..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

lunedì 22 dicembre 2014

LA CIAMBELLA SENZA IL BUCO

Morning Gooners,
alla fine, e comunque con un po' di amaro in bocca, dobbiamo ammettere che il pareggio è stato risultato giusto, e solo uno strepitoso Szczesny c'ha permesso di giungere al novantaseiesimo minuto ancora in vantaggio. A castigarci ancora quella difesa a zona che ha impedito a Chambers, seppur vedendolo, di andare incontro a Skrtel, risultato come l'anno scorso decisivo nel match di Anfield.
Il non averla portata a casa, oltretutto in superiorità numerica, è sicuramente figlia di una condizione che non c'ha garantito quindici minuti finali di un certo livello, dove, come in occasione del definitivo pareggio, abbiamo lasciato troppo spazio ai nostri avversari.
Loro avevano poco da perdere, e solo grazie al cuore e ad un pubblico meraviglioso che non ha mai smesso di sostenerli sono riusciti a rimediarla.
L'occasione era ghiotta, diciamocelo, ma per quello che si è visto in campo uscire con una vittoria sarebbe stato oltremodo gratificante.
E pensare che al nono ed ultimo minuto di recupero Santino stava per metterla, ma la ciambella con il buco, almeno in Premier, quest'anno evidentemente non vuole venire.
La settimana scorsa invece, durante il sorteggio Champions, l'urna per gli ottavi di finale c'ha donato la doppia sfida con i Monaco. Un sorteggio a dir poco benevolo, seppur tutte le partite siano da disputare sempre e comunque all'interno di un rettangolo di gioco, che potrebbe garantirci l'inserimento tra le migliori otto d'Europa, dove tutto a quel punto diventa possibile.

sabato 6 dicembre 2014

NEXT STEP

Morning Gooners,
superato anche l'ostacolo Southampton ci dirigiamo verso Stoke-on-Trent, terzo impegno del nostro personalissimo calendario. Per ora lo score dice sei punti, due gol fatti e zero subiti. Una vittoria in casa e una vittoria in trasferta. Tra le righe è oggettivo trovarci diversi aspetti positivi.
La condizione fisica, già dimostrata nel match con lo United, ha trovato un suo equilibrio e conclusa questa settimana si entrerà in una fase dove le energie da spendere saranno fondamentali.
Da questo punto di vista l'ottimismo non manca.
Cosa ci continua ad ostacolare è la tematica infortuni, e per il match di questo pomeriggio non mancano i dubbi di formazione.
Szczesny s'è completamente ristabilito e sarà tra i convocati. Per un suo impiego si dovrà attendere la conferma della line-up. Non dovesse superare il test toccherà ancora all'ottimo Martinez.
In difese c'è emergenza. Monreal si può considerare out, toccherà quindi a Gibbs impossessarsi dell'out di sinistra, sempre che la nottata abbia portato buone nuove. Koscielny dopo l'ottima prova con i Saints ha rimediato un piccolo fastidio. Il suo impiego sarà valutabile ora dopo ora, di sicuro, come confermato da Wenger in conferenza stampa, non verranno presi rischi, vista l'importanza del giocatore e il periodo intenso a cui si andrà incontro. Mertesacker e Chambers saranno gli unici due sicuri a scendere in campo, con il secondo che potrebbe scalare centrale con Bellerìn a destra nel caso il nazionale francese non dovesse farcela.
Centrocampo e attacco dovrebbero ricalcare quanto visto in campo nelle ultime uscite. Flamini e Ramsey davanti alla difesa, Welbeck, Cazorla, Sanchez e Giroud (o The Ox) nel mettere a ferro e fuoco l'area dei Potters.

venerdì 5 dicembre 2014

ONE-NIL TO THE ARSENAL

Evening Gooners,
consapevole dello scrivere con il senno di poi, ma quando l'altra sera il cronometro dello stadio scriveva solo cinque minuti al triplice fischio finale mi sono sentito più tranquillo, quasi rilassato.
Stavamo in perfetta parità, dopo una gara giocata più che discretamente e contro un avversario che, nonostante il suo non migliore periodo di forma, ha dimostrato il perché di quella posizione in classifica. Ci stavamo decisamente stretti dentro a quello 0-0.
Foster aveva rispedito più volte al mittente tutto ciò che era giunto dalle sue parti. Con Danny la corrispondenza più movimentata.
Tutto faceva presagire ad un pareggio che comunque non avrebbe deluso nessuno, accontentato di più i Saints sicuramente. Ma il conto alla rovescia era inevitabilmente iniziato e da li a poco si sarebbe consumato ciò che per undici volte in stagione eravamo già riusciti a realizzare.
Bang! Sanchez score! 1-nil to The Arsenal!
Ancora una volta, per l'ennesima volta, numericamente l'undicesima, siamo stati in grado di segnare nei minuti conclusivi di un match, cambiando per l'undicesima volta l'esito dell'incontro.
Ricordo nitidamente le prime volte. La mancanza di uno storico faceva propendere a non misurare la temperatura ad una situazione che poteva essere stata figlia di coincidenze.
Oggi lo storico c'è, e racconta di un gruppo di ragazzi che evidentemente ha abbracciato il Boskov-pensiero, che inevitabilmente ha superato la soglia del caso.
Non molliamo mai e fino a che l'arbitro non ha fischiato la fine continuiamo a combattere.
Ieri usando l'esperienza quando non c'arrivava la condizione atletica, oggi esaltando le qualità grazie ad un ritmo partita sempre più costante.
Se tre indizi fanno una prova: Dortmund 2-0; WBA 0-1; Saints 1-0.

mercoledì 3 dicembre 2014

SECOND ACT

Morning Gooners,
il secondo atto del nostro personalissimo calendario è praticamente già in atto. Questa sera, all'Emirates Stadium, affronteremo senza discussione alcuna la squadra che più di ogni altra ha stupito osservatori e addetti ai lavori.
Contro i Saints non sarà una serata semplice. Affronteremo la loro tranquillità di classifica. il loro morale, la predisposizione tattica che Ronald Koeman ha saputo impartire, la qualità che Pellè e compagni hanno dimostrato di avere.
E' oggettivamente il big-match di giornata, la sfida che vedrà impegnate la terza e la settima in classifica.

domenica 30 novembre 2014

IN THE RIGHT WAY

Morning Gooners,
il primo atto degli otto delicatissimi match che andremo ad affrontare da qui ai primi di gennaio l'abbiamo meritatamente vinto. Da pronostico.
Gara ampiamente dominata fin dalle prime battute, grazie a quella condizione atletica che riesce a far muovere in trenta metri tutti i reparti. 
Il secondo non cartellino giallo consecutivo a Flamini una particolare lettura di quanto sto affermando.
Valido il rientro di Laurent, interessante la proposizione di Giroud, Welbeck e Alexis contemporaneamente.
Tolta l'occasione in cui Berainho ha centrato la traversa, non abbiamo praticamente mai subito i Baggies, lasciando così godere Martinez del secondo cleen sheat consecutivo.
Immenso nel pomeriggio del The Hawthorns è stato Santino Cazorla, migliore in campo a lunghezze.
Ha dispensato idee, qualità e quantità, oltre all'assist che ha permesso a Danny Welbeck di decidere l'incontro.
Aaron è ancora un po' indietro, lo vediamo soprattutto nei primi tempi. Poi il fondo di cui dispone lo fa venire fuori nella seconda frazione. A breve l'avremo in formato Fa Cup Final.
La squadra è piaciuta nuovamente. Si sono viste trame in cui s'è cercata e trovata quella velocità oggi determinante per decidere gli incontri. Il riuscire a stare più legati tra i reparti ha permesso l'ennesima prova di solidità difensiva. E per una volta anche dai calci piazzati non abbiamo subito in modo eccessivo.

sabato 29 novembre 2014

FIRST ACT

Morning Gooners,
nonostante l'aspetto infortunati continui a tenerci compagnia, nonostante la classifica ci dica che al momento siamo l'ottava forza del torneo e nonostante la trasferta al The Hawthorns nasconda ancora parecchi dubbi di line-up, sono fortemente convinto che quando gli altri inizieranno a giocare noi ci saremo già messi tre punti in tasca.
Szczesny si è allenato, ma probabilmente troverà posto solo in panchina, lasciando ancora il ruolo di titolare a Martinez. Yaya ha rimediato un problema al bicipite femorale e con molta probabilità non riuscirà a recuperare, Giroud è appena rientrato ed un suo impiego dal primo minuto pare ancora lontano. Laurent potrebbe finalmente rientrare, al posto di Monreal, che si contenderà una maglia con Kieran. Con Jackie Boy fuori tre mesi e Arteta out, a centrocampo c'arriviamo contati.
A grandi linee dovremmo riproporre l'undici che ha disputato il match di Champions con il Dortmund, con i soli Koscielny e Flamini possibili titolari dal primo minuto.
Riepilogando. Martinez, Chambers, Mertesacker, Koscielny, Gibbs, Flamini, Ramsey, Chamberlain, Cazorla, Sanchez, Welbeck.

