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domenica 26 luglio 2009

DONINGTON: LA GARA




MotoGP Donington Gara: Dovizioso vince una gara folle

Il paradosso è che la vittoria della gara più pazza degli ultimi anni in MotoGP l’ha vinta uno dei piloti più riflessivi, metodici, sensibili alla guida, attenti ad ogni singolo aspetto del proprio mestiere. Forse è proprio per questo che Andrea Dovizioso ha colto la sua prima vittoria nella classe regina, tornando a vincere dopo quasi due anni (l’ultima volta nel 2007 in 250cc), riuscendoci dopo tre gare con zero punti portati a casa, tanto che in molti l’avevano già collocato fuori dal box Repsol Honda per la prossima stagione. Il primo italiano a vincere con la Honda ufficiale dai tempi di Rossiniana memoria è riuscito in questa impresa con una sola strategia: spingere, non commettere errori, stare a guardare gli errori altrui.

Nulla da togliere alla sua, meritatissima, affermazione, giunta in un podio che più inedito non si può: complice la pioggia arrivata negli ultimi giri di gara festeggiano con lo champagne Colin Edwards e Randy De Puniet, rispettivamente in seconda e terza posizione, ma anche Alex De Angelis, confermatosi su altri livelli dal Sachsenring con la quarta posizione. I “Fantastici 4″ non ci sono, per errori propri, scelte strategiche rivedibili, e per una gara che il destino ha voluto finisse così.

Valentino Rossi coglie una quinta posizione, col senno di poi, che vale un… mondiale. In testa, al 13° passaggio il Campione del Mondo è scivolato all’ingresso della “Fogarty”, proprio nel tentativo di controllare Dovizioso. Ripartito ha chiuso quinto, con 11 punti importanti contro i quasi zero degli avversari. Jorge Lorenzo, poco prima, era caduto; Dani Pedrosa non è andato oltre la nona posizione, Casey Stoner la 14° con l’onta del doppiaggio per via di una assurda scelta di pneumatici, con le rain in luogo delle gomme da asciutto dovute e doverose per le condizioni metereologiche.

Sprofondo Rosso Ducati, se non per la gioia di Niccolò Canepa, ottavo sul traguardo e beffato nel finale da Marco Melandri, primo insieme a Loris Capirossi ad effettuare il cambio-moto. Scelta che a Le Mans ha pagato, non a Donington Park, dove non serviva azzardare alcunchè, ma soltanto guidare con intelligenza e arguzia: guidare come Andrea Dovizioso.

Cronaca di Gara

Non piove, ma la gara viene ritenuta “bagnata” dai commissari di gara aprendo gli scenari del “flag to flag”. Scelta sorprendente, i piloti ufficiali Ducati Hayden e, soprattutto, Stoner partono in configurazione “full wet”, mentre tutti propendono per le slick con anche un’inedita soluzione “media” all’anteriore per Dani Pedrosa il quale, tra l’altro, ha difficoltà nel partire per il giro di ricognizione. Allo spegnimento del semaforo Rossi tiene la testa, ma Lorenzo passa davanti insieme ad Elias al discesone “Hollywood” con il leader della classifica che perde ulteriore terreno preceduto anche dalle due Honda ufficiali di Pedrosa e Dovizioso. Si chiude il primo giro con Elias che vola in testa con margine, Lorenzo ha il suo daffare per controllare Rossi, Dovizioso, Pedrosa e Toseland alle sue spalle. Casey Stoner? Solo tredicesimo, preceduto anche da Niccolò Canepa, ma comincia a piovere con insistenza.

Il terzo giro è iper-spettacolare, con Dovizioso che realizza un sorpasso ad ogni curva portandosi in testa su due piloti che potrebbe trovarsi in squadra l’anno prossimo, Lorenzo e Pedrosa. Il maiorchino passa però al comando alla tornata successiva, il tutto quando Stoner e Hayden con le “rain” si trovano nelle ultime due posizioni passati anche da Gabor Talmacsi: “sprofondo rosso”, o scelta lungimirante? Tutto è ancora in gioco, perchè comincia a piovere con una certa insistenza proponendo una nuova classifica: Lorenzo resiste al comando, Rossi passa le due HRC di Dovizioso e Pedrosa mentre Elias sbalza a terra alla “Starkeys”: gara finita.

Passa poco tempo, e all’ottavo giro si registra il colpo di scena che caratterizzerà corsa e, probabilmente, mondiale: ingresso della “Goddards”, Jorge Lorenzo frena sulla linea bianca e vola via. Gara finita, zero punti, leadership a Valentino Rossi che deve controllare Dovizioso con Pedrosa più staccato che si vede impensierire anche da Randy De Puniet. Al 13° giro si registra l’onta del doppiaggio di Rossi e Dovizioso sui Ducatisti Stoner e Hayden, i quali viaggiano con 10″ al giro di svantaggio sugli altri piloti: scelta fallimentare.

Si passa rapidamente al 19° giro, quando ecco a voi il secondo colpo di scena: Valentino Rossi, all’ingresso della Fogarty Chicane, scivola lasciando la prima posizione ad Andrea Dovizioso, seguito da Randy De Puniet e Dani Pedrosa. Valentino ripartirà dall’undicesima piazza, proprio quando comincia a piovere! Sta succedendo di tutto a Donington Park, con Capirossi e Melandri che tentano l’azzardo con il cambio-moto, Pedrosa che perde due posizioni favorendo l’inserimento sul podio di Edwards e di Alex De Angelis al quarto posto.

Il catalano favorisce anche il riaggancio di Rossi, sua la sesta posizione, e di Niccolò Canepa, subito dietro in quella che è sicuramente la sua miglior gara nella MotoGP sul tracciato dove vinse per la prima volta in Superstock 1000. Le telecamere della regia internazionale indugiano però su quanto succede in testa: Colin Edwards e Randy De Puniet proprio sul finale riagganciano Andrea Dovizioso, ma questi resiste e riesce a vincere la sua prima gara in MotoGP. Sul podio finiscono, nell’ordine, Edwards e De Puniet (primo podio per il team di Lucio Cecchinello), seguiti da un ottimo Alex De Angelis e Valentino Rossi, che all’ultimo ha passato James Toseland per la quinta posizione. Ottavo Niccolò Canepa, segue Dani Pedrosa in nona piazza con Casey Stoner che chiude 14° a punti.

Alessio Piana

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