..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

giovedì 30 luglio 2009

BERLUSCONI DJ VA IN RADIO E LANCIA "VITA SPERICOLATA"


«Per tutte le ragazze e i ragazzi in ascolto, una canzone cult di Vasco Rossi il cui titolo voi conoscete bene: è "Vita speriolata"». Silvio Berlusconi in versione dj su Radiogioventu.com: il presidente del Consiglio, è infatti stato ospite della rubrica condotta dal ministro della Gioventù Giorgia Meloni e da Pierluigi Diaco.

Al premier, come ad altri in passato, è stato chiesto di lanciare una canzone. In realtà non è stato il Cavaliere a scegliere il brano, ma di fronte alla selezione dei due conduttori, ha mostrato di gradire. «Mi sembra - ha commentato - che il titolo coincida con il mio passato e il mio presente. In futuro mi piacerebbe una vita più tranquilla, ma so che sarà molto difficile».

RUMORS DA REPUBBLICA E L'ESPRESSO

In redazione sono giunti dei rumors secondo i quali le testate giornalistiche del gruppo De Benedetti sarebbero in procinto di pubblicare una serie di dettagliati servizi sull’Italia dei Valori e, più in particolare, su Antonio Di Pietro e Luigi de Magistris.
A quello che ci risulta, l’operazione editoriale dovrebbe vedere in prima linea addirittura lo stesso D’Avanzo (lato Repubblica) e Marco Lillo (fronte L’espresso).
Secondo le informazioni delle quali siamo in possesso, i reportage dovrebbero accendere le luci su alcuni aspetti poco chiari delle vicende politico-personali dei due ex pm; e lo farebbero procedendo “a ritroso”, partendo dai giorni nostri.
Più in particolare, per ciò che concerne il partito, le indagini delle due testate partirebbero dalla gestione dei finanziamenti pubblici che finirebbero nelle casse del “movimento IdV” e non direttamente in quelle del partito come, invece, prevede la legge.
I servizi sul leader dell’Idv si articolerebbero partendo dalla lotta dell’onorevole Di Pietro contro i “privilegi della casta” e l’immunità parlamentare e dalla sua richiesta proprio di immunità parlamentare (naturalmente per sé stesso) rivolta alla Ue. A questo si aggiungerebbero i motivi per i quali non è stato ancora eliminato il nome “Di Pietro” dal simbolo del partito, così come aveva invece promesso lo stesso interessato.
I resoconti su De Magistris, invece, dovrebbero prendere origine dalla richiesta, presentata dallo stesso alla quarta commissione del Csm, di prolungare l’aspettativa per tutta la durata del mandato parlamentare europeo. E ciò nonostante che l’ex pm di Catanzaro avesse sbandierato ai quattro venti la sua intenzione di non tornare più sui suoi passi: «la mia è una scelta irreversibile, anche qualora non dovessi essere eletto», aveva detto in conferenza stampa lo scorso 18 marzo. Non si esclude anche che l’attacco sferrato l’altro giorno dal neo parlamentare europeo al vice presidente del Csm Nicola Mancino (il cui atteggiamento è stato definito ”inquietante” e “molto ambiguo” dal parlamentare europeo dell’IdV) costituisca la prima fase di una sorta di “resa dei conti” tra lo stesso De Magistris ed il Csm.
Fin qui le indiscrezioni delle quali siamo in possesso.
Sostiene il nostro Alessio Di Carlo che questi rumors non avranno seguito e sull’Italia dei Valori le testate del gruppo non scriveranno neppure una riga, preferendo continuare a stendere trattati su gossip e escort.
Staremo a vedere.
di Gianluca Perricone
Pubblicato su "il legno storto"

ESPORTARE LA DEMOCRAZIA NELL'UPPER WEST SIDE

Il New York Times ha svelato che l’Amministrazione Bush ha valutato l’ipotesi di inviare l’esercito, non la polizia, per arrestare sei presunti terroristi a nord di New York. Qualche tempo fa scrissi un breve racconto, sul Foglio, sui marines impegnati a liberare l’Upper West Side.

lunedì 27 luglio 2009

LA CARRIERA DI UN VINCENTE

Cuore, coraggio, istinto, passione. Queste sono solo alcune delle cose necessarie nelle corse di moto. C’è un fattore che è molto importante, alla base di tutto quello che riguarda le moto, dalla progettazione alla sicurezza in pista; questo fattore è la mente, sempre presente, ma che in alcuni piloti sembra relegato all’ultimo posto dal momento dello spegnimento dei semafori fino alla bandiera a scacchi. Ci sono invece altri, che a un certo momento della gara, quando la fine è ormai vicina, che pensano e calcolano cosa sia meglio in base alla classifica del campionato: continuare a spingere e rischiare una caduta (e i conseguenti zero punti), oppure accontentarsi in favore della graduatoria e non osare oltre i limiti imposti dalla moto? E ancora, cercare l’immediato adattamento a una nuova moto, o imparare a conoscerla passo passo, aumentandone il feeling gara dopo gara, test dopo test?
Tra questi ultimi vi è sicuramente Andrea Dovizioso, il pilota del momento dopo la vittoria di Donington Park, campione della 125cc nel 2004 che da due anni milita nella MotoGP, ottenendo quest’anno il passaggio nel team ufficiale Honda Repsol al fianco del tre volte mondiale Dani Pedrosa, dopo un primo anno nei ranghi del Team Scot, lo stesso che lo segue dal 2004 e con cui ha vinto il titolo iridato. Nato a Forlì nel 1986, come ormai tutti i piloti della nuova generazione, Andrea è salito in moto fin da piccolo correndo nei circuiti minimoto, passando poi alla vigilia del 14° compleanno al campionato nazionale e vincendo l’anno successivo quello europeo. Per lui anche qualche presenza nella classe mondiale 125cc come Wild-card. Il primo anno completo nel circuito mondiale lo vede nel 2002 pilota ufficiale Honda, ma con scarsi risultati fino al 2004, anno della sua consacrazione all’età di 18 anni. Nel 2005 passa alla categoria 250cc, ma mancanza di esperienza e mezzo poco competitivo gli impediscono di lottare ad armi pari contro gli spagnoli Pedrosa e Lorenzo. In tutti questi anni, il Dovi (questo il suo soprannome) si è distinto nel gruppo non solo per la costanza nei risultati.
“La mia prima moto è stata una 125 da Gran Premio, ed è stata un’esperienza traumatica“, ricorda il forlivese “Mi era stato chiesto di correre nel 2000 per il team di Fiorenzo Caponera perché ero il più veloce in minimoto. Ho provato questa Aprilia GP tre volte a Maggiore durante i test invernali prima della stagione 2000, e alla fine mi è stato detto che non ero abbastanza veloce per correre“. Tuttavia questo non ha certo fermato Andrea, che ammette che quando si è un teenager entusiasta non ci si ferma certo a pensare che sia tutto finito dopo il primo rifiuto, infatti una settimana dopo un altro team gli propose di correre nel Campionato Aprilia: Dovizioso vinse la prima gara e poi il campionato, lottando contro Michel Fabrizio, oggi pilota del Team Ducati Xerox in Superbike.
Se si esclude il primo contatto con una moto da Gran Premio, la carriera di Andrea Dovizioso è sempre stata segnata dalla costanza nei risultati e dalla sua capacità di riuscire a tirare fuori il massimo della sua moto, senza mai però superarne i limiti, e dal voler imparare a conoscere la moto migliorando giorno per giorno, senza mai buttarsi a capofitto e rischiare più del dovuto. “E’ sempre stato il mio stile, fin da quando correvo sulle minimoto. E’ il mio carattere, tutto qui. Ovviamente mio padre mi ha aiutato a imparare a pensare in questo modo. Quando inizi a correre in minimoto tuo padre è tutto“, spiega: e aggiunge “Pensare molto è importante in tutti gli sport, ovviamente, non solo nelle moto. Qualunque cosa tu stia facendo è importante capire tutto e pensare a ogni cosa, in modo da poter migliorare“.
Un pensatore, e non solo in pista. Finita una gara, Andrea comincia già a pensare a quella dopo, rivedendo quella appena passata e cercando di studiare nei minimi dettagli corsa e sessioni di prove, per cercare di capire cosa si può ancora migliorare o correggere. Anche se adesso, con la prima vittoria, può fermarsi a festeggiare.

Marika Farinazzo

BYE BYE DONINGTON



MotoGP: Bye bye Donington, quanti ricordi

Arrivederci Donington: speriamo di incontrarci presto. Purtroppo, con un pizzico di nostalgia, questo fine settimana sarà l’ultimo nella storia recente del Motomondiale a Donington Park: gli organizzatori dell’impianto hanno infatti preferito puntare sulla Formula 1 per i prossimi anni, con le due ruote che torneranno a Silverstone. Sarà un avvicendamento come quello del 1987, quando proprio da Silverstone si passò a Donington, circuito che ha regalato gare emozionanti con, sostanzialmente, un unico grande protagonista, Valentino Rossi ovviamente. Il fenomeno ha vinto qui sette delle sue 101 gare nel Motomondiale, anche se l’ultima volta è datata 2005.

Una gara bagnata dalla pioggia, dove Valentino regalò una prestazione delle sue, un capolavoro: partenza a rilento, una battaglia con Alex Barros e Kenny Roberts Jr. (dopo la scivolata di Sete Gibernau), il sorpasso e via verso una vittoria senza discussioni, con alcuni giri di ben 2″ più veloce sugli avversari. Un abisso, una prestazione formidabile. D’altronde Rossi a Donington vinse la sua prima gara in MotoGP/500cc nel 2000, lottando con lo stesso Roberts e Jeremy McWilliams, velocissimo quel weekend con la Aprilia bicilindrica.

L’anno successivo Rossi vinse ancora, questa volta con differenti modalità: partenza dalla terza fila (11° tempo nelle prove), avvio di gara stentato ma subito una serie di sorpassi, tanto che all’epoca in molti lo confrontarono con l’affermazione di Senna del 1993 in Formula 1 (con le dovute e debite proporzioni). Di certo quella è una delle migliori 10 gare di sempre dell’otto volte iridato, che vinse anche nel 2002 con anche la nota polemica sul traguardo con Max Biaggi, che l’ha sfiorato quando si era messo di traverso (come aveva abituato il pubblico a quei tempi) sulla propria Honda RC212V per festeggiare la vittoria. Volarono parole grosse da parte di Valentino (il “Si vede che gli tira…”), salvo poi far retromarcia poco più tardi comprese le giustificazioni del “Corsaro”.