domenica 23 novembre 2014

UNBELIEVABLE, ABSURD, GROTESQUE

Evening Gooners,
ci sono sconfitte che fai un enorme fatica a scrollarti di dosso e sconfitte che per come si sono concretizzate non riescono nemmeno a farti incazzare, a lasciarti sulla pelle ferite e lividi. Come quella di ieri. Incredibile, pazzesca, grottesca.
A memoria non ricordo l'ultima volta in cui abbiamo dominato così a lungo un avversario nei novanta di gioco. Schiacciato dal punto di visto del possesso palla, annichilito sotto l'aspetto delle conclusioni a rete. Non a caso al termine del match De Gea è stato eletto miglior uomo in campo.
Un match giocato con attenzione, concentrazione, al punto che elementi come van Persie, Rooney e Di Maria hanno interpretato il ruolo delle comparse per quasi tutta la durata dell'incontro.
Bene in difesa, benissimo a centrocampo, dove abbiamo approfittato dell'assenza di Blind per impadronircene, molto bene in attacco, perché quando si va per ventitre volte alla conclusione contro il Manchester United qualcosa di buono evidentemente si è fatto.
Il particolare per cui la sfera non sia entrata nemmeno una volta (prima del novantaquattresimo), la circostanza secondo la quale l'ex Atletico Madrid abbia sventato tutto ciò che abbiamo tirato nello specchio della porta, fa parte di quell'incredibile, pazzesca e grottesca capacità del football di non essere mai ciò che la logica vorrebbe.
Immagino che la caccia ai "colpevoli" sia già in atto.
Wenger vincerà per distacco, come se tutte le occasioni create e non concretizzate fossero colpa dell'alsaziano. Come immagino che le crociate su chi si sarebbe dovuto acquistare questa estate abbiamo ricominciato ad avanzare. 
Tutta rumenta che servirà solamente ad alimentare il fuoco della non cultura sportiva.
La filosofia invece impone (piacevolmente) di guardare il bicchiere mezzo pieno. 
Per la decima volta in stagione abbiamo segnato nei minuti finali, ennesimo aspetto che certifica la solidità mentale e vincente della squadra. Dopo una lunghissima assenza è tornato in campo, con un mese di anticipo, Olivier Giroud, segnando, tra l'altro, il goal che c'ha dato la speranza di una incredibile rimonta. La condizione fisica di molti ha permesso alla squadra di essere più continua durante le fasi di gioco, aspetto che in precedenza avevo messo all'attenzione. Ramsey non è ancora al top, ma sicuramente meglio di un mese fa. Sanchez e Chamberlain continuano a mantenere una forma super. Danny nonostante qualche acciacco risulta sempre presente. Insomma, i ragazzi stanno aumentando considerevolmente la qualità delle giocate nei novanta di gioco e su questa strada, disputando partite come quella con lo United, punti e posizioni in classifica guadagnati saranno la logica conseguenza.

venerdì 21 novembre 2014

ONE MORE DAY

Evening Gooners,
ventiquattro ore e sarà ancora una volta Premier League, sarà nuovamente tempo di concentrarsi sulla fuga del Chelsea, sarà soprattutto Arsenal vs Manchester United.
Il match che ha infiammato decadi di english football.
Ci si arriva dopo la sconfitta patita in quel di Swansea, prima del match decisivo contro il Dortmund in Champions League, con il solito numero di indisponibili che terranno incerta la line-up fino a pochi minuti dall'inizio dell'incontro.
Radio Arsenal ci comunica che Danny con molta probabilità sarà in the pitch. Contro il fastidio muscolare che l'ha colpito nel match contro la Scozia, contro quei colori che l'hanno prima cresciuto come ragazzo e poi come professionista.
Dietro, purtroppo, mancherà ancora una volta Koscielny, lasciando di fatto invariata la linea a quattro che ha disputato gli ultimi match. A centrocampo finalmente avremo la possibilità di scelta. Probabile che si opti per il duo Arteta-Wilshere a schermare la difesa con Sanchez, Ramsey e una maglia disponibile tra The Ox e Santino a formare il trio che supporterà Welbeck.
In panchina ci sarà Theo Walcott, ed un suo eventuale impiego non è assolutamente da escludere.
Lo scorso torneo, con tutte le problematiche che la fine dell'era Ferguson aveva riversato in casa United, non fummo capaci, come invece riuscirono gli altri, ad approfittare dell'anno sabbatico dell'allora gruppo guidato da Moyes. Anzi, dei sei punti avuti a disposizione riuscimmo a portarne a casa solamente uno, con l'aggravante di aver realizzato zero marcature nel corso dei 180 minuti di gioco. Riprendere il discorso campionato con una vittoria e proprio sui Red Devil sarebbe l'ideale per mettere benzina nelle gambe e fiducia nella testa, all'inizio di un periodo che ci vedrà super impegnati fino alla prima settimana del nuovo anno.

martedì 11 novembre 2014

WE ALWAYS LOOK FORWARD TO THE NEXT MATCH

Morning Gooners,
ieri pomeriggio a tutto pensavo, tranne che ad una sconfitta. Dopo la meravigliosa realizzazione di Sanchez, scaturita da una perfetta transizione cestistica che ha permesso di andare a segno dopo un'azione partita dai piedi di Chamberlain, il grosso sembrava fatto. Noi avanti di uno sotto un autentico diluvio.
Non stavamo giocando la nostra migliore partita, questo era evidente, nonostante un'occasionissima capitata allo scadere della prima frazione sui piedi di Danny, ma non stavamo nemmeno subendo le avanzate degli Swans. Il pomeriggio inoperoso di Szczesny stava a certificare la nostra capacità di attenzione. Poi il black-out. In cinque minuti, in quei soli cinque minuti, abbiamo subito la seconda sconfitta stagionale. E la seconda rimonta nell'arco di appena quattro giorni.
Gli ingressi di Jackie Boy e Theo non hanno cambiato volto al risultato e oggi, con ora davanti quindici giorni di sosta, tiriamo una riga.
Il sesto posto in classifica non è certo ciò che ad inizio stagione immaginavamo. Assaggiate con gusto e piacere le due coppe nazionali più prestigiose, l'appetito consigliava di puntare in alto, di pensare di essere una delle squadre da battere. Per diversi aspetti a ragione.
Varie circostanze c'hanno impedito di essere protagonisti.

domenica 9 novembre 2014

THE BEST IS YET TO BEGIN

Morning Gooners,
archiviata, seppur non matematicamente, la qualificazione agli ottavi di finale di Champions League ci rituffiamo in pieno clima campionato.
La trasferta di questo pomeriggio in terra di Galles ci chiederà, ancora una volta, un solo risultato utile, quello che obbligatoriamente dovremmo conseguire per non vedere aumentare lo svantaggio dal Chelsea capolista ieri corsaro in quel di Anfield. Tre punti che serviranno a scavalcare il West Ham ora quarto e avvicinare sensibilmente il Manchester City ieri fermato a Loftus Road.
Insomma, dal Liberty Stadium, prima della sosta per gli impegni delle nazionali, potrebbe giungere un risultato che certifichi la nostra corsa alla vittoria finale.
Con Jackie Boy ancora out, Theo Walcott che sta gradatamente riprendendo confidenza con il ritmo partita e la serie di lungodegenti ancora fermi ai box, ci presenteremo a Swansea con la stessa formazione con cui abbiamo pareggiato internamente il match di Champions.
Szczesny sarà tra i pali, Chambers e Gibbs agiranno sulle corsie laterali, mentre Mertesacker e Monreal formeranno ancora una volta la coppia di centrali.
A centrocampo con l'assenza forzata di Arteta toccherà alla coppia Flamini-Ramsey far girare a dovere il gioco della squadra.
Welbeck, sempre a segno contro i gallesi, agirà da prima punta, con Chamberlain, Cazorla e Sanchez a completare il pacchetto offensivo.

domenica 2 novembre 2014

EL ARSENAL MARAVILLA

Morning Gooners,
era da un po' che attendavamo un pomeriggio come quello a cui abbiamo assistito nella giornata di ieri. Due ore da attraversare il relativa tranquillità, un turno interno di campionato dove non soffrire fino al novantesimo in cerca del goal del pareggio o della vittoria.
Così è andata, anche se fino a venti dalla fine il risultato è rimasto in equilibrio.
Ma questo non deve trarre in inganno. La squadra ha giocato un ottimo football per tutti i novanta di gioco, ha messo sotto pressione la difesa dei Claret, presentando Sanchez, Cazorla e Welbech più e più volte davanti ad un mostruoso Heaton.
Sembrava il classico pomeriggio dove tutto funzionava ma niente entrava. 
Il nostro grande merito è stato quello di non spazientirci, di attendere il momento giusto di creare quella condizione che ci avrebbe aperto le porte del trionfo.
C'ha pensato il giocatore che da ieri, ma non solo da ieri, vive di luce propria nell'immaginario di ogni tifoso Gunners. Quel colpo estivo di mercato che tanto aveva fatto sognare nel giorno del suo acquisto. Quella meraviglia di dinamicità, agonismo, qualità tecnico/tattiche che dopo aver infilato due reti ai Black Cats ha avuto il merito e l'abnegazione di siglarne due anche al Burnely, facendoci volare in solitaria al quarto posto.
Nel meraviglioso pomeriggio di Alexis hanno trovato posto anche altre news che tanto bene hanno fatto a morale e fiducia.

