..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

mercoledì 31 dicembre 2008

BERLUSCONI: "VI DICO COSA FARO' NEL 2009"

Dalle pagine de "Il Giornale", il direttore Mario Ferrara ha voluto chiudere l'anno con un'intervista, da Villa Certosa, al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, il quale, attraverso le tematiche inerenti l'economia, la politica e la giustizia, ha raccontato, in un'intervista fiume, cosa farà nell'anno che sta per accoglierci.
Andiamo dunque per gradi.
Sull'attuale crisi economica, il Premier ha espresso grande soddisfazione per le misure che hanno permesso di garantire, da parte del Governo, la liquidità necessaria affinché le banche continuassero a fare le banche, mantenendo i finanziamenti alle imprese e alle famiglie, e offrendo la propria garanzia perché nessun cittadino perdesse un solo euro dei suoi depositi in banca. Ha inoltre aggiunto: "È una linea che ho indicato per primo nel panorama internazionale il 10 ottobre, e che ho poi sostenuto nei vertici che si sono tenuti a Parigi, a Bruxelles e a Washington, convincendo tutti i capi di governo dei Paesi industriali a farla propria".
Compresi gli Stati Uniti, che secondo il Premier dopo l'aver consentito il fallimento della Lehman & Brothers e di altre due banche, si sono successivamente ispirati alla linea europea quando hanno cambiato strategia e varato il piano Paulson di 700 miliardi di dollari per evitare altri fallimenti bancari.
Berlusconi si è soffermato sul comportamento dei consumatori, valutando che la profondità e l’estensione della crisi sono nelle mani dei cittadini: "Se riducono gli acquisti, le imprese dovranno a loro volta diminuire la produzione e, in qualche caso, mettere in cassa d’integrazione i dipendenti, dando vita a un circolo vizioso che potrebbe risultare molto rischioso".
Per scongiurare questo scenario il leader del Pdl invita tutti, soprattutto il ceto medio e coloro che non rischiano il posto come ad esempio gli impiegati pubblici, a non modificare il proprio stile di vita, a non dare ascolto alla canzone del pessimismo e del catastrofismo che ogni giorno viene cantata dalla sinistra. Tanto più che nel 2009, quasi a compensare gli effetti della crisi, il calo delle materie prime e quello del costo del denaro consentiranno dei risparmi significativi alle famiglie.
Berlusconi si è anche addentrato nei calcoli che potrebbero, nel 2009, portare, oltre che oculatezza e parsimonia, evidenti risparmi per le famiglie italiane: "Il calo del greggio, che l’estate scorsa sfiorava i 150 dollari al barile mentre ora è di poco sopra i 33 dollari, significa che nel 2009 ci sarà un risparmio medio di oltre mille euro per ogni italiano, grazie al minore costo del pieno dell’auto e delle bollette della luce e del gas. Se poi consideriamo che l’euribor, che è il costo del denaro tra le banche su cui si calcolano le rate dei mutui variabili, è sceso dal 5,4 di settembre al 3,1 per cento, avremo anche un minore costo per chi deve pagare le rate di un mutuo. Anche l’indice degli alimentari di base, calcolato in dollari, scenderà da 170 a quota 90-100. In totale, sommando i vari risparmi possibili, ogni famiglia potrebbe trovarsi nel 2009 con un bonus di oltre mille euro per componente".
Il Premier, sulla sofferenza mostrata dal popolo della partita IVA, ha aggiunto che "Le piccole e le medie imprese erano molto preoccupate per il flusso del credito. Per questo siamo intervenuti per rafforzare i Confidi, più altre misure,comela riduzione dell’Irap, la sua detraibilità dall’Ires e la revisione degli studi di settore per aziende e professionisti".
Sulla questione dell’equiparazione dell’età pensionabile fra uomini e donne proposta dal ministro Brunetta, Berlusconi ha spiegato: "Non si tratta di una proposta del ministro Brunetta, bensì di una richiesta europea. Il 13 novembre 2008 la Corte di Giustizia europea ha condannato l’Italia perché la norma oggi in vigore, ovvero l’anticipazione dell’età per la pensione di vecchiaia delle donne (60 anni) rispetto a quella degli uomini (65), costituisce (a parere della Corte di Giustizia europea) una discriminazione a scapito delle donne. - aggiungendo - È tuttavia pacifico che, in caso di mancato adeguamento, la Commissione europea aprirà una procedura di infrazione contro l’Italia, con l’applicazione di sanzioni economiche piuttosto ingenti. Non è dunque praticabile l’ipotesi di lasciare senza esecuzione la sentenza".
Inevitabile è arrivata la domanda sull'opportunità di intervenire con una riforma delle pensioni per liberare risorse da dedicare agli ammortizzatori sociali. "Già in campagna elettorale avevamo escluso di intervenire di nuovo sulle pensioni - ha risposto il Premier - anche se c’era un buon motivo per farlo. Il governo Prodi, per tenersi buoni i sindacati, aveva infatti manomesso la nostra riforma per eliminare il cosiddetto “scalone”, con un costo di 10 miliardi di euro per il bilancio pubblico. Si tratta di un onere ingente, del tutto ingiustificato se si pensa che serve per mandare in pensione chi ha appena 58 anni ed ha davanti a sé una aspettativa di vita di almeno altri 20 anni".
Giustizia, processi e intercettazioni sono stati gli argomenti toccati dal Premier all'esplicita domanda sulle eventuali altri riforme che questa crisi può offrire: "È il momento giusto per fare riforme che non incidono drammaticamente sui costi pubblici, come quella della giustizia, del processo civile e di quello penale, oltre che delle intercettazioni telefoniche. Grazie a queste riforme l’Italia potrà avere grandi benefici sul piano della modernità, ma anche sotto il profilo economico".
Entrando nello specifico, Berlusconi ha trattato soprattutto le tempistiche che la nostra Giustizia offre: "Oggi i tempi della giustizia civile sono incompatibili con qualsiasi attività economica. Cinque anni per ottenere un pagamento legittimamente dovuto, altrettanti per una causa di lavoro, otto anni per un fallimento: sono ostacoli che scoraggiano molte imprese straniere a investire in Italia. Per questo abbiamo subito messo mano alla riforma del processo civile, che è già stata approvata da un ramo del Parlamento".
Naturalmente le novità non si fermeranno al processo civile, e come evidenziato dal Premier, con l'inizio del nuovo anno, sarà priorità del Consiglio dei Ministri trattare la delicata riforma per separare gli ordini dei magistrati giudicanti da quelli dei pubblici accusatori: "Gli "avvocati dell’accusa" dovranno avere gli stessi doveri e gli stessi diritti degli avvocati della difesa - ha detto il Premier - solo così il giudice sarà veramente "terzo", con un concorso e una carriera diversa da quella dei pm, e potrà garantire ai cittadini un giusto processo".
Per quanto concerne le indagini, Berlusconi ha aggiunto: "...restituiremo alla polizia giudiziaria il ruolo che aveva sino al 1989 mentre ora l’iniziativa è interamente nelle mani dei pm, che sono di fatto sottratti a ogni controllo, con conseguenze devastanti. Come tutti hanno potuto constatare anche nella recente contesa tra le procure di Salerno e di Catanzaro".
Sul tema scottante delle intercettazioni il Premier ha usato parole ferme e dure, esprimendo, con la frase "teatrino mediatico-giudiziario", lo sdegno per la violazione di un diritto primario dei cittadini come la privacy. "Dovranno essere consentite solo per le indagini riguardanti i reati più gravi, per quelli con pene previste sopra i 15 anni, come il terrorismo internazionale e il crimine organizzato di stampo mafioso. L’abuso delle intercettazioni come reti a strascico per acquisire notizie di reato, mettendo in piazza tutto ciò che si dice al telefono, anche quando non ha alcuna rilevanza penale, dovrà cessare una volta per tutte. Non c’è vera democrazia in un Paese in cui i cittadini non possono esprimersi liberamente al telefono senza il timore di essere intercettati".
Sul tema sindacati, Berlusconi ha espresso parole di apertura, per un dialogo costruttivo con tutte le parti sociali, nessuno escluso, ribadendo altresì un concetto molto chiaro: "Noi andiamo avanti con una regola molto semplice: lo Stato deve fare lo Stato in ogni frangente, non solo sul fronte dei rifiuti comea Napoli e in Campania, ma anche in campo sindacale. Ciò significa che il governo prima illustra le sue proposte alle parti, poi ascolta le loro richieste e alla fine decide. Il ricatto permanente non deve più funzionare".
La tematica sull'evasione fiscale è uno dei problemi più seri che interessano il Premier: "Tutte le stime concordano nel valutare l’economia sommersa intorno al 20 per cento del Pil, cioè 300 miliardi di euro, con un’evasione fiscale annua di circa 100 miliardi. Il fenomeno è diffuso al di là di ogni immaginazione. Di recente mi è stata avanzata l’offerta di acquisto di una pianta rara per il mio parco botanico in Sardegna. Il prezzo era di 50mila euro senza fattura, e di 100mila euro con la fattura. Se si arriva a questo punto di sfrontatezza quando c’è di mezzo il Presidente del Consiglio, significa che questa prassi è ritenuta addirittura normale. Ebbene, penso che il federalismo fiscale ci darà un grande aiuto per sconfiggere questo malcostume, perché i Comuni saranno coinvolti nell’accertamento dei redditi dichiarati. E per molti contribuenti troppo furbi sarà più difficile dichiarare il falso nei confronti di chi conosce il loro stile di vita".
Per quel che riguarda i programmi futuri di politica economica il Premier ha stimato entro il 2012 l’abolizione totale della "carta" nella Pubblica amministrazione, che attualmente costa a ogni cittadino italiano 4.500 euro contro i 3mila e 300 che pagano in media gli altri cittadini europei, digitalizzando ogni pratica ed eliminando di fatto le code agli sportelli, offrendo la possibilità di operare per tutti dalla propria casa o dal proprio ufficio attraverso il computer e internet, dotando ogni cittadino di una casella di posta elettronica per i rapporti con la Pubblica amministrazione.
Berlusconi ha anche parlato del debito pubblico: "...siamo in presenza di un debito pubblico pari al 106 per cento del pil, è una brutta eredità ricevuta dai governi del passato che riuscirono nella straordinaria impresa di moltiplicare per otto volte il debito pubblico al fine di soddisfare le loro clientele".
Rimanendo in tema ha affrontato anche il punto sui parametri di Maastricht: "Stiamo seguendo una linea di politica economica che punta a risolvere i problemi senza creare nuovo debito. Sul piano teorico l’Unione europea si è dichiarata disposta a tollerare uno sconfinamento di un punto dei parametri di Maastricht. Ma questo non sarebbe tollerato per chi, come l’Italia, ha già un debito superiore al proprio Prodotto Interno. Un ulteriore appesantimento di questo debito sarebbe giudicato come un ostacolo per la stabilità dell’euro, che è una moneta comune".
Dopo le parole di stima nei confronti di Sarkozy e nei riguardi dei governi dei maggiori Paesi che, di fronte alla crisi, si sono mossi in modo coordinato, il Premier ha affrontato l'argomento Veltroni e opposizione: "Quando si vuole il dialogo, non si insulta l’interlocutore ogni giorno. Se mi sedessi a un tavolo con chi mi paragona ad Hitler o a Videla, con chi mi accusa di essere fautore di un regime, di non conoscere le regole della democrazia, sarebbe davvero un teatrino ipocrita, assolutamente inaccettabile. Il Veltroni del Lingotto che dichiarò la fine dell’antiberlusconismo, della politica come guerra a una sola persona, è un miraggio che non esiste più, e che forse non è mai esistito. Ora c’è solo un personaggio, sempre meno ascoltato dai suoi stessi compagni di partito, che si è consegnato a Di Pietro e ha fatto propria la sua mentalità giustizialista in un abbraccio che si sta rivelando mortale per il Partito Democratico. Come si è visto bene in Abruzzo, il Pd con la politica dipietrista dell’insulto ha perso molti consensi. Con gente simile, io non potrò mai sedermi ad alcun tavolo. Altra cosa sono i rapporti in Parlamento tra i gruppi. Se l’opposizione dovesse presentare suggerimenti di buon senso nell’interesse del Paese, sono sicuro che la nostra maggioranza non potrebbe che condividerli".
Una dichiarazione sicuramente dura ma realista, che è sfociata nel garantismo trattando il difficile momento del PD con la "tangentopoli rossa": "Ho espresso pubblicamente l’augurio che le accuse si potessero ridimensionare. Non entrerò mai nel merito di accuse che attendono ancora tre gradi di giudizio. So bene per esperienza diretta che certe accuse sollevano grandi polveroni mediatici, per poi finire in niente. Però è certo. La sinistra pensava di essere "diversa", di avere una sorta di monopolio dell’etica. Non è mai stato vero nel passato, non è vero oggi".
Che poi ci sia la possibile mano di Di Pietro dietro alla nuova tangentopoli, il Premier ha glissato così: "So che in Italia ci sono duemila pm fuori da ogni controllo. Affermare che ora sono pilotati da Di Pietro mi sembra una sciocchezza assoluta".
Rimanendo sui temi di politica interna il Premier ha parlato della Lega e sulle possibili divergenze con il leader del partito: "Confermo la mia solida amicizia con Bossi. I giornali, come spesso accade, si sono inventati una polemica che non esiste e hanno messo in contrapposizione una mia dichiarazione sul presidenzialismo con una di Bossi sul federalismo. Non c’è nessun contrasto tra me e Bossi, perché proprio il leader della Lega Nord è stato il primo nel 2002 a dichiarare che il presidenzialismo e il federalismo fiscale sono due facce della stessa medaglia".
Tornando sui temi di politica internazionale è stato inevitabile non citare Barack Obama, ormai prossimo a succedere a George W. Bush, e su quali saranno i rapporti con un uomo molto diverso dal suo predecessore: "La forte alleanza con gli Stati Uniti e la Nato, insieme al fatto che siamo un Paese fondatore dell’Europa unita, sono da sempre i capisaldi della nostra politica estera. Su queste basi penso che l’Italia avrà con la presidenza di Obama un rapporto di collaborazione e di amicizia altrettanto forte di quello avuto con i suoi predecessori Clinton e Bush, che ho conosciuto di persona e con i quali ho stabilito solidi rapporti di stima e di amicizia".
Berlusconi si è congedato con un finale carico di amor nazionale, ribadendo la sua intenzione nel far crescere il Paese al cospetto delle grandi potenze sia europee che mondiali, confidando in una politica democratica che faccia il bene dell'Italia: "La politica non mi affascina. Ma amo l’Italia, il Paese in cui sono nato e cresciuto, il Paese che non desidero sia governato da una sinistra illiberale e colpevole di avere causato gravi ritardi alla crescita della nazione. Per questo svolgo l’attuale ruolo politico e di governo per senso di responsabilità, poiché sono l’unico che può tenere insieme tutte le componenti che si riconoscono nel Popolo della Libertà. Mi auguro che fra quattro anni e mezzo dalle file del nostro partito esca un leader giovane e preparato, pronto a raccogliere un’eredità che sarò lieto e orgoglioso di affidargli, soprattutto se nel frattempo sarò riuscito nell’impresa di ammodernare l’Italia in tutti i comparti, dalla Pubblica amministrazione alla giustizia, dalla scuola alle infrastrutture, e di averne fatto una democrazia moderna e bipartitica, con due grandi partiti in gara per il bene dell’Italia, un presidente eletto dal popolo, una sola Camera legislativa con meno parlamentari e un premier con gli stessi poteri dei suoi colleghi europei".
di Cirdan

