Sarà il bivio della storia presente e futura del Movimento 5 Stelle. Scegliere, nel momento in cui sarà richiesto, il nome del Presidente del Consiglio da proporre a Sergio Mattarella e al Partito Democratico per la formazione dell'eventuale nuovo esecutivo. Passi la discontinuità programmatica (a capirla poi) proposta dai democratici, ma non mettere sul piatto il nome di Giuseppe Conte come prossimo Presidente del Consiglio, o peggio ancora avallare la non scelta dello stesso da parte dei Democratici, minerebbe seriamente il domani elettorale dei pentastellati. A questo punto: o Conte nuovamente a Palazzo Chigi, attualmente il politico più amato d'Italia, o elezioni, magari con lo stesso cinquantacinquenne da Volturara Appula candidato Premier. La storia è lì che attende.
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mercoledì 21 agosto 2019
domenica 11 agosto 2019
Il Partito del bloccare
La riforma della Giustizia che avrebbe accorciato i tempi dei processi e imposto una stretta anche alla durata delle indagini preliminari è finita nel cestino e difficilmente, con l'elezione di un nuovo governo, verrà confermata la riforma della prescrizione e salvaguardate la separazione delle carriere e il bavaglio alle intercettazioni. La Commissione d’inchiesta sui crac bancari non è nemmeno mai nata. Il Dl impresa con le norme a tutela dei rider e quelle per garantire l’occupazione negli stabilimenti dell’ex Ilva di Taranto, l’ex Alcoa in Sardegna, la Blutec di Termini Imerese e la Whirpool in Campania rischia di finire su un binario morto.
La lista dei provvedimenti bloccati prosegue con lo stop al salario minimo e al taglio dei 345 parlamentari (che ora i Cinquestelle chiedono di approvare in extremis), il blocco alla procedura di revoca delle concessioni ad Autostrade per l’Italia e alla nuova legge a favore della polizia locale.
A riassumere. In 14 mesi il Cazzaro Verde, quello che a gran voce sostiene che i 5 Stelle abbiano coi loro "no" bloccato l'Italia, ha: 1) messo in piedi due decreti (uno e la brutta copia dell'altro) che nulla mutano sul mera tematica giudiziaria (nel Sicurezza e Sicurezza Bis rimane l'obbligo di salvataggio e nel Legittima Difesa rimane la proporzione fra l’aggressione e la difesa, stabilita da un giudice che mette su una bilancia i pro e i contro); 2) bloccato, con la sfiducia a Conte e staccando la spina all'esecutivo, molte delle misure cruciali e attese da anni da un Paese intero. Per i possessori di neuroni sani le considerazioni possono essere tratte.
giovedì 8 agosto 2019
Sentenza motivata
Il 9 di settembre, fra meno di un mese, il Parlamento avrebbe dovuto discutere e votare (per la quarta ed ultima volta) la riforma del taglio dei parlamentari, portando a 230 deputati e 115 senatori il numero delle poltrone all'interno degli emicicli.
Entro gennaio 2020 il dicastero facente capo ad Alfonso Bonafede avrebbe dovuto trasformare in legge la riforma del processo penale per far diventare applicativo l'annullamento della prescrizione (approvata nella legge Spazzacorrotti) dopo il primo grado di giudizio, oltre, per contratto di governo, non far entrare nel decreto legislativo la separazione delle carriere, l’abuso d’ufficio e il danno erariale.
A molti, troppi questo non stava bene, e per questo, con la scusa della votazione sul TAV, si è motivata la sentenza della caduta del Governo.
giovedì 18 luglio 2019
Maledetto il giorno
Oggi che i 5 Stelle chiedono giustamente la presenza in Aula a riferire da parte del ministro della propaganda, quest'ultimo, lasciando perdere la "mancanza di rispetto" (autobiografica), minaccia, nascondendosi dietro autonomia, giustizia e manovra (tre voci alle quali tra l'altro stanno lavorando solo i pentastellati), la caduta del governo.
