..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"
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mercoledì 15 gennaio 2020

Soppressi senza sorpresa


La legge Costa che voleva abolire la Riforma Bonafede è stata soppressa dai voti compatti di MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico e Leu. La Commissione Giustizia della Camera ha approvato l'emendamento soppressivo alla proposta di legge Costa sulla prescrizione presentato dal Movimento 5 Stelle. Pd, M5s e Leu si sono espressi in maniera compatta, mentre Italia Viva ha votato contro insieme ai berlusconiani.

domenica 24 novembre 2019

Beppe Grillo e i temi legati ad ambiente, lavoro, istruzione e sanità devono raccogliere la domanda delle piazze riempite dalle sardine


La calata di Beppe Grillo nella Città Eterna è giunta come un fiume in piena: acqua che ha saputo, da una parte cancellare menzogne e leggende metropolitane (come confermato dal leader politico Luigi Di Maio) e dall'altra portare all'attenzione quei temi su cui il Movimento e l'attuale esecutivo dovranno necessariamente parlare a quell'ampia fetta di paese che quel fiume lo sta attraversando vestita da sardina. 
La narrativa imposta da chi oggi detiene il così detto consenso popolare (stabilito dalle intenzioni di voto degli italiani) è stata investita, oltre che dalle piazze, dalla fantasia di chi dodici anni fa catalizzò l'attenzione di un popolo stanco del sistema Italia. 
Non un caso che il ritorno in campo di Beppe Grillo sia coinciso con la prepotente ondata delle sardine, seppur senza nessuna intenzione di mettersi il cappello delle piazze di Bologna e Modena. 
Oggi come allora il comico genovese ha espresso dinamicità, idee, spirito combattivo, assunzione di responsabilità, traendo le logiche e naturali differenze. Impossibile, per fortuna, essere quelli di allora, ha tuonato il creatore del Movimento, delittuoso non guardare il domani basando la politica su temi come ambiente, lavoro, istruzione e sanità, ha proseguito il settantunenne a fianco di un Luigi Di Maio rigenerato dalla presenza di chi ha ribadito la leadership politica del ragazzo di Avellino. 
Ora, però, sarà importante raccogliere la domanda delle piazze riempite dalle sardine, quel vuoto che ha chiamato gli stessi protagonisti a mettersi in discussione. Lo ha fatto Mattia, lo hanno fatto tutti coloro che hanno sfidato la pioggia e quella destra definita dallo stesso Grillo pericolosetta: se siamo qui, se ci stiamo guardando negli occhi è perché abbiamo compreso di esserci colpevolmente estraniati dalla discussione politica, lasciando spazio a chi ha legittimamente approfittato del nostro silenzio, della nostra pigrizia. 
Ecco perché, come ribadito da Grillo e da vari esponenti del Partito Democratico, la domanda di quelle piazze dovrà essere ascoltata, raccolta, condivisa, offrendo quelle risposte legate all'ambiente, al lavoro, all'istruzione, alla sanità. 
Una letteratura politica che possa nuovamente stimolare, attivare, riaccendere coloro che in una piovosa serata di novembre si sono decisi a voler nuovamente partecipare alla vita politica e sociale del Paese.

