..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"
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martedì 24 marzo 2020

Ora chiedete scusa a Di Maio


E' stato deriso, schernito, irriso, dileggiato e peggio ancora, attraverso i social network e alcune testate giornalistiche nazionali, offeso sul personale, superando di gran lunga maleducazione, ignoranza e violenza verbale. 
Nessuno da che mondo e mondo nasce perfetto e men che meno imparato. Tutti, nei nostri campi professionali e privati abbiamo commesso errori. Per negligenza, per distrazione, per incompetenza. A questi, i più, hanno cercato soluzione. Perché se errare è umano porre rimedio non solo dimostra onestà intellettuale ma e soprattutto capacità di mettere in discussione convinzioni, certezze e pregiudizi. 
In questo ormai lungo periodo di pandemia abbiamo avuto la fortuna, il Paese Italia ha avuto in sorte e in dote un Governo che a detta di tutte le autorità internazionali ha affrontato l'emergenza con la schiena dritta, guardando in faccia il nemico e mettendo in campo tutte le competenze e i mezzi a propria disposizione. 
Ce lo ha riconosciuto l'organizzazione mondiale della sanità, ce lo ha riconosciuto l'Onu, ce lo ha riconosciuto l'Unione Europea, ce lo hanno riconosciuto leader mondiali, governi e tutte quelle organizzazioni, governative e non, che hanno e tutt'oggi possono attingere a quanto fatto dalla sanità italiana, faro in grado di offrire lampi di luce a fronte di un subdolo e ignoto agente che nell'arco di poche settimane ha terremotato l'intero orbe terracqueo. 
Nella squadra Italia, tra le file di coloro che sono scesi in campo da titolari per difende un Paese intero un ruolo predominante e di assoluto rilievo lo ha svolto Luigi Di Maio, che dal quartier generale della Farnesina ha messo in moto una macchina che fino ad oggi è riuscita a sopperire a tutte quelle mancanze denunciate da professori, medici e infermieri. 
Alle prese con mascherine e ventilatori polmonari da trovare ovunque l'ex numero uno del Movimento 5 Stelle ha agito in silenzio, quasi nell'ombra, senza proclami, senza sbandierare a destra e a manca promesse irrealizzabili. Tramite i nostri ambasciatori in giro per il mondo e attraverso la stipula di contratti e accordi con molteplici paesi l'inquilino del Palazzo della Farnesina è riuscito a far pervenire aiuti concreti per il fabbisogno sanitario dell'intera nazione. 
Dallo sblocco dei carichi fermi in Turchia, in Repubblica Ceca, in Romania, in Egitto, fino alle spedizioni via aerea giunte dalla Cina (mezzo milione di mascherine, 4 tonnellate di materiale medico, 1800 tute protettive, 150 mila guanti e un team di esperti della Croce Rossa), dalla Russia (nove aerei pieni di attrezzature mediche e veicoli per la disinfestazione) e da Cuba (52 tra medici e infermieri specializzati nelle malattie infettive). A tutto questo si è anche sommato il lavoro di mediazione e di collaborazione sostenuto con gli altri ministri degli Esteri, dialogo che ha permesso l’esportazione di materiale medico, quest'ultimo bloccato nelle dogane senza che i corrispettivi ministri internazionali fossero a conoscenza del fermo dei materiali. 
In piena emergenza, seppur con qualche tiepido e timido segnale di miglioramento, il lavoro da fare è ancora molto, e prima di tirare una riga su quanto fatto di positivo e di negativo bisognerà attendere. Oggi però chiedere almeno scusa a chi in silenzio sta dimostrando competenza e portando a casa risultati sarebbe cosa buona e giusta, perché avere la capacità di mettere in discussione convinzioni, certezze e pregiudizi dimostrerebbe quantomeno onestà intellettuale.

domenica 24 novembre 2019

Beppe Grillo e i temi legati ad ambiente, lavoro, istruzione e sanità devono raccogliere la domanda delle piazze riempite dalle sardine