Maledetto il giorno che non hanno autorizzato a procedere sul caso Diciotti.
martedì 16 luglio 2019
Nella logica delle cose
Ha ribadito la necessità di "un salario minimo che garantisca una vita dignitosa". Ha promesso più fondi per l'Erasmus e un piano per rendere l'Europa "il primo continente neutrale climaticamente entro il 2050". E' stata applaudita quando ha ricordato Simone Veil, prima presidente donna del Parlamento Ue, e quando ha annunciato che proporrà un "nuovo patto per l’immigrazione e l’asilo che comprenda una riforma del regolamento di Dublino". Ha inoltre messo al centro la flessibilità sui conti pubblici perché "non è il popolo che serve l’economia, ma è l’economia che è al servizio del nostro popolo". Ha infine ribadito maggiori poteri al Parlamento. Il Movimento 5 Stelle, definito l’ago della bilancia, ha votato a favore, come stava, leggendo il programma della Ursula von der Leyen, nella logica delle cose.
martedì 25 giugno 2019
Politicamente Scorretto
...La Politica, in crisi per gli scandali che l'hanno travolta, deve avere la capacità non solo di rigenerarsi ma di ribadire la propria centralità. Politica è una splendida parola. La Politica va amata, rispettata, sostenuta. E questo lo deve fare il Popolo. Lo dobbiamo fare noi cittadini informandoci, partecipando, spegnendo, quando occorre, la Tv per aprire un libro. Lo dobbiamo fare noi cittadini lottando per la supremazia della politica sulla finanza. Altrimenti inutile prendersela con le lobbies o con i loro prestanome in Parlamento. Molto meglio prendercela con noi stessi, ammettendo di non essere all'altezza di un cambiamento che auspichiamo...
pag. 43 di "Politicamente Scorretto" (Alessandro Di Battista)
martedì 28 maggio 2019
L'identità del carro
Con numeri e dati alla mano dopo la maratona delle Europee 2019 emerge chiaro e limpido che il "partito" che ha incamerato il massimo delle preferenze è stato quello dei rimasti a casa, che in maniera plebiscitaria (quasi un italiano su due) ha preferito trascorrere l'ultima domenica di maggio accanto ad un caminetto. E come l'inusuale meteo che sta accompagnando questa primavera 2019, il popolo dello stivale, a differenza delle percentuali di affluenza registrate nella stragrande maggioranza dei paesi del Vecchio Continente, ha risposto negativamente alle richieste di voto. Ma da queste Europee è uscito un dato ancor più preoccupante.
Nelle prime analisi post-voto la debacle epocale patita dai 5 Stelle è stata accostata ad una mancanza di identità da parte del partito nato nelle piazze all'urlo Vaffanculo. In pratica è stato imputato a Di Maio e compagnia di essersi snaturati, minando nei dodici mesi di governo quelle basi su cui Grillo e Casaleggio avevano costruito il Movimento del cambiamento.
Qualche passo indietro, Europee 2014. Il Partito Democratico di Matteo Renzi tocca quota 40% (57% di affluenza). Un risultato altisonante che nel post Governo Letta e dopo le dimissioni di Pier Luigi Bersani dalla Segreteria del partito, sembrava aver finalmente dato rilancio all'intera area di sinistra. Un rilancio che nel giro di poco si scontra con i numeri delle Amministrative 2016 (Roma, Napoli e Torino vengono clamorosamente perse), con il Referendum dello stesso anno (flop totale) e successivamente con le Politiche di un anno fa, con il minimo storico mai conseguito dal partito fondato nell'ottobre del 2007. Anche in questo caso le analisi post-Politiche 2018 hanno voluto evidenziare la mancanza di identità, l'aver tralasciato i valori della sinistra, l'aver messo in secondo piano i reali problemi della classe povera dello stivale.
Ancora un passo indietro, per poi capire cos'è successo oggi. Alle europee del 2014 il partito di Forza Italia porta a casa 4 milioni e mezzo di voti, strappando 13 seggi, in forte controtendenza con i 29 conquistati cinque anni prima. Alle politiche dello scorso anno il risultato delle elezioni vede FI ottenere il 14% alla Camera e il 14,4% al Senato, risultati che hanno fatto da preludio al clamoroso 8% realizzato in queste ultime europee 2019. Ora, l'identità dei forzisti da sempre genuflessi al potere di B. è improvvisamente mutata, contestando al cavaliere la stagnazione politica.