GRAZIE E BUON ANNO!


Siamo così giunti al termine del 2008, un anno che sotto molto aspetti sarà ricordato, e difficilmente dimenticato.
E' stato soprattutto l'anno della vittoria, per la prima volta nella storia, di un presidente eletto di colore a stelle e strisce: Barack Obama.
Il "yes we can" è divenuto sicuramente lo slogan dell'anno, anche se, come abbiamo potuto costatare nel pur breve periodo post-elezione, l'aria di cambiamento tanto decantata nella campagna elettorale non ha trovato conferme nelle nomine per la composizione del Gabinetto del prossimo presidente degli Stati Uniti, ribadendo ancora una volta, e se mai ce ne fosse stato bisogno, che l'America e gli americani vengono prima di tutto.
La vera aria, tossica, di cambiamento l'America la respirata con la crisi dei mutui subprime, partendo inizialmente da Wall Street, coinvolgendo i più grandi Istituti di credito del Paese - con il fallimento di Lehman Brothers - e le compagnie di assicurazione, ed espandendosi successivamente come metastasi nel resto del pianeta, toccando tutte le piazze d'affari del globo.
C'è chi ha associato questa crisi alla grande depressione del '29, c'è chi si è espresso in maniera più cauta e fiduciosa, ma di fatto questa crisi mondiale si è cominciata a far sentire, e, pur mostrando tranquillità e speranza, l'anno che seguirà, al momento, non promette nulla di buono.
Gli ultimi eventi di Gaza, che stanno accompagnando questo fine 2008, ci raccontano ancora una volta che la lotta al terrorismo sarà in primo piano.
Nel nostro Paese, politicamente, è stato l'anno della vittoria del Pdl e soprattutto di Silvio Berlusconi e della sua squadra, che sono succeduti al governo dopo la breve parentesi dell'esecutivo Prodi.
La questione Giustizia ci ha accompagnato in tutti i dodici mesi: dagli scandali intercettazioni, agli innumerevoli casi di malagiustizia che hanno colpito il Paese.
E sarà prioritario nell'agenda politica dell'esecutivo, cambiare e riscrivere, una volta per tutte e in maniera giusta e definitiva, la Costituzione, offrendo ad ogni cittadino un giusta giustizia in un giusto processo.
In questo Blog abbiamo affrontato le tematiche su Alitalia e tutto ciò che ne è conseguito, abbiamo ripreso la questione Telecom, abbiamo trattato molte tematiche sociali tra cui il caso di Eluana Englaro, che rappresenta senza ombra di dubbio una vera svolta per tutti coloro che da anni vivono in uno stato vegetativo permanente.
L'Agricoltura è entrata a pieno diretto tra le tematiche espresse, potendo, in futuro, essere di centrale importanza per l'economia del Paese, sia dal punto di vista agroalimentare che in quello floricolo.
Sotto l'aspetto sportivo è stato l'anno delle Olimpiadi di Pechino, riuscite sotto ogni punto di vista, e che hanno visto in Michael Phelps, soprannominato "il cannibale di Baltimora", il vero eroe della manifestazione, recentemente eletto da Sport Illustraded come lo sportivo dell'anno dopo la conquista di ben otto medaglie d'oro e sette primati mondiali nelle discipline acquatiche.
E' stato l'anno della riscossa per Valentino Rossi, che in campo motoristico ha sbaragliato la concorrenza aggiudicandosi l'ottavo titolo mondiale della sua straordinaria carriera.
In ambito calcistico è stato l'anno della Spagna campione d'Europa per nazioni e del Manchester United campione d'Europa e del Mondo per squadre di club.
E' stato l'anno dell'ennesimo tour di Vasco Rossi, che abbiamo seguito e raccontato, essendone fan di lungo corso, sia in questo spazio che nel blog dedicato alla rockstar di Zocca.
E' stato un anno vissuto intensamente insieme a tutti coloro che mi hanno dato modo di crescere, alcune collaborazioni sono nate mentre altre sono terminate, ma ognuna ha, e ha avuto, un ruolo fondamentale per l'informazione che in questo spazio cerchiamo sempre di offrire nella maniera più garantista possibile.
I ringraziamenti vanno allo Ju29ro, sito di controinformazione juventino, che mi ha offerto la possibilità di collaborare con una serie di articoli che hanno affrontato il tema di Calciopoli e del dopo Calciopoli, e anche se oggi tutto questo è terminato porterò sempre dentro un'esperienza dai forti contenuti umani.
Ringrazio il sito de "il legno storto", quotidiano on-line di informazione che tratta l'attualità, gli interni, gli esteri, l'economia, la cultura, che mi ha dimostrato stima e fiducia nella persona di Marco Cavallotti, facendo nascere con molta passione e dedizione una seria, interessante e, speriamo duratura, collaborazione.
Ringrazio Chorse, sito on-line dedicato completamente all'Ippica e nel quale collaboro come pronoman, che nonostante la crisi del settore che si è protratta in uno sciopero lungo oltre un mese, ha avuto la forza e il coraggio per andare avanti ed offrire ad adetti ai lavori ed appassionati la solita grande e qualitativa informazione.
Un ringraziamento di cuore va al Lana del Rio fan club, che ha pubblicato un mio articolo nella home page per rendere omaggio alla campionessa del trotto italiano, augurandoci già dal prossimo anno che possa seguire le orme di papà Varenne.
Pur non avendo nessuna collaborazione ringrazio, per la grande qualità e la professionalità, Christian Rocca e il suo Blog Camillo, per l'indiscussa capacità di raccontare il mondo a stelle e strisce; L'Opinione delle Libertà di Arturo Diaconale, per l'immenso lavoro di informazione di ogni singolo collaboratore; Carlo Panella, per offrire quotidianamente, attraverso la sua grande penna, l'esperienza sul mondo mediorientale e non solo.
Un ringraziamento molto particolare è dedicato a Davide Giacalone, pubblicista e collaboratore per L'Opinione di Arturo Diaconale e Libero di Vittorio Feltri, che mi ha offerto, attraverso la sua penna, una visione più completa per comprendere tematiche che hanno variato dalla politica all'economia, dalla giustizia al sociale, e, con il passare dei mesi, dimostrandosi persona eccezionale sotto l'aspetto umano.
Un altro ringraziamento particolare è dedicato all'amico "Kaos", coordinatore dell'associazione di GLMDJ (giùlemanidallajuve), con il quale ho avuto il piacere di scrivere a quattro mani e che mi ha spronato nel proseguire questa avventura.
Ringrazio anche il Sole24Ore per avere offerto una sempre e puntuale informazione sull'andamento borsistico.
Il Blog, che da oggi si vestirà con un nuovo logo, anche nel 2009 continuerà l'attività di informazione, le collaborazioni attive proseguiranno e di nuove ne potrebbero nascere, cercando di offrire sempre una corretta e garantista versione dei fatti.
L'ultimo, ma non ultimo, e doveroso ringraziamento va a tutti voi che quotidianamente seguite queste pagine, e con la speranza di offrirvi un servizio qualitativamente sempre all'altezza vi auguro un buon 2009, fatto di salute, gioia e belle cose.