La calata di Beppe Grillo nella Città Eterna è giunta come un fiume in piena: acqua che ha saputo, da una parte cancellare menzogne e leggende metropolitane (come confermato dal leader politico Luigi Di Maio) e dall'altra portare all'attenzione quei temi su cui il Movimento e l'attuale esecutivo dovranno necessariamente parlare a quell'ampia fetta di paese che quel fiume lo sta attraversando vestita da sardina. 
La narrativa imposta da chi oggi detiene il così detto consenso popolare (stabilito dalle intenzioni di voto degli italiani) è stata investita, oltre che dalle piazze, dalla fantasia di chi dodici anni fa catalizzò l'attenzione di un popolo stanco del sistema Italia. 
Non un caso che il ritorno in campo di Beppe Grillo sia coinciso con la prepotente ondata delle sardine, seppur senza nessuna intenzione di mettersi il cappello delle piazze di Bologna e Modena. 
Oggi come allora il comico genovese ha espresso dinamicità, idee, spirito combattivo, assunzione di responsabilità, traendo le logiche e naturali differenze. Impossibile, per fortuna, essere quelli di allora, ha tuonato il creatore del Movimento, delittuoso non guardare il domani basando la politica su temi come ambiente, lavoro, istruzione e sanità, ha proseguito il settantunenne a fianco di un Luigi Di Maio rigenerato dalla presenza di chi ha ribadito la leadership politica del ragazzo di Avellino. 
Ora, però, sarà importante raccogliere la domanda delle piazze riempite dalle sardine, quel vuoto che ha chiamato gli stessi protagonisti a mettersi in discussione. Lo ha fatto Mattia, lo hanno fatto tutti coloro che hanno sfidato la pioggia e quella destra definita dallo stesso Grillo pericolosetta: se siamo qui, se ci stiamo guardando negli occhi è perché abbiamo compreso di esserci colpevolmente estraniati dalla discussione politica, lasciando spazio a chi ha legittimamente approfittato del nostro silenzio, della nostra pigrizia. 
Ecco perché, come ribadito da Grillo e da vari esponenti del Partito Democratico, la domanda di quelle piazze dovrà essere ascoltata, raccolta, condivisa, offrendo quelle risposte legate all'ambiente, al lavoro, all'istruzione, alla sanità. 
Una letteratura politica che possa nuovamente stimolare, attivare, riaccendere coloro che in una piovosa serata di novembre si sono decisi a voler nuovamente partecipare alla vita politica e sociale del Paese.

lunedì 2 settembre 2019

Sotto il cielo di Roma, e di Milano

Siamo ormai in dirittura di arrivo. Dalle sedi romane di Palazzo Chigi e del Nazareno, nonostante un cielo plumbeo, si sono dissipate le ultime nubi sulla nascita del nuovo esecutivo a trazione MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico. Le dirette Facebook di Giuseppe Conte e Luigi Di Maio hanno confermato le speranze, le volontà, gli sforzi e i passi indietro fatti (tramontato il nodo vicepremier) per la composizione del nuovo governo. Voci che hanno trovato eco anche dal quartier generale dei democratici, confermando a nome di Nicola Zingaretti la possibilità di offrire al Paese una nuova stagione politica. E se il cielo di Roma ha offerto nella giornata odierna pioggia, fulmini e tuoni, per fortuna solo meteorologicamente e non politicamente, domani toccherà a quello di Milano confermare e dare il definitivo via libera alla nascita della maggioranza di centro-sinistra. Sulla piattaforma Rousseau gli iscritti pentastellati svolgeranno la consultazione online per decidere se il MoVimento 5 Stelle dovrà o meno far partire un Governo, insieme al Partito Democratico, presieduto da Giuseppe Conte. Un ultimo passo, l'ultimo chilometro per chiudere definitivamente la crisi di Governo più pazza del mondo, confidando, almeno questa volta, che i cieli di Roma e di Milano abbiano partorito la definitiva svolta politica che un Paese intero aspetta da almeno 6 anni.

venerdì 30 agosto 2019

Pestare (ancora una volta) una merda

Lo ha fatto ancora, tradito probabilmente da un carattere che ad un certo punto disinnesca la logica e la ragione. 
Era successo più di un anno fa con la richiesta di impeachment al Capo dello Stato. Richiesta poi rientrata con tanto di scuse a Sergio Mattarella. 
Era successo nell'ottobre scorso all'interno degli studi di Porta a Porta con la volontà di bloccare il decreto fiscale. Una manipolazione (l'ormai famosa "manina") smentita da tutte le persone e gli enti coinvolti. 
E' successo questo pomeriggio al termine del colloquio con il Presidente del Consiglio incaricato. Un atteggiamento durante la conferenza stampa post-consultazione, perché sui temi l'accordo tra Movimento 5 Stelle e Partito Democratico sembra non conoscere ostacoli (compreso quel Sicurezza Bis dove entrambe le parti hanno confermato la verifica sulle osservazioni del capo dello Stato), che ha lasciati interdetti addetti ai lavori, cittadini e naturalmente i futuri alleati di governo. 
Al termine di un pomeriggio trasformatosi in un pandemonio Giuseppe Conte ha riunito a Palazzo Chigi una delegazione del Movimento 5 Stelle composta da Francesco D’Uva e Stefano Patuanelli e una delegazione del Pd composta da Dario Franceschini e Andrea Orlando. 
Il tutto per garantire, dichiarare e chiarire, come richiesto dal segretario del Partito Democratico, l'esistenza di un percorso per un programma condiviso, a prescindere dall'ennesimo calpestio escrementizio del capo politico dei 5 Stelle.