A proposito di Max Biaggi, sua la vittoria del 2003, seppur dopo la penalità inflitta proprio a Rossi per un sorpasso con bandiere gialle su Marco Melandri. Nel 2004 nuovo dominio di Valentino (con un sorprendente Edwards secondo davanti all’allora compagno di squadra in Honda Gresini, Sete Gibernau) fino al 2005, sua ultima vittoria in Gran Bretagna.

Nel 2006 a vincere fu infatti Dani Pedrosa, l’ultima di quella stagione per una gara senza discussioni: partenza, fuga, vittoria, il tutto quando Hayden “naufragò” in ottava posizione per alcune scelte tecniche incomprensibili da parte della Honda, che gli affidò aggiornamenti tecnici mai provati prima in un weekend di gara quando era in piena corsa per il campionato.

Il 2007 è l’anno di Casey Stoner, vincitore sotto la pioggia davanti a Edwards e lo “specialista” Chris Vermeulen, capace di ripetersi poi lo scorso anno in condizioni climatiche ottimale proprio a preceder Rossi e Pedrosa.

domenica 26 luglio 2009

DOVINGTON


Finalmente la vittoria!!!
Al secondo anno in MotoGp, e al primo con la casa di HRC ufficiale, centra il primo podio nella classe regina salendo sul gradino più alto.
Il 22 enne talentuoso forlivese, ex campione del mondo in 125 e avversario di decine di battaglie con Pedrosa e Stoner in 250, dopo tre gare in cui le cose non hanno girato per il verso giusto, ed interropendo una striscia positiva che chiaccherava 21 gare sempre a premio, colpisce duro nella settimana in cui si vociferava di una sua possibile partenza dal team ufficiale.
Classe, talento ma soprattutto una testa che funziona, saranno le armi di questo giovane romagnolo per imporsi negli anni che verranno.
La vittoria è arrivata sicuramente in una gara anomala, dove i leader del mondiale hanno giocato al "cia'pano'" e forse per questo che la contetezza di Andrea non ha assunto misure bibliche, ma il nuovo propulsore che sta adottando da due gare la Honda ha avuto subito i primi effetti.
Alla ripresa del campionato, Brno - Repubblica Ceca, vedremo se anche in condizioni di gara "normale" DoviPower e la sua HRC avranno la possibilità di giocarsi la vittoria.
La speranza, inutile negarlo, è color verde brillante.

DONINGTON: LA GARA




MotoGP Donington Gara: Dovizioso vince una gara folle

Il paradosso è che la vittoria della gara più pazza degli ultimi anni in MotoGP l’ha vinta uno dei piloti più riflessivi, metodici, sensibili alla guida, attenti ad ogni singolo aspetto del proprio mestiere. Forse è proprio per questo che Andrea Dovizioso ha colto la sua prima vittoria nella classe regina, tornando a vincere dopo quasi due anni (l’ultima volta nel 2007 in 250cc), riuscendoci dopo tre gare con zero punti portati a casa, tanto che in molti l’avevano già collocato fuori dal box Repsol Honda per la prossima stagione. Il primo italiano a vincere con la Honda ufficiale dai tempi di Rossiniana memoria è riuscito in questa impresa con una sola strategia: spingere, non commettere errori, stare a guardare gli errori altrui.

Nulla da togliere alla sua, meritatissima, affermazione, giunta in un podio che più inedito non si può: complice la pioggia arrivata negli ultimi giri di gara festeggiano con lo champagne Colin Edwards e Randy De Puniet, rispettivamente in seconda e terza posizione, ma anche Alex De Angelis, confermatosi su altri livelli dal Sachsenring con la quarta posizione. I “Fantastici 4″ non ci sono, per errori propri, scelte strategiche rivedibili, e per una gara che il destino ha voluto finisse così.

Valentino Rossi coglie una quinta posizione, col senno di poi, che vale un… mondiale. In testa, al 13° passaggio il Campione del Mondo è scivolato all’ingresso della “Fogarty”, proprio nel tentativo di controllare Dovizioso. Ripartito ha chiuso quinto, con 11 punti importanti contro i quasi zero degli avversari. Jorge Lorenzo, poco prima, era caduto; Dani Pedrosa non è andato oltre la nona posizione, Casey Stoner la 14° con l’onta del doppiaggio per via di una assurda scelta di pneumatici, con le rain in luogo delle gomme da asciutto dovute e doverose per le condizioni metereologiche.

Sprofondo Rosso Ducati, se non per la gioia di Niccolò Canepa, ottavo sul traguardo e beffato nel finale da Marco Melandri, primo insieme a Loris Capirossi ad effettuare il cambio-moto. Scelta che a Le Mans ha pagato, non a Donington Park, dove non serviva azzardare alcunchè, ma soltanto guidare con intelligenza e arguzia: guidare come Andrea Dovizioso.

Cronaca di Gara

Non piove, ma la gara viene ritenuta “bagnata” dai commissari di gara aprendo gli scenari del “flag to flag”. Scelta sorprendente, i piloti ufficiali Ducati Hayden e, soprattutto, Stoner partono in configurazione “full wet”, mentre tutti propendono per le slick con anche un’inedita soluzione “media” all’anteriore per Dani Pedrosa il quale, tra l’altro, ha difficoltà nel partire per il giro di ricognizione. Allo spegnimento del semaforo Rossi tiene la testa, ma Lorenzo passa davanti insieme ad Elias al discesone “Hollywood” con il leader della classifica che perde ulteriore terreno preceduto anche dalle due Honda ufficiali di Pedrosa e Dovizioso. Si chiude il primo giro con Elias che vola in testa con margine, Lorenzo ha il suo daffare per controllare Rossi, Dovizioso, Pedrosa e Toseland alle sue spalle. Casey Stoner? Solo tredicesimo, preceduto anche da Niccolò Canepa, ma comincia a piovere con insistenza.

Il terzo giro è iper-spettacolare, con Dovizioso che realizza un sorpasso ad ogni curva portandosi in testa su due piloti che potrebbe trovarsi in squadra l’anno prossimo, Lorenzo e Pedrosa. Il maiorchino passa però al comando alla tornata successiva, il tutto quando Stoner e Hayden con le “rain” si trovano nelle ultime due posizioni passati anche da Gabor Talmacsi: “sprofondo rosso”, o scelta lungimirante? Tutto è ancora in gioco, perchè comincia a piovere con una certa insistenza proponendo una nuova classifica: Lorenzo resiste al comando, Rossi passa le due HRC di Dovizioso e Pedrosa mentre Elias sbalza a terra alla “Starkeys”: gara finita.

Passa poco tempo, e all’ottavo giro si registra il colpo di scena che caratterizzerà corsa e, probabilmente, mondiale: ingresso della “Goddards”, Jorge Lorenzo frena sulla linea bianca e vola via. Gara finita, zero punti, leadership a Valentino Rossi che deve controllare Dovizioso con Pedrosa più staccato che si vede impensierire anche da Randy De Puniet. Al 13° giro si registra l’onta del doppiaggio di Rossi e Dovizioso sui Ducatisti Stoner e Hayden, i quali viaggiano con 10″ al giro di svantaggio sugli altri piloti: scelta fallimentare.

Si passa rapidamente al 19° giro, quando ecco a voi il secondo colpo di scena: Valentino Rossi, all’ingresso della Fogarty Chicane, scivola lasciando la prima posizione ad Andrea Dovizioso, seguito da Randy De Puniet e Dani Pedrosa. Valentino ripartirà dall’undicesima piazza, proprio quando comincia a piovere! Sta succedendo di tutto a Donington Park, con Capirossi e Melandri che tentano l’azzardo con il cambio-moto, Pedrosa che perde due posizioni favorendo l’inserimento sul podio di Edwards e di Alex De Angelis al quarto posto.

Il catalano favorisce anche il riaggancio di Rossi, sua la sesta posizione, e di Niccolò Canepa, subito dietro in quella che è sicuramente la sua miglior gara nella MotoGP sul tracciato dove vinse per la prima volta in Superstock 1000. Le telecamere della regia internazionale indugiano però su quanto succede in testa: Colin Edwards e Randy De Puniet proprio sul finale riagganciano Andrea Dovizioso, ma questi resiste e riesce a vincere la sua prima gara in MotoGP. Sul podio finiscono, nell’ordine, Edwards e De Puniet (primo podio per il team di Lucio Cecchinello), seguiti da un ottimo Alex De Angelis e Valentino Rossi, che all’ultimo ha passato James Toseland per la quinta posizione. Ottavo Niccolò Canepa, segue Dani Pedrosa in nona piazza con Casey Stoner che chiude 14° a punti.

Alessio Piana

DONINGTON: IL WARM UP




MotoGP Donington Warm Up: Casey Stoner velocissimo
Uno stint di 6 giri impressionante, prima di salire sulla seconda moto e verificare che, dopo i problemi di ieri nelle qualifiche, sia tutto a posto. Casey Stoner ha fatto selezione nel Warm Up della MotoGP a Donington Park, con il primo giro percorso già con 2 secondi (!!) di vantaggio sugli avversari a pari condizione, ovvero asfalto bagnato con poche possibilità di asciutto per la gara del pomeriggio. L’australiano poi ha ribassato ulteriormente i propri riferimenti cronometrici, arrivando fino al riferimento di 1′39″197, quanto basta per staccaare di 488/1000 Jorge Lorenzo, il primo degli inseguitori con la sua Yamaha.
Un solo grande protagonista quindi nel Warm Up della MotoGP a Donington, con una gara che si prospetta, nell’eventualità della pioggia, in salita per Valentino Rossi, settimo e preceduto anche da Andrea Dovizioso, terzo a precedere Nicky Hayden in risalita, Randy De Puniet e Marco Melandri, potenziale outsider di lusso della corsa. Solo 11° invece Dani Pedrosa, seguito da Loris Capirossi, Mika Kallio e James Toseland. Ultimo a 6 secondi dalla vetta Niccolò Canepa, alle prese per la prima “vera” volta con le insidie dell’asfalto bagnato di Donington Park.
La gara, lo ricordiamo, scatterà alle 16:30 italiane, anticipata alle 13:30 dalla 125 e alle 14:45 dalla classe 250, orari inediti per il fuso orario e per la concomitanza con la Formula 1.