Con affetto e stima,

Cirdan

martedì 30 dicembre 2008

E ORA CHE FARA' HEZBOLLAH?

L'esercito libanese, nel giorno di Natale, ha rinvenuto nel sud del Libano, nell'area di operazioni del contingente italiano dell'Unifil (la missione Onu schierata a ridosso della Linea Blu di demarcazione con lo Stato ebraico), otto razzi, senza innesco, tra "Katiuscia" e "Grad", dalla gittata massima di 20 chilometri, puntati verso Israele assieme alle loro rampe di lancio e collegati ad un timer.
Il ritrovamento è avvenuto nella zona costiera di Naqura, in un campo coltivato a circa 5 chilometri dal confine con Israele. Una fonte militare libanese ha precisato, a condizione dell'anonimato, che "i razzi non erano pronti a esser lanciati, mancava l'innesco ed erano solo puntati per il lancio". Le fonti Unifil hanno preferito non trarre conclusioni, assicurando però una intensa azione di controllo in tutta l'area, nota per essere nelle mani dal movimento sciita libanese Hezbollah.
A fine novembre il quotidiano al Hayat ha pubblicato un rapporto dell’intelligence israeliana sulle reali forze militari di Hezbollah, le quali avrebbero svolto le prove generali di un futuro attacco allo Stato ebraico in una gigantesca esercitazione militare condotta giusto a Sud del fiume Litani. Nelle colonne del quotidiano si leggeva di missili a lungo raggio Zelzal calibro 600 millimetri, di fabbricazione iraniana e con una gittata di 250 chilometri, nascosti nella Valle della Beqaa e nelle regioni vicine al fiume Litani, nel Sud del Paese dei Cedri. Inoltre il movimento sciita avrebbe nel suo arsenale razzi anti-nave C-802, con una gittata di 120 chilometri, missili a medio raggio, Fajr-3 e Fajr-5, di fabbricazione siriana, con calibro di 220 e 302 millimetri.
Intanto ieri è stata un'altra giornata di mobilitazione in Libano organizzata da Hezbollah per sostenere Hamas a Gaza ed esprimere la rabbia contro Israele. Hassan Nasrallah, davanti all’enorme folla radunata in una delle piazze a sud di Beirut, roccaforte di Hezbollah, ha dichiarato "Siate pronti ad eseguire ogni ordine", aggiungendo "Se gli israeliani mettono in atto un’operazione terrestre contro Gaza, allora cominceranno a perdere".
Inutile nascondere la tensione che si sta respirando in Libano, soprattutto dopo le dichiarazioni rilasciate domenica sera dal capo di Hezbollah in un messaggio televisivo diffuso non solo da Al Manar, il canale dell’organizzazione, ma anche dalle altre reti libanesi.
La dura condanna per l’atteggiamento di alcuni paesi arabi che "dimostrano una vera e propria collaborazionismo con Israele", e la indicazione esplicita del Cairo, chiamando gli egiziani ad esercitare pressioni sul loro governo affinché "acqua, cibo, aiuti ma anche armi" possano arrivare a Gaza attraverso il confine dell’Egitto con il territorio palestinese, in mano ad Hamas dal 2006, hanno portato il ministro degli Esteri egiziano Ahmed Abul Gheit, in visita in Turchia, a definire una "dichiarazione di guerra" le parole di Nasrallah.
Come giustamente sottolineato da Carlo Panella, Hamas, come Hezbollah, come l’Iran degli ayatollah (incluso il riformista Khatami, fervente sponsor di Hamas), come la Siria, rivendicano la "missione" di "eliminare Israele dalla faccia della terra", ma per farlo devono convincere la umma musulmana che le armi sono l’unico mezzo e che i governi arabi che propugnano i vari "piani Fahad" sono imbelli traditori.
La conferma arriva dalle proteste continue dalle piazze del mondo arabo, che si stanno svolgendo anche in questi giorni al Cairo, a Beirut, ad Amman, a Tripoli, dove il presidente egiziano, Hosni Mubarak, si sente dare del traditore.
Proprio il leader di Hezbollah, uno dei principali accusatori, sta invitando gli egiziani a ribellarsi contro Mubarak, con l'esplicita accusa di "secondino" di Israele, perché tiene chiuso il confine con Gaza - difeso da 10.000 guardie armate - contribuendo a schiacciare economicamente Hamas e ad affamare i palestinesi.
Mancano ancora 21 giorni all'insediamento di Barack Obama nella stanza ovale, e queste dichiarazioni ci devono far porre una domanda: ci sarà ora un'escalation militare contro Israele da parte di Hezbollah?
di Cirdan

ABERRANTE

"La Corte pur valutando la scelleratezza e l’odiosità del fatto commesso in danno di una donna inerme e da un certo momento in poi esanime, con violenza inaudita, non può non rilevare che sia l’omicidio che la violenza sessuale, limitata alla parziale spoliazione della vittima e ai connessi toccamenti, sono scaturiti del tutto occasionalmente dalla combinazione di due fattori contingenti: lo stato di completa ubriachezza e di ira per un violento litigio sostenuto dall’imputato e la fiera resistenza della vittima. In assenza degli stessi, l’episodio criminoso, con tutta probabilità, avrebbe avuto conseguenze assai meno gravi".
di Cirdan

ISRAELE RISCHIA A NOME DI TUTTO L'OCCIDENTE

Gaza non è un problema del solo Israele, Hamas padrona di Gaza è un pericolo per tutto il mondo, ma Israele è lasciato solo a contrastare il virus jihadista di Hamas.
Non è la prima volta, non sarà l’ultima che gli ebrei sono lasciati soli a contrastare un insorgenza nazista. E’ già successo a Varsavia; già nel 1948 e nel 1956 e nel 1967.
Pure, basta leggere la stampa araba, per capire che Hamas a Gaza è una minaccia jihadista mortale per tutti i paesi arabi. Basta guardare la ferocia con cui la guardia di frontiera egiziana tiene alla larga il palestinesi che vorrebbero lasciare Gaza, per capire che Hosni Mubarak – e con lui re Abdullah dell’Arabia Saudita - sono ben contenti che Israele – al solito - faccia quel "lavoro sporco" che loro per imbelle ignavia non sanno fare: contrastare e combattere l’Internazionale del jihad che ha nell’Iran il suo caposaldo e in Hamas a Gaza la sua testa di ponte sul Mediterraneo.
Solo la congenita viltà dell’Europa unita, può fingere che Gaza sia problema degli ebrei di Israele e non della sua stessa sicurezza, può far fingere di non vedere che Hamas è parte della strategia dell’atomica iraniana.
Solo una diplomazia mondiale ormai indefinibile, alla pari con l’intellighenzjia progressista più sterile della storia, può pensare che sia ancora possibile, a Gaza, lo schema "pace in cambio di territori".
Hamas incarna la negazione assoluta di quella prospettiva, e l’ha dimostrato ad un mondo che non vuole prenderne atto, perché allora dovrebbe agire e reagire. Hamas ha avuto il territorio di Gaza e l’ha usato non per implementare una trattativa che l’avrebbe vista trionfante nel 2006, ma per spiegare a tutto il mondo che la sua strategia è il jihad, versione Ahmadinejiad, e il suo fine ultimo è la distruzione di Israele, nel nome di un "Uomo nuovo islamico", che mette i brividi, lo stesso che condanna a morte le bimbe che vanno a scuola a Kabul.
Hamas ha sempre rifiutato di riconoscere il diritto a esistere di Israele e ha estirpato da Gaza tutti i palestinesi che intendevano perseguire la politica di "pace contro territori".
Dal giugno del 2007, dalle stragi di palestinesi compiute da palestinesi, dal "golpe di Hamas" denunciato da Abu Mazen, tutto il mondo arabo sa, tutta l’Europa sa, che Gaza è in mano ad un partito che predica l’odio jihadista, che vuole distruggere Israele e abbattere tutti i regimi arabi, in piena sintonia con i deliri della rivoluzione iraniana diretta dall’ayatollah Khamenei.
Ma, a fronte dell’evidenza del pericolo universale costituito dai deliri di Hamas, i paesi arabi hanno solo saputo erigere una frontiera di ferro attorno a Gaza (ricordate i palestinesi morti per mano dei mitra egiziani?) e proporre inutili trattative di pace tra Abu Mazen e Hamas. Trattative che Hamas ha sabotato proprio quando ha iniziato a lanciare razzi su Israele. L’Europa ha fatto di peggio, ha mandato un Tony Blair nella veste del costoso e inutilissimo mediatore a fare finta che si possa ancora parlare di "Pace contro territori", ipocritamente e falsamente sostenendo che un accordo tra Abu Mazen e Israele risolverebbe il "problema Hamas".
Ma Hamas ha come obbiettivo prioritario quello di impedire l’accordo tra Gerusalemme e Ramallah, in una continuità di ormai 80 anni con quell’Ezzedin al Kassem che combattè negli anni venti agli ordini del filonazista Gran Muft’, contro i palestinesi Nashashibi che invece cercavano l’accordo con i sionisti.
Il mondo intero – Usa esclusi - ha fatto finta che dei nazisti islamici di Hamas si dovesse occupare solo Israele. E Israele se ne occupa. Come può. Come deve.
di Carlo Panella

HAMAS HA VOLUTO QUESTA GUERRA...