domenica 8 settembre 2019

Ambiente tossico

Siamo partiti con il piede sbagliato, mettendo subito in discussione le volontà, i proclami, gli accordi e i diktat espressi nelle settimane precedenti e nei giorni successivi la nascita del nuovo governo. Lo hanno fatto, per il momento, il vice segretario del Partito Democratico (che con il nuovo esecutivo non ha nulla a che vedere) e la neo ministra delle Infrastrutture, altra esponente dei democratici. 
E se Andrea Orlando, ex guardasigilli, ha messo nuovamente in discussione (come fatto in precedenza da quei geni del foro dei leghisti) la riforma del processo penale (separazione delle carriere, intercettazioni), Paola De Micheli, in barba alla Costituente delle idee (Riaccendiamo l’Italia. Verde, giusta, competitiva), al Presidente della Repubblica ("Nulla può estinguere il dolore di chi ha perso un familiare o un amico a causa dell'incuria, dell'omesso controllo, della colpevole superficialità, della brama di profitto"), e a Giuseppe Conte ("Evitiamo di creare sovrapposizioni e interferenze istituzionali. L'alleanza Pd-M5S non sia un Vietnam") ha trovato il modo, in una sola intervista, di pregiudicare quanto sopra. 
La gronda di Genova, il terzo valico ferroviario (smentiti dal record storico di traffico del porto di Genova Voltri), la Tav e altre opere pronte a rimpolpare le tasche del partito del cemento si scontrano terribilmente con quell'Italia ambientale e verde tanto sponsorizzata e dipinta da tutti gli attuali protagonisti del nuovo governo. La ridiscussione (e non la revoca) delle concessioni autostradali alla famiglia Benetton cozza non solo con il "patto" di governo uscito dai tavoli di lavoro condivisi nelle ore pre-alleanza, ma e soprattutto con quanto dichiarato dal Capo dello Stato nel giorno della commemorazione alle vittime del Ponte Morandi. L'aver invaso il campo altrui (immigrazione, sicurezza) l'ennesima sovrapposizione di ruoli che tanto aveva minato la prosecuzione del governo giallo-verde e che sicuramente avrà irritato colui che in data 3 giugno 2019 aveva denunciato, attraverso una conferenza stampa, il disagio provato da chi il governo lo tiene in gestione. 
In un ambiente tossico simile il proseguo di questa legislatura sarà legata a quanto domani (e martedì) dichiarerà Giuseppe Conte alla Camera, in una richiesta di fiducia che dovrà necessariamente togliere ogni dubbio su volontà, proclami, accordi e diktat.

venerdì 6 settembre 2019

(s)Nodo romano


Con la nascita dell'esecutivo presieduto da Giuseppe Conte e la probabile e possibile nomina di Paolo Gentiloni a Commissario europeo per gli affari economici e monetari (dopo l'incontro con Ursula von der Leyen, e visto il curriculum dell'ex premier democratico, la sensazione è che la poltrona per il commissario italiano sarà quella occupata nell'ultimo quinquennio da Pierre Moscovici), si sta delineando per il Bel Paese una stagione politica di un certo peso internazionale. Utopistica fino ad un mese fa, sempre più concreta e con tanto di endorsement da più di una cancelleria europea nella settimana appena trascorsa. Ma se sul fronte europeo tutto sembra muovere in favore dell'Italia (Gualtieri che chiede flessibilità a Gentiloni, con tutte le regole del caso, fa guardare con ottimismo la prossima manovra economica), e se gli stessi mercati, dopo 15 mesi di incertezza, ci stanno strizzando l'occhio (il crollo progressivo dello spread e Piazza Affari in costante segno positivo gli inoppugnabili segnali di fiducia), il nodo che si dovrà sciogliere nelle settimane a venire si svolgerà inevitabilmente all'interno dei palazzi romani. Perché se è vero che l'ubriacatura agostana dell'indossatore di felpe altrui ha permesso l'insperata nascita del governo a trazione Movimento 5 Stelle, Partito Democratico e Leu, è altrettanto vero che le 11 Commissioni Parlamentari presiedute dagli esponenti leghisti (quelli che... non siamo attaccati alle poltrone) potrebbero impedire, o comunque rallentare lo svolgimento regolare dei lavori. Il cambio di governo e di maggioranza dovrà dunque fare presto i conti non solo e non tanto nelle aule di Camera e Senato, ma anche e soprattutto con la composizione delle commissioni parlamentari, le cui presidenze sono fondamentali per l'attuazione del programma di governo. Una in particolare, la commissione Bilancio alla Camera presieduta dall'onorevole Claudio Borghi, potrebbe, al di la di ogni valutazione pregiudiziale, portare il nuovo esecutivo a rischiare un clamoroso esercizio provvisorio, con conseguenti problemi con l'Europa e con l'inevitabile aumento dell'Iva per lo scatto automatico delle clausole di salvaguardia. Le stesse dichiarazioni dell'economista leghista ("Dovevano pensarci prima di fare il ribaltone"), o peggio ancora quelle dell’ex ministro per le Riforme ed ex vicepresidente del Senato Roberto Calderoli ("Sotterrerò il Governo sotto milionate di emendamenti. Il nuovo regolamento di palazzo Madama l'ho scritto io. Mostrerò a Conte e a suoi ministri cose che nemmeno si immaginano") fanno pensare che il cammino dell'appena nato Conte 2.0 non sarà complicato per le (ipotetiche) differenze tra le forze di maggioranza, ma per le buche disseminate lungo il percorso dalle 11 commissioni parlamentari presiedute dalla Lega, e in particolare da quella del Bilancio alla Camera. (s)Nodo interno che, attualmente coperto dalle lotte sul campo dell'immigrazione (iniziate con la "discriminatoria" legge regionale del Friuli Venezia Giulia), rischia di metterci in grossa difficoltà al cospetto di un'Europa che oggi è stata finalmente e (quasi) totalmente conquistata da uomini, programmi e idee.