sabato 1 novembre 2014

BELIEF

Morning Gooners,
prima di addentrarci nel match di questo pomeriggio diamo uno sguardo all'infermeria e a come proseguono i recuperi di molti dei nostri. Le good news riguardano sicuramente Olivier Giroud, in netto anticipo sui tempi di recupero e probabilmente arruolabile in prima squadra già dopo la prossima sosta per le nazionali. Walcott sarà tra i convocati del match di quest'oggi, mentre Wilshere dovrà saltare l'impegno. Il calcio rimediato al ginocchio lo vuole precauzionalmente fuori, sia per il match odierno che per quello di martedì sera in Champions League. Lo rivedremo contro lo Swansea.
In dubbio per la line-up rimane il solo Gibbs, ma le percentuali che lo vogliono in campo dal primo minuto sono lievitate nelle ultime ore.
Contro il Burnley, attualmente fanalino di coda del torneo, prenderà posto tra i pali Szczesny, la linea difensiva sarà composta da Chambers a destra, Mertesacker e Monreal centrali con appunto Kieran sulla sinistra. Davanti ai quattro si posizionerà Arteta, indispensabile per il suo costante giro-palla. Ad innescare Welbeck prima punta ci saranno The Ox e Sanchez sugli esterni con Ramsey e Cazorla centrali.

domenica 26 ottobre 2014

SMILE... WE'RE THE ARSENAL FOOTBALL CLUB

Morning Gooners,
nei due goal realizzati da Alexis Sanchez nel pomeriggio trascorso allo Stadiun Of Light ci sta tutta l'essenza di una squadra che prima ancora che essere un team di football è un gruppo di uomini che ha compreso perfettamente quali prerogative vanno tirate fuori in determinati periodi dell'anno.
Il secondo goal in particolare, siglato ancora una volta al novantesimo (e con questo diventano otto le marcature realizzate nei minuti finali), evidenzia in maniera chiara la nostra propensione a credere sempre che la vittoria di un match passi attraverso la dedizione, la concentrazione, il lavoro, l'abnegazione, lottando in ogni centimetro di campo, aggredendo qualsiasi pallone.
Nasce così l'importante vittoria contro i ragazzi di Poyet. Pressing, corsa, approccio.
Non li abbiamo lasciati crescere sotto l'aspetto emozionale, non abbiamo permesso ai quasi cinquantamila presenti di creare quell'atmosfera che sarebbe potuta diventare pericolosa, non abbiamo dato modo di creare quelle situazioni in cui si sarebbe potuto naufragare.
Non abbiamo accusato squalifiche e indisponibilità, portando sul rettangolo verde la mentalità di chi, nonostante in molti continuino esasperatamente a volerne il declino, di questo Club conosce alla perfezione qualità e lacune.
Tre punti d'oro che ci permettono, nel pomeriggio della sconfitta del City ad Upton Park e del match interno dei Reds impattato contro quelli dell'Hull (gli stessi che otto giorni si erano calati all'Emirates strappando identico pareggio), di guadagnare sensibilmente posizioni e distanze in classifica.
In attesa naturalmente del big-match di questo pomeriggio tra United e Blues.
Attualmente la table ci dice che siamo lontani due punti dal quarto posto occupato dagli Hammers, che il gap dal City s'è dimezzato a quota tre e che una non vittoria della banda di Mourinho questo pomeriggio all'Old Trafford ci permetterebbe di toglierci dalla doppia cifra di svantaggio dalla testa.
Il tutto con la consapevolezza che questi ragazzi, tra meno di tre mesi, saranno tutti disponibili per affrontare un finale di stagione che non vedo già l'ora di godermi.

sabato 25 ottobre 2014

WE'RE READY TO FIGHT

Morning Gooners,
tornati da Bruxelles con una vittoria che ha elevato oltremodo l'autostima, ci prepariamo ad affrontare una trasferta a dir poco complicata in quel di Sunderland.
Nella contea metropolitana di Tyne and Wear ci aspetterà un match dai contenuti bellici. I ragazzi di Gustavo Poyet dopo la disfatta di Southampton avranno più di un motivo per presentarsi davanti ai propri tifosi con l'intento di far dimenticare gli otto ceffoni presi nell'Hampshire.
Nonostante una rosa competitiva i Black Cats hanno iniziato la stagione con risultati altalenanti, relegandoli in una scomoda e inattesa quart'ultima posizione.
Fondamentale sarà dunque approcciare il match con la massima attenzione.
Indubbiamente superiori sotto tutti gli aspetti dovremmo essere bravi a contenere la voglia di riscatto che albergherà in ogni singolo elemento guidato dal tecnico uruguaiano. Altresì vero che noi calcheremo il rettangolo di gioco dello Stadium Of Light con il massimo della fiducia, questa elevatasi dopo l'incredibile uno-due rifilato all'Anderlecht.
Dall'infermeria le notizie che giungono continuano ad essere buone. Koscielny è sempre più sulla via del recupero e probabilmente lo rivedremo all'opera subito dopo l'ennesima pausa per i match delle nazionali. Walcott, dopo essere rientrato positivamente con l'Under 21, avrà ancora qualche settimana di rodaggio prima di tornare completamente disponibile. Il non forzare il suo rientro la trovo una scelta sensata e ponderata. Nel nord-est mancherà sicuramente Jackie Boy, fermo ai box per un turno di squalifica, mentre tra i pali tornerà Szczesny.

domenica 19 ottobre 2014

THE SHOW MUST GO ON

Morning Gooners,
il mio personalissimo commento a caldo dopo il triplice fischio finale del match contro i ragazzi di Steve Bruce è stato il seguente: "Mi avete fatto rimanere in trance agonistica fino al novantaseiesimo minuto. E anche oltre. C'avete messo tutto quello che avevate, e, probabilmente, anche quello che non avevate".
A freddo, dopo che la nottata è passata, non cambio una sola virgola di quanto pensato ieri.
Oggi però, nel guardare la classifica, l'ottimismo fatica a prevalere sul pessimismo. 
In una giornata dove si sarebbe potuto guadagnare qualcosa sugli avversari diretti per la conquista del titolo è accaduto l'esatto l'opposto. Il City ha travolto il Tottenham, mentre la banda di Mourinho è andata ad espugnare Selhurst Park. Il divario adesso comincia ad assomigliare sempre più ad una voragine: -11 dai Blues e -6 dai Citizen.
Colmabile? La logica mi dice di no, nonostante la data reciti metà ottobre 2014.
Difficile pensare che sia al Chelsea che al City capitino un numero considerevole di infortunati e indisponibili come capitato a noi in questo terribile inizio di stagione. Ma si sa, la speranza sarà sempre e comunque l'ultima a morire.
Pensarci adesso ha poco senso. Caricarsi nella testa alibi e scuse ancora meno.
Tutto deve andare avanti, e noi per primi dobbiamo metterci nella testa che mercoledì sera ci sarà l'impegno di Champions e sabato prossimo saremo ospiti allo Stadium of Light, con di fronte un Sunderland che dovrà dare risposte concrete ai propri tifosi dopo gli otto ceffoni presi ieri in quel di Southampton.
Ieri scrivevo che non può piovere per sempre, oggi mi rendo perfettamente conto che al momento continua pesantemente a piovere sul bagnato.
Stamane però è giunta un'ottima notizia. Si tranquilli, sto sempre scrivendo di AFC. Jackie Boy sarà disponibile per il match contro l'Anderlecht, non avendo riportato nulla di serio dopo lo scontro avvenuto con Gaston Ramirez.
Tornando al match di ieri. Dopo l'iniziale vantaggio scaturito con la marcatura di Alexis, tutto faceva presagire ad un pomeriggio che avremmo trascorso in tranquillità. Ma così non è andata.
Il pareggio irregolare di Diamé ha riportato tutti noi sulla terra e l'inizio shock della seconda frazione di gara direttamente all'inferno. Lo score era impietoso. Noi quattordici conclusioni e un solo goal, loro tre tiri e due reti.
Con zero alibi e ancor meno scuse si doveva alzare la testa per rimediare al vantaggio dei Tiger conseguito con la terza realizzazione in campionato di un sempre più convincente Abel Hernadez. Qui, nonostante tutto, è uscita fuori la squadra, quella con la "s" maiuscola.

sabato 18 ottobre 2014

FINANZIARIA

Una manovra che non si basa sui 3 punti che un Paese normale dovrebbe mettere davanti ad ogni cosa: ISTRUZIONE, SANITA', LAVORO.
Il resto, tutto il resto, è mera campagna elettorale.