In pratica negli ultimi 6 anni politici del Paese si è passati da un'identità liberale a una progressista, da quella rivoluzionaria fino a quella sovranista di ieri l'altro. Un continuo e inarrestabile via vai di voti che ha incensato, a seconda del periodo storico, questo o quell'altro leader politico. Una liquidità che non ha fatto altro, nel corso dell'ultimo lustro, di bloccare sotto tutti gli aspetti un intero Paese, coadiuvata e indirizzata da una stampa (nella sua quasi totalità) di regime e da un elettorato (da destra a sinistra) impegnato nello sport preferito dell'intera penisola: la salita (identitaria) sul carro dei vincitori.
giovedì 23 maggio 2019
Decreto inclusione scolastica
Da padre di due bambini disabili (10 anni entrambi) affetti da autismo ho attraversato, insieme alla mia compagna, una vera e propria odissea scolastica.
Alcune riflessioni:
a) L'assegnazione delle ore di sostegno spettanti a un alunno disabile all'interno del Pei e firmato dal GLO lo approvo in toto, la migliore garanzia per le famiglie;
b) Sul profilo di funzionamento, invece, mi trovo in parte in disaccordo. Logico valutare l'ambiente disagiato o favorevole, irresponsabile la valutazione della condizione di disabilità. Una disabilità grave (come sono i miei figli) è grave e basta, a prescindere dall'ambiente, e per una disabilità grave non devono essere assolutamente messe in discussione le ore di sostegno, che devono essere massimali per il corretto percorso all'interno dell'istituto;
c) Sulla continuità didattica, vera spina che colpisce alunni e famiglie, il rimando alla stagione 2020/2021 è qualcosa di inaccettabile.
A pochi giorni dalla conclusione dell'anno scolastico 2018/2019 mi sono premurato di far protocollare presso l'istituto la richiesta di continuità da parte della mia famiglia e della neuropsichiatra di riferimento. Un passaggio fondamentale che porterò fino alla Presidenza della Repubblica nel caso non ci fossero confermate le due maestre attuali, capaci in 9 mesi di fare recuperare ai bambini 3 anni di elementari e di includerli, finalmente, all'interno del percorso socio-didattico. La continuità deve essere messa al centro di qualsivoglia riforma.
Do per certo che le critiche al provvedimento saranno prese in esame da chi, finalmente, ha messo al centro le difficoltà che attraversano pazienti/alunni e famiglie.
Continuate così!!
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mercoledì 22 maggio 2019
Sulla riva dell'Arno
Renzi ha detto che sta preparando un nuovo centro sinistra con moltissimo centro e pochissima sinistra. Ha inoltre ribadito che non ci sarà alcun dialogo con il M5S.
Il lungometraggio andato in onda per l'elezione del nuovo Segretario, quell'unità sbandierata su ogni canale televisivo a cui non credevano nemmeno i protagonisti, l'ombra costante e pregnante all'interno del partito del fenomeno di Rignano sull'Arno, una "strategia" ben pilotata per giungere all'inevitabile. Ulteriore crollo dell'elettorato alle prossime e imminenti elezioni con tanto di ben servito al cognato della moglie di Montalbano, perfetto capro espiatorio per rilanciare il rignanese e i suoi adepti. A Milano ieri l'altro, quel "Noi" propalato sul palco, un sinistro indizio.
Ora ci riprova, un lustro dopo, credendo che la memoria degli italiani sia a breve termine.
Maggio 2014...
martedì 14 maggio 2019
Le loro idee (oggi e finalmente) camminano sulle nostre gambe
Voto di scambio politico mafioso è legge. Come era già accaduto per il voto alla Camera, il 7 marzo scorso, Pd e Forza Italia hanno votato contro. Ma è diventata legge dello Stato, con il via libera dall’Aula del Senato. Il provvedimento ha ottenuto 157 sì, 81 no e 2 astenuti ed è approvato in via definitiva.
lunedì 6 maggio 2019
Cose di sinistra (a 5 Stelle)
“Noi pensiamo che il privilegio vada combattuto e distrutto ovunque si annidi, che i poveri e gli emarginati, gli svantaggiati, vadano difesi, e gli vada data voce e possibilità concreta di contare nelle decisioni e di cambiare le proprie condizioni, che certi bisogni sociali e umani oggi ignorati vadano soddisfatti con priorità rispetto ad altri, che la professionalità e il merito vadano premiati, che la partecipazione di ogni cittadino e di ogni cittadina alla cosa pubblica debba essere assicurata..”
