..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

giovedì 30 gennaio 2020

Liliana Segre e la bambina del campo di Terezin che disegnò una farfalla gialla che vola sopra ai fili spinati


Dei racconti, dei ricordi che dalla senatrice Liliana Segre ho silenziosamente e rispettosamente più volte ascoltato, quello che più mi ha toccato è stato senza dubbio alcuno il discorso rilasciato ad inizio settimana presso il Parlamento Europeo. 
Perché li, davanti ad un Europa che a settantacinque anni da quel 27 gennaio 1945 è ancora alla ricerca di se stessa, il ricordo di chi ha visto, sentito e assaporato il male assoluto assume un significato che va ben oltre quanto fino ad oggi esposto in altre sedi. Lo ha sottolineato la stessa senatrice all'inizio di quei venti minuti che rimarranno nella storia: "...l'aver visto all'ingresso la moltitudine di colori sviluppati dalle bandiere dell'Unione mi ha emozionato"
Un'emozione che è proseguita per aver avuto modo di presenziare in un luogo dove finalmente i popoli si parlano, discutono, anche animatamente e con visioni diverse, ma guardandosi negli occhi. Parole che hanno toccato i parlamentari presenti e tutti coloro che hanno avuto modo di assistere all'intervento attraverso i dispositivi tecnologici. 
Sentimenti che hanno percorso e ripercorso non solo la storia del novecento del Vecchio Continente ma che inevitabilmente si sono spinti nel guardare al domani, quello che, come sottolineato dalla "nonna" più popolare del nuovo millennio, dovrà necessariamente permettere ai giovani di prendere in mano la propria vita e farne bellezza, orgoglio, ragione. 
Silenziosamente e rispettosamente ho accettato il volere di chi, protagonista e narratore di qualcosa che, come scrisse Primo Levi, è stato, ha reso pubblico il volere di chiudere definitivamente i propri interventi per dedicarsi a tempo pieno ai nipoti, a un'ultima parte di vita dove le difficoltà psichiche, le ferite, gli odori di un tempo passato non facciano più parte del suo quotidiano. 
La ragazzina che ha fatto la marcia della morte, che ha disimparato suo malgrado a piangere, che nel tempo è diventata nonna di se stessa, ha voluto salutarci a modo suo, ricordando una bambina del campo di Terezin, che prima di essere uccisa dai nazisti disegnò una farfalla gialla che vola sopra ai fili spinati: "Anche oggi fatico a ricordare, ma mi è sembrato un grande dovere accettare questo invito per ricordare il male altrui, ma anche per ricordare che si può, una gamba davanti all'altra, essere come quella bambina di Terezin"

lunedì 20 gennaio 2020

Io come Silvio Pellico


Mi trovo nella complicata situazione di non sapere se ridere o piangere: "Io come Silvio Pellico. Pronto alla prigione per la libertà, scriverò Le Mie Prigioni"
Credevo fosse una fake-news. Aiutatelo.

Libia, Hammamet, Emilia-Romagna: questo è un Paese mediaticamente triste


Ho voluto trascorrere l'inizio della settimana collegandomi con quelle trasmissioni televisive che solitamente trattano la tematica della politica, leggendo per quanto possibile tutto il nero su bianco propinato dai quotidiani usciti in edicola. Un lunedì dove mi sono volutamente fatta bombardare fin dalle prime luci dell'alba dagli argomenti che hanno catalizzato l'attenzione delle redazioni di giornali, talk-show e telegiornali: Hammamet, Salvini, il voto in Emilia Romagna, la Gregoretti e tutto il circo che sta accompagnando il numero uno del Carroccio.
Io credo che, come più volte denunciato sia da Marco Travaglio che da Peter Gomez, un Paese mediaticamente serio si sarebbe dovuto occupare, come fatto dai mezzi d'informazione di mezzo mondo, di Libia, dell'intesa tra Fayez al-Sarraj e Khalifa Haftar durante la Conferenza di Berlino, delle dichiarazioni di Angela Merkel ("nuovo impulso alla pace"), del segretario generale Onu, Antonio Guterres ("tutti vogliamo negoziati sotto l’egida dell’Onu") e soprattutto del premier Giuseppe Conte ("passo avanti significativo") e del Ministro degli Esteri Luigi Di Maio ("chi era al tavolo ha grandi influenze sulle parti libiche e quindi questo fa ben sperare per il futuro del popolo libico e di tutto il Mediterraneo").
Già, perché se la difficile e complicata situazione libica ha raccolto a Berlino i più importanti player internazionali, l'Italia ha svolto ancora una volta una parte importante, rendendosi disponibile ad essere in prima fila nel monitoraggio della pace.
Parole che il Premier Conte ha ribadito a margine della conferenza, evidenziando soddisfazione per i passi avanti fatti grazie ai "55 punti condivisi che includono non solo il cessate il fuoco e l’embargo per nuove armi".