IT CAN'T RAIN FOREVER

Morning Gooners,
ci ritroviamo a distanza di due settimane con una situazione che definire grottesca difficilmente rende l'idea. Il numero di infortuni e di indisponibilità che si presentano dopo la sosta per le nazionali è da far impallidire. In ordine sparso: Olivier Giroud, ankle, three months; Mesut Ozil, knee injury, three months; Mathieu Debuchy, ankle, two months; Laurent Koscielny, achilles, three weeks; Aaron Ramsey, hamstring, two weeks; Yaya Sanogo, hamstring, close to return; Mikel Arteta, calf strain, close to return; Serge Gnabry, knee, close to return; Theo Walcott, knee, close to return; Nacho Monreal, back, close to return.
Per farla breve: a quelli del Titanic gli ha detto culo.
Con chi scenderemo in campo contro l'Hull City solo Dio lo sa.
Di sicuro mancherà anche Chambers, fuori per squalifica, e questo comporterà una linea difensiva che non solo giocherà insieme per la prima volta (e speriamo comunque l'ultima) ma dove i ruoli saranno forzati.
Ad ora pare che la corsia di destra sarà occupata da Bellerìn, la sinistra da Gibbs, mentre la coppia di centrali, con il possibile e speranzoso recupero di Monreal, dovrebbe essere formata dall'ex Malaga e da Mertesacker.
A centrocampo tutto sommato non ci si può lamentare. Davanti alla difesa toccherà ancora una volta a Flamini, mentre i quattro che dovrebbero supportare Danny Welbeck (con quest'ultimo ancora in dubbio, giusto per non farci mancare niente) saranno The Ox a destra, Sanchez a sinistra, Jackie Boy e Santino centrali.
Ah! Dimenticavo. Tra i pali ci sarà Wes. O almeno si spera.

giovedì 9 ottobre 2014

BLACK SABBATH | SABOTAGE

"Eravamo continuamente distratti, e ci sentivamo sabotati su tutta la linea e attaccati da tutte le parti".

Erano i primi giorni del 1975 e in casa Black Sabbath le cose non andavano nella giusta direzione. Le problematiche legate agli aspetti economici stavano distogliendo il gruppo dal produrre nuovo materiale. Con Meehan, così come con Jim Simpson, l'alterco finì in un aula di tribunale. Cause che allungarono i tempi di realizzazione di quello che sarebbe dovuto diventare il sesto album in studio dei quattro ragazzi di Birmingham.
La quotidianità di quel periodo si intrecciava tra la ricerca di un nuovo management, i problemi legali con quello precedente e la composizione in studio delle nuove tracce.
Non c'era giorno che accanto ad un microfono non ci fosse un mandato di comparizione.
Le circostanze portarono la band a cementarsi ulteriormente, a guardare in un'unica direzione, a pensare di comporre musica. A far nascere "Sabotage".
Non è un caso che all'interno dell'opera sia stata inserita una traccia intitolata "The Writ" [mandato esecutivo], una sorta di esorcismo verso tutto ciò che in quel periodo stava accadendo.
Come non è un caso che l'album abbia avuto un risvolto decisamente più hard rispetto a "Sabbath Bloody Sabbath", e la prima versione assoluta di quello che successivamente sarebbe divenuto il genere Trash.
Divisa in due parti, "Symptom of the Universe" si fa pesante nella prima con chiari riferimenti heavy mentre acquista più melodicità nella seconda. L'ultima parte è poi stata creata in studio: "Abbiamo registrato il brano e poi abbiamo iniziato ad improvvisare. Ho iniziato con un riff, gli altri si sono uniti, abbiamo continuato a suonare ed è andata a finire che abbiamo tenuto tutto".
Così Tony Iommi descrive l'incisione del primo brano a chiaro contenuto Trash Metal, nel quale ha saputo anche aggiungere delle sovra-incisioni con la chitarra acustica.
Il testo della canzone è stato scritto dal bassista, Geezer Butler, ispirandosi ad un sogno che aveva fatto, con riferimenti e citazioni sulla cosmogonia, su Dio e sulle creature mitologiche.
L'improvvisazione è sempre stata una peculiarità della band, elemento che contraddistingue ancora oggi nella lunghezza dei brani lo stile dei Sabbath.
Ecco come nasce "Megalomania". Un continuo suonare fino al punto di far finire il tutto con una dissolvenza.
Tornando per un attimo alle problematiche non furono soltanto quelle legali a tenere su di una lama di rasoio i quattro componenti della band, ma anche noie tecniche legate allo studio di registrazione fecero dilatare i tempi di consegna del lavoro.

lunedì 6 ottobre 2014

WE NEED PATIENCE

Morning Gooners,
due episodi, due giocate di livello tecnico e qualitativo sopra la media, hanno determinato il risultato finale di un match giocato a buonissimi ritmi da parte di entrambe le squadre. Hazard s'è calato nei panni di Diego Armando Maradona (poi se qualcuno vuole trovare le colpe in Koscielny s'accomodi pure, risulterà meschino e privo di conoscenze calcistiche) e al ventisettesimo del primo tempo ha prima conquistato e poi realizzato il penalty concesso da Martin Atkinson. Cesc Fabregas e Diego Costa hanno disegnato il contropiede perfetto, l'azione da far vedere e rivedere in ogni angolo del mondo in cui si insegni football.
Bravi loro. Perché quando si viene sconfitto da due grandi giocate non si può far altro che applaudire l'avversario.
Ma bravi anche noi. Perché siamo rimasti sempre in partita, perché non siamo mai crollati sotto il piano del gioco, perché l'abbiamo giocata senza paura.
Il non aver segnato fa parte di quelle giornate dove la stoccata finale presenta sempre delle problematiche, e se questo ti capita contro il Chelsea l'essere rimasti al'asciutto è stata la più logica delle conseguenze.
Ciò però non ha impedito di creare, di rendersi pericolosi, di mettere per diversi tratti del match il Chelsea in difficoltà. Come loro, d'altronde, hanno fatto con noi.
Al triplice fischio finale il pareggio sarebbe stato risultato buono e giusto per entrambe; l'inoperosità di Szczesny, Courtois e Cech stanno li a tetimoniarlo. Due squadre che hanno confermato di essere tra le protagoniste assolute del torneo, due team che hanno messo in campo tattica, determinazione, qualità e solidità.
I conti però, dopo il 2-0, bisogna purtroppo farli. Alla settima giornata i punti di distacco dalla testa sono nove. Tanti, ma forse non troppi. Indubbio che da adesso in poi si dovrà cercare di usufruire favorevolmente del calendario. Dopo uno start-up che c'ha visto giocare contro Everton, Chelsea, Tottenham, Manchester City e il comunque sorprendente Aston Villa, il calendario ci vedrà andare incontro ad impegni meno complicati, con le sole due eccezioni, da qui ad inizio anno nuovo, di Manchester United (22 novembre) e Liverpool (20 dicembre).

domenica 5 ottobre 2014

UN MATCH IMPORTANTE

Morning Gooners,
non è decisiva e fondamentale come scrive chi deve vendere per campare, non è la sfida tra Arsène e Josè e non è nemmeno la rivincita di ciò che dodici mesi fa accadde proprio sul terreno dei Blues.
E' Chelsea vs Arsenal, il big-match della settima giornata di campionato.
Un incontro importante, perché vedrà di fronte le uniche due formazioni di Premier ancora imbattute.
Molte, addirittura troppe, sono state le risposte positive giunte dal match di Champions League. Soluzioni che potrebbero offrire quella qualità per rimanere il più a lungo nelle zone alte della classifica e che dovranno essere tirate fuori proprio nella gara contro i ragazzi di Mourinho.
In pre-stagione gli arrivi di Diego Costa e Cesc Fabregas avevano indicato il team guidato dallo special-one come squadra da battere. In questo inizio di stagione, collimato con la vena realizzativa dell'ex Colchoneros e la ritrovata posizione da regista dell'ex capitano dei Gunners, il Chelsea ha confermato le previsioni. 
Uscirne con un risultato positivo certificherebbe la nostra candidatura per la corsa al titolo. Moralmente.

sabato 4 ottobre 2014

CALCISTICAMENTE SUPERIORE

Calcisticamente è di un livello talmente superiore, per tecnica e visione, che ogni eventuale critica rischierebbe seriamente di risultare provocatoria.
I soldi e tutto ciò che li genera hanno cancellato leggende e miti, bandiere e pilastri.
Se le strade non avessero nome, probabilmente, vestirebbe ancora la 4!

venerdì 3 ottobre 2014

UN SANTO A CENTROCAMPO

L'ho riguardata, giusto per provare a capirci qualcosa in più...
Agli occhi m'è rimbalzata per tutti i novanta di gioco una conferma, che ho da tempo.
Welbeck per numeri a referto il migliore in campo, indiscutibile.
Ozil e Sanchez molto, ma molto bene, così come The Ox.
Ma chi ha decisamente fatto una prestazione sopra le righe è stato Santino... da centrale.
Sull'out non mi ha mai convinto, non ha, secondo me, le caratteristiche. Centrale diventa un player di enorme importanza.
Il modulo dell'altra sera ha esaltato le qualità dei nostri trequartisti puri.
A Stamford Bridge secondo me c'andiamo con la convinzione di far bene.