...per imporre la legge del jihad
Con Gaza insanguinata, quante possibilità vi sono di un accordo tra Siria e Gerusalemme sul Golan?
E quante che Abu Mazen possa credibilmente prolungare il proprio mandato presidenziale che scade il 9 gennaio, in quanto leader de facto di tutti i palestinesi?
Infine, quante possibilità ha ora Barack Obama di giocare carte nuove, di imporre una logica di svolta in Medio Oriente?
Le ovvie risposte negative a queste domande, spiegano perché Hamas abbia voluto imporre a Israele, quasi con pignoleria, l’obbligo di questa risposta ai suoi attacchi iniziati 45 giorni fa.
Dal 6 novembre sorso a oggi, sono infatti più di 500 i razzi delle Brigate Ezzedin al Kassem tirati da Gaza contro le città israeliane di Ashkelon e Sderot. Pioggia di morte iniziata dopo che il 5 novembre scorso, un’azione dell’esercito israeliano aveva bloccato la costruzione di un tunnel che doveva servire a replicare l’azione in cui nel 2006 era stato rapito il caporale Shalit (5 i miliziani di Hamas uccisi). Da allora, Hamas non si è limitata a sparare razzi: innanzitutto ha fatto saltare l’accordo di pacificazione con al Fatah di Abu Mazen – mediato dall’Egitto - che doveva porre fine alla guerra civile palestinese. Poi, ha vanificato tutti i tentativi di Israele di evitare una risposta armata, prolungando la tregua siglata il 19 giugno scorso.
Nonostante l’annuncio di Khaleed Meshal della fine definitiva della tregua, Israele ha atteso ancora, ma i 200 razzi caduti dal 19 dicembre a ieri sulle due città non hanno lasciato altro spazio se non ad una risposta inflessibile.
Risposta che tutto il mondo sapeva inevitabile e che nessuno – per prima l’imbelle comunità europea guidata da Sarkozy - ha fatto nulla per evitare, offrendo a Israele una alternativa all’essere bersaglio della violenza di Hamas.
Risposta condivisa invece dalla Casa Bianca, che si è limitata a chiedere che "si evitino vittime civili", non criticando quella "sproporzione" nell’uso della forza che viene rimproverata a Israele da governi europei senza vergogna per la propria cinica impotenza.
Vittime civili, peraltro, scientificamente volute proprio da Hamas che – anche dopo il preavviso del raid da parte di Israele - ha usato come sempre donne e bambini come scudi umani a vile protezione dei propri leader, come Ahmed Jaabari, capo delle Brigate al Kassem, ucciso nel raid, assieme al capo della polizia di Gaza.
Nel complesso, è facile vedere come quanto succede oggi a Gaza, sia perfettamente inserito nel disegno strategico delineato nei suoi deliranti auguri di Natale da Ahmed Ahmadinejad che Channel Four ha voluto far giungere al pubblico inglese. Hamas, come Hezbollah, come l’Iran degli ayatollah (incluso il riformista Khatami, caldo sponsor di Hamas), come la Siria, rivendicano la "missione" di "eliminare Israele dalla faccia della terra".
Per farlo, devono convincere la umma musulmana che le armi sono l’unico mezzo e che i governi arabi che propugnano i vari "piani Fahad" sono imbelli traditori. Oggi a Gaza, domani in Libano.
di Carlo Panella

lunedì 29 dicembre 2008

MILANO TROTTO - 30 DICEMBRE 2008

Siamo così giunti all'ultimo appuntamento dell'anno con il trotter milanese, un anno passato tra grandi appuntamenti e lo stop imposto dallo sciopero della categoria per ridare all'ippica nostrana un senso e soprattutto un futuro.Solo il nuovo anno ci dirà se, crisi permettendo, quest'ippica avrà la forza, lo spirito e soprattutto le risorse per andare avanti, per puntare sulla qualità, programmando con oculatezza, perchè la passione degli addetti ai lavori e di tutti coloro che vivono questo sport possa non smettere mai di esistere.Ma occupiamoci nei dettagli di questo ultimo convegno, che avrà come gran finale l'appuntamento con la tris.
PREMIO VERNO - Metri 1600 € 13.200,00 per cavalli indigeni di 2 anni non vincitori di € 12.000,00 in carriera, nè di € 5.000,00 dal 01/11/2008.
Magnifico del Rio rimane sulla convincente vittoria sul doppio chilometro torinese, e oggi andrà per il bis. Magic's Club ha qualità e sarà seguito al betting, così come Mamma Mia Pant. Morwen Baba rientra ed è da tenere d'occhio, così come Miglio, che alza il tiro ma rimane sulla super prestazione di due settimane fa, quindi occhio.
PREMIO FESTIVALINA - Metri 1600 € 9.900,00 per cavalli indigeni di 4 anni e oltre cat.D.
Ilias Ors ha vinto e convinto nelle due ultime uscite e oggi va per il tris. Per Giant Demon si scomoda PG. Gladiatore Om ha numero perpiazzarsi. Occhio a Especial dei Fab, cauto al rientro e forse già pronto per un numero.
PREMIO FOURRIER - Metri 1600 € 13.200,00 per cavalli indigeni ed esteri di 4 anni e oltre cat.B-C. Corsa Internazionale.
Frullino Jet in questo contesto vale 3/5: numero, condizione e soprattutto quel parziale sparato negli ultimi 400 metri faranno vincere la seconda a seguire al figlio di Pine Chip. Galahad Ram non parte comunque battuto, ma dovrà giocarsela bene tatticamente. Flor d'Oranges Ans con l'1 non può non piazzarsi. Glamour di Azzurra è in forma.
PREMIO SAN SILVESTRO - Metri 1600 € 15.400,00 per cavalli indigeni di 3 anni non vincitori di € 60.000,00 in carriera nè di € 14.000,00 dal 01/11/2008 ma vincitori di € 10.000,00 in carriera.
Like di Poggio sta letteralmente volando, arriva da tre a seguire con ancora in mano qualcosa. Legend Kronos l'alternativa e probabilmente il match sia in pista che al betting. Love Inside per chi cerca una buona quota di piazza. Il miglior Lampione potrebbe accendere una quota interessante, al pari di Lotar Bi, bene ma non benissimo la settimana scorsa. Si rivede, con piacere, Larry Bird.
PREMIO CALANDRELLO - Metri 1600 € 8.030,00 per cavalli indigeni di 2 anni non vincitori di € 5.000,00 in carriera, nè di € 2.500,00 dal 01/11/2008.
Memory ha ben debuttato dalla seconda fila e nella compagnia, se si ripete, ha chance corpose. Maluenda in prima fila potrebbe a sua volta rendersi intangibile. Morandi un piazzato di quota. Marea As, Majestic Om e soprattutto Mister Caf le alternative.
PREMIO FLORIDORO (A reclamare) - Metri 1600 € 6.820,00 per cavalli indigeni di 3 anni non vincitori di € 5.000,00 dal 01/11/2008 a reclamare per € 20.000,00.
Loren Om ha corso discretamente due settimane fa, per contare sulla vittoria deve essere più incisiva. Laisa Vald di concretezza ne ha molta e sembra pronta per tornare ad assaporare il palo. Larsen Jet ha del potenziale così come Look Grif. Occhio a Lovely Fame.
PREMIO NELUMBO (Gentleman drivers) - Metri 1600 € 7.480,00 per cavalli indigeni di 4 anni e oltre cat.F. Oggetto offerto dal G.D. Club Lombardia al Gentleman vincitore.
Sarà la prima volta per Island Kronos? Potrebbe essere vista la forma discreta. Iina Grif è rientrata con due r.p., Ganimette è in forma e potrebbe mettere tutti daccordo. Gerba di Casei ha corso molto bene la settimana scorsa e in sulky sale il "Principino". Occhio a Gaufrè.
PREMIO GIORGIO MILIANO -TRIS- (Handicap Invito) - Metri 2620/2640 (Nastri) € 20.900,00 Dot. ordinaria € 6.600,00 Dot. Tris 14.300,00 per cavalli indigeni ed esteri di 4 anni e oltre. Corsa Internazionale. Oggetto offerto dalla Fam. Miliano al proprietario del vincitore.
Diciotto i soggetti al via che si incalaneranno in tre nastri per una maratona che si preannuncia di difficile lettura e probabilmente, anche per questo, molto spettacolare.
In prima fila saltano all'occhio tre soggetti, che avranno, per differenti qualità, un ruolo importante per lo svolgimento, nel primo miglio, dell'intera corsa.
Deep Bi corre spesso in questi contesti, sa girare svelto e seguire con profitto qualunque andatura, sarà di conseguenza da non escludere nei sistemi a più ampio raggio.
Corsaro Zn ha dalla sua una buona qualità di base, nonostante gli anni siano passati anche per lui, e soprattutto la miglior guida in queste particolari condizioni.
Dedo d'Alfa nell'ultimo anno non ha dato continuità al suo score, vincendo solamente in due occasioni, ma in questa circostanza trova schema ad hoc per potersi esprimere compiutamente e, a corsa lineare, contare anche per vincere.
Chiudendo il primo nastro inseriamo nei papabili Irucer Mo, bene a Tor di Valle e periziato tutto sommato in maniera ottima.
Il black horse è senza ombra di dubbio Iniziale, anch'esso straperiziato. Se dovesse prenderla giusta, con il nastro di vantaggio sui soggetti più qualitativi, potrebbe essere lo "scappato" della contesa.
Scendendo di un nastro troviamo Giglio, pluripiazzato in tris e con la super guida di PG che, e qui si potrebbe scommettere ad 1/5, vorrà chiudere il sipario del 2008 con il frustino al cielo.
Il Killer Gar nelle sue 23 uscite non è mai andato fuori dal marcatore e considerandone la forma non stupirebbe vederlo lottare per qualcosa di importante.
Guida America a fine novembre dominò un tris simile, in posizione più congeniale, e potrebbe tranquillamente ripetersi.
Ele Code arriva direttamente dalle Royal Mares con una prova opaca, nel contesto ha senz'altro bisogno di eventi favorevoli, ma la qualità per ben figurare c'è tutta.
Firelight nella tris sopramenzionata di Guida America fece uno sproposito partendo da identica posizione, poi un passaggio a vuoto a Trieste, ma oggi tornerà combattivo come sempre, e non è da escludere un suo inserimento.
Ho lasciato per ultimo il mio favorito: Golden Eyes Canf.
Dopo il tentativo nell'Inverno, peraltro discreto, ha corso altre due volte sulla pista sul miglio, portando avanti la condizione, vista in netto spolvero proprio la settimana scorsa. Ultimo per gran parte del percorso ha sciorinato un robusto ultimo mezzo miglio, con chilometro finale sul piede del 1.12.5, in uno schema non proprio preferito.
Fosse quello "francese" probabilmnte non avrebbe avuto una perizia così ad hoc, ma considernadone la forma in ascesa non stupirebbe, vista la duttilità sul doppio giro e mezzo, vederlo vincere.
Per quest'ultima tris all'ippodromo di San Siro proviamo un sistema con due cavalli piazzati con dieci.
Detto di Golden Eyes Canf, l'altro soggetto a cui mi affido è Firelight, confidando, in caso di prnostico favorevole, in una discreta quota per aprire una buona bottiglia la notte del 31.
Chiusura d'anno in grande stile, con un convegno molto ben riuscito e ricco di notevoli spunti tecnici e tattici.
Dandovi l'ormai consueto in bocca al ferro di cavallo, saluto tutti voi augurando ad ognuno di trascorrere, con amici e magari parenti, una festosa serata di capodanno, sperando che il nuovo anno regali a tutti noi salute e gioia.
Un saluto e non dimenticate che il trotter milanese riaprirà i cancelli proprio il primo dell'anno, sperando che tra brindisi e ore piccole le tribune non rimangano vuote.
di Cirdan