Ecco, da cittadina italiana ed europea questa è la notizia che avrei voluto veder approfondire da testate giornalistiche, telegiornali e talk-show: informazioni dettagliate su quanto dichiarato dal Presidente del Consiglio e dal Ministro degli Esteri, approfondimenti ulteriori sull'attuale situazione nello stato libico, le volontà di al-Sarraj, Haftar, l'Ue e l'Onu.
Invece, tra dirette televisive e speciali dedicati al pellegrinaggio ad Hammamet e collegamenti con i luoghi emiliano romagnoli battuti a tappeto non da chi si è candidata alla governance della regione ma da un leader (?) che va predicando di essere processato per indossare la felpa del martire, l'informazione italiana ha volutamente omesso la notizia che invece avrebbe dovuto tenere banco, in un Paese caduto irrimediabilmente nella tristezza mediatica.

domenica 19 gennaio 2020

La stanchezza

E indubbio che la stanchezza per le innumerevoli date per la campagna elettorale in Emilia Romagna abbia tolto lucidità. E' altrettanto probabile che l'assenza cronica e sistematica all'interno del Parlamento distragga dai temi e dalle leggi approvate dallo stesso. In ogni caso, sarebbe bene ricordare a Salvini che: 1) le immigrazioni di albanesi, romeni e polacchi, in Italia, sono rispettivamente: in seguito alla crescita economica dell'Albania e alla crisi economica in Italia diversi albanesi, soprattutto i più giovani, hanno deciso di ritornare in Albania; ai romeni è stata concessa, in quanto cittadini dell'Unione Europea, la libertà di circolazione; i polacchi fanno parte di uno Stato membro dell'Unione europea, della NATO e dell'ONU; 2) il "Revenge Porn" non è un orientamento sessuale, ma una condotta violenta contro le donne, nonché un reato punito dal nostro ordinamento.

Auguri Paolo


Ipocrisia e miserabilità


Oggi, 19 gennaio 2020, invece che festeggiare e ricordare il giorno della nascita di Paolo Borsellino, molti, troppi si genuflettono, ipocritamente, ad un personaggio che venticinque anni fa fu preso a monetine dal popolo e simbolicamente ammazzato da quegli stessi che nelle ultime ore ne hanno santificato la statura. La miserabilità di una parte di questo Paese non conoscerà mai una fine.

mercoledì 15 gennaio 2020

Il Bastiancontrario


Il miglior modo di ricordare Giampaolo Pansa è leggerlo. Apro a caso uno dei suoi libri che preferisco, Carte false del 1986. Pagina 180, “Toro Silente”: è il ritratto di Ettore Bernabei, il boiardo fanfaniano della Rai, dell’Iri e di tante altre cose. Una delizia. “Era il braccio armato di Fanfani, il von Moltke del Bismark di Pieve Santo Stefano. Imponente, l’aria cogitabonda, si collocava sempre alle spalle del suo signore, un po’ per proteggerlo e un po’ per essere pronto a raccogliere gli ordini d’attacco. Per cui la formazione di battaglia risultava la seguente. Davanti, come ‘Pippo il ricognitore’, avanzava saltellando il ben noto Cresci. Poi, scattante, nervoso, arcigno, saettante, veniva Fanfani. Infine lui, Ettore Bernabei, da Firenze, classe 1921, il militare, lo stratega delle guerre di potere fanfaniane e, insieme, il fulmine nelle mani del dio aretino. Mentre Cresci parlava, parlava, parlava come un disco rotto, Bernabei era famoso per i suoi mutismi in pubblico. Pur avendolo avvistato mille volte nei dintorni della Balena Bianca… non ricordo una sua risposta più lunga di due sillabe. S’aggirava nel patio di Palazzo Sturzo, che è le Botteghe Chiare della Dc, come un toro silente, il capoccione proteso in avanti quasi a dar cornate, gli oblò ben aperti e la bocca cucita…”. Questo era Pansa: uno splendido cronista da marciapiede e pittore di strada, attentissimo ai dettagli (girava sempre col binocolo), cattivo come pochi, come solo un bastiancontrario piemontese di provincia sa essere. Abbondava in aggettivi, mai uno superfluo. Inventava soprannomi per rendere meglio l’idea, e sempre la rendeva. Polemizzava coi colleghi leccaculo e venduti, benedettamente immune da quell’ipocrisia mafiosa per cui cane non morde cane e giornalista non attacca giornalista. Capiva poco di politica, ma tutto dei politici: li radiografava fino a spolparli e scarnificarli, leggendo dentro di loro nel profondo con i suoi aguzzi occhi azzurri. E scriveva da dio, aveva sempre scritto da dio. Fin da uno dei suoi primi reportage per La Stampa da Longarone, il paese sepolto nel 1963 dalla frana del Vajont. Attaccava così: “Scrivo da un paese che non esiste più”. 

