..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

lunedì 20 gennaio 2020

Libia, Hammamet, Emilia-Romagna: questo è un Paese mediaticamente triste


Ho voluto trascorrere l'inizio della settimana collegandomi con quelle trasmissioni televisive che solitamente trattano la tematica della politica, leggendo per quanto possibile tutto il nero su bianco propinato dai quotidiani usciti in edicola. Un lunedì dove mi sono volutamente fatta bombardare fin dalle prime luci dell'alba dagli argomenti che hanno catalizzato l'attenzione delle redazioni di giornali, talk-show e telegiornali: Hammamet, Salvini, il voto in Emilia Romagna, la Gregoretti e tutto il circo che sta accompagnando il numero uno del Carroccio.
Io credo che, come più volte denunciato sia da Marco Travaglio che da Peter Gomez, un Paese mediaticamente serio si sarebbe dovuto occupare, come fatto dai mezzi d'informazione di mezzo mondo, di Libia, dell'intesa tra Fayez al-Sarraj e Khalifa Haftar durante la Conferenza di Berlino, delle dichiarazioni di Angela Merkel ("nuovo impulso alla pace"), del segretario generale Onu, Antonio Guterres ("tutti vogliamo negoziati sotto l’egida dell’Onu") e soprattutto del premier Giuseppe Conte ("passo avanti significativo") e del Ministro degli Esteri Luigi Di Maio ("chi era al tavolo ha grandi influenze sulle parti libiche e quindi questo fa ben sperare per il futuro del popolo libico e di tutto il Mediterraneo").
Già, perché se la difficile e complicata situazione libica ha raccolto a Berlino i più importanti player internazionali, l'Italia ha svolto ancora una volta una parte importante, rendendosi disponibile ad essere in prima fila nel monitoraggio della pace.
Parole che il Premier Conte ha ribadito a margine della conferenza, evidenziando soddisfazione per i passi avanti fatti grazie ai "55 punti condivisi che includono non solo il cessate il fuoco e l’embargo per nuove armi".

Ecco, da cittadina italiana ed europea questa è la notizia che avrei voluto veder approfondire da testate giornalistiche, telegiornali e talk-show: informazioni dettagliate su quanto dichiarato dal Presidente del Consiglio e dal Ministro degli Esteri, approfondimenti ulteriori sull'attuale situazione nello stato libico, le volontà di al-Sarraj, Haftar, l'Ue e l'Onu.
Invece, tra dirette televisive e speciali dedicati al pellegrinaggio ad Hammamet e collegamenti con i luoghi emiliano romagnoli battuti a tappeto non da chi si è candidata alla governance della regione ma da un leader (?) che va predicando di essere processato per indossare la felpa del martire, l'informazione italiana ha volutamente omesso la notizia che invece avrebbe dovuto tenere banco, in un Paese caduto irrimediabilmente nella tristezza mediatica.

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