Alessio Piana

sabato 25 luglio 2009

DONINGTON: LE QUALIFICHE




MotoGP Donington Qualifiche: Valentino Rossi in pole

La quarta pole position stagionale, 55° in carriera di cui 45 nella sola top class, per Valentino Rossi è arrivata a Donington Park, dove non riusciva in questo risultato addirittura dal 2005, proprio quando ha conquistato l’ultima vittoria sul tracciato britannico. Un buon segno in vista di domani? Di certo l’otto volte iridato non deve scartabellare dati e statistiche per veder confermare il buon equilibrio raggiunto nel finale con la propria Yamaha M1, moto condotta da tre piloti nelle prime sei posizioni, dopo un mattino e metà qualifiche vissute al studiare la miglior posizione possibile. A vedere la sequenza di 4 giri consecutivi sull’1′22 basso dimostra come, a livello di competitività assoluta, la Yamaha è ben messa in Gran Bretagna: Rossi fa il resto conquistando la quarta pole, beffando Dani Pedrosa e, soprattutto, Jorge Lorenzo. Per i due alfieri del Fiat Yamaha sono adesso quattro pole a testa (complessivamente 8 in 10 gare…), per una squadra “atipica” ma che porta i risultati sperati.

Anche Dani Pedrosa, come sempre in qualsiasi condizione il più veloce tra i piloti Honda sebben Andrea Dovizioso è quinto, dimostrando che con la politica dei piccoli passi la RC212V sta prendendo un buon spunto velocistico. Di certo si scontra con i problemi di casa Ducati, dove Casey Stoner è scivolato nuovamente dopo quanto accaduto in mattinata, questa volta alla “McLeans”, curva in salita destrorsa dove è necessario avere un buon feeling sul davanti. Cosa sul quale l’australiano conta tantissimo, ma che non sembra avere nel Regno Unito, aprendo una seconda fila completata dal sesto tempo di Colin Edwards.

Buona la settima posizione di Marco Melandri con la Kawasaki, moto che senza sviluppi è stabilmente nella top ten con il ravennate definitivamente ritrovato. Forse è da rivedere tutto il programma Suzuki, dove Loris Capirossi viene anche battuto da Vermeulen nella lotta per la 12° piazza, tanto che è lecito domandarsi cosa non va al team Rizla: telaio, motore, elettronica, pacchetto o anche gli stessi piloti? Strano da raccontare anche i passi indietro di Nicky Hayden, naufragato in 15° piazza davanti a Niccolò Canepa e Gabor Talmacsi, scivolato nel finale con la Honda-Scot. Donington non gli è mai andata a genio, ma dai progressi delle ultime gare ritrovarsi così indietro non è proprio il massimo.

Alessio Piana

DONINGTON: LE LIBERE



MotoGP Donington Prove Libere 2: Pedrosa precede Lorenzo

Potrebbero ritrovarsi come compagni di marca, per il momento si accontentano (per modo di dire) di vedersi nelle prime due posizioni della classifica dell’ultima sessione di libere a Donington Park. Dani Pedrosa comanda ancora dopo il miglior tempo di ieri, fermando i cronometri del circuito britannico sull’1′28″787, conseguito negli ultimi minuti al 30° dei 31 passaggi effettuati. Il pilota della Honda ha dimostrato una buona resa della propria RC212V, insidiando il primato di una Yamaha che a Donington viaggia davvero su di un altro livello, con tre M1 nelle prime cinque posizioni. Pedrosa è spuntato proprio allo scadere, quando ha prima eguagliato l’1′28″957 di Jorge Lorenzo (spaccato al millesimo!) per poi batterlo di 170/1000, quanto basta per portarsi in vetta e render soddisfatto il box Repsol Honda.

Di certo il più costante è risultato Jorge Lorenzo, davvero veloce, più di Valentino Rossi per il momento al quarto posto preceduto anche da Casey Stoner, terzo nonostante una Desmosedici (vistosamente) ballerina ed una scivolata al primo giro effettuato, quando ha tagliato forse un pò troppo il cordolo del tornantino “Melbourne” perdendo l’anteriore. Nessuna conseguenza, solo una leva del freno piegata, rientro ai box per poi scender nuovamente in pista leggendo il solito copione: pochi istanti per prender subito il ritmo da primissime posizioni.

C’è molto lavoro comunque da fare per “ammorbidire” la propria Desmosedici con Yamaha il riferimento, ma anche la Honda, che porta Toni Elias sesto (senza una moto per il 2010?) a preceder Andrea Dovizioso, replicando sostanzialmente quanto visto nelle ultime gare. OK anche Marco Melandri, ottavo, notte profonda in Suzuki dove Loris Capirossi è 14° davanti a Chris Vermeulen, lasciando così dubbi a tutti sulla resa del team e della moto (tanto che Alvaro Bautista già nel pomeriggio potrebbe firmar con Ducati). Chiude lo schieramento invece Niccolò Canepa, 2″8 dalla vetta preceduto un Gabor Talmacsi in netto miglioramento, prendendosi 1″3 da Mika Kallio che si conferma positivo 10° aspettando le qualifiche ufficiali del pomeriggio.

Alessio Piana


MotoGP Donington: Dani Pedrosa “Possiamo ripeterci”
MotoGP Donington: Casey Stoner “Abbiamo cominciato bene”
MotoGP Donington: Valentino Rossi “Veloci in ogni condizione”
MotoGP Donington: Jorge Lorenzo “Molto veloce sul bagnato”
MotoGP Donington Prove Libere 1: Pedrosa beffa Stoner

DONINGTON: PROGRAMMA




MotoGP: il programma del fine settimana a Donington Park

Per via del fuso orario con la Gran Bretagna e la concomitanza con la Formula 1, questo fine settimana ci saranno degli orari quasi inediti per il Motomondiale. Se il programma sostanzialmente non cambierà nelle giornate del venerdì e sabato, sarà un discorso diverso per la domenica, con la MotoGP in programma alle 16:30 italiane, giusto il tempo di veder concludersi la gara della F1 a Budapest nonchè la seconda manche della Superbike sul tracciato di Brno. Di seguito ci sono gli orari completi delle tre classi per Donington Park, con tutte le sessioni trasmesse in diretta da Mediaset Premium con Italia 1 che darà il via al programma TV con la sintesi delle prove venerdì notte con qualifiche e gare in diretta il sabato e domenica.

British Grand Prix 2009
Il programma del fine settimana


Venerdì 24 luglio

13.40 - 14.40: 125cc Prove Libere 1
14.55 - 15.55: MotoGP Prove Libere 1
16.10 - 17.10: 250cc Prove Libere 1

Sabato 25 Luglio

10.00 - 10.40: 125cc Prove Libere 2
10.55 - 11.55: MotoGP Prove Libere 2
12.10 - 13.10: 250cc Prove Libere 2
14.00 - 14.40: 125cc Qualifiche
14.55 - 15.55: MotoGP Qualifiche
16.10 - 16.55: 250cc Qualifiche

Domenica 26 Luglio

10.40 - 11.00: 125cc Warm Up
11.10 - 11.30: 250cc Warm Up
11.40 - 12.00: MotoGP Warm Up
13.30: 125cc Gara
14.45: 250cc Gara
16.30: MotoGP Gara

giovedì 23 luglio 2009

martedì 21 luglio 2009

TESTE

Oggi il Grand. Uff. Vittorio Zucconi, detto Zuccav, scrive una pagina da tregenda sulle torture di Bush. A un certo punto scrive di "teste ripetutamente pestate contro il muro, ma avvolte in asciugamani per non lasciare tracce". E commenta: è roba che facevano i nazisti. Peccato che Zuccav si sia inventato quasi tutto. I muri contro cui facevano sbattere le teste erano "flessibili", vale a dire che le teste non sbattevano, perché i muri erano finti e sii piegavano. E l’asciugamano non era messo per non lasciare tracce (che non ci sarebbero potute essere) ma per evitare al detenuto il colpo della strega. Visto che ci siamo, e parlo dell’unica vera tecnica ai confini con la tortura, non è vero che il waterboarding è stato fatto 83 volte in 5 giorni su un particolare detenuto, ma gli è stata versata l’acqua in faccia 83 volte in 5 giorni. Zuccav non lo dice ma il waterboarding è stai usato solo su tre detenuti e mai dopo il 2003. Intanto, per la cronaca, la task force istituita da Obama per definire le tecniche di interrogatorio antiterrorismo ha chiesto al presidente piú tempo e ha suggerito di adottare anche altre tecniche, diverse da quelle previste dall’army fiele manual. Vedrete che, waterboarding a parte, non saranno molto diverse da quelle del passato.

domenica 19 luglio 2009

101

MotoGP Sachsenring: Valentino Rossi “Una bellissima gara”
Il confronto con Jorge Lorenzo ha entusiasmato Valentino Rossi, che ha rivelato di essersi divertito parecchio oggi nella gara del Sachsenring. Il “Dottore” è riuscito vincitore nella lotta che lo porta adesso a 14 punti di vantaggio sul compagno di squadra in classifica.
Credo sia stato un bellissimo GP, con tutti e quattro i leader della classifica generale in gran forma e impegnati in una battaglia tiratissima“, ammette Valentino Rossi. “Sapevamo che ciascuno di loro sarebbe stato durissimo da battere e per questo sono estremamente felice per questa vittoria. Ho guidato bene e il mio team ha fatto un eccellente lavoro durante il weekend per mettere a punto la moto al meglio. Sono partito bene, poi ho fatto una bella battaglia con Stoner nella prima parte del GP. Superato il punto di metà gara, ero un po’ più veloce ed in grado di spingere veramente al massimo. E’ stato divertente. Alla fine c’è stata un’altra grande battaglia con Lorenzo e devo ringraziare il fatto di essere veramente in gran forma, soprattutto perché mi ha superato quando non me lo aspettavo. Per fortuna sono stato in grado di mettermelo di nuovo alle spalle e poi ho fatto un giro finale quasi perfetto, senza alcun errore. Tutto è andato bene, oggi: la mia M1, le gomme Bridgestone“.
Valentino ha così conquistato la 101° vittoria in carriera, 75° in MotoGP, 4° stagionale con il pensiero rivolto a Donington dove vinse per la prima volta nella classe regina.
Questa è la mia quarta vittoria della stagione; penso che la mia Yamaha sia davvero straordinaria, quest’anno. Penso che gare come queste facciano bene allo sport. Adesso abbiamo un piccolo vantaggio in campionato e si va a Donington, uno dei miei tracciati preferiti, dove spero davvero di tornare alla vittoria, dopo un paio d’anni di digiuno“.