domenica 28 dicembre 2008

IL GARANTISMO PER GLI AMICI

In una intervista al Riformista l'ex presidente della Regione Abruzzo Ottaviano Del Turco, a proposito dei suoi ex compagni del Partito democratico, ha dichiarato: «Quelli del Pd sono garantisti a corrente alternata.
Un garantista vero solidarizza innanzitutto con i nemici. Difendere gli amici è un'altra cosa: si chiama complicità ». Il commento di Del Turco stigmatizza le evidenti contraddizioni dei vertici del Partito democratico di fronte agli sviluppi delle inchieste giudiziarie che riguardano propri esponenti. La scarcerazione del sindaco di Pescara Luciano D'Alfonso ha spinto Walter Veltroni, per la prima volta da quando è segretario di quel partito, a prendere duramente le distanze dall'azione dei magistrati («fatti gravissimi», ha detto a proposito dell'inchiesta di Pescara) e ha anche obbligato il ministro- ombra della Giustizia Lanfranco Tenaglia ad accorgersi del fatto che «polizia e magistratura devono riscoprire una cultura delle indagini che si è troppo appiattita sulle intercettazioni» (verrebbe da dire: ben arrivato tra noi, onorevole). Ne è conseguita, e anche questa è una novità, una presa di posizione polemica dell'Associazione Nazionale Magistrati nei confronti della leadershipdel Partito democratico.
Che cosa significa tutto ciò? Che stiamo per assistere a uno spettacolare cambiamento di rotta del Partito democratico, alla fine del suo abbraccio (mortale) con Di Pietro, a una disponibilità a rompere finalmente con il «partito giustizialista» e a sedersi a un tavolo con la maggioranza per discutere seriamente di riforma della giustizia? È improbabile. Per due ragioni. La prima è che settori rilevanti del partito giustizialista si trovano all'interno del Partito democratico e occupano posizioni dirigenziali di rilievo. È falso che il giustizialismo sia appannaggio del solo partito di Di Pietro. L'alleanza elettorale con Di Pietro è stata fatta anche perché esistevano forti affinità ideologicoculturali fra i due partiti in materia di giustizia. È probabile che in questo momento, nelle stanze chiuse del Partito democratico, siano in corso scontri duri fra dirigenti di diverso orientamento.
La seconda e più importante ragione ha a che fare con le caratteristiche di porzioni rilevanti di iscritti e anche dell'elettorato del Partito democratico. Un paio di settimane fa un'associazione di area composta da giovani sotto i trenta anni ha incalzato il Partito democratico sulla cosiddetta «questione morale». Era solo il sintomo di un problema ben più ampio. C'è un'intera generazione di giovani politicamente attivi la cui «socializzazione primaria» alla politica è avvenuta a seguito degli eventi provocati dalla vicenda di Mani pulite. Questa generazione, nata dopo il crollo delle antiche ideologie, è cresciuta credendo fermamente in tre dogmi. Per il primo dogma, l'Italia sarebbe il Paese più corrotto della Terra o giù di lì. Per il secondo, l'etica è il solo metro di giudizio della politica e i «valori» (etici) vanno contrapposti agli «interessi » (sempre sordidi, per definizione). Ciò basta a spiegare perché tanti di questi giovani risultino poi sprovvisti degli strumenti necessari per pensare politicamente.
Per il terzo dogma, infine, i magistrati (mi correggo: i pubblici ministeri) sarebbero cavalieri senza macchia, angeli vendicatori che combattono eroicamente il Male della corruzione. Si aggiunga il fatto che tanti di questi giovani sono privi, causa il cattivo funzionamento di molte scuole, di buone conoscenze storiche, e il quadro è completo. Il successo che riscuotono i libri ispirati al moralismo giustizialista è perfettamente spiegabile. Occorrerebbero, da parte dei vertici della politica, grande capacità pedagogica, solide risorse culturali e disponibilità a un lavoro di lunga lena per dare a questi giovani strumenti di orientamento politico meno labili, meno inconsistenti.Ecco perché è improbabile attendersi dal Partito democratico svolte in materia di giustizia. Anche a costo di negare l'evidenza. L'evidenza è rappresentata da uno squilibrio dei poteri così forte da intaccare , come ha scritto Peppino Caldarola (sempre sul Riformista) la sovranità popolare. Il sindaco di Pescara, come, prima di lui, il presidente della Regione Del Turco, si è dovuto dimettere, non a seguito di una condanna da parte di un giudice al termine di un regolare processo, ma a causa dell'inchiesta di un procuratore. Con tanti saluti alla presunzione di non colpevolezza, e anche alla democrazia rappresentativa.
dal Corriere.it

sabato 27 dicembre 2008

MILANO TROTTO - 28 DICEMBRE 2008

Nella domenica che si presenta senza il Calcio, San Siro trotto ha deciso di aprire la riunione di corse all'insolito orario delle 12:00!Ad ognuno le proprie conclusioni.
Tant'è che questo penultimo appuntamento dell'anno vedrà al via ben 109 soggetti spalmati sulle canoniche otto corse, in una giornata che, sorprese eventuali, vivrà di scarsi risvolti tecnici.
PREMIO ROMANTIQUE - Metri 1600 € 6.820,00 per cavalli indigeni di 2 anni non vincitori di € 2.000,00 in carriera, nè di € 1.000,00 dal 01/11/2008.
Madrileno e Maidiremai Barb in prima fila si divideranno l'orientamento del betting, Marlon Om farà da terzo incomodo. Occhi al "bareggino" Master Mind Dvm.
PREMIO QUISPIANE - Metri 1600 € 5.940,00 per cavalli indigeni di 3 anni non vincitori di € 10.000,00 in carriera, nè di € 2.000,00 dal 01/11/2008.
Ludwine ha corso spesso con profitto dimostrando gamba e parziali, al pari di Lustig Dvm. Lancer Va in questi contesti dimostra sempre di valere i migliori. Libero Trgf ha cambiato training e va visto sgambare. Loyd Wf non va trascurato.
PREMIO LADOGA (Categ.a reclamare) - Metri 1600 € 5.170,00 per cavalli indigeni di 4 anni e oltre cat.F a reclamare per € 9.000,00.
Gogol Rl a reclamare fa sempre il suo effetto e sarà un favorito. Futuro Rivarco rientra e va visto sgambare, mentre Flipper e Gaggiolo Inn saranno determinati per lo schema.
PREMIO MANIPUR (A reclamare) - Metri 1600 € 6.600,00 per cavalli indigeni di 2 anni non vincitori di € 1.500,00 dal 01/11/2008 a reclamare per € 15.000,00.
Mimì ha numero e mezzi per fare sua questa contesa. Degli altri Mirage Nor dovrà sopperire alla seconda fila cos' come Maezzaluna Hbd. Occhio con il numero uno a Magica.
PREMIO ESTROSA (Gentleman propr.-A reclamare) - Metri 1600 € 4.730,00 per cavalli indigeni di 4 anni e oltre non vincitori di € 1.500,00 dal 01/11/2008 a reclamare per € 6.000,00. Corsa riservata ai GD con cavalli di proprietà. Oggetto offerto dal G.D. Club Lombardia al Gentleman vincitore.
Difficile. Fabiano Sem ha dalla sua la guida del "Principino", Iacob del Ronco si sta esprimendo discretamente nel periodo. Gabbiano è andato forte l'altro giorno con finale ad effetto ed anche oggi dovrà attendere gli eventi. Gershwin Bigi se la prende giusta può fare male a molti.
PREMIO DIVORZIO (A reclamare) - Metri 1600 € 4.510,00 per cavalli indigeni di 4 anni non vincitori di € 1.500,00 dal 01/11/2008 a reclamare per € 6.000,00.
Ipsum del Borgo ha mezzi che solitamente non riesce ad esprimere, Ibisco Holz è reduce da una buona performance. Image Car può scivolare in avanti e dire "bye bye" a tutti. Iaia Diamond qualcosa ha combinato.
PREMIO FAUNO (A reclamare) - Metri 1600 € 5.060,00 per cavalli indigeni di 4 anni e oltre non vincitori di € 2.000,00 dal 01/11/2008 a reclamare per € 8.000,00.
Nelle reclamare Floriano Rek è più che una certezza e dopo l'ottima ultima lo eleggiamo favorito. Campione di Mar l'alternativa considerandone i mezzi. In prima fila ci stanno Granatina Rex e Ispanico Dvm, mentre Game Bol Wise nella categoria può contare. Occhio a Focus Grif, qualitativamente in grado di fare un canter.
PREMIO FRECCIA DEL SUD (A reclamare) - Metri 1600 € 5.060,00 per cavalli indigeni di 3 anni non vincitori di € 2.500,00 dal 01/11/2008 a reclamare per € 12.000,00.
Lohar Tur lo abbiamo apprezzato martedì mentre girava di fuori a Like Fast Sfa, oggi ci riprova con fondatissime speranze. Leading Cristal ha corso discretamente in un mattinè torinese, Lince Roc sembrerebbe in forma. Livrio Cam appartiene alla ditta del Bar-Cast e vista la qualità in pista va tenuto d'occhio. La Bibbina per una piazza.
In una domenica che non resterà sicuramente negli annali come una giornata da brividi (freddo escluso) e spunti tecnici, do il solito in bocca al ferro di cavallo agli appassionati dando appuntamento a mertedì 30 per l'ultima riunione del 2008.
di Cirdan