mercoledì 4 settembre 2019

12 anni dopo


I 63.146 voti espressi positivamente sulla piattaforma Rousseau per dare vita alla nascita dell'esecutivo tra Movimento 5 Stelle e Partito Democratico hanno chiuso un cerchio nato in un caldo pomeriggio settembrino di dodici anni fa. 
In quel primo V-Day, in Piazza Maggiore a Bologna, in quella storica giornata, Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio sfidarono il Partito Democratico a opporsi seriamente a Berlusconi, alla Lega Nord, ad un centro-destra che stava stravolgendo la democrazia di un'intera nazione. 
Portarono le loro proposte per regalare quelle idee, quelle visioni che avrebbero permesso al centro-sinistra italiano di cavalcare le ideologie delle sinistre moderne, dove ambiente e legalità venivano messe al centro dei più progressisti programmi politici. 
Poi le cose, per volontà interne al Partito Democratico e per istigazione di Casaleggio, andarono diversamente: i Democratici respinsero il tutto lasciando inascoltate le proposte dell'Elevato e questi, sotto la spinta di Gianroberto (e di Fassino), mise in piedi il MoVimento 5 Stelle. 
Dodici anni dopo, in un caldo pomeriggio di settembre, i promessi sposi si sono rocambolescamente ri-trovati, chiedendosi finalmente la mano e intraprendendo, se la Beata Vergine Maria vorrà (Salvini, pregandola, l'ha voluto), quel percorso di sinistra moderna.
Un cammino atto ad offrire al Paese quelle idee e quelle visioni nate in un caldo pomeriggio bolognese di dodici anni fa.

lunedì 2 settembre 2019

Sotto il cielo di Roma, e di Milano

Siamo ormai in dirittura di arrivo. Dalle sedi romane di Palazzo Chigi e del Nazareno, nonostante un cielo plumbeo, si sono dissipate le ultime nubi sulla nascita del nuovo esecutivo a trazione MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico. Le dirette Facebook di Giuseppe Conte e Luigi Di Maio hanno confermato le speranze, le volontà, gli sforzi e i passi indietro fatti (tramontato il nodo vicepremier) per la composizione del nuovo governo. Voci che hanno trovato eco anche dal quartier generale dei democratici, confermando a nome di Nicola Zingaretti la possibilità di offrire al Paese una nuova stagione politica. E se il cielo di Roma ha offerto nella giornata odierna pioggia, fulmini e tuoni, per fortuna solo meteorologicamente e non politicamente, domani toccherà a quello di Milano confermare e dare il definitivo via libera alla nascita della maggioranza di centro-sinistra. Sulla piattaforma Rousseau gli iscritti pentastellati svolgeranno la consultazione online per decidere se il MoVimento 5 Stelle dovrà o meno far partire un Governo, insieme al Partito Democratico, presieduto da Giuseppe Conte. Un ultimo passo, l'ultimo chilometro per chiudere definitivamente la crisi di Governo più pazza del mondo, confidando, almeno questa volta, che i cieli di Roma e di Milano abbiano partorito la definitiva svolta politica che un Paese intero aspetta da almeno 6 anni.