SACHSENRING: LA GARA



Il secondo vero confronto tra Valentino Rossi e Jorge Lorenzo premia l’otto volte iridato, alla 101° affermazione in carriera, recordman nella classifica dei podi conquistati di tutti i tempi. La quarta vittoria stagionale è stata maturata con una corsa quasi atipica, decisa negli ultimi due giri nonostante un’intensità fuori dal prevedibile, con per 2/3 della sua distanza in corsa anche Dani Pedrosa e Casey Stoner, calati nel finale consegnando così l’ennesima doppietta Fiat Yamaha dell’anno. Valentino per realizzare la 75° affermazione nella top class ha dovuto studiare bene… stando davanti: passato da Lorenzo a cinque tornate dal termine, ha risposto a -2 dalla bandiera a scacchi, respingendo successivamente ogni potenziale attacco con traiettorie che non lasciavano aperta nessuna porta. Eppur ci son solo 99 millesimi sul traguardo, il numero di gara di Jorge Lorenzo che al secondo confronto diretto (terzo se contiamo Motegi dove il distacco era più consistente) viene nuovamente battuto, ma questa volta con l’onore delle armi e senza reali “errori” o ingenuità.
Nella soddisfazione Yamaha c’è il podio di Dani Pedrosa, terzo con una Honda mangia-gomme (chiedere a Dovizioso), ma abbastanza per preceder Casey Stoner leader nei primi 16 giri, ancora una volta costretto alla resa nella seconda parte di gara un pò per la condizione fisica, forse un pò per un calo eccessivo della gomma posteriore della sua Desmosedici GP9. Il distacco in campionato sale così a 26 punti, mentre sono 14 quelli tra Valentino Rossi e Jorge Lorenzo aspettando Donington Park dove, a parte tutto, ci sarà l’ipotetico “ultimatum” di Yamaha verso il maiorchino per la riconferma contrattuale.
A parte i “Fantastici 4″, si festeggia al team Gresini, perchè Alex De Angelis è quinto davanti a Toni Elias rimontante dalla 17° e ultima posizione in griglia che, come ogni anno, sembra risvegliarsi quando una moto è in forse per la stagione successiva. Nello specifico una RC212V che andrà a Marco Melandri, settimo con la Kawasaki, meglio di Loris Capirossi che ha chiuso solo 11° nel disastro Suzuki. Progressi invece per Niccolò Canepa, dodicesimo riuscendo a mettersi dietro Vermeulen, Kallio e Talmacsi: un risultato non da poco.
Cronaca di Gara
Buono spunto di Rossi, leader alla prima curva su Pedrosa partito come un forsennato dall’ottava posizione, seguito da De Puniet, Stoner, De Angelis, Lorenzo e Dovizioso. Si va verso la “Sachsen Kurve” e De Puniet è protagonista di un pauroso highside rischiando di coinvolgere Stoner: vola a terra solo il transalpino, la classifica quindi vede, manco a dirlo, i Fantastici 4 nelle prime quattro posizioni seguiti da un combattivo Dovizioso e, più staccato, un buon De Angelis. Il forlivese della Honda al terzo giro esegue un millimetrico attacco su Lorenzo per la quarta posizione a riportare alla mente le lotte della 250cc di due stagioni or sono, giusto quando i primi tre in sequenza scendono sotto il record della pista.
Lorenzo si riprende il quarto posto, più importante il passaggio di Stoner su Pedrosa per la seconda posizione, il pilota più veloce in pista e con Rossi già nel mirino. L’attacco ed il sorpasso arriva al settimo giro in fondo alla “Sachsen Kurve”, con Pedrosa e Lorenzo che si sono avvicinati staccando notevolmente Dovizioso, superato anche da un esplosivo De Angelis. Ottavo giro e, signori, Stoner, Rossi, Pedrosa e Lorenzo sono in 8 decimi: eccoci arrivati alla battaglia tanto attesa quest’anno.
Lorenzo inizia subito scavalcando Pedrosa un pò al limite con la propria Honda, ripresentandosi ad 1/3 di gara nei paraggi di Rossi e Stoner. Il gruppo si ricompatta poco più avanti al giro di boa, quando si entra nell’ottica delle scelte in materia di pneumatici e, per almeno due piloti, nelle potenziali difficoltà fisiche. Al 16° giro Rossi passa infatti Stoner, imitato poco più avanti anche da Lorenzo con Pedrosa in agguato: ci risiamo? Rivediamo invece i problemi di Dovizioso, che con una anteriore pressochè “finita” viene scavalcato da Marco Melandri per la sesta posizione ed in seguito anche da Elias e Hayden. Tornando al vertice, Lorenzo è attaccato a Rossi, ma non forza l’attacco almeno fino a cinque tornate dal termine, quando lo passa in fondo ai box imitato da dietro anche da Pedrosa che si lascia alle spalle Stoner.
Si ritira Dovizioso, si nota un problema per Stoner che, di fatto, è ormai tagliato fuori dalla lotta per il podio. Siamo al finale, a due giri dal termine Rossi punta e passa Lorenzo alla “Coca Cola Kurve”, prova a rispondere al passaggio successivo ma Valentino resiste, batte di nuovo il suo compagno di squadra e prende altri cinque punti per il campionato. Sul podio Pedrosa seguito da Stoner, De Angelis, Elias che beffa Melandri per la sesta posizione. Tutti a Donington.
Alessio Piana




SACHSENRING: WARM UP

Si ripete Laguna Seca? Di certo sull’asciutto le Honda sono velocissime al Sachsenring, Dani Pedrosa in particolare, autore nel Warm Up del miglior riferimento cronometrico in 1′22″391, viaggiando regolarmente per 3/4 tornate su questi valori. Nel lotto dei pretendenti alla vittoria, in caso di una gara completamente mitigata dal sole, dobbiamo così annoverare anche lo spagnolo indietro di 59 punti nella classifica di campionato, con la RC212V ufficiale portata anche al terzo posto da Andrea Dovizioso, tornato protagonista dopo due giornate tutt’altro che positive.
Tra loro due spicca il “solito” Casey Stoner, che nei primi giri ha rifilato distacchi… imbarazzanti a tutti, nell’ordine dei 6 decimi, dimostrandosi ancora una volta quale il pilota più “rapido” nel prender subito tempi di indiscusso valore. Alle spalle del terzetto di testa svetta Jorge Lorenzo, poi Marco Melandri che sull’asciutto vola con la propria Kawasaki, e Valentino Rossi, sesto giusto a 6 decimi dalla vetta.
Dietro di lui le Ducati di Mika Kallio e Nicky Hayden, caduto nella curva in appoggio del discesone verso la Sachsen Kurve: nessun problema fisico, ottavo tempo davanti alla coppia Gresini De Angelis-Elias con Capirossi 13° e Canepa ultimissimo, dietro anche a Talmacsi e a Vermeulen infortunato, ma giustificato dai forti dolori alla caviglia per la triplice caduta di ieri.
Alessio Piana

sabato 18 luglio 2009

TEMPI PROVVISORI

“Guantanamo Detainees May Not Be Resettled by Deadline”

Detto a Bloomberg News da un funzionario dell’Amministrazione Obama. Tradotto: Guantanamo potrebbe non chiudere entro la data prevista da Obama.
di Christian Rocca

CI HA MESSO POCO/22

Trentesimo bombardamento di Obama in Pakistan

Cinque morti, stavolta. Sono trenta i bombardamenti con i droni che gli Stati Uniti hanno lanciato sul Pakistan da quando Obama è presidente. In Italia si continua a suonare la pianola di Michele Serra e Beppe Severgnini.