AHMADINEJAD PARLA AGLI INGLESI

Stavolta il Presidente Ahmadinejad ha davvero superato se stesso. La sera del 24 dicembre il suo volto è sbucato dagli schermi di Channel4, noto canale inglese, ed il suo discorso ha fatto concorrenza a quello tradizionale della Regina. Un discorso alquanto inquietante, considerando che gli auguri ed i complimenti ai “seguaci di Cristo” vengono dal presidente di un paese nel quale la conversione dalla religione musulmana a quella cristiana viene punita con la pena di morte.
Naturalmente la questione ha sollevato roventi polemiche in Inghilterra, mentre da noi poco più di un trafiletto. La cosa non stupisce più di tanto, visto che ormai l’argomento Iran sembra essere scomparso dall’attenzione generale. Come dire, non fa più notizia, non interessa. Forse ciò è dovuto anche al fatto che il mondo sembra sospeso in attesa dell’insediamento del nuovo presidente americano, ma purtroppo nel frattempo non tutto si è fermato. Il programma nucleare iraniano, ad esempio, continua il proprio vorticoso sviluppo approfittando del momento di distrazione generale e nel silenzio pressoché assoluto dei media, ed anzi, accelera ulteriormente, come testimonia anche l’ultimo rapporto dell’AIEA che denuncia il raggiungimento di quota 630 kg di uranio arricchito, una quantità sufficiente per costruire un ordigno nucleare.
Persino l’offerta del presidente eletto Obama che ha garantito un “ombrello nucleare” ad Israele in caso di attacco iraniano, non ha fatto notizia, sebbene contenga un messaggio decisamente preoccupante. Se da un lato, infatti, la notizia potrebbe essere presa in forma rassicurante (per Israele), dall’altro sembra indicare che la nuova amministrazione americana si avvia ad accettare la minaccia nucleare iraniana. Come ha giustamente rilevato Michael Leeden, Freedom Scholar alla Foundation for Defense of Democracies di Washington, “invece che sulla prevenzione la politica americana sembra voler puntare sulla deterrenza”. Ma la deterrenza che ha funzionato con l’Unione Sovietica difficilmente potrà funzionare con l’Iran. Le differenze tra i due scenari, infatti, sono notevoli, specie per il fatto che il regime di Teheran è guidato da una Guida Suprema, un Ayatollah, cioè una figura religiosa, messianica, che ha l’obiettivo di esportare nel mondo la rivoluzione islamica e a qualunque costo, dato che la morte è vista come il compimento della volontà del Profeta.
Di fronte ad un avversario del genere, occorre che l’Occidente riprenda in mano quanto prima il dossier nucleare iraniano, perché più il tempo passa più si avvicina l’eventualità che ci si trovi di fronte ad un terribile bivio: accettare un Iran dotato dell’arma atomica o iniziare una guerra contro il regime di Teheran. Per evitare di trovarsi di fronte a questo terribile dilemma occorrerebbe intervenire più decisamente con nuove sanzioni e, soprattutto, affiancarle ad un’attività decisa di appoggio alla popolazione (la società iraniana è ancora fortemente vitale). L’unica speranza, insomma, è che la fortissima crisi economica che ha investito il paese, porti la popolazione, appoggiata dall’Occidente, a ribellarsi al regime degli Ayatollah, ponendo fine a trent’anni di oscurantismo islamista.
Anche per questo l’idea di instaurare negoziati senza precondizioni sarebbe assolutamente negativa, perché non farebbe altro che accreditare il decrepito regime iraniano agli occhi dei propri cittadini, le cui aspirazioni verrebbero definitivamente frustrate. E’ giusto che gli iraniani lottino per riconquistare la libertà di cui hanno diritto, ma si decideranno a farlo solo se apertamente appoggiati dall’Occidente, e dall’America innanzitutto. Oggi più che mai risultano d’attualità le parole del Presidente Reagan, che in un famoso discorso, disse “più di tutto dobbiamo capire che non esiste alcuna arma in nessun arsenale del mondo così formidabile come la volontà ed il coraggio di uomini e donne libere”. Il nostro compito è aiutare gli iraniani a riconquistare la propria libertà realizzando un rivoluzione democratica, prima che sia troppo tardi.

ANIMA E PORTAFOGLI

La prima conta delle festività natalizie all’insegna della recessione è accompagnata dalle voci preoccupate e preoccupanti del Codacons. Secondo l'associazione i consumi a Natale sono scesi del 20% e con i saldi andrà peggio: meno 30%.
Negli Stati Uniti non è andata meglio. Una ricerca di Spending Pulse, il servizio di monitoraggio delle vendite retail di Mastercard, ha fatto emergere un calo del del 4% rispetto al 2007.
La preoccupazione sulle prospettive del 2009 ha fatto si che molte famiglie a Natale hanno tagliato sul superfluo: abbigliamento, calzature, giocattoli, profumi, casalinghi e arredamento.
Mentre hanno fatto leggermente meglio hi-tech e lusso, ma il dato più significativo è quello che giunge da Coldiretti. La fotografia che giunge dalle tavole degli italiani evidenzia una sostanziale tenuta, con una spesa che si assesta intorno ai 3 miliardi per imbandire pranzi e cenoni. Panettoni, torroni e cibi tradizionali hanno accompagnato i brindisi augurali di oltre 23 milioni di famiglie che hanno scelto la casa. In pratica nove italiani su dieci hanno trascorso queste prime giornate di festa tra le mura domestiche o in quelle di amici e parenti.
Dunque l'inevitabile è arrivato, e se da una parte la paura per quello che deve ancora arrivare ci ha condizionato nell'essere più oculati, dall'altra la mancanza effettiva di liquidità ha reso più spogli gli alberi di Natale.
Detta sinceramente se la crisi fosse educativa e non solo punitiva forse non sarebbe male. Il valore d'uso delle cose, nell'ultimo ventennio, è stato qualcosa che abbiamo perso di vista. Abbiamo comprato più di quanto in realtà avevamo bisogno, dagli oggetti tecnologici all'auto, dal giocattolo per il cuginetto o il nipotino al casalingo. Non abbiamo comprato perchè era necessario, lo abbiamo fatto per seguire una moda. Una volta, e nemmeno tanto tempo fa, gli oggetti che si rompevano si portavano ad aggiustare, che questi fossero una televisione o una semplice lampada da tavolo, oggi si buttano. Da una parte perchè economicamente conveniete - così almeno ci dicono ogni qual volta che lo si chiede - dall'altra perchè non esiste più il tecnico che li ripara. Una volta si cambiava l'auto perchè quella precedente aveva sul conta chilometri un numero da far impallidire lo scambio di titoli in una normale giornata a Wall Street, oggi la si cambia perchè il nuovo modello promette prestazioni ed optional strabilianti, e fanno il paio a quanto sopra il cellulare, la lavatrice o il computer di nuova generazione.
Gli spot pubblicitari che ci trasmettono immagini di esistenze perfette quanto irreali, spingendoci a consumare sempre di più prodotti di cui non abbiamo alcun bisogno, ci hanno indotto a perseguire ed imitare modelli di vita irrangiungibili, rendendoci schiavi di quello che oggi siamo.
Questo non vuole essere un discorso per rinnegare lo sviluppo della civiltà occidentale, ma per riflettere sul suo essere priva di ideali e di certezze. Vittorio Feltri nell'editoriale apparso sul cartaceo di Libero del 2 novembre scrisse: "Se la crisi, come paventano gli economisti (i quali non ne hanno mai azzeccata una), si farà sentire sotto forma di morsi della fame quasi quasi sarò contento: le riviste non ci romperanno più le palle con le diete e il diffondersi preoccupante dell'obesità, addirittura infantile. Pensate alla gioia di poter tirare la cinghia senza senza strizzarsi le budella. Aumenterà la disoccupazione? Ottimo. Diminuiranno gli extracomunitari e il ministro Maroni avrà meno rogne. Licenzieremo per indigenza le badanti eritree e ucraine e daremo la precedenza alle nostre connazionali neodisoccupate; oppure accudiremo noi stessi al nonno imparando che i vecchi non si scaricano come fardelli perchè se andrà di lusso tutti invecchieremo prima di tirare le cuoia".
Questa crisi deve servire per capire e soprattutto per costringerci a darci una mossa, solo così, forse, ne usciremo fortificati, e se non lo saremo nei portafogli almeno lo saremo nell'animo.
di Cirdan

venerdì 26 dicembre 2008

CHE FINE HANNO FATTO I GIORNALISTI DI UNA VOLTA?

Come scrivevano bene i giornalisti italiani! Prendete un articolo, uno qualsiasi della raccolta curata da Beppe Benvenuto e F.M. Battaglia (Professione Reporter; Rizzoli; 649 pagine; 15 euro) e vi prende lo sconforto. Tutti, tutti, con l’eccezione di un Enzo Biagi largamente negato alla scrittura e di una banalità concettuale sconcertante, tutti gli altri insomma, vi prendono, vi portano nel racconto, vi spiegano, si spiegano. Insomma: fanno capire. Certo, i Besozzi, i Licata, i Flamini, avevano un handicap che li obbligava a saper scrivere: i loro lettori non sapevano nulla, ma proprio nulla di quel che scrivevano, se non per averlo appreso da altri scrittori. Non avevano visto nulla in una televisione che non c’era, non avevano sentito nulla da una radio che non emetteva se non canzonette e notiziari, non avevano intuito nulla –o troppo poco- da un cinema che era innanzitutto da telefoni bianchi, o neorealista, comunque sempre lontano dalla cronaca. E allora al reporter, all’inviato, toccava il compito duro di saperti prendere e di portarti di peso dentro la notizia, il posto, il contesto. A volte addirittura dentro gli odori, le sfumature, gli esotismi di un’Italia che nessuno conosceva. Si prenda il capolavoro di Tommaso Besozzi (autore anche di un fantastico pezzo sulla diaspora dei profughi istriani, “La paura li ha seguiti Venezia”) che smonta la falsa versione dei carabinieri sulla morte del bandito Giuliano, e si misura l’abisso che separa le penne di allora, dai “pistaroli” di oggi, tutti prezzolati portavoce al servizio di un qualche Pm d’assalto. Besozzi smonta la versione di un colonnello dei carabineri De Luca –dando peraltro pieno onore nella sua perseveranza- con etica professionale esattamente opposta a quella dei tanti cronisti di giudiziaria di oggi che ciclicamente giurano, invece, sulla bontà delle conferenze stampa accusatrici dei loro vanesi mandanti in toga.
Due, dunque, sono le ragioni essenziali per cui questo libro dovrebbe essere adottato come antologia nei licei e nelle università: perché ricorda una stagione lontana in cui per esser giornalista –aspirazione di massa dei giovani d’oggi, ahimé- dovevi scriver bene, molto bene, e perché intere ere geologiche sembrano trascorse dall’Italia descritta in alcuni di questi brani. Gianni Flamini, per dirne una, scopre sull’Avvenire che proprio davanti ad Albarella, mega villaggio turistico per miliardari, in pieno ’68 –solo 40 anni fa- centinaia di poveracci menano la vita di Pietro Nordi –detto il Muffa, per il fracicume delle sue ossa e della sua pelle a furia di vivere in palude- e son fiocinini: pescano di frodo anguille e cefali nelle paludi di Comacchio. E son arrestati e processati e vanno in galera e non son pochi, son tanti: 350 capifamiglia della zona che hanno accumulato ben 1200 processi. E poi Cesare Zappulli che se ne va a Manoppello, perché sui 262 minatori morti il 14 agosto 1956 a Marcinelle, una ventina venivano da quel paese in cui, semplicemente –questa è la notizia – “nessuna ragazza vuol più sposare un contadino”. Quindi, o in miniera, a rischiare, o nulla.
C’è anche altro, in questo libro. I saggi di Eugenio Scalfari sul miracolo italiano, due divertentissimi brani, il primo di Vittorio Zincone, che ci spiega nel 1946 che “Son poveri i deputati” e il secondo di Indro Montanelli che nel 1963 ci spiega che il “Panorama umano del Parlamento” è ormai tutt’altro, e che gli “onorevoli” se la passano benone. Poi c’è Iannuzzi sul “Piano Solo” del 1964 e lo scandalo Sifar; Lerner e Marcenaro che rompono l’omertà nella sinistra rivoluzionaria e danno voce su Lotta Continua al figlio di Andrea Casalegno, agonizzante per un vigliacco attentato delle Brigate Rosse; poi Pinelli…. Insomma, tutta la principale cronaca d’Italia sino al 1989, l’anno della svolta, che chiude la rassegna. E sempre più, via via che la televisione si afferma e si impone, il lettore cessa di stupirsi davanti alla riga del giornale, la parola, lo stile, l’affabulazione scendono di tono, di livello, si appiattiscono. La parola, insomma, insomma, cessa di esser regina. E lascia il posto al suono.
di Carlo Panella
da L'Occidentale

