..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

martedì 23 agosto 2011

THE WINNER IS: THE MONEY

Hanno vinto loro, i soldi, nell'estate che verrà ricordata, a livello di mercato, come la più illegale di sempre, alla faccia del tanto decantato fair play finanziario. Da oggi Samir Nasri è diventato un giocatore del Manchester City, e così in una sola settimana abbiamo perso i due maggiori talenti che eravamo riusciti a far crescere all'interno del Club. Di Fabregas ne avevo ampiamente scritto, di Samir faccio obbiettivamente fatica nel farlo, vuoi perché era il mio giocatore preferito, vuoi perché il colpo è di quelli pesanti, difficile da ammortizzare. In queste ore, nei vari social network e forum, si sta scrivendo di tutto e contro tutti: da Wenger allo stesso Nasri, compreso l'attuale management con sede ad Ashburton Grove. Come otto giorni fa l'incazzatura, alla lettura sul sito ufficiale dell'accordo tra i due club, s'è alzata come il caldo che sta da qualche giorno interessando la penisola, ma questa volta indirizzata, lucida, quasi sotto controllo. Diciamocelo ben chiaro: questo football, il football dei petroldollari, sta piano piano rovinando il lavoro, serio, di società che hanno fatto dell'equilibrio finanziario la propria filosofia di management calcistico. Ed è qui che si canalizza la mia rabbia.
Quei pagliacci dell'Uefa (l'ho scritto che sto incazzato), da Michel Platini in giù, ci raccontano da mesi che sarebbe fondamentale, per il football, un esercizio contabile più sostenibile, un calcio che garantisca equità tra i club di tutta Europa, una "partita" che si rifaccia a quei principi dove tutti possano partecipare alla stessa competizione partendo alla pari; in pillole: fair play finanziario. Balle, un sacco di balle, comprese quelle raccontate da Gianni Infantino, Segretario Generale dell'Uefa, ad inizio anno: "Arsenal boss Arsene Wenger's meticulous and sensible approach to spending has helped the north Londoners strengthen their finances over the last 10 years, as some of their rivals' own position has weakened". Balle, sempre e solo balle, come quelle raccontate dal Presidente, Michel Platini: "Any clubs who break the rules will have to face the music". Balle, sempre e solo balle, che in questi giorni si sono trasformate nella più classica della presa per i fondelli, naturalmente nei nostri confronti. Perché fa strano leggere della squalifica (doppia) inflitta ad Arsène Wenger per il ritorno del preliminare di Champion League contro l'Udinese, e osservare come il Manchester City e l'Etihad Airlines hanno legato i propri marchi per i prossimi 10 anni, con circa 400 milioni di euro che verranno versati nelle casse del club di Roberto Mancini (150 dei quali sono legati alla modifica del nome dello stadio, d'ora in poi l'Etihad Stadium). Il problema? La compagnia aerea di bandiera degli Emirati Arabi Uniti è di proprietà del governo locale e il Manchester City è dello sceicco Mansour bin Zayed, un membro della famiglia reale degli Emirati. In pratica un auto-sponsorizzazione, che dati alla mano metterebbe in serio pericolo tutto il concetto di fair-play finanziario. L'Uefa, in questo caso, fa spallucce, anche se un suo portavoce (chissà come mai parlano sempre i portavoce quando le cose si fanno serie) ha così dichiarato: "L'Uefa si affiderà a degli esperti finanziari per valutare se la misura di queste sponsorizzazioni sia effettivamente corretta". La domanda che mi pongo è molto semplice: l'indagine dell'Uefa riuscirà a bloccare i grandi progetti del Manchester City targato Etihad? Dopo oggi un'idea già ce l'ho, e ha le sembianze di un vaso col buco. Quindi ha perfettamente ragione uno dei responsabili della tifoseria organizzata dell'Arsenal, che ha definito questa situazione come "una partita di calcio in cui una squadra gioca rispettando la regola del fuorigioco, mentre l'altra sceglie di ignorarla". Domani sarà un altro giorno, domani ci sarà una nuova partita, e poco importa se mancheranno Fabregas e Nasri, quello che sarà fondamentale è che un club serio come il nostro affronterà l'avversario con le stesse armi, rispettando le regole, mettendo davanti ad ogni cosa l'amore per i propri colori ed una sana situazione finanziaria. Tutto questo, per noi tifosi, varrà più di un qualunque titolo.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Cirdan, il tuo post non fa una piega. La regola del fair-play dovrebbe valere per tutti. La sponsorizzazione dello stadio di Manchester è chiaramente un'operazione fittizia e l'UEFA dovrebbe intervenire e sanzionare il club degli sceicchi. Mancini è un pallone gonfiato che fa giocare alle sue squadre un calcio orribile. Ma Arsène non poteva vendere Fabregas e Nasri nel mese di luglio e rifare subito la squadra? Adesso, a otto giorni dalla chiusura del mercato estivo, riusciremo ad acquistare i rinforzi che ci occorrono? Non credi che i manager delle squadre avversarie, conoscendo il nostro disperato bisogno di rinforzi giocheranno al rialzo?
LUIGI C.

