcio professionistico italiano.
E invece ancora niente. Solo commenti.

LE MANI NERE


Con questa settimana iniziamo una rubrica che ci terrà compagnia per circa un paio di mesi.
Quello che state per leggere, infatti, non è l'editoriale di uno dei nostri validissimi redattori del Forum con cui si propongono riflessioni agrodolci sui destini della nostra amata Juve.
E' la prima puntata di un racconto di fantasia liberamente ispirato al "Canto di Natale" di Dickens, quello dell'avaro Scrooge e dei tre Fantasmi del Natale passato, presente e futuro; in questa occasione, però, si è voluto giocare ad immaginare un mondo futuro, dove i giochi di potere che hanno partorito il mostro di Farsopoli sono ancora e più che mai all'ordine del giorno.
Come dicono gli autori "veri", quelli che scrivono best-sellers, "tutti i personaggi e gli avvenimenti descritti sono frutto di fantasia e ogni somiglianza con personaggi veri o defunti, è puramente casuale"...
Abbiamo giocato, nulla di più; perché in fondo questo è un forum dove si parla di calcio, e anche il calcio è -o dovrebbe essere- un gioco... "il più bel gioco del mondo".
Ma ricordate... non rovinate mai i giochi dei bambini.
E soprattutto non permettetevi mai di rubare i loro sogni...


Master of Puppets

CALCIOPOLI: ESAME AURICCHIO

Calciopoli: esame Auricchio – I parte
Calciopoli: esame Auricchio – II parte
Calciopoli: esame Auricchio – III parte
Calciopoli: esame Auricchio – IV parte
Calciopoli: esame Auricchio – V parte
GLMDJ

venerdì 12 febbraio 2010

CIPRIANI CITA TRONCHETTI

Su Libero scrivono che Emanuele Cipriani, nell'ambito dell'udienza preliminare sulla raccolta illegale di informazioni riservate da parte di Telecom Italia, ha accusato l'ex presidente della compagnia telefonica, Marco Tronchetti Provera.
Il presidente di Pirelli ha dato mandato ai suoi legali di avviare nei confronti di Emanuele Cipriani azioni legali in ogni sede, civile e penale, a tutela della reputazione sua e dei suoi familiari.
L'avvocato Francesco Caroleo Grimaldi, difensore dell'investigatore, ha commentato: "Riteniamo che questa iniziativa sia assolutamente corretta in quanto le circostanze lette in aula da Cipriani, se provate, costituiranno certamente motivo di indagine". Il gup ha poi accolto la richiesta del legale, convocando Tronchetti Provera come testimone nell'ambito dell'udienza preliminare il 26 febbraio.
vedremo...

giovedì 11 febbraio 2010

REPORT: ARSENAL 1-0 LIVERPOOL

Serviva una vittoria, ed una vittoria è arrivata. Servivano le risposte a chi, dopo le due sconfitte contro United e Chelsea, aveva già sentenziato la fine (mediocre) della stagione dei gunners.
Serviva soprattutto la dimostrazione che questo progetto è ancora in piedi, più forte di prima ed in grado di proseguire verso il suo destino: vincere!
Arséne Wenger c'ha sempre creduto, non si è mai arreso, portando avanti un'idea, una politica fatta di pazienza e piccoli passi, senza spendere dei pounds inutilmente, ma dando fiducia a dei ragazzi che un giorno diventaranno uomini, che un giorno potranno realizzare i propri sogni.
Del match di ieri sera contro il Liverpool rilevo una sola cosa: la squadra, costruita per giocare al football, ha messo in campo grinta, determinazione e soprattutto quella concentrazione utile per terminare il match senza subire gol. Chapeau!
Ora si torna in Europa, prossima fermata l'Estádio do Dragão, per dare continuità a quel progetto che un giorno potrebbe trasformarsi in una solida realtà. 

BARCLAYS PREMIER LEAGUE


Tutto come prima, o quasi
Il week-end appena trascorso aveva messo in luce un dato chiarissimo: la lotta per la conquista della Premier stagione 2010 appartiene a Chelsea e Manchester United.
La formazione di Ancelotti aveva avuto la meglio sull'Arsenal, ritrovando la vetta della classifica e allontanando (forse) definitivamente la squadra di Wengér dal primo posto. I "red devils" a loro volta avevano nettamente sconfitto il Portsmouth all'Old Trafford con un roboante 5-0.
In soldoni: lunedì mattina i volti sorridenti erano quelli di Ancelotti e Fergusson.
A distanza di soli tre giorni, però, tutto è tornato come prima, o quasi.
Il Chelsea, che già domenica pomeriggio a Stamford Bridge aveva fatto intravedere enormi lacune (e qui l'abbiamo scritto e sottolineato), è caduto a Goodison Park. Netta ed indiscutibile la sconfitta, solari i problemi di gioco che affligono i "blue's": pericolosi quando possono andare in contropiede, imbarazzanti quando devono fare la partita. Lo United, che si conferma comunque la squadra più completa (nonostante le partenze di Ronaldo e Tevez), non è andata oltre il pareggio contro l'Aston Villa, uscendo comunque con un buon punto dal difficile campo del Villa Park.
E l'Arsenal?

mercoledì 10 febbraio 2010

MATCH PREVIEW: ARSENAL - LIVERPOOL


By Richard Clarke

“I believe we can still win the title this year,” said a redoubtable Arsène Wenger on Tuesday. “But at the moment it's certainly not realistic so let's focus on the short-term and try to win our next game. Let's just win tomorrow and we'll see.”
Despite the vocal optimism, words have failed the Frenchman in recent weeks. So much so that ahead of the visit of Liverpool tonight he was suggesting that he best shut up all together.
The Arsenal manager feels his post-match comments in the past fortnight have been sliced, diced and thrown back at him.