SACHSENRING: LE QUALIFICHE


MotoGP Sachsenring Qualifiche: Valentino Rossi, che pole!
Non si può dir altro se non bravo, bravvisimo: complimenti Valentino Rossi, una pole position sensazionale con un giro capolavoro, in condizioni climatiche avverse ed un tracciato del Sachsenring che, come testimoniano le sette cadute in pochi minuti, davvero insidiosa. Un giro che vale più del singolo 1′32″520, della 54° pole in carriera, 44° nella top class, terza stagionale dopo Motegi e Assen. Il solito e classico “segnale” di Rossiniana fattura, che ha rifilato sei decimi a Jorge Lorenzo rimasto un pò colpito dall’assalto del compagno di squadra (ancora per quanto) in Fiat Yamaha, meno a Casey Stoner, staccato sì di 1″2, ma rimasto ai box nel finale “accontentandosi” di una prima fila comunque di vitale importanza in vista della gara di domani dove, con ogni probabilità, la pioggia non concederà tregua.
A Rossi è bastato un giro per dare un esatto valore alle parole del gran Presidente e responsabile Yamaha, Masao Furusawa, che ha spiegato (anche allo stesso Lorenzo) del perchè a Iwata non si può rinunciare nè oggi, nè in futuro, al fenomeno di Tavullia. In queste condizioni sei decimi sono tantissimi, anche se è da fare un plauso alla performance di Jorge Lorenzo, che tra voci e/o trattative di mercato e infortuni di vario genere riesce comunque a esser lì, costantemente pronto a giocarsela. Discorso similare per Casey Stoner, la cui danza della pioggia ha finora offerto i risultati sperati e, pensando a domani rispolverando dalla memoria la gara del 2008, non può che far abbozzare un sorriso al campione australiano.
Purtroppo la sessione è contraddistinta da un numero quasi incalcolabile di cadute, tutte nella (maledetta) curva “Sternquell”. Evidentemente c’è qualcosa che non va, perchè non si spiegano altrimenti le scivolate in sequenza di De Puniet, Canepa, Melandri, Elias, De Angelis, Capirossi e, per finire il botto che ha visto coinvolti Nicky Hayden e (ancora) l’incolpevole Niccolò Canepa. Sbalzato dalla sua Desmosedici, l’americano ha di fatto “colpito” il giovane talentuoso pilota della Pramac che è caduto dolorante a terra, con il terzo volo tra mattina e pomeriggio. Sette piloti coinvolti, sette differenti episodi, modalità similari ma sempre in quella curva in discesa, dove c’è un “canale” d’acqua che risulta più un vero e proprio “torrente”.
Un fiume da attraversare con circospezione, con Nicky Hayden capace di ritrovare la quarta posizione e ritrovarsi in posizioni da ex-iridato qual è. Finalmente al top, davanti a due specialisti del Sachsenring e del bagnato come De Angelis e De Puniet, entrambi pronti a cambiar squadra (e marca) per il 2010. Ottavo è invece Dani Pedrosa con il… terrore della caduta del 2008, come da lui stesso ammesso al termine della giornata di ieri, ma comunque di gran lunga più veloce rispetto a Dovizioso, 11° e preceduto anche da Loris Capirossi e Mika Kallio con ben 3 Ducati nella top-10.
Tredicesimo invece Marco Melandri, 15° Niccolò Canepa con tre cadute (una senza colpe) tra mattino e pomeriggio: non si risparmia l’ex iridato Superstock, tanto da mettersi alle spalle Talmacsi ed Elias che, nelle varie categorie, sul bagnato sono sempre andati piuttosto bene. Evitando, possibilmente, di impattare per domani sulla maledetta “Sternquell“, protagonista in negativo di una sessione altrimenti vissuta sulla grazia agonistica di un giro capolavoro firmato Valentino Rossi.
Alessio Piana

SACHSENRING: LE LIBERE

Non piove al Sachsenring, ma c’è tanto freddo e le previsioni metereologiche sono poco rassicuranti in previsioni del pomeriggio. Non il modo migliore per iniziare la giornata del sabato al Sachsenring, dove a breve scenderanno in pista le 125cc con il secondo turno di prove libere con 40 minuti a disposizione con, a seguire, MotoGP e 250cc.
Quanto alla pista la situazione non è delle migliori, con “chiazze” di bagnato nei punti critici del circuito che non consente quella sicurezza ai piloti. Insomma, come nel 2008 il Sachsenring è condizionato dal clima poco… estivo, ma che non ha allontanato il pubblico già presente in gran numero, anche per seguire i numerosi piloti tedeschi competitivi presenti in 125 come Folger, Cortese, Bradl e Schrotter.
Aspettando i primi riferimenti cronometrici di seguito c’è il programma completo del sabato al Sachsenring, con la prima gara importante in programma nel pomeriggio con la Red Bull Rookies Cup anticipata, ovviamente, dalle qualifiche delle tre classi del Motomondiale.
Alice Motorrad Grand Prix Deutschland 2009
Programma Sabato 18 luglio
09.00 – 09.40: 125cc Prove Libere 2
09.55 – 10.55: MotoGP Prove Libere 2
11.10 – 12.10: 250cc Prove Libere 2
13.00 - 13.40: 125cc Qualifiche
13.55 - 14.55: MotoGP Qualifiche
15.10 - 15.55: 250cc
Qualifiche
16.20: Red Bull MotoGP Rookies Cup Gara (18 giri)
17.20: ADAC Junior Cup Gara (15 giri)

venerdì 17 luglio 2009

SACHSENRING: LE LIBERE

MotoGP Sachsenring Prove Libere 1: Stoner torna al comando
Un turno come una moneta, a due facce. La prima con una pista parzialmente bagnata per via del nubifragio nel corso delle prove della 125cc, dove outsider come Nicky Hayden o Marco Melandri vivono il loro personale momento di gloria giornaliero. Passano i minuti, e l’ultima mezz’ora vede un circuito (quasi) completamente asciutto, i tempi che si abbassando ed ecco lì, Casey Stoner al comando. Riscontrati, accertati i problemi di natura fisica grazie alla visita negli States presso la Clinica del Dottor Ting, l’australiano cerca di metterci una pietra sopra e vola in testa con il crono di 1′22″779, giusto 2 decimi di vantaggio su Pedrosa a lungo fuori dalla top ten, ma comparso al vertice quando conta (seppur relativamente) qualcosa.
Il catalano, in mezzo a numerose voci di mercato, capeggia un’armata Honda molto combattiva al Sachsenring, dove si notano anche i “clienti” Randy De Puniet e Alex De Angelis (storicamente competitivo al ‘Ring) in quarta e quinta posizione nonchè Elias al settimo posto, preceduti da Valentino Rossi rimasto suo malgrado “intasato” dal traffico dell’ora di punta quando sarebbe riuscito sicuramente a migliorare qualcosina. Difficile comunque valutare i valori in campo in questa anomala sessione di prove, tra pioggia, asciutto, misto tra le due condizioni tanto da trarre in inganno Chris Vermeulen, sbalzato in aria a 5 minuti dalla bandiera a scacchi per un rigagnolo d’acqua nella discena della curva “Castrol Omega”. Per lui colpo ad anca e gamba sinistra, ma non dovrebbero esserci problemi per domani.
Scorrendo la classifica si nota all’ottavo posto Nicky Hayden, con la top ten che premia anche Andrea Dovizioso e Marco Melandri. Segue Capirossi, 12° davanti al rientrante Mika Kallio, mentre Niccolò Canepa è comunque 15° nella griglia più ristretta di sempre della top class, con poche novità sull’affaire-Francisco Hernando (la Dorna, per il momento, non vuole replicare un programma “Hayate Bis”), molte voci di mercato su Jorge Lorenzo. In questa confusione il maiorchino si ritrova 11° nelle prime prove ma, si sa, è il sabato a dare una dimensione più realistica sulla sua competitività, specie dopo un turno del genere, specie se è prevista pioggia per i prossimi due giorni.
MotoGP World Championship 2009
Sachsenring, Classifica Prove Libere 1
01- Casey Stoner - Ducati Marlboro Team - Ducati Desmosedici GP9 - 1′22.779
02- Dani Pedrosa - Repsol Honda Team - Honda RC212V - + 0.255
03- Valentino Rossi - Fiat Yamaha Team - Yamaha YZR M1 - + 0.309
04- Randy De Puniet - LCR Honda MotoGP - Honda RC212V - + 0.354
05- Alex De Angelis - San Carlo Honda Gresini - Honda RC212V - + 0.503
06- Colin Edwards - Monster Yamaha Tech 3 - Yamaha YZR M1 - + 0.516
07- Toni Elias - San Carlo Honda Gresini - Honda RC212V - + 0.572
08- Nicky Hayden - Ducati Marlboro Team - Ducati Desmosedici GP9 - + 0.588
09- Andrea Dovizioso - Repsol Honda Team - Honda RC212V - + 0.591
10- Marco Melandri - Hayate Racing Team - Kawasaki ZX-RR - + 0.687
11- Jorge Lorenzo - Fiat Yamaha Team - Yamaha YZR M1 - + 0.717
12- Loris Capirossi - Rizla Suzuki MotoGP - Suzuki GSV-R - + 0.926
13- Mika Kallio - Pramac Racing - Ducati Desmosedici GP9 - + 1.311
14- James Toseland - Monster Yamaha Tech 3 - Yamaha YZR M1 - + 1.538
15- Niccolò Canepa - Pramac Racing - Ducati Desmosedici GP9 - + 2.129
16- Chris Vermeulen - Rizla Suzuki MotoGP - Suzuki GSV-R - + 2.382
17- Gabor Talmacsi - Scot Racing Team MotoGP - Honda RC212V - + 2.637
Alessio Piana

NUOVA PREVENDITA ESCLUSIVA AI SOCI DEL FANS CLUB PER BOLOGNA E FIRENZE

A grende richiesta abbiamo deciso di ripetere la prevendita anticipata per le nuove date di BOLOGNA E FIRENZE.
Tutti gli iscritti con Abbonamento confermato entro le ore 12 di Venerdì 17 Luglio 2009, cioè TUTTI QUELLI CHE hanno ricevuto i codici di ACCESSO ALL'AREA RISERVATA (NUMERO TESSERA E PASSWORD) avranno diritto al codice promozionale per la prevendita esclusiva.
ORARI APERTURA E CHIUSURA:Lunedì 20 Luglio ore 9.00 apertura prevendita esclusiva dedicata agli iscritti al fan clubMartedì 21 Luglio ore 16.00 chiusura prevendita esclusivaMartedì 21 Luglio ore 18.00 apertura prevendita online www.ticketone.it per gli acquisti al pubblicoda Mercoledì 22 Luglio in tutte le prevendite autorizzate
IL CODICE PROMOZIONALE E IL LINK CHE VI COLLEGHERA' ALLA PAGINA RISERVATA SU TICKETONE.IT VERRA' RESO A VOI VISIBILE LUNEDI' 20 LUGLIO POCO PRIMA DELL'APERTURA DELLA PREVENDITA.BASTERA' LOGGARSI AL BLASCO ON LINE E CLICCARE SUL BANNER MESSO A DISPOSIZIONE NELL'HOME PAGE DELL'AREA RISERVATA CON SCRITTO "OTTIENI IL TUO CODICE PROMOZIONALE".
I BIGLIETTI ACQUISTABILI IN PREVENDITA ESCLUSIVA PER LE DATE CONFERMATE DI BOLOGNA E FIRENZE saranno 2 (DUE) per 1 (UNA) sola data a scelta del tour.
IL CODICE PROMOZIONALE POTRA' ESSERE USATO UNA VOLTA SOLA SU TICKETONE (1 codice = 1 ordine per massimo 2 biglietti)
Come già avvenuto per la prima prevendita esclusiva vi ricordiamo che AVETE TUTTO IL TEMPO DELLA PROMOZIONE A DISPOSIZIONE.
* Ricordiamo ai Fans in fase di conferma dell’abbonamento con pagamento tramite BOLLETTINO POSTALE che il trattamento di ogni iscrizione richiede dalle 5 alle 8 settimane. Per questo, SOLO i soci che ad oggi hanno già ricevuto i codici di accesso per l’area riservata avranno la possibilità e il diritto di accedere alla prevendita.
Vi ricordiamo che il servizio di prenotazione dei biglietti attraverso il sito www.vascorossi.net è riservato agli aventi diritto.
Un caro saluto dalla Redazione vascorossi.net e….. ARRIVEDERCI IN TOUR!!!!!!!!!!!!
vascorossi.net

