Sul carro dell'onestà ci sale anche lui, definito da più parti juventino (e qui la cosa ci può anche stare) e garantista (e su questo punto lascio a chi concepisce di Diritto le conclusioni). Marco Travaglio non ne azzecca una, e le palle che scrive superano di gran lunga quelle a suo tempo scritte dalle varie sentenze sportive sul caso di Calciopoli. Sulle news apparse in questi giorni non mi soffermo, questo Blog ha dato più d'una risposta a quanto successo sul caso negli ultimi cinque anni, ma su quanto scritto ieri dal "giornalista" è quanto meno "onesto" fare alcune precisazioni.
Tramite "il Fatto Quotidiano", Marco Travaglio ha affermato quanto segue: "Peccato che la Juve di Moggi, Giraudo e Agricola si sia salvata in Cassazione nel processo del doping proprio grazie alla prescrizione. Chissà se fa ancora in tempo a rinunciarvi, e se le conviene: negli anni del doping vinse tre scudetti, una Champions, due Supercoppe italiane, una Supercoppa europea e un’Intercontinentale."Tutto falso! La Juventus era accusata di doping, di aver usato l’Epo. Su questo punto, intorno al quale è stato costruito il processo antidoping del suo amico Guarinello e si sono scritti migliaia di articoli (quasi tutti di Travaglio), dirigenti e medici della Juventus sono stati assolti con formula piena (la Cassazione ha confermato l’assoluzione dell’Appello). La Juventus non si dopava, non prendeva Epo. Le accuse di Guariniello sono state demolite. Lo ha affermato la sentenza d’Appello e l’ha confermato la Cassazione.
La sentenza di assoluzione d’Appello è stata annullata su un’altra questione, minore. Ma prima di dire su quale questione quella sentenza di assoluzione è stata annullata, va ricordato che la Cassazione non ha condannato la Juventus, salvo poi prescrivere il reato per decorrenza dei termini. La Cassazione ha detto che l’assoluzione su questo punto minore non era convincente e che si sarebbe dovuto fare il processo, ma solo su questo punto.
Eccolo, il punto: la prescrizione è intervenuta a proposito dell’uso, anzi dell’abuso, di farmaci leciti, legittimi, legali (ripetere: leciti, legittimi, legali) al momento dell’assunzione (1994-95, la legge antidoping è del 2000), regolarmente dichiarati dai calciatori della Juventus prima e dopo le partite e anche delle altre squadre di Serie A e su cui, peraltro, la Cassazione non è intervenuta a giudicare l’effetto dopante. La Cassazione, con la sentenza, ha imposto un ulteriore principio per il futuro: non solo non si possono usare i farmaci vietati (ma non era il caso della Juve, che non li ha usati), ma nemmeno abusare di quelli legali, in modo da ottenere effetti dopanti (che poi si parla di guarigioni-lampo).
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