giovedì 25 dicembre 2008

MILANO TROTTO - 26 DICEMBRE 2008

Finiti, o quasi, i bagordi natalizi rieccoci in pista. San Siro trotto apre i cancelli agli appassionati nella giornata di Santo Stefano, offrendo, dopo la splendida giornata pre-natalizia dedicata interamente ai Gentlemen drivers, otto corse di ottimo livello tecnico, in un pomeriggio che si preannuncia ricco di emozioni.
Il convegno odierno si apre con il PREMIO ELIANTO - Metri 1600 € 7.040,00 per cavalli indigeni di 2 anni non vincitori di € 3.000,00 in carriera, nè di € 1.500,00 dal 01/11/2008. Nove i soggetti in pista con chance evidente per Melaverde Wise. La femmina da Credit Winner dopo l'ottima prestazione nel Premio Grifone, contro una certa Monza, abbassa leggermente il tiro e, vista la posizione di lancio, sarà la favorita al betting. Avversario di un certo spessore sarà Makkabeus Hbd, bene all'ultima uscita e prodotto da Legendary Lover K . Maramaldo Grif debutta con ottima genialogia. Occhio a Mirage Bi.
SELEZIONE: 3 - 7 - 5 - 2
La seconda del programma sarà il PREMIO JERZU - Metri 1600 € 8.800,00 per cavalli indigeni di 4 anni e oltre cat.E, nove i soggetti che scenderanno in pista in un contesto di non facile lettura. Festa Bigi, a differenza di martedì, partirà all'interno di tutti con fondate speranze di prendere il comando e decidere cosa fare. Iside Ek rimane su 4 rotture a seguire, ma dovesse mettere giù i piedi sarebbe avversaria di tutto rispetto, Explorator ha mezzi, al pari di Fly Lemon Mmg. Cris del Nord dopo l'ottimo rientro sembra pronto per il botto, verificare la scuderia e prendere nota. Fornarein Ross attenderà gli eventi.
SELEZIONE: 6 - 1 - 3 - 7
Il PREMIO GHIOZO - Metri 1620 (Nastri) € 9.350,00 per cavalli indigeni di 3 anni non vincitori di € 20.000,00 in carriera, nè di € 4.000,00 dal 01/11/2008 vedrà otto soggetti al via, in un'altra corsa ricca di incognite.L'Amoureuse ha dalla sua la qualità ma di contro il periodo opaco, Lali Axe è una vincente e in questo contesto può dire la sua, al pari di Lions Ross, regolare e pericoloso. Lincoln Ors ha frequentato il giro "grosso" e dopo il discreto rientro si presenta, ribadendo la forma di scuderia, con molto da dire. London Dany da quando è passato in scuderia da PG ne ha messe a segno 4 (sulle 6 totali in carriera). Occhio a Lester Grif.
SELEZIONE: 6 - 7 - 3 - 5
Alle 16:10 scenderanno in pista 10 soggetti per il PREMIO VALPOLICELLA (A reclamare) - Metri 1620 (Nastri) € 6.050,00 per cavalli indigeni di 4 anni e oltre non vincitori di € 3.000,00 dal 01/11/2008 a reclamare per € 10.000,00. Saremo anche ripetitivi ma dopo l'ottimo rientro di novembre, vincente, di Dragone Rob, oggi si presenta l'occasione per andare con la quarta a seguire. PG sale su Gibilterra, circostanza che fa intuire che la figlia di Supergill sia pronta. Galmozzi, Guantanamo Kyu e Istoire d'Exxo' lotteranno per le piazze.
SELEZIONE: 3 - 4 - 10 - 2
Gentlemen drivers in pista nel PREMIO TRASONE (A reclamare) - Metri 1600 € 4.840,00 per cavalli indigeni di 4 anni non vincitori di € 3.500,00 dal 01/11/2008 a reclamare per € 12.000,00, con oggetto offerto dal G.D. Club Lombardia al Gentleman vincitore. Torniamo più che volentieri sul luogo del "delitto", con la chance per il vincitore della giornata di martedì "Principino" Marco Castaldo e la sua Iemmy Light, che nella compagnia ha chance di prima. La regolarità di Icaro d'Asolo sarà un'alternativa plausibile, mentre Istat, alterno, ha i mezzi per risolvere. Alla fine il solo Ippolito sembra l'unica alternativa alla favorita.
SELEZIONE: 5 - 8 - 6 - 7
Il PREMIO HITANO - Metri 1600 € 14.300,00 per femmine indigene di 2 anni non vincitrici di € 15.000,00 in carriera, nè di € 8.000,00 dal 01/11/2008 metterà di fronte 7 soggetti con prospettive classiche. Martina Light, nonostante l'ultima prova negativa, ha dato segni di regolarità, Monza dopo il Gran Premio Allevatori Filly rientra in un contesto che la vedrà primattrice. Malesia ha fatto intravedere qualche mezzo al pari di Magia Sf.
SELEZIONE: 2 - 1 - 6 - 5
La condizionata alla settima e penultima del convegno sarà la corsa più remunerativa di giornata con il PREMIO SANTO STEFANO - Metri 1600 € 15.070,00 per femmine indigene di 3 anni non vincitrici di € 45.000,00 in carriera nè di € 12.000,00 dal 01/11/2008 ma vincitrici di € 5.000,00 in carriera.Lucrezia Grad sta letteralmente volando, e oggi avrà concrete possibilità di ben figurare, al pari di Lisistrata, incline all'errore ma potenzialmente una delle migliori in caso di percorso lineare. Lanza Lod può far bene, Linda di Casei trova categoria nettamente alla sua portata, ma l'involuzione della figlia di Uronometro pare ormai cronica. Lealty è rientrato alla grande due settimane fa, tanto che PG oggi lo ripresenta. Il Premio Alanno di un mese fa ha confermato ancora una volta la forma di scuderia della Bar-Cast, e nelle giornata di Santo Stefano, con premio omonimo, l'accoppiata Max Castaldo-Lip Fans As potrebbe fare un canter di pura salute e velocità.
SELEZIONE: 7 - 8 - 2 - 6
Conclusione di giornata con il PREMIO GEBRASCO - Metri 1600 € 6.050,00 per cavalli indigeni di 3 anni non vincitori di € 12.000,00 in carriera, nè di € 2.000,00 dal 01/11/2008. Saranno 11 i soggetti al via in questo miglio, Lobo Mau Mader è in forma e ha dimostrato di saper andare forte, Loaded Win è ben messa, al pari di Luna Comanchee, fresca di record. Luisito in questa compagnia sembra avere poco da spartire e sarà il logico favorito. Lyuba Diamond l'unica che potrebbe parlare un'altra lingua, ma deve tornare ad esprimersi ai livelli di fine estate. Incuriosisce vedere da dietro Lilly Starlight.
SELEZIONE: 7 - 9 - 1 - 11
Altro convegno molto ben riuscito al "trotter" milanese, e giornata che potrebbe, al termine del convegno, titolarsi: ALTRIMENTI CI ARRABBIAMO, firmato BARELLI-CASTALDO (Fausto, Max & Marco). Le cinque chance a disposizione del team lombardo sono concrete, considerando forma, posizione e categorie. Sperando che il Natale vi abbia portato doni e gioia tra parenti ed amici, vi auguro il solito in bocca al ferro di cavallo, spronando tutti voi a presenziare l'ippodromo per far vivere all'ippica una giornata di festa, corse e cavalli.
di Cirdan

BUON NATALE


di Cirdan

mercoledì 24 dicembre 2008

'AUGURI E AUGURI

E' Natale, periodo dell'anno in cui un po' tutti ci sentiamo più buoni, e vogliamo offrire ai nostri lettori un argomento dalle modalità più leggere nel racconto, ma che allo stesso tempo offra un'analisi profonda nel contenuto.
Abbiamo parlato nei giorni scorsi della vicenda Blagojevich, addentrandoci nello specifico delle intercettazioni telefoniche citate nel procedimento, e di cio che sostiene l'ex procuratore federale Michael D. Monico, il quale precisa che pensare semplicemente a qualcosa non costituisce reato.
Nello "sfogliare" le pagine web, ci si imbatte spesso in articoli la cui tematica è inerente le intercettazioni, e alle modalità che queste ultime investono i personaggi, più o meno illustri, inseriti in uno spaventoso meccanismo di triturazione che fornisce subito ai fanatici della giustizia-lampo i bersagli sui quali esercitare la propria indignazione.
Il particolare lo estrapoliamo dalle pagine de "Il Giornale", a firma di Salvatore Scarpino, dal titolo: "Intercettazioni, un rito tribale".
Scarpino tratta l'argomento, a prescindere dai nomi interessati, con il proposito di portare il lettore ad un'analisi sulle caratteristiche del gioco barbaro delle intercettazioni: "si parte dalla condanna mediaticamente garantita dei personaggi tirati in ballo, l’accertamento seguirà e anche se i fatti e le inchieste daranno ragione a chi è esposto alla gogna, la condanna resterà".
Uno scenario giustizialista che nel tempo ha stravolto non solo la vita di chi è stato coinvolto direttamente, ma anche quella di famigliari ed amici che hanno vissuto a fianco dell'accusato.
Scarpino vuole anche evidenziare di come il numero delle "vittime" da intercattazione è cresciuto, negli ultimi anni, a dismisura, portando ad esempio quelle immolate anche per conversazioni penalmente irrilevanti, ma anche il numero crescente dei perfetti estranei ai fatti che, tuttavia, vengono travolti da illazioni, distorsioni di nomi e circostanze, errori di trascrizione e slanci non disinteressati degli addetti all’informazione.
La conclusione di Scarpino è quanto mai veritiera e, purtroppo, drammatica: "Andiamo a tentoni nel buio dei sospetti generalizzati e pertanto ingiusti, condizionati da pesanti accenti regionali (gli intercettati non fanno corsi di dizione), da approssimazioni e premonizioni interessate".
Le vicende che hanno interessato la Giustizia in questo ultimo periodo storico sono sotto gli occhi di molti: la debolezza e l'inadeguatezza del sistema giuridico italiano ha calpestato, e fatto giudicare dall'opinione pubblica con valutazioni frettolose, in modo irreversibile cittadini che non potranno mai essere risarciti del loro diritto.
Senza contare la fuga delle notizie che, come ha scritto a suo tempo un amico, non fuggono, ma sono diffuse dalle procure, e la ragione per cui i magistrati non “trovano” mai il responsabile sta nel fatto che è un loro collega.
Ecco perchè poi viene meno anche la deontologia giornalistica, la quale dovrebbe non diffondere informazioni giudiziarie, o perlomeno dovrebbe esserne fortemente limitata. Pubblicando invece le carte di un’inchiesta giudiziaria, come a tonnellate se ne sono stampate in Italia, non si fa altro che agire da velinari delle procure, eludendo di fatto il compito guida di un qualunque mezzo di informazione: informare il cittadino.
Con l'augurio che tutti voi possiate passare tra parenti ed amici un felice periodo di festività, ci auguriamo anche che l'arte di decifrare i nastri, in futuro, non abbia la stessa validità scientifica (come cita Scarpino) del mestiere di quegli àuguri che intuivano i voleri del fato dal volo degli uccelli, come invece, purtroppo, accade oggi.
di Cirdan