Enrico Berlinguer
giovedì 2 maggio 2019
Trasparenze
Mi sono sbagliato, l'ammetto. E a dirla tutta ammettere di essersi sbagliati è qualcosa che purifica, disinfetta, depura, disinquina, spurga, purga, rende liberi. Il comportamento ultimo, e non ultimo, della parte di minoranza del Governo ha definitivamente evidenziato come in questo miserabile Paese si possa usare la morale, l'etica, quella politica, come le luci dell'albero di Natale. Ad intermittenza e a seconda delle proprie convenienze.
Lo ha fatto il Ministro dell'Interno, dopo che il Sottosegretario al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti è stato indagato per corruzione dalla Procura di Roma nell'ambito di un’inchiesta antimafia nata a Palermo.
Lo ha fatto lo stesso Sottosegretario, provando meschinamente ad anticipare la conferenza stampa del Presidente del Consiglio dichiarandosi innocente e cercando di prendere tempo: "Mi dimetto entro 15 giorni se dai Pm non ci saranno novità".
Per morale ed etica politica per fortuna ci ha pensato Giuseppe Conte, che nella conferenza stampa indetta nel tardo pomeriggio ha evidenziato l'inutilità di rinvii e attese, confermando la revoca del leghista al prossimo Consiglio dei Ministri: "Il sottosegretario Armando Siri si dimetta. Non dico che è colpevole, ma ha proposto una legge per interessi di parte".
Un finale annunciato che come chiarito dal Presidente del Consiglio vuole mettere al centro la fiducia e la trasparenza del Governo nei confronti del popolo italiano, quest'ultimo affamato da troppi anni di una rappresentanza che possa concretamente fare solo ed esclusivamente gli interessi dei cittadini.
mercoledì 24 aprile 2019
Radici da estirpare
Come non detto. Tutti quei buoni propositi scaturiti negli ultimi dieci mesi si sono dissolti al primo: adesso stai esagerando.
Il fastidio provato dal TAV in poi ha fatto il paio con il definitivo stop alla scalata elettorale, condizioni che hanno partorito una dopo l'altra scelte che hanno fatto dire basta a chi fino ad oggi ha usato il proprio ruolo per l'esclusivo scopo di provarci, lavorando.
Difesa, Trasporti, Famiglia financo l'Amministrazione di Roma, tutti nel calderone mediatico di chi è rimasto legato ai "porti chiusi" e alla "pacchia è finita", senza evolvere. Anzi. Rimanendo fortemente appiccicato a quella cultura, politica, di difendere, a prescindere dall'esito penale, una figura che potrebbe far pensare ad altre che certe "trattative" possano ancora esistere, germinare, mettere radici. "La lotta alla mafia dev’essere innanzitutto un movimento culturale che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità". Paolo Borsellino.
lunedì 25 marzo 2019
"Fallimento" M5S
Elezioni Regionali Basilicata 2019:
Movimento 5 Stelle: 20,53% (+11.56% rispetto al 2013, oltre il 30% nella sola Matera)
Lega: 18,82% (+18,62%)
Forza Italia: 8,89% (-10,0%)
Avanti Basilicata: 8,64%
Partito Democratico: 7.8% (-17,9%)
Fratelli d'Italia: 5,92% (+3,5%)
martedì 19 febbraio 2019
Tradimenti politici
Premesso che personalmente sarei andato a processo (con l'enorme possibilità di uscirne "pulito" creando un precedente legislativo). Premesso che questa immunità nulla ha a che vedere con quelle che l'hanno preceduta in questi anni. Premesso che mai mi sarei sognato di offrire un voto (rousseau) per una materia di tale portata.