L'ESCALATION

Ormai. Ahmadinejad e l’ayatollah Khamenei si prendono il gusto di prendere in giro gli Usa, senza riserbo, certi come sono che alla Casa Bianca sieda un uomo incapace di far loro danno. E purtroppo i fatti danno loro ragione. Questa la successione delle ultimissime dichiarazioni iraniane. Ahmadinejad, domenica annuncia di avere dato ordine di arricchire l’uranio al 20 (non più al 3,5%), in una chiara escalation verso l’arricchimento al 90%, necessario per la bomba atomica. Lunedì mattina, sempre Ahmadinejad, rassicura il mondo che “Teheran è pronta a cooperare con la comunità internazionale nel campo dell’arricchimento” e rilancia la trattativa. Passano due ore e l’ayatollah Khamenei chiarisce quale sia la “cooperazione” a cui è disposto il regime: “La distruzione di Israele è imminente”. Poi aggiunge: “L’11 febbraio, la nazione iraniana, unita e con la grazia di Dio, sferrerà un cazzotto tale all’arroganza dell’Occidente, che lo lascerà stordito.” Previsione facile da mantenere, perché l’Occidente, a causa della politica di Barack Obama, non è oggi in grado di reagire a nulla, neanche all’annuncio che Teheran ha già una bomba atomica (probabilmente Khamenei annuncerà invece il successo del lancio di un nuovo missile intercontinentale che può raggiungere Parigi e Londra).

martedì 9 febbraio 2010

GESTAZIONI DA PROCESSO

Ricusata per aver detto “che il tribunale ha anche altre cause da seguire”, che sono più importanti perché riguardano persone in stato di detenzione. E anche perché si è permessa di “commentare” lo spessore di uno dei testi, il primo, dell’accusa. Aveva «inquadrato il personaggio».
Embè? Mica ha detto: “pubblico ministero facimm ambress, che tengo a che fa! ”? Né ha esclamato: “signor Armando, vedit e nun ce fa perdere tiemp!”.
Semplicemente il Giudice Teresa Casoria si è preoccupata di assicurare che il processo Ambrosino e altri ventitré, nell’esclusivo interesse della giustizia, si svolgesse senza i rallentamenti e le anomalie mediatiche che lo precedevano. Non solo, con altrettanta condivisibile premura, “la Giudice” si curava che il processo al pallone non ostacolasse il regolare funzionamento della sezione della quale fa parte. Ci sono anche altri processi che hanno dignità e che reclamano attenzioni almeno pari a quelle dovute al processo calciopoli.
E neanche la locuzione “economia processuale” è di suo conio. Perché anche questo, che è uno dei principi a cui si ispira la procedura, è stato lasciato intendere all’opinione pubblica quale «fantasiosa e surreale» invenzione del Presidente del collegio giudicante.
Per ciò (e altro) Teresa Casoria è stata vista di cattivo occhio da molti, primi fra tutti i due pm e qualche avvocato di parte civile, che invece di tutelare la propria assistita, sembra aver perso tempo a consigliare condotte processuali ad uno degli imputati…
Vuoi vedere che una volta che ci siamo imbattuti in uno di quei (tanti) Giudici che vogliono far funzionare la macchina giudiziaria, questo deve essere accusato di frettolosità?
Tanto è bastato ai due pm per chiedere la ricusazione del Presidente del collegio giudicate. La ricusazione è stata (ovviamente, oserei dire) rigettata. Non solo la Corte d’appello chiamata a pronunciarsi sulla richiesta della pubblica accusa ha dovuto evidenziare che questa è stata proposta fuori dai termini previsti, ma quasi a voler sommergere di ulteriore “scorno” i ricusanti, ha voluto valutare nel merito la questione. Le frasi dalle quali a detta dei pm si evinceva un’anticipazione di giudizio da parte del giudice, non integrano per la Corte d’appello l’espressione di una convinzione di innocenza prematuramente formatasi nel Giudice.
Una cosa ci sarebbe piaciuto, che così come avviene per le parti private in caso di rigetto della ricusazione, i pm fossero tenuti a titolo personale «al pagamento a favore della cassa delle ammende di una somma da euro 258 a euro 1.549».
Quei due pm che invece che ingolfare ulteriormente gli organi giudiziari con una “fantasiosa e surreale” richiesta di ricusazione, avrebbero dovuto essi sì essere più rispettosi del Presidente del collegio e del popolo italiano (in nome del quale chiederanno severe condanne, e grazie al quale prendono lo stipendio…), provvedendo alla citazione di quel “congruo numero di testi” tale da assicurare la speditezza del processo. Invito puntualmente rivolto da Teresa Casoria alla fine di ogni udienza e puntualmente disatteso dai pm.
Aspetto quest’ultimo che ha rinnovato di volta in volta i nostri dubbi circa il reale interesse dell’accusa di arrivare a sentenza. Intendimento questo esplicitamente manifestato dal Giudice. Paradossalmente la lentezza con la quale i pm presentano i testi, fa pensare che siano proprio loro a voler sfuggire dalla nomale conclusione del processo.
E pensare che il Presidente ha palesemente dimostrato più di un’indulgenza verso i pm, che non riuscivano a far presentare in aula i testi che citavano. Basti ricordare i vari Ancellotti, Cellino (quest’ultimo addirittura accompagnato in modo coattivo!), il maresciallo Di Laroni (tele-studente due volte impedito), il neo papà (non partoriente) colonnello Auricchio e anche Franco Baldini. A proposito, che fine ha fatto la citazione dell’ex ds della as Roma?
Oggi si riprende, tanto per cambiare la pubblica accusa ha convocato il mirabolante numero di un (dicasi uno!) testi. Certo è chiamato a deporre il capo degli investigatori che hanno indagato su Moggi e pseudocupolari, però si poteva essere molto più avanti con i lavori del processo.
L’attesa per l’audizione del colonnello Auricchio è dunque agli sgoccioli (salvo paternità dell’ultima ora…), “andiamo jà, sentiamo che ha da dire”.
Colonnello prego, pronunci questa formula di impegno…

VICTORIA CONCORDIA CRESCIT


A volte il semplice risultato scritto ha il potere di sentenziare la forza di una squadra. E spesso, chi giudica, non va lontano dalla realtà. Ma domando: chi è l'Arsenal?
La squadra meravigliosa capace di segnare 60 goal, dare spettacolo in Champions League, battere il Liverpool ad Anfild dopo essere andata sotto, non perdersi d'animo contro il Bolton e passare dallo 0-2 al 4-2, oppure la squadra che in soli otto giorni esce sconfitta dalle sfide contro Manchester United e Chelsea?
Un dato è chiaro: nelle 4 partite contro le dirette rivali al titolo sono emerse altrettante sconfitte.
Ma continuo a domandare: chi è l'Arsenal?
Penso. Stampa tecnica, addetti ai lavori, tifosi e appassionati, prima della settimana nera di Wenger & Co. guardavano l'Arsenal come la squadra perfetta, la squadra capace di rompere il dominio di Chelsea e Manchester United. Oggi, in Inghilterra come in Italia, si guarda l'Arsenal come un'incompiuta: belli da guardare, una "politica" da seguire, ma ancora una volta senza titoli, senza speranze di alzare a fine stagione qualcosa di importante.
Penso ancora e domando: la stagione è finita?
Rispondo no, la stagione è ancora viva. I conti si fanno sempre alla fine.
Non giudico una squadra da una sconfitta, non giudico una squadra da una vittoria, mi piace invece valutarla per quello che offre in campo: gioco, ritmo, grinta e quella voglia, anche quando le cose non vanno bene, di non mollare mai.
Se prima delle partite contro Manchester United e Chelsea, l'Arsenal era una squadra meravigliosa, dopo le sconfitte subite continuo a pensare che lo sia, perché dal campo è uscita a testa alta, dimostrando grinta, gioco e quella voglia di non mollare mai.
Victoria Concordia Crescit (il motto latino adottato dal club nel 1949) è il nuovo punto di partenza, perché solo con l'armonia si troverà nuovamente la vittoria.
Volete sapere chi è l'Arsenal? Una squadra meravigliosa con la voglia di non mollare mai.
Ai posteri lascio la curiosità, a tutti "noi" dico che con armonia torneremo a vincere.

