..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

mercoledì 28 marzo 2018

Marco e Fabrizio

Sette anni fa, Sepang, ottobre, domenica. Tanti ricordi, tanta strada percorsa nel silenzio di un ragazzo che c'ha lasciato così, lottando in sella al suo centauro, dimostrazione di talento e passione, voglia di non mollare mai. Sette anni dopo Marco c'è, e sempre ci sarà, perché a pensarci bene quel ragazzone un po' fumetto e un po' "patacca" ha avuto la capacità di entrarci dentro senza fare rumore, perché era bello, solare, vero, verace, simpatico ma tosto, campione ma allo stesso tempo normale. Marco era un buono, uno di noi, uno che guardava oltre il mondo dei motori, dei lussi, delle convenienze. Nel silenzio, lontano da occhi indiscreti viveva le difficoltà di chi era stato più sfortunato di lui, mettendo a disposizione il suo tempo, le sue emozioni, la sua generosità. Senza chiedere nulla in cambio. Marco era per tutti noi un amico, un fratello, un nipote, un figlio. 
Roma, oggi. Sette anni dopo un silenzio irreale ha tuonato prepotente, scuotendoci ancora, facendo emergere, come in quel pomeriggio malese, l'abbraccio di un Paese intero verso una persona bella, solare, vera, verace, simpatica ma tosta, celebre ma allo stesso tempo normale. Un buono, uno di noi, uno che guardava oltre il mondo dello spettacolo, dei lussi, delle convenienze. Per tutti un amico, un fratello, un nipote, un figlio.
Due storie distanti per mestiere, luoghi, contorni. Due storie che hanno trovato un punto di congiunzione nella genuinità dei protagonisti, nel loro pensare prima agli altri che a se stessi, nel loro trovare la felicità in un gesto, in un saluto, in un abbraccio. Due storie mediaticamente identiche, per passione, aggregazione, commozione.
Come allora il Paese intero ha sentito forte la voglia di rendere omaggio alle buone maniere, alla gentilezza, all'educazione, alla tenerezza, alla sobrietà, all'umiltà, alla capacità di darsi per gli altri, valori espressi da chi oggi non c'è più ma che sulle nostre gambe ha lasciato l'idea su cui camminare.
Marco e Fabrizio, riccioli in testa ed una sana, viscerale predisposizione a squarciare il buio con un sorriso, illuminandoci.

martedì 6 marzo 2018

Nuddu mbiscatu cu nenti

Mi ero fatto persuaso che sarebbe finita a babbiari, e a babbiari è finita.
Chi ha vinto ha ora bisogno di chi ha perso, chi ha perso, sensibilizzato dalla responsabilità, ha ora bisogno di chi ha vinto.
Se lo meneranno per fare a gara a chi lo tiene più lungo, in attesa di far tornare con una matita in mano quell'oltre 70% di capre che ancora una volta si è genuflessa al nuddu mbiscatu cu nenti.