mercoledì 28 agosto 2019

Indebito vantaggio


Ci ha voluto far credere che la crisi di governo emersa nell'agosto politico più caldo degli ultimi lustri era figlia degli innumerevoli "no" fatti pervenire nei palazzi governativi dagli alleati di governo. 
Ci ha voluto far credere che la crisi di governo emersa nell'agosto politico più caldo degli ultimi lustri era figlia della voglia, del desiderio (anche legittimo) di andare ad incassare all'interno delle urne l'enorme consenso popolare attribuitogli da sondaggi e elezioni europee. 
Ci ha voluto far credere che la crisi di governo emersa nell'agosto politico più caldo degli ultimi lustri era figlia di un gioco di palazzo iniziato ancor prima delle europee e messo in piedi dall'Avvocato del Popolo, al secolo Giuseppe Conte. 
Ci ha voluto far credere tutto questo, trasmettendocelo una volta dal Papeete Beach e un'altra dalle piazze della penisola, omettendo la telefonata a Nicola Zingaretti per cercare, in accordo con quel Partito Democratico tanto osteggiato, di staccare la spina dal governo giallo-verde e andare il prima possibile al voto; rifiutata dallo stesso Zingaretti. 
Ci ha voluto far credere tutto questo, trasmettendocelo una volta dal Papeete Beach e un'altra dalle piazze della penisola, omettendo che, una volta vistosi escluso da quel governo che dominava a mani basse, ha fatto pervenire a Luigi Di Maio l'offerta di poter occupare in una ri-edizione dell'esecutivo giallo-verde la poltrona di Palazzo Chigi; rifiutata dallo stesso Di Maio: "a me interessa il bene del Paese non quello personale"
Pietro Nenni, quello che "il socialismo è portare avanti tutti quelli che sono nati indietro", una volta esternò: "In politica ci sono sempre due categorie di persone: quelli che la fanno e quelli che ne approfittano".

giovedì 22 agosto 2019

Presa di coscienza

Dopo oltre 500 giorni il Movimento 5 Stelle ha compreso, capito, preso coscienza di avere vinto le elezioni politiche del Marzo 2018. Dieci punti programmatici per chi vuole il bene dell'Italia, da sottoscrivere per chi, dopo essersi riempito la bocca con parole come orgoglio, rispetto e responsabilità e aver messo nuovamente al centro la Costituzione della Repubblica Italiana, ha davvero il desiderio di fare il bene del Paese. Palla al centro.

martedì 13 agosto 2019

Il bevitore di Mojito ha raggiunto il capolinea

La notizia politica del giorno, quella vera, è che il bevitore di Mojito ha definitivamente raggiunto il capolinea. Il Senato della Repubblica ha dato parere negativo alla proposta di votare il 14 agosto la mozione di sfiducia al Presidente del Consiglio presentata da tutto il "nuovo" centro-destra, Lega in testa. Giuseppe Conte, per volere di Pd, M5s e Leu, comunicherà in Aula nella giornata del 20 agosto. Stop. Questa la notizia.
La non notizia, l'ennesimo tentativo di depistare quanto realmente accaduto nel panorama politico italiano, l'ha offerta, presentandosi tronfio in un'Aula che poche volte lo aveva visto presente, colui che ha deciso di staccare la spina all'esecutivo del cambiamento: "Votiamo il taglio dei parlamentari e il giorno dopo andiamo a votare".
C'ha provato, credendo di spiazzare nell'ordine:
1) gli ex alleati;
2) Renzi e i suoi compari;
3) carta stampata et similari;
4) opinione pubblica.
A conti fatti non c'è cascato (quasi) nessuno. Di Maio attraverso Facebook, Patuanelli direttamente in Aula e altri pentastellati seguendo a ruota, hanno evidenziato nell'ordine: a) è il Presidente della Repubblica ad indicare la strada per le elezioni; b) se non ritiri la sfiducia al Presidente del Consiglio (calendarizzata il 20 agosto) non puoi votare il taglio dei parlamentari (calendarizzato il 22).
Ora. Il ministro del Papeetee ha già fatto sapere che si può votare la riforma, andare a elezioni e lasciare a nuova legislatura il compito di attuare la legge. Dimenticando una questione fondamentale: come può essere votato un nuovo Governo se non viene modificata una legge elettorale che comprende allo stato attuale un numero diverso di senatori e parlamentari rispetto alla riforma? Ah la Costituzione, questa sconosciuta.
Insomma, un grande bluff che in breve si è trasformato in una gabbia, evidenziando come il bevitore di Mojito ha definitivamente raggiunto il capolinea.