lunedì 8 febbraio 2010

COMMISSIONE DI INCHIESTA

Il deputato radicale Marco Beltrandi, dopo aver presentato un'interrogazione in vigilanza sul caso “calciopoli” e la mancata presenza del designatore Bergamo nelle trasmissioni RAI, ha preannunciato la proposta per l'istituzione di una commissione di inchiesta su Calciopoli.
Per conoscere l'iter delle due proposte e seguirne la loro evoluzione, abbiamo chiesto al Dr. Beltrandi maggiori dettagli che rendiamo disponibili a tutti i nostri lettori.
Partiamo dall'interrogazione in vigilanza sul caso “calciopoli” e la mancata presenza del designatore Bergamo nelle trasmissioni RAI. Può spiegarci quale è la prassi e a quali risultati può arrivare?
Per quanto riguarda l'interrogazione in Vigilanza Rai essa ha un obiettivo minimo ma fondamentale: far sapere al Direttore Generale, che dovrà dare una risposta, che in Vigilanza c'è chi chiede che la Rai faccia informazione sui processi di calciopoli, e non spenga i riflettori proprio quando si accertano con le garanzie di legge i fatti, come invece è già avvenuto. Il fatto stesso che si sappia che vi è chi non lascierà cadere la cosa fa già una grande differenza, anche perchè sono noto per non mollare.
Parlando invece della proposta per l'istituzione di una commissione di inchiesta su Calciopoli, sarebbe interessante, anche in questo caso, conoscere il suo iter e fino a dove vuole e può arrivare.
Quanto al progetto di legge per l'istituzione di una commissione parlamentare di inchiesta su Calciopoli, esso ha un iter teoricamente lungo, ma potrebbe, volendo, anche essere molto breve. Molto dipenderà da come sarà recepita dal mondo politico, tenendo anche conto che si sono fatte commissioni di inchiesta su fatti di assai minore rilievo, che è difficile trovare una motivazione spendibile in pubblico per dire no a chi vuole fare chiarezza, e che per la Juve anche in Parlamento vi è un consenso trasversale ampio.
Ringraziamo il Dr. Beltrandi per aver soddisfatto nuovamente una nostra richiesta e per l'impegno con cui sta portando avanti una battaglia in cui la nostra associazione non hai mai smesso di credere.
GLMDJ

COLPIRE NEL SEGNO

La rabbiosa reazione di Teheran dà perfettamente il segno di come il viaggio di Silvio Berlusconi sia stato un successo, sia per i tempi scelti che per i contenuti. La televisione di Stato iraniana infatti ha attaccato Berlusconi in modo frontale e addirittura offensivo: “Dopo aver rilasciato dichiarazioni decisamente discutibili sull’Iran il premier italiano è arrivato a dire che la guerra contro Gaza fu giusta, calpestando così i cadaveri di 1.400civili palestinesi uccisi l'anno scorso da Israele durante tre settimane di folli bombardamenti. E durante il discorso nella Knesset ha completato la serie di servigi fatti ai padroni israeliani, rivolgendo all’Iran tutte le accuse possibili, a partire da quella di voler sviluppare armi nucleari”. Obbiettivo centrato, dunque: il regime degli ayatollah ha colto in pieno il successo della missione, lungamente preparata dalla Farnesina diretta da un Franco Frattini che ha dimostrato di saper perfettamente cogliere il momento giusto per effettuarla. La crisi israelo palestinese si sta avvitando su sé stessa, non solo per le difficoltà dell’accordo, non solo perché Abu Mazen non è un interlocutore credibile, perché non rappresenta né Hamas, né Gaza (quindi metà della Palestina), ma anche perché Barak Obama, dopo aver annunciato al mondo un suo coinvolgimento totale, se ne sta interessando in modo clamoroso (e inquietante). Perfidamente, il presidente siriano Beshar al Assad, che pure Obama ha sempre detto essere un interlocutore strategico per la soluzione della crisi, si è addirittura permesso di dargli del confusionario assenteista: “Non abbiamo ancora ricevuto dall’amministrazione Obama una chiara idea di quello che veramente vuole che succeda in Medio Oriente”. Berlusconi, invece –nell’abituale silenzio dell’Europa- ha detto chiaramente cosa vorrebbe che succedesse. Innanzitutto che Israele sia difesa dalle minacce di distruzione da parte del regime iraniano che ha esplicitamente paragonato a quello hitleriano. Poi, ha fatto sì che l’Italia sia ora il paese europeo più credibile sia nei confronti di Israele, che dei palestinesi di Abu Mazen (là dove il governo Prodi si era pericolosamente sbilanciato in pesanti critiche a Israele). A Israele, ha offerto la netta dissociazione da tanta parte dell’Europa, Francia inclusa, che aveva preso le distanze dalla guerra di Gaza, riconoscendola come “guerra giusta”. Poi, e forse innanzitutto, ha riconosciuto la Stato ebraico come parte integrante dell’Europa, non ancora quella politica, ma quella ancora più importante, figlia del patrimonio culturale giudaico-cristiano. Ad Abu Mazen ha offerto pietà per i morti palestinesi di Gaza e soprattutto la ferma richiesta a Nethanyhau –che sul punto è gelido- di un congelamento degli insediamenti in Cisgiordania. In conclusione, ha mostrato dal più caldo palcoscenico del mondo, che il suo governo non affonda nella melina che paralizza l’Ue e che l’Italia può, a buona ragione, essere l’unica nazione europea, in cui avviare colloqui di pace tra israeliani e palestinesi, con loro piena fiducia .