MISSION BRIEF

28 - 55 1/5 - 1:23 (27 4/5 third quarter) - 1:50 3/5
The 2-year-old trotting filly put on a show and set a new world record in one of four divisions of the International Stallion Stakes on Thursday afternoon at the Red Mile.

mercoledì 1 ottobre 2014

IN ATTESA DI RISPOSTE

Morning Gooners,
iniziamo con oggi una cinque giorni di fondamentale importanza per il proseguo della nostra stagione agonistica. Come già accennato nei giorni precedenti, Galatasaray e Chelsea saranno due match da dove uscire con dei risultati positivi per guardare al domani con maggiore fiducia.
E se con i ragazzi di Mourinho potrebbe bastare anche un pareggio, lasciando invariate le distanze dal primo posto, con i turchi di Cesare Prandelli la vittoria, dopo la sconfitta nel match d'esordio contro il Dortmund, sarà risultato pressoché obbligatorio.
In campo, quindi, dovrà scendere la miglior formazione possibile, per mettere in classifica i primi tre punti del girone e posizionarsi dove più ci compete.
Mancheranno, purtroppo, sia Arteta che Ramsey, entrambi fermi ai box rispettivamente per tre e sei settimane. Probabile, invece, il recupero di Wilshere, dato ieri disponibile. Difficile valutare se sarà schierato o meno. La ragione, anche in vista del match contro i Blues, consiglierebbe che il nazionale inglese venga risparmiato per non cadere in eventuali peggioramenti della situazione.
La line-up di questa sera potrebbe quindi vedere Szczesny in porta, Chambers e Gibbs sugli out con Koscielny e Mertesacker centrali. A centrocampo potrebbe essere la volta di Chamberlain nel ruolo di centrale, affiancato da Flamini. Con Welbeck punta centrale i tre uomini a supportare la fase offensiva potrebbero essere Sanchez e Cazorla larghi con Ozil in veste di trequartista.
Insomma, nonostante gli infortuni (tanti e sempre troppi) patiti nell'ultimo scorcio di stagione, Wenger ha ancora a disposizione un buon numero di elementi per offrire qualità e continuità di rendimento.

domenica 28 settembre 2014

UNA FASE CHE NON SUPEREREMO MAI

Morning Gooners,
trovo emozionalmente incredibile quello che in questa fase della stagione ci sta capitando. Non passa partita che qualcosa non succeda, che una giocata non ci regali l'imbattibilità, che uno scontro non ci tolga risorse umane, che il cuore non smetta mai di farci mettere in campo qualcosa che gli altri (forse) non hanno.
Non è bastato, ieri, terminare la prima frazione di gioco con un doppio infortunio e uno Loris in formato oggi le paro tutte per farci smettere di combattere, anzi. I primi dieci minuti della ripresa hanno testimoniato il nostro coraggio, la nostra determinazione, il crescere della condizione atletica. E non è bastato nemmeno l'essere andati sotto alla prima palla goal capitata agli Spurs per farci crollare mentalmente, anzi. La lucidità da quel momento in poi c'ha fatto creare diverse occasioni.
Concretizzando, purtroppo, con il solo Alex.
L'avremmo ampiamente meritata. Perché l'abbiamo giocata da North London Derby, perché l'abbiamo aggredita, fatta nostra, dall'inizio alla fine. E questo è un bene per il domani, a prescindere dal risultato. Indubbio che l'aver perso sia Arteta che Ramsey fa guardare alle prossime settimane con più preoccupazione. Gli impegni che avremo da qui alla sosta per le nazionali ci diranno con più chiarezza chi e cosa siamo diventati. Galatasaray mercoledì all'Emirates per la seconda giornata del Gruppo D di Champions e Chelsea a Stamford Bridge domenica 5 ottobre due match che metteranno alla prova l'aspetto che più di ogni altro vorremmo fosse migliorato. O meglio.
Quell'aspetto, vista l'imbattibilità che continuiamo a mantenere, dovrà essere confermato.
Tutti i match fino ad oggi disputati, compreso il primo tempo della sconfitta di Dortmund, hanno dimostrato che siamo duri a morire. 

sabato 27 settembre 2014

NORTH LONDON DERBY

Morning Gooners,
oggi c'è poco da scrivere, poco da commentare, ancora meno da snocciolare numeri o mettere nero su bianco ipotetiche line-up.
Oggi è tempo di North London Derby, e questo basta e avanza.
COYG

mercoledì 24 settembre 2014

FORTUNATAMENTE FUORI

Morning Gooners,
dalla Football League Cup (o Capital One Cup che dir si voglia) siamo fortunatamente fuori. Eliminati, senza più il peso di dover comunque preparare un impegno utile solo a distogliere attenzioni e peggio ancora portatore di infortuni e squalifiche di cui volentieri ne faremo a meno.
Rimaniamo quindi con i tre principali impegni, quelli si fondamentali per la crescita mentale e qualitativa dell'intera rosa.
L'essere stati eliminati da un Southampton calatosi all'Emirates con la miglior formazione possibile non deve assolutamente essere veicolo di critiche o giudizi negativi. In molti questo impegno l'avremmo evitato, quindi non cadiamo nella retorica che qualunque manifestazione va rispettata o balle simili. Il non dover più preparare un match a dir poco inutile sarà condizione essenziale per non trovarsi a tre giorni da una partita importante con le pile scariche o qualche caviglia in disordine.

martedì 23 settembre 2014

LA LEAGUE CUP E I GIOVANI

Morning Gooners,
stasera sarà tempo di League Cup, una competizione che detto nella maniera più delicata possibile non interessa a (quasi) nessuno, almeno in questo momento della stagione. Probabile che un cambio radicale della formula (solo under 23) renderebbe più appetibile il prodotto.
Noi di ragazzi giovani, per politica e programmazione, ne abbiamo e nello specifico, come sottolineato da Wenger in conferenza stampa, ne useremo in abbondanza.
Di fronte avremo il Southampton, una delle piacevoli conferme stagionali: hanno venduto tutti e forse di più e continuano ad essere competitivi.
Il match servirà a far riposare il maggior numero di uomini, dando spazio a coloro che domani potrebbero far parte della prima squadra. Probabile quindi che la formazione veda in campo il debutto di Ospina tra i pali, Bellerin, Chambers, Hayden e Coquelin a comporre la linea difensiva. Flamini, Diaby, Rosicky e Zelalem a centrocampo con Campbell e l'atteso Akpom in attacco.

domenica 21 settembre 2014

UNA PROVA DI MATURITA'

Morning Gooners,
il calcio è quella materia talmente complicata che le logiche che si avvitano ad essa riescono a prendere vita grazie ad una giocata di grande qualità per poi ribaltarsi completamente per uno stop sbagliato. Il fattore emotivo a farla sempre da padrone, in qualunque circostanza.
Martedì sera, nel secondo tempo, dopo aver preso il contropiede del 2-0, l'evidenza ci diceva che mai e poi mai saremmo rientrati in partita; anche se Danny l'occasione l'ha avuta. Oggi, nel secondo tempo, dopo aver segnato tre goal nell'arco di 180 secondi nella prima frazione, l'evidenza ci diceva che mai e poi mai avremmo preso goal; ed infatti di occasioni ai Villans non ne abbiamo concesse.
Il paradosso e che a Dortmund abbiamo giocato un primo tempo migliore rispetto a quello di oggi, nonostante l'avversario fosse qualitativamente superiore.
A fare le differenze gli episodi. A Dortmund, nel nostro momento migliore, Danny ha avuto la chance. Ma non è andata. Immobile ha fatto il resto. Oggi, in una fase dove si puntava di più al gioco con palla inattiva, Szczesny ha tenuto in piedi un equilibrio fragile come una montagna di cristallo. Dieci minuti dopo Welbeck e Ozil hanno fatto il resto.
Nonostante l'ampio margine di vantaggio, sia numerico che mentale, i ragazzi hanno interpretato al meglio i secondi quarantacinque minuti. Li, in quella circostanza, mi sono piaciuti particolarmente.
Nell'English Football si sa: basta un fallo laterale conquistato con il pressing e tutto prende fuoco. Abbiamo avuto la maturità di non far prendere in mano nemmeno il cerino. Abbiamo controllato, dominato e addormentato un match già vinto. Da grande squadra.

sabato 20 settembre 2014

CUORE E CORAGGIO

Morning Gooners,
archiviata la sconfitta con il Borussia Dortmund in Champions League ci ributtiamo in pieno clima Premier. La trasferta di questo pomeriggio al Villa Park di Birmingham non sarà di certo una passeggiata e le condizioni fisiche di molti dei nostri non promettono, almeno nelle premesse, nulla di buono.
Monreal non sarà nuovamente disponibile, oltretutto i problemi alla schiena che lo attanagliano lasciano più di un dubbio sul suo totale reintegro in prima squadra. Di Debuchy, invece, si dovranno valutare le due ipotesi che nelle ultime ore sono state prese in considerazione dallo staff medico: 1) operazione, che significherà tre mesi di assenza; 2) recupero senza andare sotto i ferri, che terrà fuori il terzino francese per "sole" sei settimane. Nei prossimi giorni ne sapremo sicuramente di più.
All'appello mancherà anche Sanogo, fermo ai box per un problema al bicipite femorale.
Le buone notizie giungono dal recupero di Wilshere, disponibile per oggi, e da Flamini, recuperato dopo i problemi alla schiena.
La line-up dovrebbe quindi essere la seguente. Szczesny tra i pali, Chambers, Mertesacker, Koscielny e Gibbs a formare la linea difensiva, Arteta e Wilshere in mediana con Sanchez, Ramsey e Ozil a supportare Danny Welbeck. Non escludo però la possibilità di vedere dal primo minuto Chamberlain.