PRESUNTO INNOCENTE

Trascorsi tre anni dallo scandalo di “calciopoli” e con un nuovo campionato alle porte, mi sono imbattuto nelle classiche discussioni da opinione pubblica. C’è chi domanda: è possibile che i “moggiani” sperino nella disfatta sportiva della Juventus stagione 2009/10?
Altri invitano a non spettacolarizzare il processo che si sta svolgendo a Napoli. Peccato che gli stessi dimentichino un piccolo particolare: sono fuori tempo massimo, andava detto prima.
Se si guarda la giustizia italiana si possono osservare due cose: i processi non ci sono, ma lo spettacolo viene allestito. Poi, quando i primi vengono fatti (perdendo tempo), il secondo tira giù il sipario: l’opinione pubblica è stata sfamata.
Sulla possibile disfatta sportiva della società che ha sede in Corso Galfer – chiamarla oggi Juventus fa male al cuore – non serve sperare: coloro che sono ai posti di comando negli ultimi tre anni non si sono mai fatti sfuggire l’occasione. Basta guardare a livello manageriale come, quanti e per chi sono stati spesi i soldi del sostanzioso aumento di capitale.
Di Moggi e sullo stesso sono stati spesi fiumi di inchiostro: troppi quando non era necessario, troppo pochi quando lo era.
Conti alla mano, è stato il dirigente che ha vinto di più in casa bianconera, coadiuvato dall’estro manageriale di Giraudo e dalla presenza storica di Roberto Bettega. Difficile non ricordare dodici anni in cui, grazie alla sua sapienza calcistica che lo ha consacrato come l’indiscusso re del mercato, quella Juventus ha dominato il mondo, raggiungendo traguardi di squadra e personali che rimarranno per sempre scritti nelle pagine degli almanacchi. Risulta inevitabile rimanere legati ad un personaggio che ha costruito una delle più forti squadre che la Juventus (e non solo) abbia mai avuto, impossibile non averlo seguito nella vicenda di “calciopoli”.
Primo, perché allora c’era la necessità di capire cosa stava accadendo, eliminando corde e forche così da entrare nei fatti. In seconda battuta, ma non per questo meno importante, si stava concretizzando quel sentimento popolare che da lì a poco avrebbe distrutto la vita privata di un semplice cittadino italiano.
Sulla spettacolarizzazione del processo inizialmente ci pensarono tutti, difesa bianconera compresa, tanto da preferire le pagine dei giornali alla camera caritatis. Su quel processo, oggi, si è chiusi ancora in aula, aspettando ottobre per una nuova udienza.
Di fatto, c’è chi ha vissuto la vicenda di “calciopoli” come la disfatta di un’epoca, trovando in Luciano Moggi il capro espiatorio che media e giustizia sportiva hanno creato. Altri, pochi e sempre bianconeri, si batterono contro il giustizialismo, da convinti garantisti, andando a scavare nelle carte dell’accusa, diventate basilari per chi, proclamandosi garantista, diede del giustizialista a chi indicava la verità dei fatti.
Ricapitolando: quel che successe alla Juventus – perché forse qualcuno si è già dimenticato che quelle accuse erano infondate – e a Luciano Moggi non potrà mai cancellare una fede, quella bianconera.
Moggiani o meno, quello che tutti i tifosi vogliono vedere è la propria squadra vincente in Italia, in Europa e nel mondo. In tema di civiltà, invece, bisognerebbe quantomeno aver imparato la lezione, grottesca e terribile, e non patentarsi di fede nei confronti di coloro che non credono che siamo tutti uguali, quando entra in ballo la presunzione d’innocenza.

CI HA MESSO POCO/21

Mentre in Italia (e in realtà anche in America) continuano a ignorare i bombardamenti obamiani in Pakistan – perché rovinerebbe l’immagine cara a Michele Serra o di Oscar Luigi Scalfaro di un Obama pacifista e quella del Grand. Uff. al Mer. Vitt. Zucconi, più informato e furbo, secondo cui Obama fa la faccia feroce ma è biologicamente diverso dal guerriero bushiano, picchia, ma in realtà canta peace&love – l’esercito americano continua l’offensiva.
Stavolta solo tre morti.
Questo è il 29esimo bombardamento con droni in Pakistan, da quando Obama è diventato presidente.

SACHSENRING: SI SCALDANO I MOTORI

A poche ore dal via delle prove dell’Alice Motorrad Grand Prix Deutschland 2009 del Sachsenring andiamo a registrare le dichiarazioni dei piloti protagonisti della MotoGP, a cominciare ovviamente dal leader di campionato, Valentino Rossi.
Valentino Rossi (Fiat Yamaha Team)
“Grazie a Dio abbiamo avuto un po’ di riposo dopo le ultime due gare perché dopo Laguna ero veramente stanco! Le prossime due gare saranno una di seguito all’altra e nuovamente, sarà molto faticoso. E’ anche un momento importante nel campionato, perché siamo al giro di boa. Il Sachsenring non è uno dei miei circuiti preferiti, ma vi ho fatto un sacco di grandi gare ed in generale si adatta piuttosto bene alla Yamaha, il che è una buona cosa. Abbiamo bisogno di fare altri buoni risultati per mantenere la testa della classifica perché i nostri rivali sono forti e non possiamo permetterci alcun errore. L’anno scorso è piovuto molto in Germania, ma nonostante ciò fummo in grado di centrare un gran secondo posto. Spero quest’anno di migliorare di una posizione“.
Jorge Lorenzo (Fiat Yamaha Team)
“La Germania è uno dei circuiti sui quail non ho mai fatto particolarmente bene, sono salito sul podio una sola volta, nel 2006, con un terzo posto nella 250 cc. L’anno scorso è piovuto molto e sfortunatamente caddi nel corso del terzo giro: decisamente non è stato un fine settimana da ricordare, ma spero che quest’anno le cose vadano diversamente. Dopo l’incidente e le ferite di Laguna Seca ora mi sento molto meglio dopo una settimana di riposo, ma non sarò comunque al 100% nel fine settimana. Mi fa male il piede destro quando cammino ed anche i legamenti della spalla, per questo la prima cosa che farò una volta al Sachsenring sarà quella di andare alla Clinica Mobile! Il mio obiettivo come sempre sarà il podio e prendere più punti possibili in rapporto ai miei diretti rivali“.
Casey Stoner (Ducati Marlboro Team)
“Dopo Laguna sono rimasto negli Stati Uniti fino a sabato per effettuare tutta una serie di test. Per prima cosa vorrei ringraziare tutti i medici coinvolti, il dott. Ting e il dott. Tuan del Fremont Surgery Center, il dott. Macchiagodena, il dott. Catani, il dott. Ceccarelli e naturalmente il nostro fisioterapista Freddy. Se tutto va bene, passo dopo passo, seguendo le loro indicazioni, la situazione dovrebbe migliorare. Non mi sento ancora al 100% ma per ora il problema maggiore è il dolore alle costole provocato dalla caduta nelle qualifiche del GP degli USA. Sarà probabilmente un altro fine settimana molto duro ma, come sempre, faremo del nostro meglio per restare il più possibile vicini alla testa della classifica del campionato“.
Dani Pedrosa (Repsol Honda Team)
“Al Sachsenring sono spesso andato bene per cui sono molto fiducioso, in più la vittoria di Laguna Seca è stata importante per me e per tutta la squadra perchè dimostra che abbiamo fatto progressi e adesso abbiamo il passo per poter vincere. Ovviamente non si può dar nulla per scontato, i rivali saranno molto agguerriti, ma noi crediamo di poter esser competitivi qui“.
Andrea Dovizioso (Repsol Honda Team)
“Assen e Laguna per me sono state una grande delusione: eravamo vicino ai primi, il passo gara era buono, ma sono caduto. Ho commesso degli errori da cui imparerò sicuramente. Al Sachhsenring voglio dimostrare il mio potenziale, sono molto fiducioso“.
Loris Capirossi (Rizla Suzuki MotoGP)
“Le ultime due gare sono state un pò difficili per noi, dove abbiamo lavorato duramente perchè tutto filasse liscio. La squadra ha dato il massimo, ma per il momento non abbiamo trovato i riscontri ed i risultati che ci aspettavamo. Sappiamo adesso come la Suzuki si comporta in situazioni diverse e con le Bridgestone, per cui penso che questo sarà utile al Sachsenring dove c’è bisogno di un buon equilibrio“.
Alex De Angelis (San Carlo Honda Gresini)
“Ho ottenuto così tanti buoni risultati in passato sul circuito del Sachsenring, proprio quei risultati di cui avremmo bisogno adesso! Sfortunatamente alla gara di Laguna Seca abbiamo fatto la scelta sbagliata per la messa a punto, ma, nel complesso, è stato pur sempre un weekend positivo e intendiamo sfruttare quanto raccolto nel prossimo gran premio. Il GP di Germania è decisamente uno dei miei preferiti: sono molto affezzionato a questo circuito, perché è qui che ho ottenuto la mia prima pole position, inoltre, dal 2002 al 2007, sono sempre salito sul podio. Il tracciato è molto tecnico, vario e senza alcun rettilineo lungo, perciò è più importantea trovare una buona messa a punto del telaio piuttosto che avere un motore potente. Stiamo attraversando una fase piuttosto difficile, ma non molliamo“.
Niccolò Canepa (Pramac Racing)
“Sono molto concentrato, qui al Sachsenring sarà per me un fine settimana molto duro poiché non conosco la pista. Partirò con un grosso handicap, ma confido di poter imparare il tracciato nelle due sessioni libere per poi essere competitivo sin dalle qualifiche. Dopo questa gara ci sarà solo la pista Australiana che ancora non conosco“.