LICENZA DI UCCIDERE, OBBLIGO DI PREGARE

Un altro fine settimana terribile per le legioni di obamiani deluse dalle scelte di governo del presidente americano che aveva fatto sognare il mondo progressista di qua e di là dell’Atlantico. Non sono bastati il triplicamento del numero delle truppe in Afghanistan e la mancata chiusura di Guantanamo, non sono stati sufficienti i missili quotidiani lanciati sul Pakistan e la detenzione a tempo indeterminato e senza processo dei nemici combattenti e nemmeno il bilancio record del Pentagono varato dal Nobel per la pace. In poche ore Obama ne ha fatte altre tre difficilmente digeribili dalla sua base liberal e dai giornali un tempo fiancheggiatori, ora sempre più disillusi.
Dennis Blair, il gran capo dell’intelligence di Washington, ha detto al Congresso che il presidente ha confermato agli apparati di sicurezza la piena licenza di uccidere i sospettati di terrorismo, anche se di nazionalità americana, anche se lontani dai campi di battaglia, anche se ciò significa continuare una delle politiche antiterrorismo più controverse adottate da George W. Bush. Giovedì mattina, inoltre, Obama è andato al tradizionale appuntamento annuale del National prayer breakfast a parlare del modo in cui la fede influisce sulla sua vita e, soprattutto, a ricordare agli americani l’importanza e la necessità di pregare il Signore onnipotente non solo nei momenti di disgrazia, ma anche in quelli di gioia, ricchezza e serenità.
Licenza di uccidere e obbligo di pregare non sono esattamente i due comandamenti che gli obamiani si aspettavano di ricevere dal profeta del cambiamento. Né pensavano che una volta alla Casa Biancacome ha scritto giovedì il Wall Street Journal, Obama prorogasse le politiche bushiane a favore delle associazioni caritatevoli e religiose. I gruppi in difesa dei diritti civili contestano al presidente di aver lasciato in piedi le regole, giudicate anticostituzionali, che permettono alle associazioni religiose finanziate dallo stato di assumere impiegati in base al loro credo religioso. Da candidato, Obama aveva promesso che avrebbe sanato la discriminazione, da presidente s’è girato dall’altra parte. Secondo il Journal, infine, Obama sarebbe anche intenzionato a consentire alle associazioni caritatevoli sostenute dallo stato di esporre i crocifissi, i poster con lo slogan “Gesù ti salva” e altri simboli religiosi nelle stanze dove offrono aiuti e assistenza, nonostante i critici sostengano che in questo modo facciano proselitismo a spese del contribuente.
La licenza di uccidere è la scelta obamiana che ha fatto più infuriare i suoi sostenitori. Nel 1981, il presidente Ronald Reagan aveva vietato esplicitamente gli omicidi di stato, ma dopo l’undici settembre l’antica pratica della Cia è stata riesumata da George W. Bush come misura antiterrorismo. L’Amministrazione Obama ha deciso di continuare su questa strada, come dimostrano i missili lanciati regolarmente contro obiettivi talebani e di al qaeda in Pakistan, in Somalia e nello Yemen.
L’ammiraglio Blair ha confermato al Congresso che la licenza di uccidere di Obama riguarda anche i cittadini americani, previa autorizzazione del presidente. Gli uomini dei servizi, non solo Dennis Blair, ma anche il direttore della Cia Leon Panetta, hanno confermato al Congresso che nel giro di tre-sei mesi l’amministrazione Obama si aspetta un tentativo attacco di al qaeda agli Stati Uniti. I capi degli apparati di sicurezza hanno comunicato che l’organizzazione islamista sta cercando di inviare numerosi militanti sul territorio americano per organizzare un nuovo attacco all’America, non eclatante come quello dell’11 settembre, ma a più bassa intensità, magari facendosi aiutare da persone arruolate in loco e cercando di fomentare la rivolta della comunità islamica americana. Il fallito attentato di Natale, sul volo Amsterdam-Detroit, ha obbligato gli obamiani a tenere gli occhi aperti e a mettere le mani avanti, come si legge nelle 46 pagine del documento annuale di valutazione delle minacce terroristiche agli Stati Uniti. Ai tempi di Bush, questa veniva definita “politica della paura”.

domenica 7 febbraio 2010

REPORT: CHELSEA 2-0 ARSENAL


Scrivo stasera, quando la ferita è ancora aperta.
Abbiamo perso, questa è la cruda cronaca.
Dovrei essere triste, e per la sconfitta lo sono, ma "esco" da Stamford Bridge sereno e a testa alta: l'Arsenal di stasera non meritava di perdere.
Il Chelsea ha messo in campo Drogba e Cech, l'Arsenal tanta classe e cuore, ma senza fare i conti con la sfortuna.
Molti tifosi parlerenno di nuovi giocatori, altri di Wenger. Io preferisco essere orgoglioso di questi ragazzi.
Due dei migliori cinque attaccanti del mondo hanno fatto la differenza, e l'Arsenal li ha incrociati nel loro momento migliore. Questo è il calcio e domani è un nuovo giorno. Grazie ragazzi!
ps: un compagno di forum ha descritto così l'uomo in foto:
Drogba should be locked up for life. The charge: Crimes Against The Arsenal.