giovedì 31 gennaio 2019

Scacco elettorale

La tematica migranti, il caso See Watch, la richiesta di autorizzazione a procedere per la vicenda della nave Diciotti ha catalizzato, a ragione, l'ultima settimana politica e sociale del Paese. Tralasciando la questione europea sul tema e mettendo da parte le truppe da sbarco del Pd che fanno la staffetta sulla Sea Watch, rimane il nocciolo dell'eventuale invio a processo del titolare del Viminale. Le parole espresse in queste ultime ore dal Presidente del Consiglio, da Luigi Di Maio, da Danilo Toninelli e da Alessandro Di Battista hanno fatto emergere a caratteri cubitali cosa accadde all'interno delle stanze di Governo nello scorso agosto. Una decisione unanime sul caso "Diciotti" atta a svegliare gli altri Paesi europei all’impegno assunto un mese prima in Consiglio europeo di ripartirsi su base volontaria i migranti in arrivo (non un caso che dopo la disponibilità del Vaticano, dell'Irlanda e dell'Albania la nave sbarcò). In pratica, in quelle ore, l'intero esecutivo pose le basi per dare un segnale forte all'Europa, rea, da anni, di lasciare il Bel Paese in balia di un fenomeno che si è trasformato da emergenza a vero e proprio problema. Ora le aspettative, da parte di Salvini, di ricevere da parte del M5S e dal Senato il "No" a procedere, celano il futuro prossimo del Governo eletto nel marzo scorso. La partita si giocherà inevitabilmente sul tavolo politico, e le carte, visti i precedenti, le distribuiranno i 5 Stelle.

martedì 29 gennaio 2019

Responsabilità e precedente

"È stata seguita la linea politica del governo". Lo dicono tutti. Dal Premier alla ministra Grillo, da esponenti di spicco della Lega allo stesso Salvini fino a Danilo Toninelli. Di Battista, al contrario di quanto riportano i soliti giornaloni, lo conferma: "Non è giusto processare Salvini da solo". In quel "da solo" finale ci sta tutta l'autodenuncia dell'esecutivo. Non resta che creare il precedente (probabilmente favorevole), andando a processo e portando in aula la responsabilità assunta, da assumere rigorosamente rinunciando all'immunità parlamentare.

sabato 5 gennaio 2019

W (questa) Europa

Di Maio: "...Malta faccia sbarcare subito donne e bambini da quelle imbarcazioni e li mandi in Italia, pronti ad accoglierli." 
La Valletta risponde: "Di Maio stia attento alle parole. Devono andare in Italia."

mercoledì 19 dicembre 2018

Antiacido

Hanno tifato per mesi lo spauracchio Spread e lo stesso, da quel giorno, non ha fatto altro che scendere. Hanno tifato per mesi sullo scioglimento del Governo e lo stesso, da quel giorno, non ha fatto altro altro che accordarsi e saldarsi su ogni decisione. Hanno tifato per mesi gli euro-burocrati della Commissione Europea e gli stessi, in un piovoso giorno di dicembre, hanno ringraziato il Presidente del Consiglio e il Ministro dell'Economia con la più "alta considerazione".

giovedì 4 ottobre 2018

Politica e rosiconi

Ci eravamo lasciati in data 1 giugno, quando, dopo circa due mesi di attesa, era finalmente partito il Governo giallo-verde. Quattro mesi dopo, al termine di un periodo che ha visto crollare il ponte Morandi e le certezze di una certa politica, si è giunti alla formulazione del documento di economia e finanza e della nomina del commissario straordinario per la ricostruzione della tragedia di Genova. Passi che hanno messo in evidenza la voglia, l'onestà e il pragmatismo di coloro che, dopo anni di camere oscure, hanno portato, e stanno portando avanti il volere del popolo italiano. Due mondi opposti che hanno sposato un'idea, due realtà contrapposte che hanno messo da parte sciarpe e bandiere e nel nome del popolo italiano stanno ricostruendo sulle macerie lasciate da ladri e mercenari. In parole povere si sta facendo politica. Seria, costruttiva, indirizzata al futuro dei nostri figli. Alla faccia di un sistema che giorno dopo giorno si sta consumando di invidia e gelosia.