martedì 16 settembre 2014

A DORTMUND CON I CEROTTI

Morning Gooners,
tra poche ore saremo in campo in quel di Dortmund, per il primo impegno che il Gruppo D dell'edizione 2014/2015 della Uefa Champions League ci metterà di fronte.
Un impegno non facile, e per di più in trasferta. Il girone è obbiettivamente superabile, anzi, puntare quest'anno al primo posto non dovrà essere solo una speranza ma una concreta possibilità. Dopo i sorteggi avevo scritto che sia il Galatasaray che l'Anderlecht non erano all'altezza né del Borussia Dortmund né tanto meno di noi. Tra noi e i tedeschi, invece, la differenza la fa la qualità delle rose. Noi rinforzati, loro, nonostante Immobile, indeboliti.
Ma a Dortmund non è mai facile. Questa sera si dovrà combattere come fatto sabato pomeriggio contro il Manchester City, si dovrà portare in campo quella determinazione che c'ha permesso fino ad oggi di fare sempre risultato.

domenica 14 settembre 2014

A MATTER OF INCHES

Morning Gooners,
ieri dopo aver assistito ad una meravigliosa e fantastica partita, ho pensato ad Al Pacino nelle magistrali vesti di Tony D'Amato. A quel discorso nello spogliatoio di "Any Given Sunday", quello che ti fa comprendere, nella vita come nel football, che le differenze tra il vincere e il perdere sono sottilissime, quasi impercettibili. Che un centimetro in più avrebbe potuto consacrarti ed uno in meno spedirti direttamente all'inferno: "On this team, we fight for that inch. On this team, we tear ourselves and everyone else around us to pieces for that inch. We claw with our fingernails for that inch. Because we know when we add up all those inches, that's gonna make the fuckin' difference between winnin' and losin'! Between livin' and dyin'!"
E' il succo di quanto visto ieri pomeriggio all'interno dell'Emirates Stadium, un match che già da oggi sarà ricordato come uno dei più belli, spettacolari e appassionanti dell'intera stagione.
E' stato un match incredibile dal punto di vista dell'inerzia, passata più e più volte da una sponda all'altra. E' stato un match giocato a ritmi folli, dove le fasi offensive hanno messo a soqquadro ogni possibile tattica difensiva.
Ne ha goduto il pubblico, lo spettacolo, ne è uscito come unico vincitore il campionato di calcio più bello e affascinante del mondo.
L'hanno fatta da padroni i centimetri, dal primo all'ultimo secondo.
Pronti via e l'attaccare nel primo tempo tempo sotto la North Bank non mi faceva presagire nulla di buono. Noi siamo fatti un po' così, come gli equini: vietato toglierci quelle sane abitudini di quotidianità. Questo però c'ha turbato il giusto e la prima vera, colossale occasione è capitata sui piedi di Danny.
Quando il piede destro del ragazzo di Manchester (per lui un Derby vero) ha rilasciato la sfera il più sembrava fatto. Quel pallone che dolcemente scavalcava Hart si stava indirizzando dove tutti noi, con gli occhi, lo stavamo mandando. Laggiù, in quell'angolino alla destra della porta difesa dal numero uno della nazionale inglese.
Quelle mani dietro la testa che tutti noi abbiamo messo, compreso il buon Welbeck, cominciavano a narrare la storia che i novantasei minuti di Arsenal-ManchesterCity avrebbero scritto.
Centimetri. Pochi centimetri e quella palla sarebbe finita in fondo alla rete, cambiando dopo appena dieci minuti la scena del match. Pochi centimetri e l'ultimo acquisto estivo in ordine temporale, quello poco gradito dai più, avrebbe potuto presentarsi come quei sogni che si fanno ad occhi aperti quando le bocce stanno ancora ferme.

sabato 13 settembre 2014

LA MATURAZIONE DELL'APPROCCIO

Morning Gooners,
si ricomincia, finalmente! Tra qualche dubbio e altrettante speranze torniamo in campo per riprendere la corsa al titolo. Contro il Manchester City.
L'arrivo di Danny Welbeck in chiusura di mercato ha ulteriormente aggiunto qualità alla rosa e la curiosità di vederlo giocare prima punta in maglia Gunners mi solletica e non poco.
Dal fronte nazionali le notizie arrivate in questi ultimi dieci giorni non sono state propriamente positive.
L'allarme più serio è giunto da Ramsey, uscito negli ultimi istanti del match tra Andorra e Galles per una distorsione alla caviglia. Il suo impiego per oggi è ancora da valutare, nonostante ci sia ottimismo circa il suo totale recupero. Dall'infermeria giungono anche buone nuove sulle condizioni di Arteta e Gibbs, così come sulla disponibilità di Ozil dopo aver saltato l'impegno con la Germania per una caviglia in disordine.
Il resto della truppa, Walcott escluso visto il suo leggero rallentamento sulla tabella di marcia, è completamente arruolabile e come sempre toccherà a Wenger scegliere la line-up ideale.

sabato 6 settembre 2014

BLACK SABBATH | VOL.4

Gli Stati Uniti, Los Angeles, la voglia di sviluppare nuove idee attraverso diverse prospettive erano ormai diventate prerogative dei quattro ragazzi di Birmingham.
La "giungla di cemento", nel maggio del 1972, era diventata troppo stretta e da li a poco l'aria si sarebbe fatta più pesante. Gli attentati che uccisero ventuno civili al "Mulberry Bush" e al "Tavern in the Town" lo testimoniarono amaramente.
Si comprese che determinate abitudini avrebbero allungato i tempi di scrittura, si capì che una serata al Pub e l'altra anche non avrebbero acellerato il processo di composizione.
Il suggerimento arrivò direttamente da Patrick Meehan: prendere il primo volo e attraversare l'oceano. Destinazione Los Angeles.
Nessuno ebbe dubbi.
A Bel Air venne affittata la villa di John Dupont, un industriale americano che si occupava di vernici e similari. L'abitazione era perfetta. Dotata di una stanza tipo sala da ballo che si affacciava sulla piscina, tutti i confort possibili di quel periodo e due ragazze francesi che facevano parte "dell'arredamento".
Non mancava davvero nulla.
Questo poteva far pensare che se il Pub di Aston distoglieva l'attenzione, Los Angeles avrebbe seriamente rischiato di non farla tornare più. 
E invece le idee, le canzoni e tutto quel che riguardava l'aspetto puramente discografico non subì alcun contraccolpo, anzi. 
Dopo i primi tre lavori, classificabili come trilogia della genesi, VOL.4 stava iniziando ad assorbire e trasmettere quella voglia di sperimentazione.
Le variazioni sul sound dei Sabbath incorporano elementi progressive rock, figli del periodo in cui Tony Iommi militò nei Jethro Tull, l'uso del pianoforte, del mellotron, dell'orchestra.
L'atmosfera americana aveva fatto decisamente bene e lo studio di regiStrazione, The Record Plant, stimolava ulteriormente la verve creativa del gruppo.
Uno studio all'avanguardia, decisamente migliore di quelli in cui avevano registrato, al punto che spinse i quattro a voler produrre l'opera completamente da soli, senza l'ausilio di Rodger Bain.
E non tanto perché non si fidassero di lui, quanto per il desiderio di realizzare da cima a fondo tutto il lavoro. Si mormora che da quel giorno Rodger scomparve e non volle parlare più con nessuno.
Il tutto si concluse nell'arco di due mesi. Durante quel periodo parecchia strumentazione fu portata nella villa di Dupont, utile a comporre le ultime canzoni dell'album.
L'ambiente aveva portato la band a lavorare come dei professionisti: atteggiamento sempre attivo, presenza costante e soprattutto l'obbiettivo di realizzare qualcosa di diverso.
Il pianoforte trovato nella sala da ballo servì per la composizione di "Changes". Lo trovò Tony, che prese l'abitudine di suonarlo. Soprattutto la notte. In una di queste entrò Ozzy, che al suono di Iommi esclamò: "Oh, mica male!". Cominciò a canticchiarci sopra, mentre Geezer si mise ad accompagnare con un mellotron. L'idea di registrarla fu immediata.
Suonava strana, non sembrava qualcosa dei Sabbath, ma piaceva. Intrigava.
A Laguna Beach nacque "Laguna Sunrise", realmente ispirata al sorgere del sole.

