..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

martedì 29 luglio 2014

BLACK SABBATH: "BLACK SABBATH"

"Devi restare fedele a quello in cui credi, andare avanti e non cambiare perché pensi che è quello che la gente vuole. E' così che viene fuori qualcosa di nuovo. Fare quello che fanno tutti gli altri è la scappatoia più semplice; devi fare qualcosa di tuo".
Sotto questo auspicio e tra i muri della Henry's Blues House nasce, a cavallo tra il 1969 e il 1970, l'album d'esordio di Tony Iommi, Ozzy Osburne, Geezer Butler e Bill Ward: "Black Sabbath".
Erano anni difficili per trovare un contratto discografico da firmare e anche quando questo avveniva non tutto andava come sarebbe dovuto andare.
A Workington gli "Earth", a nome di Ozzy, davano l'annuncio al mondo intero che da quel giorno si sarebbero chiamati "Black Sabbath". Nessuna festa, nessuna celebrazione, solo l'intento di continuare a suonare tutti insieme. Il 30 agosto del 1969 la prima esibizione sotto il nome che stava per entrare a fare parte della storia della musica.
Pochi mesi dopo, al Regent Sound, zona di Tottenham Court Road, Londra, venivano collegati gli amplificatori e si dava inizio alla registrazione dell'album.
Il problema più grosso, vista l'inesperienza dei ragazzi di Birmingham in una sala di registrazione e l'assoluta estraneità al tipo di sound proposto dal gruppo da parte del produttore Rodger Bain e dell'ingegnere del suono Tom Allom, risiedeva nel far comprendere la struttura del sound dei Sabbath.
C'era un perché se quanto veniva realizzato in quel periodo da Iommi e compagni aveva un seguito, un interesse. In quell'epoca il basso veniva considerato uno strumento netto e preciso, Geezer invece lo faceva scricchiolare, rendendolo più grezzo, stirando le corde come si faceva con le chitarre per ottenere più corposità.
Il trucco stava li. Produrre un sound solo suonando tutti insieme, indipendente dal suono dei singoli componenti. E allora si entrava in studio, si collegavano gli amplificatori, si cominciava a suonare e arrivederci e grazie. Ecco che tutti i pezzi sono stati eseguiti come se la band stesse suonando dal vivo, in un'atmosfera miscelata di psichedelia oscura e Heavy Metal.
Suoni il brano una sola volta, non hai a disposizione dieci tentativi. Per "Warning" ci fu una piccola eccezione, dopo che Iommi si rivolse a Rodger: "Possiamo suonarla un'altra volta? Penso di poterla fare meglio".
"Warning" originariamente era stata suonata sulla base di quindici minuti, trasportata da un importante assolo di chitarra. Rodger e Tom la ridussero agli attuali dieci, rimuovendone una grossa porzione e tagliando un paio di pezzi più piccoli in quei punti che Tony non avrebbe toccato: "...ero infastidito perché avevo la sensazione che in origine il brano scorresse in modo più naturale. La cosa buffa è che quella è diventata la versione che abbiamo suonato da allora in poi, riproducendo quel che è accaduto in studio quel particolare giorno".
Ma nonostante i tagli "Warning" mise alla luce il talento di Iommi, Butler e Ward che convogliarono le improvvisazioni tipiche di quegli anni con repentini cambi di tempo, associando il tutto ad armonie influenzate dal jazz e dal blues.
Molta gente ha sempre pensato che "N.I.B." fosse l'acronimo di Nativity In Black, un modo come un altro per cercare sempre e comunque di appiccicare alla band britannica qualcosa di satanico. Fu invece il soprannome dato a Ward, vista la forma di un pennino (Nib) che la barba affilata dava alla sua faccia.

domenica 27 luglio 2014

LA PAZZIA DELL'UOMO

Le tifoserie hanno da sempre prodotto mezze verità, e l'alibi per foraggiare, direttamente o indirettamente poco importa, le conseguenze dello scontro.
Ognuno con le sue ragioni, i suoi perché e quell'arroganza di volere sedere sempre e comunque dalla parte dei giusti. Palestina e Israele, come in precedenza molti (troppi) altri, a proseguire il discorso.
Naturalmente senza esclusione di colpi.
Il comune denominatore: la pazzia dell'uomo.
I figli da mantenere sempre gli stessi. Armi, interessi, potere.
Si arriva a realizzare che non ha più importanza da che parte stare. Ma allora perché assistere?
Perché assistere ad una guerra?
Non esiste una sola guerra che possa definirsi giusta. Nessuna.
Non esiste nessun popolo che dovrebbe arrogarsi il diritto di attaccarne un altro. Nessuno.
Tutto questo viene chiamato demagogia, utopia. Perché destabilizza, perché pone l'ottica delle cose in modalità easy. E questo non va bene, sempre meglio galleggiare nel caos controllato.