mercoledì 28 agosto 2019

Indebito vantaggio


Ci ha voluto far credere che la crisi di governo emersa nell'agosto politico più caldo degli ultimi lustri era figlia degli innumerevoli "no" fatti pervenire nei palazzi governativi dagli alleati di governo. 
Ci ha voluto far credere che la crisi di governo emersa nell'agosto politico più caldo degli ultimi lustri era figlia della voglia, del desiderio (anche legittimo) di andare ad incassare all'interno delle urne l'enorme consenso popolare attribuitogli da sondaggi e elezioni europee. 
Ci ha voluto far credere che la crisi di governo emersa nell'agosto politico più caldo degli ultimi lustri era figlia di un gioco di palazzo iniziato ancor prima delle europee e messo in piedi dall'Avvocato del Popolo, al secolo Giuseppe Conte. 
Ci ha voluto far credere tutto questo, trasmettendocelo una volta dal Papeete Beach e un'altra dalle piazze della penisola, omettendo la telefonata a Nicola Zingaretti per cercare, in accordo con quel Partito Democratico tanto osteggiato, di staccare la spina dal governo giallo-verde e andare il prima possibile al voto; rifiutata dallo stesso Zingaretti. 
Ci ha voluto far credere tutto questo, trasmettendocelo una volta dal Papeete Beach e un'altra dalle piazze della penisola, omettendo che, una volta vistosi escluso da quel governo che dominava a mani basse, ha fatto pervenire a Luigi Di Maio l'offerta di poter occupare in una ri-edizione dell'esecutivo giallo-verde la poltrona di Palazzo Chigi; rifiutata dallo stesso Di Maio: "a me interessa il bene del Paese non quello personale"
Pietro Nenni, quello che "il socialismo è portare avanti tutti quelli che sono nati indietro", una volta esternò: "In politica ci sono sempre due categorie di persone: quelli che la fanno e quelli che ne approfittano".

sabato 24 agosto 2019

Opportunità politica

"Il presidente Giuseppe Conte è stato uno dei migliori esempi di lealtà in Europa. È sempre difficile difendere gli interessi nazionali e trovare soluzioni europee ma su di lui posso dire soltanto cose positive. E poi ha un gran senso dell'umorismo
Donald Tusk, Presidente del Consiglio europeo, in una conferenza stampa a Biarritz, in Francia, prima dell’apertura del G7. 
Oltre a mettere un punto fermo all'interno dei confini nazionali e contrastare seriamente le opposizioni di destra, abbiamo la grandissima occasione di andare a contrattare una manovra economica espansiva all'interno dei palazzi europei. Il riconoscimento del presidente del Consiglio europeo, le parole spese nelle ultime ore da Macron e dalla Merkel, fonti diplomatiche che hanno ribadito l'apprezzamento dell'intervento del professore al Senato e l'ottimo rapporto instaurato con Ursula von der Leyen (peraltro votata da Movimento 5 Stelle e Pd) i segnali che non si può buttare al cesso un'opportunità politica come questa.