Soppressi senza sorpresa


La legge Costa che voleva abolire la Riforma Bonafede è stata soppressa dai voti compatti di MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico e Leu. La Commissione Giustizia della Camera ha approvato l'emendamento soppressivo alla proposta di legge Costa sulla prescrizione presentato dal Movimento 5 Stelle. Pd, M5s e Leu si sono espressi in maniera compatta, mentre Italia Viva ha votato contro insieme ai berlusconiani.

martedì 7 gennaio 2020

Black Sabbath: “Paranoid”


Il gruppo, o meglio, il primo embrione dei Black Sabbath, nasce ad Aston, un paese vicino Birmingham, nel 1966, grazie a John Michael Osbourne, che si recò in un negozio di dischi del paese ed attaccò un annuncio con su scritto: "Ozzy Zig requires gig. Owns own P.A." (Ozzy Zig cerca gruppo. Possiede amplificazione propria.). 
Furono Frank Anthony Iommi (chitarrista) e William Thomas Ward (batterista) a leggere l'annuncio e a recarsi a casa di Ozzy per decidere di formare un complesso musicale. Osbourne in seguito alla risposta di Tony e Bill portò nel gruppo altri due musicisti: i chitarristi Terence "Geezer" Butler e Jimmy Phillips. Butler prese presto il ruolo di bassista, e venne assoldato anche il sassofonista Alan "Aker" Clarke. 

sabato 4 gennaio 2020

La maturità del Movimento 5 Stelle andrà misurata guardando oltre espulsioni e dimissioni


Le recenti dimissioni dell’ex ministro Lorenzo Fioramonti e l'espulsione da parte dei probiviri di Gianluigi Paragone hanno aumentato a dismisura le inquietudini mediatiche che accompagnano da sempre la storia dei 5 Stelle. Instabilità prettamente politiche che a prescindere dai (pre)giudizi di una certa stampa, di una certa televisione e di una certa politica, hanno ancora una volta evidenziato come all'interno del Movimento 5 Stelle l'attività magmatica sia sempre in... movimento. I recenti cambi di casacca da parte dei senatori Ugo Grassi, Stefano Lucidi e Francesco Urraro e del deputato Matteo Dall'Osso, transitato dopo una forte polemica dalle file del M5s a quelle di Forza Italia, quest'ultimo peraltro fenomeno epidemico che sta colpendo l'intero Parlamento, non solo stanno depurando il Movimento da meteore che hanno usato lo stesso per trovare quasi insperatamente un giorno di gloria all'interno della politica italiana, ma stanno offrendo la possibilità di rintracciare finalmente un'identità, di attraversare senza più tentennamenti un percorso condiviso, di reclutare e selezionare elementi che avranno idee chiare per il futuro più prossimo. In questi primi dieci anni, un po' per convenienze, un po' per moda e un po' per mancanza di alternative elettorali di un certo peso specifico, in troppi hanno sposato una causa che si è invece rivelata non propriamente cucita addosso. Lo si è dimostrato nella legislatura con la Lega di Salvini, lo si sta dimostrando in quella attuale con il Partito Democratico. Due modi diametralmente opposti di concepire e interpretare la politica e i rispettivi programmi che hanno terremotato l'interno di un corpo politico che ha, per fortuna, fatto emergere chi del Movimento non era e chi nel Movimento non credeva.
Dieci anni dopo si presenta quindi la data "0" della rinascita politica e ideologica dei 5 Stelle. Nuovo punto di partenza che avrà l'ardire di far decidere una volta per tutte da che parte (della storia e della politica) stare. Perché se la filosofia post-ideologica di Luigi Di Maio può andare bene sulle cose adeguate e inadeguate da fare, diversamente ci vorrà un punto fermo sulle politiche da adottare. Beppe Grillo, nell'esemplificativo filmato di fine anno, aggiunto al discorso fatto all'Arena Flegrea di Napoli proprio per la festa dei 10 anni, ha tracciato la strada. Seguirla e interpretarla sotto l'attenta e istituzionale regia di Giuseppe Conte garantirà quella maturità necessaria per continuare a cambiare in meglio le sorti di questo Paese.

venerdì 3 gennaio 2020

Ah cazzaro!


Non c'è nulla: non c'è la prova, non c'è allegato nessun documento, non c'è alcun coinvolgimento del governo sulla decisione di tenere per tre giorni in mare la nave Gregoretti. 
Tutto quello che la Lega prometteva, sbandierava, annunciava, dava per assodato sull'esistenza di una collegialità sulla decisione di tenere per tre giorni in mare la nave Gregoretti non c'è. 
Nelle 30 pagine della memoria depositata da Matteo Salvini alla Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari non c’è allegato nessun documento, nessuna prova che dimostri il coinvolgimento del governo o del premier Giuseppe Conte nell'impedire lo sbarco dei migranti: quattro occupano la ricostruzione dei fatti, cinque sono di osservazioni, il restante sono e.mail tra i ministeri per la ricollocazione. Nessun contatto, messaggio in cui si parla di negare lo sbarco alla nave militare italiana.