martedì 2 settembre 2014

SO I LIKE

La finestra estiva di mercato s'è chiusa. Finalmente. Da oggi le chiacchiere inerenti i trasferimenti non avranno più modo di creare discussioni, dissapori, malumori. Da oggi, finalmente, si potrà esclusivamente parlare di calcio giocato, di partite da disputare, di obbiettivi da raggiungere.
Naturalmente ci sarà ancora chi, assorbito dal nulla mischiato con il niente, guarderà gennaio come il periodo in cui si potrà nuovamente parlare di chi non è arrivato, di chi sarebbe dovuto arrivare e di chi sarebbe servito. Così, giusto perché è più importante un numero rispetto alle necessità.
Il nostro mercato, quello dell'AFC, s'è concluso come meglio non si poteva. La finestra estiva ha visto approdare ad Islington: Alexis Sanchez, Matheiu Debuchy, Calum Chambers, David Ospina e nelle ultime ore disponibili, causa anche il lungo infortunio che terrà fuori dai giochi Giroud, Danny Welbeck. Oltre al ritorno in casacca Gunners di Joel Campbell.
In spiccioli. Sono arrivati sei nazionali sei. Tutti con alle spalle esperienze internazionali, con un'età media pari a 24 anni. In più, ed è questo l'aspetto che più di altri mi inorgoglisce, con l'inserimento in rosa di altri due nazionali inglesi.
Ora, insieme a Wilshere, Walcott, Gibbs, The Ox e il comunque sempre britannico Ramsey, ci saranno anche Chambers e Welbeck. Un'ossatura che farà del bene a noi e alla nazionale di Roy Hodgson.
Si sarebbe anche potuto fare di meglio, sempre si può fare di meglio, ma a guardare l'intera rosa affermo tranquillamente che siamo a posto così, che siamo competitivi come e più dello scorso anno, che gli acquisti effettuati sono stati tasselli funzionali inseriti in un gruppo che non potrà fare altro che esaltarne le qualità.
In questi anni ho sempre sentito parlare di quel football vecchio stampo che è andato man mano scomparendo. Sostituito dal calcio dei petrol-dollari, delle pay-tv, degli sponsor faraonici che hanno ampliato la forbice tra quei pochi Club che dispongono di risorse infinite (poi regolarmente non messe a bilancio) e quelli che a malapena riescono ad effettuare un acquisto o un prestito.
Noi, per come sono andate le cose e per la filosofia che da sempre ci contraddistingue, ci troviamo nel mezzo. Abbiamo risorse per non farci mancare chi serve ma non spendiamo tanto per farlo (vedi lo United che si ritrova dopo un mercato fantascientifico senza terzini destri e centrali difensivi ma con un numero di punte e mezze punte decisamente superiori a qualsiasi media mondiale). Noi non accettiamo che un player qualunque possa mettersi nelle tasche trecento mila sterline a settimana, non ci muoviamo a comprare Tizio o Caio solo perché a uno dei nostri gli si è incarnita un'unghia.
E' ancora quel modo di fare old style. Non ci si arriva con i soldi? Bene, si compensa con la qualità. Non ci si arriva perché il giocatore vuole uno stipendio esorbitante? Bene, si compensa con la voglia di chi è venuto nel nord di Londra ad onorare la maglia.

lunedì 1 settembre 2014

SPIRITO E CONDIZIONE FISICA

Morning Gooners,
c'è altro nel pareggio conseguito nel Leicestershire, che esula dai goal mancati o dall'assenza di Giroud al centro dell'attacco. Questo primissimo scorcio di stagione lo si può ritenere più che positivo, anche in relazione agli impegni che abbiamo dovuto affrontare.
Abbiamo portato a casa il primo trofeo della stagione, gli anni passati lo vedevamo fare agli altri, proseguiamo il cammino Champions dopo aver eliminato nel turno preliminare il Besiktas, dopo tre giornate di campionato manteniamo l'imbattibilità con una perfetta media inglese.
Questi i dati, i numeri incontrovertibili di queste prime sei gare ufficiali dell'anno.
Tutto questo, se si esclude il match contro il City, l'abbiamo fatto giocando un football che solo lontanamente s'avvicina a quello che invece siamo in grado di proporre.
Manca esplosività, manca la corsa nel breve, mancano alcuni meccanismi tra Sanchez ed il reparto offensivo. Manca l'essere cinici per mancanza di lucidità. Manca anche Giroud.
A risentirne tutta la manovra che, come con il Palace, con i turchi e oggi, appare poco fluida e soprattutto orfana di quelle accelerazioni capaci di fare la differenza.
L'aver dovuto disputare la finale di Community Shield ed il doppio impegno europeo con il Besiktas ha indubbiamente inciso sui tempi di recupero. Il dover giocare ogni tre giorni con la preparazione appena conclusa non ha di certo agevolato il recupero fisico tra un match e l'altro.
Nonostante questo sono arrivate tre vittorie e altrettanti pareggi, con tre clean sheet e nove goal segnati. Un paradosso figlio di quelle vittorie che nell'ultimo periodo hanno cementato la consapevolezza di essere prima di tutto una squadra.
A Liverpool ho sempre avuto la sensazione che i ragazzi potessero riprendere la partita, oggi che mai e poi mai l'avrebbero persa.
In questo momento riusciamo ad offrire questo e lo stop, probabilmente, è quello che serviva.
Alla ripresa, però, bisognerà gioco-forza cambiare registro. Avere una crescita esponenziale della condizione atletica; l'idea fatta e che i carichi di lavoro sostenuti hanno appesantito le gambe in questo primo round di stagione. Ritrovare la verve creativa di Ozil, con il Leicester tra i peggiori in campo. Quel dinamismo che il solo Ramsey e a tratti l'accoppiata Cazorla-Sanchez hanno saputo offrire.

domenica 31 agosto 2014

A FUNDAMENTAL STEP

Morning Gooners,
l'ultimo step prima della pausa nazionali ci chiede di non mollare la presa, di mettersi nella scia di un Chelsea che al momento sembra non conoscere ostacoli, di superare in classifica quelli del City, ieri sconfitti in casa dopo diciassette anni da quelli di Stoke-on-Trent.
Uno step fondamentale che certifichi la nostra crescita, la nostra capacità di immergerci nelle diverse competizioni con la lucidità che serve.
Al King Power Stadium avremo il rientro di Ramsey, dopo il turno di squalifica scontato nel preliminare di Champions League. Mancheranno ancora Arteta e Gibbs, ormai prossimi al rientro, così come Ospina, tornato regolarmente ad allenarsi con il gruppo.
Mancherà Olivier, ma questa, purtroppo, sarà notizia che ci seguirà fino alla fine dell'anno.
Chiudere questa prima parte di stagione con una vittoria sarebbe il miglior viatico per giungere dopo la pausa con una posizione di classifica importante. Vincere oggi nel Leicestershire significherebbe aver centrato tutti i primi obbiettivi di stagione. Sette punti in campionato, dopo la vittoria casalinga con il Palace ed il buon pareggio a Goodison Park, e il trionfo in Comunity Shield con il City. Al rientro ci sarà proprio il City all'Emirates e immediatamente dopo il primo impegno nel gruppo D di Champions League. Si darà il via ad un periodo intenso dove sbagliare non sarà consentito.
Arrivarci con la testa sgombra da critiche, con un punto di vantaggio sui ragazzi di Pellegrini e a soli due punti dal Chelsea primo l'auspicio che tutti noi ci auguriamo.
Contro i ragazzi di Nigel Pearson non sarà semplice. Perché organizzati, perché in grado di saper difendere bene e altrettanto bene ripartire.

domenica 24 agosto 2014

CI FOSSERO STATI ANCORA CINQUE MINUTI...

Morning Gooners,
ci fossero stati ancora cinque minuti quella partita l'avremmo vinta. Mi è parso chiaro e lampante dopo pochi istanti di gioco che lo spirito (incarnato dalla corsa e dal pressing di Alexis) con cui eravamo scesi in campo era quello giusto. Quello di una squadra che aveva capito perfettamente cosa fare. Che sapeva perfettamente contro chi stava giocando.
Il primo quarto d'ora, tatticamente parlando, l'abbiamo dominato. Vedere a turno Distin e Jagelka lanciare lungo non potendo sfruttare il proprio centrocampo la cartolina di come Wenger aveva impostato la gara: centrocampo folto e Sanchez nel ruolo di disturbatore sulla costruzione di gioco Toffees.
Lo straordinario giro-palla dei Martinez's Boy non c'era più.
Questo li ha mandati in confusione e solo grazie ad un'intensità ritrovata proprio nel giorno del match con i Gunners, Baines e compagni sono riusciti a sopperire alla nostra compattezza.
Con Szczesny spettatore non pagante siamo andati vicini alla rete del vantaggio in due occasioni, entrambe capitate sui piedi di Chamberlain. Imprecisione e centimetri di differenza hanno mantenuto il risultato in parità, ma la sensazione era quella che il match stava girando dalla nostra parte.
Nel frattempo quelle palle lanciate a distanza sulla testa di Lukaku o sui piedi di Naismith venivano regolarmente intercettate da Mertesacker (spostato sul centro-sinistra) e Chambers, autore dell'ennesima prova di grande personalità; meraviglioso quando dopo un'errore confeziona una giocata da autentico campione.
Poi l'episodio, quello capace di invertire ogni fattore presente in the pitch. Su schema, e che schema, da calcio piazzato, Coleman portava in vantaggio i Toffees. Vero che la copertura di Ozil, a guardare la sola sfera, non ha minimamente disturbato il colpo di testa dell'ala irlandese, ma è altresì vero che la rete dei Toffees, figlia del lavoro quotidiano, merita tutti gli applausi del caso.
Un match che eravamo riusciti ad indirizzare dove volevamo s'era completamente ribaltato.
E come sempre accade in questi casi lo stato emozionale dei Toffees aveva preso il sopravvento. Una squadra che fino a quel momento aveva evidenziato lacune sotto l'aspetto fisico e tattico s'era completamente trasformata. Il compito appariva arduo. Li abbiamo patiti, per tutto il primo tempo.
E non tanto sotto l'aspetto delle occasioni create, Szczesny non è praticamente mai intervenuto, quanto sull'intensità. C'arrivavano prima loro. 
Per chiudere la prima frazione come peggio non si poteva l'errore arbitrale, doppio, che ha consentito prima a Lukaku di liberarsi irregolarmente di Per, e poi a Naismith, in fuorigioco (da lezione tattica il movimento di Debuchy), di farsi beffa di Wes: 2-nil e tutti negli spogliatoi.