ALL'ASTA IL CAPPELLINO DI VASCO ROSSI AUTOGRAFATO


Fino al 20 Luglio 2009 sarà possibile partecipare all'Asta di beneficenza per l'Associazione denominata "Insieme Per Il Dolore" (I.P.D.) Imolese, che si batte contro il dolore inutile da ormai molti anni.L'I.P.D. grazie all'amicizia e stima reciproca con il cittadino imolese Claudio Golinelli alias il Gallo, ha ricevuto questo eccezionale regalo coinvolgendo direttamente Vasco Rossi che con pronta solidarietà ha concesso anche il suo autografo sul cappellino donato alla Associazione, insieme alla mitica maglietta del Gallo Team autografata dal Gallo.

Per maggiori informazioni sull'Associazione I.P.D.


PER PARTECIPARE ALL'ASTA


Vascorossi.net

mercoledì 15 luglio 2009

VIETATO SBAGLIARE

Dopo il secondo posto di Laguna Seca, Valentino Rossi vuole confermarsi al vertice della MotoGP questo fine settimana al Sachsenring, dove arriverà con grande determinazione e, soprattutto, finalmente con un pò di riposo alle spalle.
Per fortuna dopo Laguna Seca abbiamo avuto modo di riposare perchè ero molto stanco dopo le due gare consecutive“, afferma Valentino Rossi. “Anche adesso ci prospettano due gare di seguito e sarà molto dura, in più siamo al giro di boa della stagione che come sempre è un periodo molto importante“.
Donington Park, ma soprattutto il Sachsenring questo fine settimana, tracciato a Valentino non particolarmente gradito ma dove ha comunque ottenuto dei risultati di rilievo come la vittoria del 2006.
Il Sachsenring non è uno dei miei circuiti preferiti, ma si adatta alla mia Yamaha e qui abbiamo fatto delle belle gare nel passato: l’anno scorso, nonostante la pioggia, siamo riusciti a chiuder in seconda posizione“.
L’intento sarà quello di migliorare quel risultato, anche perchè con degli avversari così competitivi non ci si può permettere alcun errore, come da lui stesso ammesso alla vigilia del GP di Germania.
Abbiamo bisogno di un altro buon risultato perchè i nostri rivali sono molto forti e non possiamo permetterci degli errori: penso che comunque possiamo far meglio dello scorso anno“.

BESTIALITA'

Siamo nell’estate 2009 e ancora i giornali italiani non hanno capito chi sono i neocon. Oggi il Corriere della Sera, a pagina 2, scrive che un ragazzino di 14 anni qualche tempo fa "ha infiammato i Neocon Usa all’ultima assemblea del movimento". Naturalmente i neocon non hanno nessuna assemblea, e quella dove ha parlato il ragazzetto era il Cpac, la conferenza semmai dei conservatori sociali.L’altro giorno, invece, Michele Serra ha scritto una cosa che nemmeno più Zucconi scrive. E cioè che in demcorazia non si è mai vista una differenza così enorme tra la politica estera di Obama e quella di Bush. Buonanotte.

martedì 14 luglio 2009

IN VENDITA I BIGLIETTI PER ALTRE DUE DATE A CASERTA!

A pochi giorni dall’annuncio e la messa in vendita dei biglietti per le prime date dell’attesissimo tour “al chiuso” di VASCO, si sono già registrati i primi sold-out e si è reso necessario aggiungere nuovi show.
Dopo aver aggiunto nuove date per Pesaro, Ancona, Torino e Milano, Live Nation Italia annuncia oggi 2 nuovi concerti anche a CASERTA: 31 ottobre e 1° novembre.
Quattro dunque gli show al Palamaggiò di Caserta.
I biglietti per questi nuovi concerti sono in vendita da oggi tramite il circuito TicketOne www.ticketone.it e nei punti vendita autorizzati.
Questo dunque il calendario delle date confermate dell’EUROPE INDOOR tour di VASCO:
6, 7, 11 e 12 ottobre Pesaro Arena Adriatica
16, 17, 21 e 22 ottobre Ancona Palarossini
26, 27, 31 ottobre e 1° novembre Caserta Palamaggiò
Anno 2010:
5, 6, 10, 11, 15, 16, 20 e 21 febbraio Milano Mediolanum Forum
6, 7, 11 e 12 aprile Torino Palaolimpico
Per informazioni
LIVE NATION ITALIA02 53006501 – info@livenation.it – www.livenation.it

domenica 12 luglio 2009

"VOGLIO CONTROBATTERE PUNTO PER PUNTO"

L'ex designatore, Paolo Bergamo, è intervenuto alla presentazione del libro “Er Go de Turone” di M. Zampini
Un Paolo Bergamo tranquillo, sicuro e molto motivato, quello che è intervenuto alla presentazione del libro di M. Zampini “Er Go de Turone”.
Un intervento che ha toccato molti punti a noi noti, dal famoso gol annullato a Turone fino ad arrivare a calciopoli, perché «ci ha rovinato la vita», chiosa l'ex designatore.
Bergamo ripercorre la sua carriera e la maledetta estate del 2006, vuole parlare di calciopoli perché «non vi immaginate cosa vuol dire quando come arbitro sei giudicato, come assicuratore sei giudicato, ma soprattutto come persona. Ti ritrovi da un giorno all’altro sui giornali con giornalisti e fotografi sotto casa. Per l’opinione pubblica sei un imbroglione e disonesto».
Si mette in dubbio l’uomo e non solo il professionista, una costante che ha accompagnato tutta la farsa del 2006. Ancora incredulo per quanto gli piovve addosso tre anni fa, ricorda come il suo primo campionato da designatore venne vinto dalla Lazio, il secondo dalla Roma e a seguire da Milan e Juventus, che oltre a dominare il campionato fino all’ultima giornata, si giocarono la finale di Coppa Campioni: «sfido chiunque a dire che c’era un’anomalia. Squadre costruite bene, forti, in quel momento dettavano legge nel campionato e vincevano».
E l’Inter? «Dico la verità: me ne fece tante Facchetti!» . Di cosa? Di telefonate naturalmente!
Il defunto Facchetti non riusciva a digerire i 13 pareggi su 19 partite dell’Inter. Situazione che cambiò nel girone di ritorno, durante il quale Inter e Juventus raccolsero gli stessi punti: a Torino vinsero i nerazzurri, con Ibra squalificato dalla prova TV e arbitro De Santis; a Palermo, sempre con De Santis, non venne concesso ai bianconeri un rigore al limite dell’area; a Firenze, la partita precedente lo scontro con la Juventus, il Milan vinse e nessuno dei diffidati venne ammonito.
«Un imbroglio costruito», lo definisce Paolo Bergamo, così come è evidentemente costruita l’accusa sulle palline del sorteggio, tirata di recente in ballo da Pirrone a Napoli. Un sorteggio che il primo anno veniva effettuato dai designatori, ma che successivamente, su indicazione di Carraro, fu presieduto da un notaio e a seguire, per renderlo ancora più trasparente, coinvolse anche un giornalista, che pescava la pallina all’interno dall’urna.
Le telefonate le facevano tutti, le lamentele del lunedì erano una prassi. Tutti avevano il numero dei designatori, proprio perché la stessa Lega li aveva forniti. «Tutti quelli che avevano necessità mi hanno chiamato: non era vietato, anzi mi dicevano di uscire dalla campana di vetro», incitando una maggiore sinergia, intraprendendo una strada nuova, quella che Bergamo definisce «umanizzazione dell’arbitraggio». Bergamo sa bene quello che dice. Indica il proprio cellulare e commenta: «Vi faccio vedere questo, c’è il numero di Facchetti che ho conservato, voglio vedere quale giudice mi dirà che l’ho inventato».
Si ricorda il rimprovero di Carraro all’indomani di Roma-Juventus. Un Carraro spazientito, disturbato dal fatto che non furono seguite le sue indicazioni. Bergamo si difende: «Io l’arbitro lo preparavo!». Racconta che passò molti minuti al telefono con Racalbuto, spronandolo a farsi vedere tranquillo senza farsi intimorire, incitandolo a seguire il più possibile la palla e raccomandandosi di non sbagliare, «non una parola per dire in un senso o nell’altro».
Purtroppo, Racalbuto non era l’arbitro adatto per quella partita - ammette l’ex designatore - ma il «sorteggio era questo, non truccato, ma un sorteggio normale», due gli internazionali disponibili in griglia, ma ad uscire fu proprio Racalbuto!
Dagli episodi alla rabbia, il passo è veloce: «Io voglio controbattere punto per punto le accuse, quando finirà esco a testa alta da questo problema!».
Ci sono episodio inquietanti che hanno lasciato «noi con il cerino in mano, l’agenzia che avevo tolta da un minuto all’altro. Ma noi che responsabilità avevamo?», si chiede Bergamo. Non si può fare un processo in 20 giorni. Ricorda come Ruperto gli disse che non sarebbero stati ammessi testimoni perché si doveva chiudere tutto in fretta. Allora, non volendo subire l’onta di una squalifica, Bergamo si dimise: «Altri non hanno avuto il coraggio», hanno finito per scontare una squalifica. «Squalifica per cosa?», si domanda ancora l’ex designatore: non hanno trovato denaro, donne, regali…
L’unica partita ancora in dubbio per illecito è Lecce-Parma. Prima dell'incontro, Bergamo fu chiamato da De Santis - «come sempre accade» - che gli raccontò di un clima «incredibile», una partita che entrambe le squadre volevano vincere. Bergamo lo rassicurò, invitandolo a mettersi in mezzo: «Vincila tu la partita!». Proprio questo «mettiti in mezzo» è finito per essere il capo d’accusa per l’ex designatore, perché sostengono che «nel gergo dei clandestini, mettiti in mezzo significa il pareggio e vincila tu il rafforzativo».
Scuote la testa.
Le assicurazioni. Bergamo chiarisce anche questo aspetto che lo ha visto coinvolto in due diversi episodi, quello con i Sensi e quello con Giraudo.
Situazione «malintesa volutamente» - dice Bergamo, parlando della polizza dei Sensi - tanto che, finita anch’essa sul tavolo del PM Palamara, fu archiviata in tre mesi dopo aver verificato che i Sensi sottoscrissero quell’assicurazione con il loro abituale assicuratore, che non conosceva Bergamo, e dopo che si appurò che dai libri contabili nessuna provvigione era uscita.
Con Giraudo, il problema proprio «non esiste», perché – precisa Bergamo – «non poteva nemmeno fare polizze, la Juventus si serviva di un broker», che aveva trovato nella INA Assitalia di Roma l’offerta migliore.
La polizza venne emessa da Roma e successivamente appoggiata alla sua agenzia: «E' un fatto tecnico, non una trattativa – ci spiega l’ex designatore – con Giraudo non ho mai assolutamente trattato nessun tipo di polizza. Quando toccherà il mio turno a Napoli, porterò le polizze che sono state emesse a Roma, porterò il documento originale e voglio vedere chi può dire il contrario! ».
Le 42 telefonate di Moggi a Bertini: si ritorna su un episodio senza logica, presunto e da dimostrare. Ci pensa Bergamo a precisare: «Ancora non è mica dimostrato che le schede le avesse Bertini o gli altri. Io devo credere a Bertini, non hanno trovato niente e dice che la scheda telefonica non ce l’aveva». Come dargli torto?
L’ex designatore ricorda una recente causa vinta con l’Espresso, che «non poteva pubblicare» le intercettazioni: un PM, a Roma, «ha accertato che i documenti che sono arrivati ai giornali sono partiti dallo stesso computer di quello che faceva le indagini, un servitore fedele dello Stato ha passato alla stampa i faldoni… lo dice un PM e credo che siano cose inquietanti».»
Inquietanti come la difesa che la Juventus ha messo in piedi per calciopoli: lo stesso Bergamo ci tiene a precisare, a tre anni di distanza, che questa linea lo lascia ancora perplesso.
Si sorride ricordando il gol di Turone, perché arbitro di quella partita fu proprio Bergamo.
Ieri come oggi, i media misero in dubbio tutto, non per ultimo l’onore dell’assistente: episodio che pochi ricordano – precisa Bergamo – tanto che non riuscì a sopportare il clima di polemiche in cui era finito e diede le dimissioni.
In quel momento «era più facile dire che l’arbitro e l’assistente permisero alla Juve di vincere il campionato», nonostante Bergamo ottenne un bel voto per quell’arbitraggio.
Un episodio che ne richiama molti altri, tristemente noti, che sono finiti ad alimentare quel sentimento popolare diventato col tempo causa principale della nostra condanna.
Non poteva mancare un ricordo della partita disputata a Perugia, quella che costò alla Juventus uno scudetto. Arbitrava Collina e l’intervallo tra il primo e il secondo tempo durò un’ora e un quarto: un episodio eccezionale, ma che «il regolamento non impediva», precisa l’ex designatore. Bergamo era in tribuna: «Dietro avevo i dirigenti della Juventus e davanti Gaucci», il prefetto lo sollecitava a chiamare Collina per dirgli che da lì a poco il campo sarebbe ritornato agibile grazie al buon drenaggio testato anche in altre partita, la Federazione lo cercava al cellulare, ma «i regolamenti sono chiari»: l’arbitro nell’intervallo non può parlare con nessuno e «in campo è l’unico giudice».
Curiosa anche la precisazione che l’ex designatore tiene a sottolineare: «Non ho ricevuto nessuna telefonata di protesta della Juventus, ve lo giuro, non è successo!».
In chiusura, vale la pena soffermarsi su questa affermazione, spero ben augurante, di Bergamo: «Vediamo quando è finita di cosa possono accusarmi».
Voglia di giustizia quella dell'ex designatore: la stessa giustizia che tutti noi speriamo di vedere trionfare.
pubblicato su GLMDJ