martedì 23 dicembre 2008

FIAT PAGA PER OIL FOR FOOD


ANSA - La Fiat acconsente a pagare circa 17,8 milioni di dollari alle autorità americane per regolare un'indagine sul programma Onu 'Oil for food' in Iraq. Il gruppo torinese, accusato di aver pagato tangenti all'ex governo di Bagdad per ottenere contratti, si è impegnato a versare 7 milioni di dollari al Dipartimento di Giustizia statunitense e oltre 10 milioni (di cui 3,6 milioni di dollari di multa e 7,2 milioni in interessi e profitti legati ai contratti iracheni contestati) per risolvere il contenzioso con la Sec, la consob americana.
"Gli accordi raggiunti sanciscono la conclusione di una vicenda spiacevole, che ha coinvolto il Gruppo Fiat molti anni fa", spiega il Lingotto, sottolineando come "è importante sottolineare che i fatti si riferiscono ad un governo che attualmente non è più in carica. E, cosa ancora più significativa, il Gruppo Fiat ha posto in essere un rigoroso sistema di verifiche interne e severi programmi di controllo ai quali tutte le società del Gruppo si attengono rigidamente".
Dalle autorità americane tre controllate della Fiat, cioè Iveco, Cnh Italia e Cnh France, sono state accusate di aver pagato fra il 2000 e il 2003 circa 4,3 milioni di tangenti all'Iraq per la vendita di veicoli e componenti. Il programma Oil for Food aveva come obiettivo quello di alleggerire le sofferenze della popolazione irachena, in difficoltà in seguito alle sanzioni internazionali. "Il programma - si legge nel comunicato della Sec - prevedeva che il governo iracheno acquistasse beni umanitari attraverso un conto a garanzia Onu". "Le tangenti pagate dalle controllate della Fiat - spiega la Sec - hanno sottratto fondi dal conto per trasferirli in conti controllati dall'Iraq in banche situate in paesi quali la Giordania".
La Fiat ha la "responsabilità per le azioni delle sue tre controllate (Iveco, Cnh Italia e Cnh Francia), i cui dipendenti e agenti hanno effettuato pagamenti impropri all'ex governo iracheno per ottenere contratti con i ministeri iracheni", precisa il Dipartimento di Giustizia, sottolineando come le tangenti venivano descritte come "commissione sui servizi dopo vendita". "L'obiettivo primario della cospirazione era quello di ottenere e conservare business lucrativi in Iraq attraverso il pagamento di tangenti al governo, che venivano nascoste alle Nazioni Unite".
di Cirdan

ANCORA TENSIONI SUL FRONTE DELLE FORNITURE DI GAS

"La Russia non potrà continuare a erogare il metano all’Ucraina - se Kiev non rimborserà il suo debito per le forniture di gas - a partire dal prossimo primo gennaio".
Il ministro russo dell’energia Serghei Shmatko ha così risposto in un’intervista pubblicata dal quotidiano governativo Rossiskaia Gazeta, ammonendo l'Europa di non aver dato, a suo tempo, prova di fermezza, di principi ed interessi, trovandosi oggi con problematiche che sarebbero dovute appartenere al passato.
La Russia da una parte - con la fornitura - l'Ucraina in mezzo - con il transito - e l'Europa dall'altra - a farne le spese - formano nuovamente il triangolo oggetto delle problematiche internazionali sulla fornitura di gas.
La Gazprom - la più grande compagnia russa ed il maggiore estrattore al mondo di gas, che conta circa il 93% della produzione russa di gas naturale, con riserve che ammontano a 28,800 km³, controllando il 16% delle riserve mondiali di gas - ha stimato in oltre tre miliardi di dollari il debito che Kiev dovrà rimborsare per le forniture di gas.
Il presidente di Gazprom Viktor Zubkov, primo vice premier russo, ha comunque ribadito l'intenzione e l’impegno della compagnia nella fornitura di gas all'Europa, avvertendo, attraverso il messaggio rilanciato dall’agenzia Interfax, del rischio che Kiev prelevi gas destinato all’Europa.
Oleksander Shlapak, assistente capo economico della presidenza della repubblica ex sovietica, ha replicato che l'Ucraina è seriamente intenzionata a garantire forniture di gas senza interruzioni ai consumatori europei.
Da Bruxelles il portavoce della commissione Ue, Ferran Tarradellas nota che un'interruzione delle forniture di gas all'Europa sarebbero oggi molto meno dannose di quelle di tre anni fa, per le condizioni molto meno rigide dell'inverno attuale, ma altresì confida nelle rassicurazioni fatte dalle due parti che hanno promesso a più riprese che non toccheranno le forniture europee.
Kiev la settimana scorsa ha versato un miliardo di dollari a Mosca per il gas ricevuto, ma Gazprom ribadisce che Naftogaz - la società del gas ucraina - deve ottemprare entro il 31 gennaio prossimo i 2,4 miliardi di dollari di insolvenza, onde evitare una nuova crisi, come quella che nel gennaio 2006 ha portato ad una breve interruzione dei rifornimenti europei, e l'eventuale aumento del prezzo del gas dagli attuali 179,5 dollari ai 400 dollari per ogni mille metri cubi di gas a partire dal prossimo anno.
La pesante flessione del prezzo del greggio si aggiunge alle tensioni di cui sopra, investendo la già difficile situazione economica russa, che potrebbe provocare da parte governativa un ritorno di fiamma verso il controllo pubblico con l’estromissione degli oligarchi dalla scena.
di Cirdan

lunedì 22 dicembre 2008

POLTRONE E TELEFONATE

La vicenda del governatore dell’Illinois, Rod R.Blagojevich, sta tenendo banco negli Stati Uniti dopo la versione esposta dal procuratore federale Fitzgerald, il quale sostiene che Blagojevich - accusato di vendere al miglior offerente il seggio di senatore lasciato libero dal presidente eletto Barack Obama - sia andato oltre la trattativa politica, oltrepassando quella linea di demarcazione che sfocerebbe inevitabilmente nell'azione criminale.
Attualmente non esistono prove che confermino inoppugnabilmente il fatto che il governatore abbia realmente ricevuto denaro: oltretutto l’assegnazione del seggio non è stata ancora decisa. Ma partiamo da un punto fondamentale della questione.
In America chi fa politica, sia nell'avanzare una nomina sia nel prendere una determinata posizione sulle leggi ha in cambio contributi economici. Nella "normalità" dei casi i legislatori votano a favore di stanziamenti suggeriti e sostenuti dai loro donatori.
Ora, se negli ultimi anni i procuratori hanno sollevato un numero elevato di casi di corruzione, lo hanno potuto fare utilizzando delle leggi che differenziano la trattativa politica dal reato di privare la società di un servizio. Il problema nasce nel momento in cui gli eventuali casi di reato si configurano secondo ordinamenti che definiscono criminale il solo aver tentato di ottenere qualcosa in cambio di un’azione ufficiale dovuta, ma non definiscono con esattezza quale condotta potrebbe essere stata illegale.
Nel caso sopraccitato, sarebbe legale per il governatore accettare un contributo alla campagna da parte di chi riceva la nomina al seggio in Senato, il Governo dal canto suo ha dichiarato che le intercettazioni mostrano che Blagojevich ha riferito ai propri assistenti di voler offrire il seggio in cambio di contributi e di favori personali.
E qui entriamo nello specifico. Nelle intercettazioni citate nel procedimento non è chiaro se Blagojevich abbia realmente concordato delle azioni per ottenere qualcosa in cambio del seggio, ma altresì si evince che abbia discusso per precisare la natura e i dettagli dello scambio fra i contributi ed i suoi comportamenti. Ma solo discusso.
Michael D. Monico, un ex procuratore federale, sostiene che "il caso è complicato per una serie di ragioni: non per ultima la natura troppo vaga delle accuse e le difficoltà che nascono chiaramente ogni volta che si parla di una persona che sta esercitando un suo diritto, tutelato dal Primo Emendamento, di promuovere un particolare politico".
Monico ha precisato: "Pensare semplicemente a qualcosa non costituisce reato".
Nel nostro Paese abbiamo avuto modo di assistere, negli ultimi anni, a casi simili. La millanteria dei personaggi che sono stati oggetto di intercettazioni ha creato nell'opinione pubblica durissimi giudizi preventivi. Ora bisognerebbe chiederci quanto sia da imputare un semplice modo di parlare, il più delle volte goliardico e pieno di discorsi grossolani, piuttosto che alle azioni che sono state realmente compiute.
Da garantisti quello che possiamo evincere e che il limitarsi a parlare di qualcosa non costituisce reato - fatto naturalmente salvo il caso di azioni terroristische e/o di stampo mafioso - ma è necessario, per giungere a compiere un crimine, che l'azione si compia.
Un noto slogan di una compagnia telefonica citava che una telefonata allungava la vita, ma la realtà di questi ultimi anni fa intendere che una telefonata, spesso, la vita l'ha resa impossibile e, in qualche caso, l'ha spezzata.
di Cirdan

INCIDENTI DI IERI E DI OGGI

"Quello che è stato detto dopo Siena non è un peccato. Non ha cambiato niente. Dipende da che cosa avete detto voi, se avete parlato molto male... Non c'è nessun peccato, abbiamo meritato questo primo posto in classifica così come abbiamo meritato di vincere lo scudetto e come stiamo dimostrando di giocare bene, meritatamente. Quello di Siena è stato un incidente che abbiamo ammesso e non so che cosa potevamo fare di più. Siccome è in buona fede, è ben diverso da quello che succedeva anni fa. È capitato ieri anche alla Juventus ed è successo nella stessa maniera. Cerchiamo di essere più bravi nell'anno prossimo, ma non riesco a capire quale possa essere il peccato o forse dipende dai discorsi che vengono fatti in certi studi televisivi".
Lo ha detto Massimo Moratti, presidente dell'Inter, giustificando con la buona fede l'errore arbitrale commesso, nell'anticipo del diciasettesimo turno di campionato, che ha permesso all'Inter di espugnare Siena con un gol scaturito da una netta posizione di fuorigioco.
Quindi tutto apposto, all'Inter fenomenale di questi anni non servono errori arbitrali a favore (un numero oltretutto ben superiore agli errori commessi nei campionati del periodo pre-Calciopoli) per determinare la sua forza, il suo gioco e le sue, indubbie, vittorie meritate sul campo.