LA STAGIONE E' ALLE PORTE

L'America, nonostante le innumerevoli influenze culturali avute nel corso della sua storia, da est a ovest, non è mai riuscita a crearsi una posizione nel panorama calcistico mondiale.
Molteplici i motivi.
Pallacanestro, football, baseball e hockey hanno dato abbondantemente da vivere anche senza il gioco più popolare del globo, la dittatura degli sponsor ha sempre visto con cattivo occhio uno sport privo di time-out e cronometro fermo, ma la popolarità avrebbe dovuto sopperire a tutto questo.
E' ciò che sta accadendo. La popolarità sta prendendo campo.
Lo vediamo con i possessori di passaporto Usa in giro per i campi europei, l'abbiamo visto agli ultimi mondiali brasiliani, lo si comincia a notare all'interno dei vari istituti scolastici a stelle e strisce.
Un fenomeno in continua crescita ed evoluzione, dove, come per i classici sport made in Usa, esiste prima l'uomo, la sua istruzione, la sua formazione come atleta ed infine la specializzazione.
Il match di ieri notte l'ha abbondantemente evidenziato. Una squadra, i New York Red Bull, capace di portare in campo l'educazione sportiva, un altissimo livello atletico e quelle prerogative tecnico-tattiche fino ad oggi appartenute ad europei e sud-americani.

lunedì 21 luglio 2014

JOHN ADLER & LIAM SWEENEY

Sul Boeing della Malaysia Airlines abbattuto da un missile erano presenti due tifosi del ‪Newcastle United‬.
Il loro amore per il calcio li aveva spinti ad andare in Nuova Zelanda per una tournée pre-stagionale del club.
Il Newcastle United ha deciso di rendere omaggio ai due tifosi, John Adler (63) e Liam Sweeney (28), con due maglie del club e corone di fiori poste sotto la statua di Sir ‪Bobby Robson‬.
Da sottolineare anche il contributo da parte di altre tifoserie inglesi, tra tutte quella degli acerrimi rivali del‪ Sunderland‬ che hanno donato una corona di fiori.

domenica 20 luglio 2014

NELL'HERTFORDSHIRE I PRIMI PASSI

Dalla contea dell'Hertfordshire è iniziata ufficialmente la stagione 2014/2015 dell'Arsenal Football Club, precisamente a Borehamwood, città di circa trenta mila anime della parrocchia civile di Elstree and Borehamwood.
In un pomeriggio di sole e nella più classica atmosfera del football anglosassone il Meadow Park di Borehamwood è stato gremito in ogni ordine di posto. I padroni di casa del Boreham Wood F.C. (Conference South League) si sono trovati di fronte un Arsenal fisiologicamente rimaneggiato, viste le molteplici assenze figlie di infortuni e del campionato del Mondo appena terminato.
Moltissimi i ragazzi portati in campo da Wenger, che tra primo e secondo tempo si sono alternati con i "Big" rimasti nell'estate brasiliana a lavorare a London Colney.
Pochi spunti sia dal punto di vista tecnico che tattico, in una giornata dedicata principalmente alla presa di contatto con il campo, con le nuove divise.
Buone le prove di molti dei nostri, a partire da Aaron Ramsey sceso in campo con la fascia di capitano e autore di un primo tempo che l'ha visto già in buona condizione. Bene nella ripresa anche Rosicky, capace dopo l'ora di gioco di servire un meraviglioso assist per il goal del vantaggio messo a segno da un validissimo Kristoffer Olsson.

mercoledì 16 luglio 2014

IL PUNTO DI NON RITORNO

Certe cose non succedono mai all'improvviso, e nemmeno per caso.
La conferenza stampa di fine stagione (primi di maggio) è li che lo testimonia.
Basta avere la volontà di ascoltarla. E comprenderla.
Il Mondiale ha soffocato tutto, consigliando il silenzio.
Destabilizzare, in Italia, non è mai cosa buona e giusta.
Era già tutto deciso, da entrambe le parti. Da tempo.
L'amante sapeva che non c'era più niente da mordere. 
La Signora al corrente di non voler più proseguire il rapporto.
Un matrimonio stanco in cui non ha funzionato nemmeno il sesso.
Tutto il resto, dalle parole fatte a quelle non dette, alibi destinati al tifoso medio.
Oggi c'è il fuggi fuggi generale.
C'è chi ha detto addio, c'è chi sta già impostando l'albero di Natale, c'è chi s'accanisce con chi difende questo o quello, e viceversa. 
C'è chi ha messo nero su bianco una firma per altri colori e chi del roseo futuro vuole saperne di più. 
Ho la sensazione che abbiano raggiunto il punto di non ritorno.