sabato 23 agosto 2014

UN'OCCASIONE DA SFRUTTARE

Morning Gooners,
ci sono partite, momenti della stagione, situazioni particolari in cui sarebbe necessario non farsi trovare impreparati. Approfittare di ciò che il calendario propone per trovarsi un giorno avvantaggiati sulle dirette concorrenti per la lotta al titolo.
Il "game week two" uno di questi momenti, il match contro i Toffees una di quelle situazioni da azzannare. Non è mistero che la banda di Martinez, per una serie di coincidenze, si trovi a questo punto della stagione con una condizione fisica e di risorse a dir poco approssimative.
Il pre-campionato ha visto il Club di Liverpool uscire dai confronti a cui ha preso parte senza alcuna vittoria, e l'esordio in Premier non è stato tanto diverso. Un pareggio fuori casa contro il neo promosso Leicester.
Non meno di quattro mesi fa capimmo a nostre spese, e perfettamente, cosa significasse andare a giocare a Goodison Park contro l'Everton di Roberto Martinez. Naismith, Lukaku ed un'autorete di Arteta ci spinsero in quel momento della stagione ad abbandonare l'ultimo posto utile per la partecipazione ai preliminari di Champions League. Un risultato netto e rotondo che evidenziò tutte le qualità di una squadra già pronta a far parte dell'élite delle grandi d'Inghilterra.
Le vittorie contro United e Arsenal e i pareggi contro Chelsea, Liverpool e Tottenham fecero comprendere che dalle parti del Mersey non solo era difficile andarci a giocare ma ancor di più fare bottino pieno; situazione che escluse il solo City, vittorioso a due giornate dal termine (quando per l'Everton il quarto posto era ormai una chimera).
La campagna trasferimenti del Club di Liverpool, fino ad oggi, ha visto il mantenere gli elementi più rappresentativi tra le file della rosa. S'è fatto un gran parlare di Coleman come possibile cessione ai grandi Club, invece poi rimasto. S'è fatto un gran parlare di Baines come possibile cessione ai grandi Club, invece poi rimasto. S'è fatto un gran parlare di Barkley come possibile cessione ai grandi Club, invece poi rimasto. Anzi, il Club ha investito moneta sonante per garantirsi le prestazioni di Lukaku, acquistato per trenta milioni di euro dal Chelsea.
Io credo che quest'anno, come successo in quello passato, a Goodison Park sarà durissima per chiunque, e parecchi punti, per coloro che si giocheranno il titolo, verranno persi proprio dalle parti del Mersey.

giovedì 21 agosto 2014

BLACK SABBATH | "MASTER OF REALITY"

Il 1971 è stato senza dubbio l'anno spartiacque della band più famosa di Birmingham. Il successo di Paranoid, dopo il debutto dell'album omonimo, avrebbe potuto seriamente mettere in difficoltà l'estro creativo di Iommi e Ozzy. Ripetere a distanza di pochi mesi le posizioni in classifica conquistate da "War Pigs" e "Hand of Doom" un compito che nessuno avrebbe voluto in carico. Nessuno tranne i Sabbath.
Il Tour ancora in atto, i criteri di programmazione alquanto particolari scelti dal manager toglievano il tempo che sarebbe servito per iniziare a scrivere il nuovo lavoro.
Nessuna pausa, nessuna canzone "avanzata".
Serviva uno studio, idee e nuovi riff che potessero aprire la porta alle nuove scritture dei Sabbath.
Detto fatto. L'ingresso in studio e la vena talentuosa di Iommi hanno dato il via alla costruzione dei brani.
Tra l'altro senza grossi problemi.
Tranne uno: la lunghezza dello stesso album.
Ma il tempo era tiranno. Per pensare e vivere i brani.
Per allungare le canzoni troppo corte si aggiungesero dei piccoli pezzi di sola chitarra e quando questo non bastava si optò per qualcosa di strumentale, come "Embryo", che introdusse "Children Of The Grave".
Uno stratagemma classico che segnò i lavori dei Sabbath.
"Si da un po'di respiro al tutto e si creano dei chiaroscuri".
Questo lo Iommi pensiero, costituito dall'idea di dare alle canzoni la giusta alternanza.
"Se ascolti un album o anche una singola canzone che ha un ritmo martellante dall'inizio alla fine, non ne apprezzi la pesantezza perché non si alterna con qualcosa di più leggero".
Non a caso le parti "leggere" introdotte all'interno delle canzoni esaltavano a dismisura il ritorno in grande stile del riff "Heavy". "Orchid", ad esempio, ha avuto lo scopo di sfociare in "Lord Of This World".
Una sorta di calma prima della tempesta, per mettere in evidenza la dinamica.
Ai tempi tutto sembrava così strano, ma piaceva.
Piaceva ai Sabbath, che non si sono mai limitati a qualcosa di ordinario, piaceva ai fans, piaceva alla produzione.
Nel marzo del 1971 "Master Of Reality" andò in registrazione.
Il coinvolgimento per la terza opera della Band fu totale.
Tony sentì per la prima volta il desiderio di entrare in ogni singolo secondo della produzione e le idee cominciarono ad arrivare copiose.
In "Children Of The Grave", "Lord Of This World" e "Into The Void" la band si accordò tre semitoni sotto. Un esperimento che servì per necessità.
Ai tempi quasi tutte le band erano provviste di chitarra ritmica e/o tastiera. I Sabbath no. Una chitarra, un basso ed una batteria.
Accordarsi in tonalità più basse avrebbe garantito un suono più corposo, più profondo, più pesante.
Con il senno di poi si può tranquillamente affermare che i Sabbath siano stati i primi a fare questo tipo di scelta.
La composizione di "Master Of Reality" proseguiva in tutta la sua particolare sperimentazione.
Basti pensare a "Solitude", la prima canzone d'amore incisa, con effetto delay sulla voce di Ozzy e il flauto suonato da Iommi.
E poi ancora ""Sweet Leaf", la cui storia è figlia del periodo un po' particolare della band.
Ai tempi i Sabbath facevano ampiamente uso di stupefacenti, tra cui la marijuana. Mentre Iommi stava registrando il suono con la chitarra acustica per un altro brano, Ozzy gli propose di fumare uno spinello enorme: "Fatti un tiro di questo!", gli esclamò.
I colpi di tosse furono la conseguenza di quel tiro, quei colpi di tosse furono registrati ed usati per l'apertura dell'album e per introdurre "Sweet Leaf".

sabato 16 agosto 2014

LA VITTORIA DELLA LUCIDITA'

Sono le vittorie come quella di oggi che ti possono permettere di giocare per la vittoria finale.
Quella ottenuta dopo il tempo regolamentare, quando tutto sembra finito, quando l'ennesimo debutto stagionale stava concludendosi con una non vittoria.
Anche la fortuna un'ingrediente fondamentale, ma la vittoria in questo esordio casalingo è stata conseguita credendoci, trovando la lucidità anche quando la fatica poteva e doveva avere la meglio. Il match contro il Palace, che sulla carta ci vedeva nettamente superiori, ha riservato parecchie difficoltà, come invece stava nella (quasi) logica delle cose. E questo nonostante l'assenza di Pulis.
Squadra rognosa, ben messa in campo, chiusa nella propria trequarti in appena trenta metri.
Entrare con la giocata, in questo momento della stagione, un compito al limite del possibile. Infatti non abbiamo praticamente mai bucato i centrali degli Eagles e sugli out sia Ward che Kelly, con il rispettivo aiuto di Puncheon e Bolasie, non hanno mai concesso la linea di fondo a Debuchy e Gibbs.
Qualche buona conclusione da fuori area (quasi sempre respinte dal muro di difensori) non poteva bastare per impensierire Speroni e compagni, ma a questo, per buona parte dell'intero match, c'hanno costretti gli uomini di Keith Millen.
La palla inattiva una delle poche e concrete possibilità di sbloccare l'incontro. Ma c'hanno pensato prima gli Eagles. Al primo tiro nello specchio hanno fatto centro con Hangeland, abile a sfruttare i suoi centimetri e l'ottimo pallone di Puncheon messo in mezzo dalla bandierina.
Nessuno scoramento, ma la consapevolezza che sarebbe stata dura, durissima.
La vittoria ottenuta, grazie ad Aaron, la si deve principalmente a quella rete del Boss, che nel recupero del primo tempo (ancora nel recupero) ha riportato il match in perfetta parità. Uno di quei goal che ti fanno vivere l'intervallo con tutta un'altra testa.
Ma nella giornata dell'esordio casalingo con sconfitta dello United (2-1 per lo Swansea), del doppio recupero della neo-promossa Leicester ai danni dei Toffees e di un turno che ha comunque visto faticare i più, compresi quelli degli Spurs che con un pizzico abbondante di fortuna hanno espugnato Upton Park, i tre punti sono un bottino di fondamentale importanza.