MATCH PREVIEW: CHELSEA - ARSENAL




Arsène Wenger believes his Arsenal side must take a mental leap off Stamford Bridge on Sunday.
The Frenchman travels to leaders Chelsea at the weekend with the bruises still evident from that crushing 3-1 defeat to Manchester United.
However, for Wenger, the physical issues arising from such a result are not the problem. It is the psychological side-effects which must be overcome.
Of course, Arsenal recovered quickly from their last major defeat, in the home game against Chelsea on November 30, and, despite a poor record against the top two this season, will finish the weekend a maximum of four points off the leading team if they win on Sunday.
But to do that Wenger argues his side have to fully believe they belong in the top bracket. After that defeat to Carlo Ancelotti’s side, Arsenal hauled themselves back into title contention with a ten-game unbeaten run in the Premier League.
However they were a shadow of that team at Emirates Stadium last Sunday.
Speaking ahead of the game, Wenger’s most acute frustration was knowing his side were not displaying anything like their real capabilities. The 60-year-old says if his youngsters truly believe they can beat the top two then they will not only do it but also kick-on to silverware.
“I know this team wants to do well,” he said. “But because they haven't won [games against Chelsea or Manchester United] yet they have made it harder in their head than it really is. When we get close to winning, we play with the handbrake.
“But I know the team is mentally strong and dedicated. I see them everyday and I wouldn’t defend them if they didn’t have the right attitude. But they do have to find that final part to win the big games.
“Last year, with the same team, we didn't really lose big games. Before we went to Manchester United in the Champions League we didn't lose a game between November and May. This year we have lost them but we have to bounce back quickly and show everyone how strong we are.
“I know how much the players need these kinds of wins to finish the development of the team.
“When you play at home in a big game you want to win. You end up frustrated because you know it’s not because the players don’t want it. It’s just because they miss the final push.”
Injury-wise, here are the certainties. Sol Campbell is back in the squad for the game but Eduardo (hamstring) and Carlos Vela (knee) are still out. Manuel Almunia retains his place in goal but Nicklas Bendtner is still not fit enough to start.
The solitary doubt is Abou Diaby, who has been out with a groin problem since the 4-2 win over Bolton on January 20.
“He has a chance of being in the squad at least,” said Wenger. “We could do with him.
“But what we have to analyse is if it's a gamble medically and whether it's worth the risk of a setback knowing we have to play Liverpool and then the Champions League the week after.”
Diaby’s involvement will be determined by a fitness test on Saturday.
While Arsenal are bottom of the ‘Big Four’ league this season, Chelsea have a 100 per cent record in their three games and are yet to concede a goal. Defensively, Ancelotti’s side have kept more clean sheets than any other side this season but they may have a little question mark at set-pieces. Of the 20 goals they have conceded this term, 15 have come that way.
In addition they face an Arsenal side who are the highest scorers in the Premier League and inflicted Chelsea’s last defeat at Stamford Bridge when they came from behind to win 2-1 on November 30, 2008.
That win came directly after back-to-back Premier League defeats to Aston Villa and Manchester City. A defeat that day, November 30, would have left Arsenal 13 points adrift of leaders Liverpool.
While scorelines in games between Arsenal and the top two this season suggest there is a significant gap, the table leaves you thinking there is less of a divide.
As strong as Chelsea clearly are, they have shown significant fallibility themselves. You only have to go back as far as Wednesday’s draw at lowly Hull for an example.
"I don't think Chelsea were distracted,” said Wenger. “Hull had a good game. And Chelsea had a difficult game at Burnley the previous Saturday.”
Didier Drogba got the visitors’ equaliser that night. The Ivorian may not be 100 per cent fresh after an arduous and disappointing Africa Cup of Nations but, with ten goals in his last nine games against Arsenal, he is clearly the dangerman.
Wenger will not count his side out of the title race even if Arsenal lose on Sunday. The Premier League title race has been too much of a rollercoaster for that.
However, should they repeat last season’s win, he argues that they could hold a significant advantage going into the final third of the season.
"We are in a situation where, if we are in contact coming out of these games, we will be in a very strong position,” said the
manager.
"Don't forget that if we are in a strong position after these games, we don't play Chelsea, Man United, Liverpool, Villa and Everton because we have played them all twice.
“Let everyone write us off. Being six points behind is not dramatic.
"The players always have that kind of fear, they analyse the difference a bit more. But you never know.
“We were 11 points behind Chelsea at the end of November, why should we give up even if we're nine behind?"
Hopefully it won’t come to that.
Indeed, if the difference from the leading team is only three or four points after Sunday then Arsenal will be right back in the title race.

AUGURI KOMANDANTE

sabato 6 febbraio 2010

SAN SIRO TROTTO IN VENDITA

Ora che è fallito anche l’ultimo tentativo di reperire nuovi finanziamenti sul mercato, Snai è costretta a vendere i suoi gioielli. Il gruppo delle scommesse ippiche entro un anno dovrà rimborsare ai suoi creditori circa 250 milioni di euro e così ora le banche fanno pressione sulla società affinché venda il prima possibile i terreni e le aree adiacenti allo stadio di San Siro.
Per mesi il gruppo guidato da Maurizio Ughi aveva provato a cercare una soluzione alternativa. A metà dicembre la società aveva interrotto le trattative con il fondo di private equity Bridgepoint per cedere l’attività dei giochi, mentre questa settimana dopo lunghe trattative è sfumata anche la possibilità di reperire sul mercato 350 milioni attraverso il lancio di un’obbligazione ad alto rischio. Il costo di questa emissione era lievitato a un interesse del 10,5 per cento (37 milioni all’anno), e tale da assorbire circa un terzo dei margini generati dal gruppo dei giochi. Troppo.
Le banche, dunque, hanno preferito accantonare l’idea del bond e studiare un nuovo piano per risolvere l’emergenza debito. E così, dopo aver provato invano a trovare una soluzione alternativa, a questo punto la strada migliore per risolvere i problemi finanziari di Snai è vendere i terreni del parco di Trenno e tutte le strutture adiacenti allo stadio di San Siro (tranne quella del galoppo, che è vincolata). In bilancio gli immobili hanno un valore di circa 90 milioni, ma potrebbero fruttare quasi il doppio e permettere alla società di dimezzare la sua esposizione con le banche. Un vecchio accordo tra Snai e un partner immobiliare valutava queste attività 260 milioni. Ma oggi, secondo le banche creditrici, sarebbe impossibile realizzare una simile somma, anche perché Snai ha poco tempo per chiudere l’operazione e quindi non può aspettare né i tempi della burocrazia, né quelli di un’e ventuale ripresa del mercato immobiliare che ancora scricchiola.
Ma facciamo un passo indietro. Il 15 maggio del 2007 Snai stipulò un accordo con un advisor immobiliare, Varo, e una società di sviluppo, Losito & Associati, dandogli un’esclusiva per trattare la vendita e offrendogli anche un diritto di prelazione ad acquistare queste aree al prezzo di 260 milioni. Era inteso che, se fosse cambiato il piano regolatore milanese e Snai avesse ottenuto l’edificabilità di parte di questi terreni, Losito & Associati avrebbe pagato 1.500 euro in più per ogni metro quadro edificabile. Ma così non è stato. Il contratto firmato due anni fa avrebbe dovuto scadere con la fine del 2012.
Snai non può aspettare tanto, tuttavia, e il prezzo pattuito con Losito & Associati è comunque fuori mercato. Per questo Unciredit, banca di riferimento del gruppo dei giochi, vorrebbe chiudere il vecchio accordo sugli immobili e nominare un nuovo advisor di livello internazionale per gestire la vendita il prima possibile e al miglior prezzo. A questo proposito, il partner ideale di Snai potrebbe essere Cushman & Wakefield, società americana che è controllata dalla Exor della famiglia Agnelli. Data l’esperienza e la clientela di riferimento a cui si rivolge Cushman & Wakefield, i tempi della trattativa potrebbero accorciarsi notevolmente e consentire a Snai di chiudere l’operazione entro il marzo 2011, quando la società dovrà rimborsare alle banche e agli altri creditori 250 milioni di debito.

