c'è altro nel pareggio conseguito nel Leicestershire, che esula dai goal mancati o dall'assenza di Giroud al centro dell'attacco. Questo primissimo scorcio di stagione lo si può ritenere più che positivo, anche in relazione agli impegni che abbiamo dovuto affrontare.
Abbiamo portato a casa il primo trofeo della stagione, gli anni passati lo vedevamo fare agli altri, proseguiamo il cammino Champions dopo aver eliminato nel turno preliminare il Besiktas, dopo tre giornate di campionato manteniamo l'imbattibilità con una perfetta media inglese.
Questi i dati, i numeri incontrovertibili di queste prime sei gare ufficiali dell'anno.
Tutto questo, se si esclude il match contro il City, l'abbiamo fatto giocando un football che solo lontanamente s'avvicina a quello che invece siamo in grado di proporre.
Manca esplosività, manca la corsa nel breve, mancano alcuni meccanismi tra Sanchez ed il reparto offensivo. Manca l'essere cinici per mancanza di lucidità. Manca anche Giroud.
A risentirne tutta la manovra che, come con il Palace, con i turchi e oggi, appare poco fluida e soprattutto orfana di quelle accelerazioni capaci di fare la differenza.
L'aver dovuto disputare la finale di Community Shield ed il doppio impegno europeo con il Besiktas ha indubbiamente inciso sui tempi di recupero. Il dover giocare ogni tre giorni con la preparazione appena conclusa non ha di certo agevolato il recupero fisico tra un match e l'altro.
Nonostante questo sono arrivate tre vittorie e altrettanti pareggi, con tre clean sheet e nove goal segnati. Un paradosso figlio di quelle vittorie che nell'ultimo periodo hanno cementato la consapevolezza di essere prima di tutto una squadra.
A Liverpool ho sempre avuto la sensazione che i ragazzi potessero riprendere la partita, oggi che mai e poi mai l'avrebbero persa.
In questo momento riusciamo ad offrire questo e lo stop, probabilmente, è quello che serviva.
Alla ripresa, però, bisognerà gioco-forza cambiare registro. Avere una crescita esponenziale della condizione atletica; l'idea fatta e che i carichi di lavoro sostenuti hanno appesantito le gambe in questo primo round di stagione. Ritrovare la verve creativa di Ozil, con il Leicester tra i peggiori in campo. Quel dinamismo che il solo Ramsey e a tratti l'accoppiata Cazorla-Sanchez hanno saputo offrire.
Cercare colpevoli (di cosa poi), dare sentenze definitive dopo appena tre match di campionato un gioco poco costruttivo. Così come l'invocare l'acquisto di questo o di quel giocatore dopo una partita non vinta. Il miracle man, come detto in conferenza stampa da Wenger. In tema di mercato tendo a non sbilanciarmi più di tanto.
A qualunque altro elemento che si potrebbe aggregare alla rosa preferisco di gran lunga lo spirito di squadra che abbiamo acquisito. Preferisco rivedere al più presto quella condizione fisica che in questi ultimi dodici mesi c'ha consentito di alzare trofei e di rimanere competitivi per la lotta al titolo.
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