lunedì 14 luglio 2014

HANNO VINTO I MIGLIORI

E' stata una gran bella finale, decisamente superiore a qualunque aspettativa. Sicuramente le mie, che prevedevano un match tirato e nervoso, con i tedeschi a non riuscire a fare gioco e gli argentini a difendere tutto quello che era difendibile. Invece ritmi alti, ottime giocate, intensità ed agonismo che fanno riconciliare con l'essenza dello sport c'hanno regalato un match rimasto in bilico fino ad otto minuti dalla fine. 
Alla fine qualcuno doveva vincere e forse alla fine la coppa l'hanno alzata quelli che in questo mese mondiale hanno espresso il miglior football, hanno messo in campo le migliori qualità, hanno giocato di squadra. Più di tutti, meglio di tutti.
La Germania vince una finale sostanzialmente equilibrata, l'Argentina perde una finale che alla fine avrebbe anche meritato di vincere. Per quanto fatto nei novanta e oltre, per le incredibili occasioni capitate prima ad Higuain, poi a Messi e alla fine a Palacio.
Ma le leggi dello sport non concedono sconti a nessuno. Se ti trovi per ben tre volte davanti a Neuer e non la metti dentro probabilmente è giusto che la medaglia con il metallo più prezioso sia finita intorno al collo di Lahm, Low e Muller.
Sarebbe dovuta essere la serata di Lionel Messi è stata invece la magica notte di Mario Gotze, che ha realizzato quel sogno che si coltiva quando si è bambini.
Doveva essere il mondiale della Pulga, finalmente in campo nella partita più importante, quella che l'avrebbe posto definitivamente e per sempre al fianco di colui che l'Argentina l'ha portata in cima al mondo per davvero.
Così non è andata, ma questo non deve farci cadere nella retorica del considerare Messi meglio o peggio di Diego Armando Maradona. I paragoni in questo caso, come in tutti gli altri, non hanno senso di esistere.

sabato 12 luglio 2014

IL PIU' POTREBBE ESSERE FATTO

A grandi linee sarà come quell'Italia-Inghilterra di 24 anni fa... per interesse e partecipazione.
Alcune le similitudini, altre le differenze.
Quell'anno la finale fu proprio Germania-Argentina.
Quell'anno la squadra di casa, l'Italia, venne sconfitta in semifinale.
Quell'anno, un intero Paese, era convinto di replicare a quanto accaduto 8 anni prima in quel di Madrid.
A 'sto giro un intero Paese voleva fortemente cancellare il Maracanazo.
Se ne ritrovato un'altro.
Peggiore sotto l'aspetto numerico.
Uscirne fuori un "problema", e non di poco conto.
Ventiquattro anni fa le finaliste per il bronzo divertirono e si divertirono. Stasera, visti gli esiti della semifinale, prevedo, almeno psicologicamente, una paura che faccia diventare bruttina la sfida. Spero di sbagliarmi.
Dall'altra parte l'idea di chiudere in bellezza una storia, giocandosela, come probabilmente non potuto contro l'Albiceleste.
Ai padroni di casa mancherà l'energia, e i minuti che trascorreranno la faranno venire meno.
L'errore, la giocata olandese, il comunque andare sotto potrebbe segnare la storia già vista dell'incontro.
Mi metto nella testa di Van Gaal: "Attacchiamoli forte nei primi dieci e proviamo ad andare sopra... il più potrebbe essere fatto".

IL MERCATO DOPO LEBRON

Tornato a "casa" il prescelto il movimento Nba sta vorticosamente prendendo velocità. Si mormora che ai Cavs potrebbe finire anche Love, e con Irving la franchigia diretta da Blatt si porrebbe nell'immediato a squadra da non sottovalutare minimamente. A Miami s'è ormai aperto il cancello, e dopo James potrebbe essere la volta di Bosh, caldeggiato da Houston.
Antony sembra aver chiuso definitivamente la porta ai Lakers, con questi ultimi che hanno chiuso l'accordo con il play dei Rockets, Jeremy Lin.
Tornando a Melo la possibilità che confermi il contratto ai Knicks è alta, anche se le sirene di Chicago potrebbero fargli cambiare idea. Bulls che tra l'altro hanno messo gli occhi anche su Gasol.
A San Antonio invece vige la continuità: Gregg Popovich ha firmato il prolungamento del contratto con i San Antonio Spurs e continuerà ad allenare la squadra campione in carica per molte altre stagioni.
to be continued...