BARCLAYS PREMIER LEAGUE


L'inghilterra si appoggia ai "cannoni"

Ci siamo, è arrivato il week-end più importante della Premier League stagione 2009/2010.
Partiamo subito con una considerazione: domenica pomeriggio saranno tutti collegati con il nord-ovest di Londra, e tutti, o quasi, tiferanno Arsenal, perché una vittoria dei padroni di casa rischierebbe di vedere ridimensionata la lotta al titolo.
Difficile fare un pronostico su cosa accadrà allo Stamford Bridge, meglio cercare di evidenziare lo stato con cui si presenteranno i 22 in campo.
I padroni di casa arrivano da un periodo altalenante, non tanto per i risultati ottenuti, quanto per il gioco espresso. In settimana la squadra di Ancelotti era attesa ad Hull per confermare il primo posto in classifica con l'ennesima vittoria stagionale. Invece, complice l'ottima prova dei padroni di casa, i Blue's non sono andati oltre un pareggio, che sì li ha confermati in testa al campionato ma, come invece da pronostico ci si aspettava, hanno perso una chiara occasione per allungare sulle dirette rivali.
Il gioco del Chelsea ha nuovamente evidenziato enormi lacune, sia per quel concerne la costruzione dello stesso, sia per la difficoltà del reparto difensivo di disputare una partita ogni tre giorni; i gol subiti contro il Burnley e contro lo stesso Hull lo dimostrano ampiamente.
A nord di Londra le cose non sono andate certamente meglio. Gli uomini di Wenger hanno subito la seconda sconfitta stagionale tra le mura amiche contro le uniche due pretendenti al titolo. E se a novembre lo 0-3 subito contro il Chelsea aveva di gran lunga ridimensionato i sogni di gloria dei "gunners", la partita di otto giorni fa all'Emirates Stadium, seppur nuovamente persa (1-3), ha fatto intravedere una luce, seppur con qualche ombra. La prima testimonia una condizione fisica comunque ottimale, sottolineata dalle ottime prestazioni di Arshavin, Fabregas e Song. Le seconde hanno ulteriormente consolidato l'inadeguatezza di Almunia a vestire i panni di #1 dei gunners", complice una prestazione che ha evocato le grida di paura dei migliori film horror di Dario Argento. L'altro lato negativo è stato sicuramente il non aver marcato a dovere un certo Wayne Rooney, ma di questi tempi sfido chiunque a marcare il centravanti della nazionale di Capello; il Milan, oibò, è avvisato.
E sarà proprio lo United che, giocando in anticipo al sabato pomeriggio contro il "disperato" Portsmouth, si siederà in poltrona (probabilmente con 56 punti) tifando Arsenal; l'eventuale sconfitta del Chelsea proietterebbe i "red devils" in testa al torneo.
Il venticinquesimo turno, però, non sarà solo Arsenal, Chelsea e Man Utd.
Da apripista al week-end ci sarà il Merseyside Derby: Liverpool-Everton.
I padroni di casa sono reduci dalla vittoria interna contro il Bolton, vittoria che, non deve trerre in inganno, ha evidenziato ancora una volta la difficile stagione degli uomini di Rafa Benitez: poco gioco, difficoltà nell'andare in gol e la solita serie di infortuni che ha condizionato e non poco il cammino dei "reds". E nell'anticipo di Anfild Road mancherà ancora una volta il "Nino", al secolo Fernando Torres, bloccato ancora dagli infortuni. Gli uomini di David Moyes, invece, dopo un inizio a dir poco disastroso, causa anche in questo caso degli innumerevoli infortuni che hanno decimato l'intera rosa, sono tornati a correre per posizioni più consone alla forza della squadra.
L'ultima sconfitta? Datata 29 novembre 2009, al Goodison Park il giustiziere fu proprio il Liverpool con il più classico 0-2. Da allora 5 pareggi e 4 vittorie, di cui tre consecutive dopo il pareggio all'Emirates Stadium contro l'Arsenal.
Un derby che di conseguenza si preannuncia spettacolare e ricco di fascino, un derby che vede in vantaggio (in campionato) i "reds" con 68 vittorie, contro le 56 dell'Everton ed altrettanti pareggi. Per la storia il Merseyside Derby vede scontrarsi gli Evertonian e i Liverpudlians. Questo derby viene tradizionalmente chiamato "The Friendly Derby" a causa del gran numero di famiglie di Liverpool che hanno in sè tifosi di entrambe le squadre; questo infatti è uno dei pochi derby che non necessita dell'utilizzo da parte delle autorità di ingenti misure di sicurezza. Il rispetto reciproco è infatti alla base della rivalità storica tra Blues e Reds. Nota, purtroppo, è la vicenda del bambino ucciso da un colpo di pistola davanti un pub di Liverpool, il piccolo tifoso Blues venne ucciso da una gang Reds; pochi giorni dopo durante i preliminari di Champions League contro il Tolosa, risuonarono all'Anfield le note dell'inno dell'Everton, in ricordo ed onore del piccolo Rhys Jones.
Ma i big-match non finiscono certo qui. Nel serale del sabato (18:30) al White Hart Lane scenderanno in campo due delle più belle realtà che la stagione agonistica sta regalando a tifosi ed appassionati: Tottenham-Aston Villa. Gli "spurs" hanno dovuto faticare più del previsto per superare il quinto turno di FA Cup, dovendo replicare a distanza di sette giorni contro un meraviglioso Leeds (a Londra 2-2, a Leeds 1-3). Recuperare le energie dopo la battaglia di Ellan Road non sarà compito agevole, ma Harry Redknapp & Co. sapranno regalare altre emozioni. I "villans", al contrario, hanno potuto rifiatare durante la settimana, e godere dell'ottima vittoria per 2-0 strappata al Craven Cottage contro il Fulham.
I padroni di casa avranno a disposizione il duo d'attacco che sta facendo sognare l'altra parte del nord di Londra: Crouch-Defoe; e anche se mancherà lo straordinario Aaron Lennon, sulla destra verrà schierato il giovanissimo e talentuoso Luca Modric, tenuto a riposo nel match di FA Cup. Da tenere d'occhio per gli appassionati il terzino sinistro Gareth Bale, degnissimo sostituto del titolare, ancora fuori per infortunio, Assou-Ekotto. Gli ospiti, a loro volta, faranno leva sulla straordinaria stagione di Gabriel Agbonlahor, giunto al decimo centro in campionato su 23 partite giocate. In campo saranno presenti anche Ashley Young sulla fascia destra, il capitano Stiliyan Petrov in mezzo al campo, ma soprattutto James Milner. Quest'ultimo inventato da Martin O'Neill come centrocampista centrale e straordinario protagonista della stagione fin qui disputata della società di Birmingham.
Ma per chi vuole di più ecco ancora una sfida che promette spettacolo: Burnley-West Ham.
Al Turf Moor andrà in scena un vero e proprio big-match salvezza, con i padroni di casa fermi a quota 20 punti e gli uomini di Zola a quota 21.
Per gli amanti della "zona Mancini", il Manchester City sarà impegnato ad Hull per inseguire un posto Champions non impossibile; 41 punti e due partite in meno del Tottenham, ora quarto a quota 42.
Ora silenzio, lo spettacolo comincia...