venerdì 23 agosto 2019

Stato comatoso

Il volto scuro, la voce infastidita, quell'atteggiamento adirato del Presidente della Repubblica nella Loggia alla Vetrata del Quirinale lo abbiamo notato tutti. Nella crisi di Governo più alienata della storia repubblicana, Sergio Mattarella ha dovuto subire nella seconda giornata di consultazioni le richieste più disparate (e disperate) delle forze politiche succedutesi nelle stanze del Quirinale, a partire da quelle di Silvio Berlusconi, che in preda agli ormai soliti deliri ha ufficialmente chiesto al Capo dello Stato la verifica dell'esistenza in Parlamento di una maggioranza di centrodestra (???), a vocazione atlantica (magari della Lega) ed europeista (magari di Fratelli d'Italia). Ma il colpo di grazia è giunto con l'arrivo nel primo pomeriggio del trio formato da un cazzaro e due condannati: Salvini, Romeo e Molinari. Un incontro durato ben oltre il tempo previsto e che ha portato il ministro della propaganda a proporre al Presidente della Repubblica la nascita di un governo uguale a quello che ha appena affossato. Non sazio dei mojito ingurgitati nella settimana pre-ferragostana e del vittimismo messo in scena la settimana scorsa all'interno dell'aula del Senato, il bipolare si è spinto a dichiarare nei venti minuti da comizio post-consultazioni che Luigi Di Maio ha lavorato bene (detto da colui che ha denunciato i "no" dei 5 Stelle) e che l'Italia non può avere un governo che litiga (detto da colui che ha aperto la lite). E' giunto seriamente il momento che Movimento 5 Stelle e Partito Democratico approfittino dell'attuale stato comatoso e confusionale dell'intero centro-destra.

lunedì 12 agosto 2019

Calcio di rigore (a porta vuota)

Penso che nessuno, nemmeno quel genio politico facente capo a quello che viene considerato dai sondaggi il primo partito italiano, poteva credere che la sinistra si trovasse nella insperata posizione di calciare, a porta vuota, il calcio di rigore più importante degli ultimi anni. I dati emersi nel pomeriggio trascorso al Senato lo dicono chiaramente: Pd, Leu e Gruppo Misto, insieme ai 5 Stelle, hanno deciso, nella riunione dei capigruppo, di far illustrare a Giuseppe Conte le comunicazioni sulla crisi il 20 agosto prossimo, lasciando in minoranza Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, vogliosi di lavorare già nella giornata del 14. E poco importa che la scelta di Maria Elisabetta Alberti Casellati, rigida nell'interpretazione delle regole, farà forzatamente votare l’Aula nella giornata di domani per confermare o meno la scelta della data (i numeri attuali dicono 159 a 137 per l'asse M5s, Dem, Leu più altri del Misto), perché l'evidenza emersa, dalle parole di Andrea Marcucci fino a quelle di Emanuele Fiano, dice chiaramente che la possibilità di una visione comune tra democratici e grillini garantirebbe, a Mattarella in primis, un governo di legislatura che si sobbarchi una delle manovre economiche più complicate dell'ultimo lustro. Condizione che evidenzierebbe: a) la fuga del Cazzaro Verde dalla legge di bilancio; b) la responsabilità da parte del Partito Democratico di fronte all'Italia intera. Un rischio, evidente e palese, ma sicuramente inferiore al far andare nel breve termine al voto un Paese che negli ultimi quattordici mesi ha gettato i neuroni in pasto all'indossatore di felpe altrui. Quel genio politico del ministro della propaganda, buttandosi clamorosamente e contro ogni pronostico nelle braccia di Berlusconi, ha provocato inevitabilmente il fallo da rigore. I 5 Stelle, votando insieme a Dem, Leu più Gruppo Misto, hanno palesemente deciso di lasciare sguarnita la porta. Ai Dem non rimane altro che posizionare la sfera sul dischetto e quasi ad occhi chiusi spingere in fondo alla rete il pallone più importante della loro storia recente.

lunedì 22 luglio 2019

Pop Corn

La strategia dei pop corn di Matteo Renzi? La “madre di tutti gli errori”, la base sulla quale la Lega è salita al 35% in un anno. I Cinque Stelle? Un “errore metterli sullo stesso piano” del Carroccio, perché le posizioni su Tav e reddito di cittadinanza non sono la stessa cosa di lasciare “morire la gente in mare” o accendere l’odio tutti i giorni. E quindi la soluzione: un “arco costituzionale” per escludere la Lega, come accadeva nella Prima Repubblica tra Dc e Pci nei confronti del Movimento Sociale Italiano. 
Parola di Dario Franceschini. Quando i pop corn compromettono e rallentano la digestione.

giovedì 6 giugno 2019

Nuovo corso

Su Csm, Lotti e Cosimo Ferri, Zingaretti tace, o meglio: tante parole ma con dentro niente.