sabato 11 luglio 2009

G8 E CLUB DEL GOLF

Basta, ha detto Angela Merkel, vediamoci di meno e lavoriamo di più. Altri, commentando, hanno sostenuto che il G8 è morto. Tutti gli esclusi concordano. Dubito che il dilemma tolga il sonno ai cittadini del mondo, ma per farsi un’idea, sull’utilità di questi vertici, occorre considerarli in una prospettiva più ampia. I singoli problemi che vengono discussi, attorno a quel tavolo, sia quando la composizione è ristretta che quando la si allarga fino ad una quarantina di partecipanti, sono in gran parte predigeriti e le conclusioni fissate in anticipo.
Non potrebbe essere diversamente, considerata la quantità e la delicatezza delle questioni affrontate, oltre alla caratura ed al numero di coloro che prendono la parola. Insomma, che ci voglia meno tempo a stabilire come affrontare la crisi economica rispetto a quello necessario per impiantare un’antenna condominiale, suona paradossale anche alle orecchie di chi non fosse aduso alla diplomazia. Gli accordi finali, del resto, risentono delle lunghe e laboriose preparazioni, nel corso delle quali si cerca di far convivere esigenze ed idee opposte. Sul clima, ad esempio, s’è detto che l’accordo ha una portata “storica”.
Qualificazione che si presta a considerazioni ironiche: fissato il riferimento climatico base al 1880, si stabilisce che la temperatura non deve artificialmente salire per più di due gradi, ma fin qui sarebbe salita di soli 0,8 gradi, e ciò significa che la si può ancora arroventare per più di quanto fin qui fatto. “Storico”, pertanto, è forse esagerato. Ma è, pur sempre, il migliore accordo possibile, perché i Paesi in via di sviluppo, Cina in testa, se la ridono all’idea che noi si voglia imporre loro quel che nessuno ha imposto a noi nel corso del nostro processo di industrializzazione e gli stessi Stati Uniti, fino a L’Aquila, non volevano sentirne parlare.
Ed è sommamente ridicolo che l’Onu protesti, parlando di un presunto fallimento, giacché quando il tema è stato affidato alle cure burocratiche del palazzo di vetro (ben riscaldato d’inverno e ben raffreddato d’estate, a tutto detrimento del clima circostante) non s’è ottenuto neanche questo.
La vera utilità del G8, a ben vedere, risiede nella possibilità di intessere rapporti personali, bi e multilaterali. Il che vale sia per i leaders, che per i rispettivi staff. I più bravi non sono tanto quelli che fanno l’intervento più rotondo e ficcante, visto che la platea non è incline né all’emozione né alla commozione, i più bravi sono quelli che riescono ad aumentare la confidenza personale e la possibilità, fin dal giorno successivo, di alzare il telefono e chiamare per risolvere problemi particolari, di minore portata globale, ma di maggiore interesse nazionale. Da questo punto di vista la prova italiana è migliore che nel passato, anche perché favorita da una sempre più globale e marcata (benché non necessariamente positiva) personalizzazione. Per molti anni la nostra diplomazia governativa è stata incarnata da uomini, pur di grande valore, incapaci di intessere rapporti altro che con i propri elettori.
Kissinger scrisse chiaramente che Aldo Moro non riusciva neanche a capirlo, e la responsabilità non era dell’interprete. Oggi è molto cambiata l’idea stessa della politica e delle relazioni internazionali. Quel che sembrò straordinario nell’intesa umana, creata durante una passeggiata, lontano dalle spie, fra Reagan e Gorbaciov, è, oggi, la norma. Il che, naturalmente, non cancella affatto il ruvido confronto fra interessi ed idee diverse, ma consente di valorizzare più velocemente i punti di contatto. Si potrebbe dire, con tutto il rispetto, che il G8 sta alla politica internazionale come il club del golf sta al mondo degli affari: sono noiose le mazze, le buche e le palline, ma la sera, davanti al caminetto, con un bicchiere in mano, il fatturato può crescere assai più che grazie ai pagati e talora inutili consulenti. Il G8 de L’Aquila è riuscito bene per quel che doveva e poteva (con la dolorosa eccezione del capitolo iraniano). La consuetudine non è morta affatto, ma per continuare ad essere utile ha bisogno di allargarsi.
di Davide Giacalone

venerdì 10 luglio 2009

CI HA MESSO POCO/21

Ancora bombardamenti obamiani in Pakistan
Altri trentatré morti in due bombardamenti americani con in Predator. In totale sono 28, da quando Obama è presidente. Sempre silenziosi i giornali.
US kills 25 Taliban in second Predator strike in South Waziristan
By Bill RoggioJuly 8, 2009 10:30 AM
The US conducted a second Predator airstrike in Pakistan's Taliban-controlled tribal agency of South Waziristan today.
Unmanned Predator strike aircraft pounded a Taliban convoy, killing 25 fighters and destroying five vehicles.
"We have reports that 25 militants have been killed," an intelligence official told Reuters.
The US was "gunning for a HVT [high value target]," or a senior al Qaeda or Taliban leader, a US intelligence official told The Long War Journal. "We believe there were some foreign al Qaeda fighters in that convoy."
The attack on the convoy was the second today, and the third in 24 hours. Earlier today, eight Taliban fighters were killed when Predators fired six Hellfire missiles on a Taliban training camp in Karwan Manza. The camp is run by Pakistani Taliban leader Baitullah Mehsud.
Yesterday's strike on a Taliban training camp in the village of Zangra in the Ladha region killed 12 Taliban and four al Qaeda fighters.
South Waziristan is a major focus of the US air campaign against al Qaeda and the Taliban. Of the 29 US strikes carried out in Pakistan this year, 21 of them took place in South Waziristan.
Baitullah Mehsud's territory has been hit 13 times and Mullah Nazir's areas have been hit eight times. Both Nazir and Baitullah host al Qaeda training camps and shelter senior leaders of the terror group. Seven of the last nine attacks have targeted Baitullah's camps and safe houses.
The US is well on its way to exceeding last year's total of 36 airstrikes in Pakistan.
US attacks inside Pakistan during 2009:
US kills 25 Taliban in second Predator strike in South WaziristanJuly 8, 2009