GLMDJ

venerdì 5 febbraio 2010

IL CIELO E' ANCORA DEI PASSERI

Vent'anni fa il cielo fu lasciato ai passeri
... mentre noi rimanemmo coi piedi per terra.
Abbiamo camminato tanto, e oggi siamo di nuovo qui:
ancora coi piedi per terra,
ancora con il cielo lasciato ai passeri,
ancora una volta con Te.....

IL CIELO E' ANCORA DEI PASSERI

Vent'anni fa il cielo fu lasciato ai passeri
... mentre noi rimanemmo coi piedi per terra.
Abbiamo camminato tanto, e oggi siamo di nuovo qui:
ancora coi piedi per terra,
ancora con il cielo lasciato ai passeri,
ancora una volta con Te.....

NON C'E' PACE SENZA BENESSERE

Silvio Berlusconi ha rotto con energia e sincerità il clima buonista che da un anno circonda con critiche l’operazione “Piombo Fuso” con cui l’esercito israeliano nel gennaio del 2009 colpì tutte le basi di Hamas che da anni lanciavano razzi –e facevano morti tra i civili- verso Ashkelon e altre città israeliane, dichiarando che fu “giusta”. Ha fatto di più, ha detto con chiarezza che l’Italia si è opposta in sede Onu al rapporto Goldstone –che criticava duramente l’esercito di Gerusalemme- “perché Israele dispiegò una giusta reazione ai missili di Hamas”. In questa definizione “giusta reazione” vi è tutta la distanza che separa chi, come Berlusconi e il suo governo, ritiene che sia indispensabile una risposta ferma al terrorismo –e quei razzi di Hamas questo erano- mentre l’ipocrita definizione di “reazione spropositata”, che fu di D’Alema e di altri governi europei, non solo isola pericolosamente l’unica democrazia del Medio Oriente, ma sottintende anche una disposizione a colloquiare con i terroristi, anche quando rifiutano ogni dialogo (che Israele tentò per mesi, prima di lanciare Piombo Fuso). Tutto questo –è una caratteristica tipica del premier- mantenendo alta la pietà nei confronti delle vittime palestinesi, così che poche ore dopo, lo stesso Berlusconi a Ramallah, dopo il colloquio con Abu Mazen ha voluto continuare così il suo ragionamento: “Come è stato giusto piangere le vittime della Shoah così è giusto manifestare dolore per quanto che è successo a Gaza”. Rabbiosa, ovviamente, la reazione di Hamas, che per bocca di Salah al Bardawil ha dichiarato che “l’estremismo di Berlusconi su Gaza e Piombo Fuso, è più grave di quello della leadership israeliana e giova al terrorismo di stato esercitato dall'occupante sionista”. Ovviamente, l’avallo da parte del premier italiano all’operazione più discussa dell’esercito israeliano, non è stata molto gradito da Abu Mazen (il suo consigliere Nemer Hammad ha ribadito che “quella di Gaza fu un’aggressione”), ma questo non ha influito sull’andamento del vertice italo-palestinese perché Berlusconi, definito da Netanyhau “il leader europeo più amico di Israele”, ha anche difeso con forza in questi giorni con i leader israeliani e alla Knesset la richiesta –che è di Abu Mazen- di un congelamento degli insediamenti israeliani in Cisgiordania per permettere l’apertura di un nuovo round negoziale. Sta qui la grande innovazione della politica estera italiana operata da Berlusconi, rispetto al passato (che vedeva Roma spesso equivocamente “equidistante”) e rispetto a quella di molti paesi europei: solidarietà totale con Israele, riconoscimento della dolorosa necessità di una risposta anche armata al terrorismo, quando ogni strada negoziale sia preclusa, ma anche fermissimo richiamo a Israele perché sappia fare rinunce, con rafforzamento evidente delle posizioni negoziali della parte palestinese. Berlusconi, poi, è uno dei pochi leader mondiali che insiste da anni per incentivare i palestinesi ad un accordo, proponendo un piano Marshall che convogli in Palestina centinaia di miliardi e che “possa favorire lo sviluppo e il progresso economico della Terra Santa e possa offrire un’ulteriore spinta per far ripartire i negoziati, perché non c’è pace senza benessere”.
Nel corso del vertice, Berlusconi ha anche incitato Abu Mazen a sottrarsi all’altalena di dichiarazioni sulle elezioni palestinesi da tenersi da qui a breve (che il presidente dell’Anp ha indetto, e poi sconvocato), seguendo un percorso più coraggioso e proficuo: “Abu Mazen raggiunga prima con gli israeliani un accordo che gli pare conveniente per il suo popolo e solo dopo lo renda pubblico per essere sottoposto al referendum dei cittadini palestinesi.”

giovedì 4 febbraio 2010

NOBEL PER LA PACE / 22

A swarm of unmanned US aircraft pounded an al Qaeda camp today in the Taliban-controlled tribal agency of North Waziristan.
Five unmanned US strike aircraft, likely the Predators and Reapers, are reported to have fired 18 missiles at a camp and vehicles in the village of Datta Khel, a known al Qaeda and Taliban stronghold. This is the largest recorded US airstrike in Pakistan, indicating a top al Qaeda, Taliban, or Haqqani Network leader, or leaders, may have been present.
Seventeen terrorists are reported to have been killed in the missile attack. At this time, no senior al Qaeda or Taliban commanders have been reported killed.