Anonimo ha detto...

Come detto da Luigi, la tua disanima è perfetta, ma l'errore è alla base, credere che Nasri sia un vero gooner.. tanto da rinunciare a tanti soldi, dopo che non gli hai voluto rinnovare il contratto per tempo, e di Wenger.. doveva venderli prima e pensare a rifondare la sqaudra.. invece, parole..parole al vento e basta.. sempre pronto a giustificare/rsi..
Max

Unknown ha detto...

Capisco perfettamente il vostro punto di vista su Wenger, ed in parte posso anche condividerlo. Però mi metto nei panni di Arsène, e capisco perfettamente anche lui. Voleva a tutti i costi tenere Fabregas e Nasri, perché ama l'Arsenal, perché si rendeva perfettamente conto che era giunto il momento di vincere, perché ha lavorato tanto in questi anni per costruire una squadra competitiva, perché nel suo progetto i due rappresentavano la forza trainante dell'intero gruppo. Con il cuore mi auguro di no, ma ho il sentore che alla fine di questa stagione Wenger possa lasciare. Il motivo è semplice: si sta stancando di competere in un mondo dove la competizione non ha più regole, dove lui si muove rispettando i bilanci mentre altri creano "buchi" economici senza che nessuno metta un freno, applichi il regolamento. Ieri sera pensavo agli "indebitati" (Barcellona), all'acquisto e alla cessione di Ibrahimovic. Pagarono lo svedese 50mln + Eto'o, che a conti fatti faceva una cifra non inferiore agli 80mln. Dopo una stagione se ne liberarono, girandolo al Milan. A quale cifra? Se non erro, quello che riportarono i giornali fu un accordo sulla base di una ventina di milioni pagabili (dopo il prestito con diritto di riscatto) in tre anni. Mi domando: quel buco contabile come è stato sanato? E non scrivetemi che hanno vinto, perché per rifarsi dell'acquisto di Sanchez dovrebbero vincere 2 Liga e 1 Champions nei prossimi due anni. Nelle ultime tre stagioni sono arrivate a giocarsi la finale di Champion il Barcellona, lo United e l'Inter, tre società che ogni anno aumentano il proprio debito, ma che regolarmente, ogni anno, si permettono di acquistare a destra e a manca. Torno a domandare: con quali soldi? Rispondo a Max sulla questione contratto. Lo scorso anno l'Arsenal fece il "giro" dei contratti, cercando il rinnovo. Molti prolungarono, altri (vedi Nasri) no. Non mi viene difficile capire il perché. Qui entrano in ballo i procuratori, che, alle spalle delle società, creano accordi con altre società sul fronte stipendi. Anche qui: dov'è il controllo? Perché non si fanno rispettare i regolamenti secondo cui la società acquirente dovrebbe parlare prima con l'eventuale società venditrice? Il caso Fabregas ne è l'esempio. Chiudo con una malignità. Secondo voi Fabregas prende (come riportato dai giornali) meno di quanto prendeva all'Arsenal? Rido...

Anonimo ha detto...

Ottima, precisa e puntuale disamina! concordo in toto :-)

afcmadrid

Gasperson22 ha detto...

...mi chiedo come mai i fuoriclasse del Barcellona non entrano mai in trattative di mercato....forse che agli sceicchi e ai russi non piacciono Xavi,Iniesta,Messi,Villa,Pedro,Piquet,Alves ?....ahahahahahahahah.....la mia idea è che al Barca guadagnano piu' che a Manchester e Anzhi messi insieme....Viva il Madrid..( gli altri con i conti apposto)....saluti...

Anonimo ha detto...

leggete questo articolo, una gestione manageriale completamente "scriteriata"

http://www.guardian.co.uk/football/2011/aug/23/arsene-wenger-jack-wilshere-arsenal

Max

Unknown ha detto...

Non sono d'accordo Adriano, non è la gestione manageriale che è scriteriata, ma il sistema in cui s'è costretti a giocare.

Unknown ha detto...

Sorry, Max ;)