LE (prime) NOTE DEL MIO 2014

Sei mesi musicali sono passati ed una prima stesura su ciò che è stato prodotto in questo 2014 è d'obbligo.
I Led Zeppelin sono ancora sulla cresta dell'onda, e nonostante alcune turbolenze che vedono da una parte la volontà di Page e Bonham Jr. di riunire il gruppo e dall'altra l'assoluta contrarietà da parte di Plant (a Jones va bene tutto), la Rock Band che ha cambiato radicalmente la storia della musica ha lanciato sul mercato una vasta riedizione dei primi tre album: Led Zeppelin, Led Zeppelin II e Led Zeppelin III.
"The material on the companion discs presents a portal to the time of the recording of Led Zeppelin. It is a selection of work in progress with rough mixes, backing tracks, alternate versions, and new material recorded at the time” (Jimmy Page).
Tra ri-arrangiamenti, inediti ed esibizioni Live, l'elenco delle tracce è infinito.
Tre chicche che non potranno assolutamente mancare nella collezione degli appassionati del genere e della Band britannica.
Rimanendo in tema di Rock impossibile non spendere due parole sul nuovo lavoro di Jack White: "Lazaretto".
Potente, aggressivo. Il genio di Detroit ha fatto centro ancora una volta.
Il sequel di "Blunderbuss" è una moltitudine di emozioni, specchio dell'anima irrequieta del proprio compositore.
Musicalmente parlando in "Lazaretto" c'è di tutto, come la storia di Jack insegna. "High Ball Stepper", personalmente, la identifico come il manifesto della musica a stelle e strisce di oggi, rappresentata da uno dei suoi esponenti di maggior spicco.
A fine anno sarà sicuramente tra la mia personale Top.

giovedì 10 luglio 2014

WELL DONE!

Sembra che Sanchez sia acquisto ormai fatto. 
Sembra che Debuchy lo sia altrettanto. 
Come sembra che in pentola ci siano altri affari che si potrebbero concludere nel medio periodo.
In sostanza: c'è movimento. 
Nonostante il preliminare di Champions, come accaduto un paio di stagioni fa, sia un handicap di non poco conto sul fronte mercato.
In modalità autobiografica ci stiamo muovendo per il necessario, e non per il superfluo. Il cileno in qualche modo si potrebbe identificare con il secondo, ma nella testa di Wenger non ci può entrare nessuno.
Sarà interessante scoprirne il ruolo in maglia AFC.
La differenza, rispetto a prima, sta nel livello qualitativo, aumentato a dismisura negli ultimi 18 mesi.
Well done!
COYG

IL MARACANAZO, MARADONA E MESSI

Per la terza volta nella storia, dopo Mexico '86 (3-2 Argentina) e Italia '90 (1-0 Germania), la finale dei Mondiale vedrà di fronte tedeschi e argentini. 
L'Albiceleste torna tra le prime quattro del globo terracqueo, a distanza di 24 anni, dopo la finale persa all''Olimpico contro i teutonici. 
La Germania, dopo la semifinale di Sud Africa '10, la semifinale di Germania '06 e la finale di Korea '02 è ancora una volta protagonista del calcio mondiale. Una continuità di rendimento che non conosce eguali.
Sono otto su diciannove edizioni le finali disputate.
Al Maracanà giungerà un'Argentina che non prende goal da 4 partite, che ha fatto della fase difensiva un'arma impropria. Chiedere a Van Gaal quante occasioni è riuscita a creare la sua Olanda. 
Al Maracanà giungerà una Germania straripante nel gioco, devastante, seppur non veritiera, contro il Brasile, capace di segnare, ogni volta che è scesa in campo, 17 goal in 6 partite.
Sarà una finale anomala per tradizioni, cultura e religione.
I sud-americani che hanno sempre fatto del talento e del gioco il loro cavallo di battaglia si presenteranno con le armi della difesa e dell'agonismo.
Gli europei che hanno sempre fatto della difesa e dell'agonismo il loro punto di forza si presenteranno con le armi del talento e del gioco.
Sarà la finale più cattolica di ogni epoca, con il Derby interno tra Papa Francesco Bergoglio e Papa emerito Joseph Aloisius Ratzinger.
Sarà la finale dove tutto il Brasile spingerà Lahm e compagni ad alzare la coppa.

