..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

lunedì 6 ottobre 2014

WE NEED PATIENCE

Morning Gooners,
due episodi, due giocate di livello tecnico e qualitativo sopra la media, hanno determinato il risultato finale di un match giocato a buonissimi ritmi da parte di entrambe le squadre. Hazard s'è calato nei panni di Diego Armando Maradona (poi se qualcuno vuole trovare le colpe in Koscielny s'accomodi pure, risulterà meschino e privo di conoscenze calcistiche) e al ventisettesimo del primo tempo ha prima conquistato e poi realizzato il penalty concesso da Martin Atkinson. Cesc Fabregas e Diego Costa hanno disegnato il contropiede perfetto, l'azione da far vedere e rivedere in ogni angolo del mondo in cui si insegni football.
Bravi loro. Perché quando si viene sconfitto da due grandi giocate non si può far altro che applaudire l'avversario.
Ma bravi anche noi. Perché siamo rimasti sempre in partita, perché non siamo mai crollati sotto il piano del gioco, perché l'abbiamo giocata senza paura.
Il non aver segnato fa parte di quelle giornate dove la stoccata finale presenta sempre delle problematiche, e se questo ti capita contro il Chelsea l'essere rimasti al'asciutto è stata la più logica delle conseguenze.
Ciò però non ha impedito di creare, di rendersi pericolosi, di mettere per diversi tratti del match il Chelsea in difficoltà. Come loro, d'altronde, hanno fatto con noi.
Al triplice fischio finale il pareggio sarebbe stato risultato buono e giusto per entrambe; l'inoperosità di Szczesny, Courtois e Cech stanno li a tetimoniarlo. Due squadre che hanno confermato di essere tra le protagoniste assolute del torneo, due team che hanno messo in campo tattica, determinazione, qualità e solidità.
I conti però, dopo il 2-0, bisogna purtroppo farli. Alla settima giornata i punti di distacco dalla testa sono nove. Tanti, ma forse non troppi. Indubbio che da adesso in poi si dovrà cercare di usufruire favorevolmente del calendario. Dopo uno start-up che c'ha visto giocare contro Everton, Chelsea, Tottenham, Manchester City e il comunque sorprendente Aston Villa, il calendario ci vedrà andare incontro ad impegni meno complicati, con le sole due eccezioni, da qui ad inizio anno nuovo, di Manchester United (22 novembre) e Liverpool (20 dicembre).


Già alla ripresa delle operazioni (18 ottobre) si dovrà sfruttare il turno interno contro l'Hull e la concomitante trasferta non semplice dei Blues in quel di Selhurst Park, oltre alla sfida che vedrà di fronte il City contro gli Spurs.
Un turno in cui si dovranno cogliere tutti gli aspetti positivi emersi nel pomeriggio di Stamford Bridge. Il crescendo continuo della condizione fisica, il rientro di Theo Walcott e quello spirito messo in campo contro i ragazzi di Mourinho dovranno essere le basi su cui costruire la nostra risalita.
Non sarà semplice, non sarà immediata, ci vorrà pazienza e l'occhio alla classifica dovrà rimanere chiuso, almeno fino al Boxing Day, quando, dopo diciotto turni, si potrà realmente dare un giudizio sulla nostra posizione di classifica.
Certo, la giornata di ieri sarebbe potuta finire diversamente. Un pareggio sarebbe stato risultato più giusto e stamane la classifica, le distanze dalla testa, farebbe meno impressione.
Ma su ciò che è già divenuto storia non si può recriminare.
Il bicchiere mezzo pieno ci dice che ciò che fino ad oggi abbiamo realizzato è stato conseguito attraverso tante, troppe difficoltà. Il numero di infortuni, la condizione approssimativa, un calendario che non ha fatto sconti. Eppure, nonostante questo, siamo lì.
Arriveranno momenti migliori, arriverà una forma migliore, avremo, con il passare delle settimane, un numero maggiore di risorse umane.
Della serie: toccherà anche a noi infilare quella striscia che nelle ultime stagioni c'ha sempre consentito di raggiungere gli obbietti stagionali.
Ora la pausa, che giunge probabilmente nel momento migliore. Da questa avremo la chance di ricaricare a dovere le batterie, sperando naturalmente che dai ritiri delle varie nazionali non giungano delle bad news.

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