L'incazzatura da tutta questa storia me la fa venire Pinocchio-Salvini, e non certo Giggino. Se fosse stata persona seria, onesta e soprattutto rispettosa dell'alleanza di Governo, il numero uno del Carroccio avrebbe dovuto mantenere intonsa la prima dichiarazione fatta ("mi processino pure"), senza mettere (come accaduto e come da oggi faranno tutti) il Movimento in una situazione (fondamenta del M5S) imbarazzante.
domenica 17 febbraio 2019
Paradossi di voto
Conte, Di Maio e Toninelli hanno certificato la disponibilità a farsi processare insieme a Salvini sul caso Diciotti; affidando ai giudici il compito di stabilire se quel comportamento fosse lecito o illecito. Di più: sollecitano il Tribunale a disporre un giudizio immediato, per sapere subito se certe cose sono reato o no.
Votare il "no" a procedere, oltre a perdere le ragioni profonde del loro esistere, rischierebbe paradossalmente di portare a processo tutti tranne Salvini.
sabato 2 febbraio 2019
Autodenuncia e vaffanculo
Dal TAV alle trivelle passando per quello che è diventato un caso spinoso e senza precedenti, il numero uno del Viminale si è messo a tirare prepotentemente la corda. Non solo. Ad agosto, quando il tribunale di Catania mosse i primi passi, il "Capitano" si disse pronto a farsi giudicare, mostrando sfacciataggine e sprezzo del pericolo, salvo, dalla lettera scritta al Corriere insieme a Giulia Bongiorno, tornare sui propri passi mostrando codardia e reticenza nei confronti delle Toghe Rosse in pieno stile berlusconiano e mettendo nelle mani dei 5 Stelle la patata più bollente del secolo in corso.
Per coerenza, storia, ideologia e rispetto verso l'elettorato stellato l’unica strada è votare sì, come in questi casi (solo) i 5 Stelle hanno meritoriamente sempre fatto, autodenunciandosi e ripercorrendo la genesi del vaffanculo a tutti.
venerdì 1 febbraio 2019
Propaganda elettorale
Premettendo che noi comuni cittadini non abbiamo le competenze per valutare se l'opera sia da fare o meno e se i costi e i benefici siano in linea con il proseguimento o meno (lasciamo perdere un'eventuale referendum su di una tematica tecnica come questa).
La domanda che sorge spontanea, giusto per avere un quadro veritiero, è: chi dice la verità tra coloro che sostengono che non è stato scavato un solo centimetro dell'opera e chi invece, come il Ministro dell'Interno (di cui non si capisce la presenza in loco), afferma che sono stati scavati 25 chilometri?
giovedì 31 gennaio 2019
Strafalcione giuridico
“Bisogna avere chiaro il quesito giuridico a cui saranno chiamati a rispondere i senatori. Se abbia agito per il perseguimento di un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante o di un interesse pubblico inerente alla funzione di governo o se abbia agito al di fuori del suo ruolo ministeriale per i suoi propri interessi personali”
Giuseppe Conte
Scacco elettorale
La tematica migranti, il caso See Watch, la richiesta di autorizzazione a procedere per la vicenda della nave Diciotti ha catalizzato, a ragione, l'ultima settimana politica e sociale del Paese.
Tralasciando la questione europea sul tema e mettendo da parte le truppe da sbarco del Pd che fanno la staffetta sulla Sea Watch, rimane il nocciolo dell'eventuale invio a processo del titolare del Viminale.
Le parole espresse in queste ultime ore dal Presidente del Consiglio, da Luigi Di Maio, da Danilo Toninelli e da Alessandro Di Battista hanno fatto emergere a caratteri cubitali cosa accadde all'interno delle stanze di Governo nello scorso agosto.
Una decisione unanime sul caso "Diciotti" atta a svegliare gli altri Paesi europei all’impegno assunto un mese prima in Consiglio europeo di ripartirsi su base volontaria i migranti in arrivo (non un caso che dopo la disponibilità del Vaticano, dell'Irlanda e dell'Albania la nave sbarcò).
In pratica, in quelle ore, l'intero esecutivo pose le basi per dare un segnale forte all'Europa, rea, da anni, di lasciare il Bel Paese in balia di un fenomeno che si è trasformato da emergenza a vero e proprio problema.
Ora le aspettative, da parte di Salvini, di ricevere da parte del M5S e dal Senato il "No" a procedere, celano il futuro prossimo del Governo eletto nel marzo scorso.
La partita si giocherà inevitabilmente sul tavolo politico, e le carte, visti i precedenti, le distribuiranno i 5 Stelle.
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