sabato 5 luglio 2014

LA MAGIA

Tutte le volte che ho visto scendere in campo la Seleção Brasileira de Futebol ho avuto come l'impressione di partecipare a qualcosa di speciale.
Di surreale, di magico.
E' successo anche ieri sera.
Quell'Inno, quella partecipazione, quel sapere comunque di essere nella patria di un certo modo di intendere il football.
Personalmente mi ammalia. E posso solo (forse) immaginare cosa voglia dire stare all'interno di quel catino.
Un'arena che trasforma anche il più brutto degli anatroccoli in un guerriero spartano. Possedendolo.
Ieri sera gli "invasati" erano quattro. Divisi per zone di competenza.
Il match di Tiago Silva va oltre le capacità di immaginazione umana: mostruoso.
Il "colombiano" con passaporto brasiliano un messaggero degli Dei del calcio.
El Diez m'ha convinto una volta di più. E non ne sono mai stato un grande estimatore.
Fernandinho s'è caricato il centrocampo sulla schiena, e tra un colpo dato e l'altro anche ha retto da solo l'intero reparto verde-oro.
A grossi: 'sto Brasile qualitativamente parlando vale molto meno che una semi-finale mondiale.

giovedì 3 luglio 2014

IL MONDIALE DEL GIOCARSELA

Ero partito in sordina, facendomi un po' scivolare addosso l'attesa per l'inizio dei Mondiali 2014. La sbornia per la vittoria dell'undicesima FA Cup della storia dell'AFC, l'attesa per la composizione del calendario della stagione che tra pochi giorni andrà a cominciare gli elementi che hanno contribuito a trasmettermi poco entusiasmo.
Poi l'inizio, la partita d'esordio e le successive mi hanno letteralmente rapito.
In campo, chi più chi meno, un unico comune denominatore: giochiamocela, sempre.
Sarà stata l'aria del Paese, le leggende che si porta dietro, quella filosofia che ha contraddistinto la storia della Nazionale brasiliana di calcio, sta di fatto che ogni match ha regalato emozioni, adrenalina, tensione. 
Il tutto nel più totale equilibrio, a prescindere da chi scendeva in campo.
Terminati i gironi, spettacolari, è iniziato il dentro o fuori. Ottavi di finale che hanno regalato un match più bello dell'altro. Più accattivante, più emozionale.
Germania contro Algeria e soprattutto Belgio contro Stati Uniti d'America gli incontri più incredibili ai quali ho assistito. Ma non da meno sono stati Colombia-Uruguay, Francia-Nigeria, e ancora Olanda-Messico e Brasile-Cile.
Da domani il dentro o fuori giocherà un ruolo più importante.

martedì 1 luglio 2014

E' INIZIATO IL MERCATO


PUMA AND ARSENAL PARTNERSHIP BEGINS


DUE ACQUISTI

Si fa un gran vociferare sul bisogno di un attaccante che riservi il giusto turnover alle prestazioni di Olivier Giroud. Probabilmente senza porsi una domanda. Giroud è il nostro attaccante titolare di riferimento? A seconda della risposta le logiche conseguenze. 
Parto dal presupposto che Olivier sia, per il modulo ormai consolidato della nostra line-up, l'uomo di riferimento e di appoggio per tutte le giocate offensive. Nessuno, o quasi, come lui ha quella capacità di non farsi attrarre dall'area di rigore. Questo lo porta ad uscire verso i trequartisti creando quel dialogo e quegli scambi che hanno reso i nostri goal tra i più belli della passata stagione. 
Sostituirlo? Si può tutto, ma inevitabilmente si andrebbe verso un nuovo percorso. Acquistare un altro attaccante, di un certo livello e peso, comporterebbe: a) gestire una situazione scomoda; b) eventualmente cambiare modulo di gioco; c) fare comunque scontento qualcuno. 
In quel ruolo, in rosa, abbiamo: Sanogo e Campbell. Il primo, acerbo, sta imparando il mestiere. Visto a sprazzi nella scorsa stagione ha dato l'impressione di poter ampiamente migliorare. Il secondo, a sorpresa, è esploso ai Mondiali, dichiarandosi pronto per far parte di una rosa importante come la nostra. 
Mi sbaglierò, ma se AW la ragiona così in attacco non arriva nessuno.