I LOVE YOO

Barack Obama stupisce ogni giorno di più. Non tanto chi ha seguito la sua traiettoria politica con attenzione, senza pregiudizi e senza infatuazioni, ma soprattutto chi pensava di aver individuato nel presidente super cool l’uomo della provvidenza, l’unico capace di cancellare l’onta globale delle vergognose politiche di George W. Bush. Obama li delude ogni giorno. Non ha ritirato ancora un soldato dall’Iraq e, quando lo farà, agirà secondo un accordo siglato da Bush e dal governo iracheno sulla base del successo di una strategia, il surge, osteggiata da Obama e dalla sua base. In Afghanistan ha triplicato il numero delle truppe, mentre in Pakistan, Yemen e Somalia ha intensificato i bombardamenti. I sequestri clandestini e gli omicidi mirati operati dalla Cia non sono mai terminati. Guantanamo è ancora aperto e, nonostante le promesse, non chiuderà ancora per un anno, ammesso che chiuderà mai. La gran parte dei detenuti resterà in carcere senza processo e a tempo indeterminato, mentre gli altri saranno giudicati dalle commissioni militari ideate da Bush. L’idea di processare a New York, a pochi isolati da Ground zero, l’architetto degli attacchi dell’11 settembre è stata ritirata precipitosamente. Il bilancio del Pentagono, nonostante il Nobel per la pace, non è mai stato così rigoglioso. L’elenco diventa ogni giorno più lungo e nel weekend ne sono capitate altre tre: il presidente non parteciperà al vertice Europa-America, snobbando la vecchia Europa come neanche Donald Rumsfeld; ha inviato navi da guerra nel golfo persico e installato missili antiiraniani in medio oriente; e, soprattutto, si è scoperto che il suo dipartimento della Giustizia ha esonerato da ogni responsabilità etica e penale John Yoo e Jay Bybee, gli autori dei famigerati “memo della tortura” preparati dall’Amministrazione Bush. L’establisment americano è succube della destra più radicale, hanno tuonato i più delusi tra i commentatori di sinistra. Sbagliano anche questa volta: Obama non è prigioniero delle politiche di Bush e Cheney. E’ il presidente degli Stati Uniti d’America, non può essere succube del comitato del Nobel.

mercoledì 3 febbraio 2010

C'E' CHI PUO' E CHI NON PUO'

«Simplicio può firmare per la Roma solo dal primo febbraio. Se poi ci sono stati contatti prima è materia che dovrebbe interessare la Federazione. Ma non succederà niente, alla Roma vogliono troppo bene».
È Zamparini a rilasciare queste dichiarazioni ed è l’ennesimo episodio che ci permette di constatare come la giustizia sportiva operi in modo e con tempi nettamente diversi, non in base al “caso”, come sarebbe logico e corretto aspettarsi, ma in base al “soggetto” che commette la violazione.
È notizia di queste ore l'apertura di un fascicolo da parte di Stefano Palazzi per indagare su presunti pre-accordi tra società e giocatore in vista della prossima stagione.
Era già successo e senza nessun problema che un Galliani inibito potesse scendere negli spogliatoi al termine di una gara con la Roma (nel 2006) e partecipare ad una riunione informale in Lega. Nessun problema, un Matarrese garante sistemava tutto: «ha partecipato a una riunione tra amici».
Era già successo che Galliani, inibito per 9 mesi, potesse tranquillamente trattare col Real Madrid l'acquisto di Ronaldo. Il gioco è semplice: nominato Braida titolare della missione, Galliani ha potuto non solo essere presente, ma ha anche esercitato le sue normali funzioni di presidente del Milan. Lo stesso Galliani, sempre da inibito, rilasciava tranquillamente interviste per la trattaiva di Oliveira.
Era già successo che Moratti potesse trattare con Enrico Preziosi l’acquisto di Milito e Thiago Motta, nonostante l’inibizione (in via definitiva ) dello stesso Preziosi, senza nemmeno nascondersi: tutti i media ne hanno tranquillamente parlato.
Poi succede che Secco e Bettega trattano la comproprietà di Domenico Criscito con lo stesso Enrico Preziosi, ma in questo caso c’è la punizione, con un mese di inizibizione per i due dirigenti juventini e relativa pena pecuniaria.
Era già successo che il super-procuratore Palazzi volesse vederci chiaro in merito ai consigli di Moggi a Bologna (i Menarini furono chiamati a riferire da Palazzi) e Siena: Romano Malavolta, presidente del Teramo, telefonava a Moggi per chiedere di intermediare nella trattativa d’acquisto del Siena e Camillo De Nicola, dirigente dell'Ascoli, lavorava per mettere i due in contatto. Deferito anche il Teramo. Claudio Mangiavacchi, all'epoca dei fatti socio di minoranza del Siena, chiamava Moggi per lo stesso motivo: lo voleva come intermediario nella cessione di società. Deferito pure il Siena. Vincenzo Berardino Angeloni, all'epoca consigliere del Siena e ora socio della Pescina San Giovenco, telefonò all'ex dg Juve per tesserare un nuovo allenatore al Siena. Risultato? Deferiti Angeloni e il Siena, in base alla responsabilità oggettiva. Palazzi approfondì anche il discorso sul Livorno, il cui presidente Aldo Spinelli fu rinviato alla Disciplinare: aveva parlato al telefono con Moggi per tesserare come preparatore Giampietro Ventrone, già alla Juve. Risultato? Deferito anch'egli per lo stesso motivo. Responsabilità oggettiva e deferimento scattati anche per il Livorno.
Due fascicoli sono stati aperti per accordi fuori tempo e fuori regola tra Inter e Pandev e Ledesma. Per il caso Pandev, sembra che intermediari e dirigenti dell’Inter abbiano trovato l’accordo con il giocatore, che successivamente ha rifiutato i rinnovi ed è stato al centro del caso del collegio arbitrale, che ha deciso la rescissione del suo contratto dalla Lazio scadente a giugno 2010, per poi passare a parametro zero all’Inter ad inizio gennaio. In caso di deferimento, potrebbe essere messo in dubbio pesantemente l’esito del lodo arbitrale che ha bocciato l’istanza laziale e liberato il giocatore. Ma non solo: multe e squalifiche sono (o almeno dovrebbero essere) in agguato per dirigenti e calciatore, se risulteranno responsabili di un accordo intervenuto prima dei termini consentiti.
Nel caso di Ledesma, ha incuriosito il rifiuto di trasferirsi a Genova, Udinese e Napoli e l’idea del calciatore di accettare solo l’offerta dell'Inter.
Ci sono altri esempi da elencare, ma basta così: il concetto è chiaro.
Ancora una volta, la domanda sorge spontanea: le regole sono uguali per tutti o dobbiamo pensare che i regolamenti vengano applicati in base alla simpatia?
Perché il "caso" viene montato dai media solo per alcuni soggetti, mentre per altri si continua a pontificare, anzi ad ergersi a garanti della loro buona fede?
Certo che queste ultime indagini potrebbero essere una bella occasione per dare l'esempio e ricordare a tutti che in materia esistono delle regole da rispettare, sia se ci si chiama Inter che se ci si chiama Juventus.
Ma l'Inter non è mai esemplare: nel calcio italiano, l'unica squadra esemplare è la Juventus.