..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"
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mercoledì 7 agosto 2019

Il teatrino dell’assurdo

Tutto è finito ad ammuina, a sceneggiata, come purtroppo stava nelle premesse. Tutto però ha chiarito a caratteri cubitali l'essenza e l'essere dei partiti e dei loro rappresentanti. Random. Il Partito Democratico, quello che da domani non potrà più raccontare a nessuno di allarmi democratici, di vesti stracciate, di militanze antifasciste, di proclami contro il nuovo Duce, di mobilitazioni estive, di manifestazioni autunnali, di svolte ambientaliste e altre amenità per non possessori di neuroni sani ha votato a favore tutte le mozioni si Tav, compresa naturalmente la sua, e peggio ancora non è uscito dall'aula del Senato quando è entrata in votazione la mozione dei 5Stelle, dichiarando all'Italia intera di essere il principale fan della Lega, del "nemico" Salvini (quello a cui gli stessi hanno presentato in Parlamento la mozione di sfiducia), salvando gli affaristi del Tav, evitando le elezioni e proteggendo le poltrone. Unica voce fuori dal coro quella di Tommaso Cerno: "Al Pd dico, ripensateci finché siete in tempo, state facendo un errore madornale". La Lega, non presentando mozioni ma votando a favore delle quattro presentate a favore del Tav e soprattutto votando contro quella dei 5Stelle, ha violato platealmente il Contratto di governo, che impegna a ridiscutere integralmente il Tav e rende nullo il patto di governo se uno dei due contraenti vota contro l’altro su un tema previsto dal testo. Fi e Fdi hanno votato a vicenda i rispettivi testi, in una tarda mattinata dove il teatrino dell'assurdo ha una volta per tutte raccontato la verità: Partito degli Affari comanda e picciotti rispondono.

venerdì 2 agosto 2019

Olimpiadi, TAV e l'idiosincrasia alla "Spazzacorrotti"

Ora si è tuffato (senza nemmeno prendere la moto d'acqua) sulla tematica Giustizia. Un immersione che più di altre ha già messo in grande evidenza due aspetti: 1) l'ignoranza sconfinata sul tema; 2) la preparazione diabolica al quinquennio 2020-2025. Il primo aspetto, ripreso in diretta da Milano Marittima, non ha fatto altro che legittimare l'unico lavoro a cui il Cazzaro Verde timbra il cartellino ogni santissimo giorno: rompere i coglioni. Le seccature questa volta sono toccate al Guardasigilli, che bontà sua in questi giorni ha evitato lo scontro salvo aver domandato alla ministra Bongiorno (che dovrebbe occuparsi di PA) eventuali aggiornamenti leghisti da inserire nella riforma della Giustizia. Peccato poi che negli ultimi 6 mesi (sei mesi) la Lega non ha prodotto uno straccio di emendamento al testo Bonafede. Quelli che... abbiamo il testo pronto. Ma il propalare parole al vento e slogan sentiti da qualche parte in un’altra vita non solo stanno cercando di coprire le gesta di Savoini, Siri, Arata, Fontana e altri personaggi appartenenti alla Piramide di Fango, ma soprattutto per forzare due linee guida che potrebbero scompigliare i piani e il futuro del Partito Unico degli Affari. Intercettazioni e prescrizione (sulla separazione delle carriere stendiamo un velo pietoso e cerchiamo nel nostro piccolo di non sparare sulla Croce Rossa). Sulle prime, per fortuna, c'è un contratto di Governo che scrive a chiare lettere: "In materia di intercettazioni è opportuno intervenire per potenziarne l’utilizzo, soprattutto per i reati di corruzione". Sulla seconda, uno snodo fondamentale su cui si basa l'intero testo Bonafede, la paura fa 90. Un terrore che colpisce Lega, Forza Italia, Partito Democratico e tutti coloro che, per i reati commessi dal 1° gennaio 2020, si vedrebbero bloccati la prescrizione alla sentenza di primo grado. Una miccia che potrebbe far deflagrare tutte le aspettative legate alle mazzette del quinquennio 2020-2025, quelle che tra Olimpiadi invernali, TAV e tutti gli appalti futuri condannerebbero i corrotti e i corruttori della seconda decade del nuovo millennio.

giovedì 1 agosto 2019

Greta e la piramide di fango / 2

Se la settimana scorsa avevamo voluto mettere in evidenza il mettersi in prima fila quando c'è da raccogliere il consenso spellandosi le mani e applaudendo a più non posso lo sbarco in Italia della 16enne svedese Greta Thunbeg, quest'oggi, dopo aver visionato il sito della "Costituente delle Idee" e aver appreso che gli strateghi del Pd devono essersi accorti che le pochissime sinistre vincenti in Europa sono quelle ambientaliste, possiamo tranquillamente mettere nero su bianco che il GreenZinga e i fossili dei suoi "compagni" vogliono farci credere che, come scritto nel paragrafo dedicato "È possibile un modello di sviluppo che rispetti l’ambiente?", il futuro di questo Paese, con una spesa di bilancio pari a 50 miliardi, si baserà su di un green new deal italiano. Infatti, come scritto stamane da Marco Travaglio nel suo editoriale, la svolta ambientalista dell’ala sinistra del Partito Trasversale del Cemento ha già dichiarato che voterà contro la mozione No Tav del M5S esattamente come la Lega. Una "novità" che fa il paio con il voto a favore per gli inceneritori, le trivelle petrolifere per terra e per mare, il Tap, il Terzo Valico, le Pedemontane e altre opere tanto inutili e costose quanto inquinanti previste dal mitico Sblocca-Italia di Renzi&Delrio. Senza contare il blocco sul decreto sulle energie rinnovabili, lo stop al referendum sulle trivelle in mare, e l'approvazione degli ultimi decreti Salva-Ilva per neutralizzare le indagini della magistratura e garantire l’impunità ai vertici e ai commissari dell’acciaieria avvelenatrice. Insomma, di Greta e la piramide di fango siamo ancora alla prefazione.

sabato 27 luglio 2019

Sappiatelo

Che si sappia: non è scritto in nessun documento ufficiale, in nessuna dichiarazione di intenti, che l’Unione Europea finanzierà non più il 40%, bensì il 55% dei previsti 9,6 miliardi di costo dell’opera. E ricordo che i costi previsti quasi sempre sono decisamente inferiori rispetto ai costi a consuntivo... Ci sono, questa è la verità, delle proposte di aumentare la quota di cofinanziamento al 55%, ma son generiche (e riguardano varie opere europee, e non solo il Tav) e nulla più, e niente in termini di impegni reali. A riprova di ciò l’ultimo bando, del 1° luglio, reca lo stesso codice di co-finanziamento da sempre previsto: il 40% a carico della UE. Non c'è alcuna penale per la rescissione dell'accordo sul TAV Torino-Lyon da parte dell'Italia, semplicemente perché non sono state previste. E dunque parlare di penali in termini minacciosi è evidentemente "disinformazione" bella e buona. Se anche l’Europa finanziasse integralmente il TAV al 100%, ricordo che non ci sono solo ragioni economico-finanziarie per opporsi ad opere inutili e dannose perché lesive dei diritti delle persone e delle comunità. Il TAV in val di Susa non serve ai cittadini italiani, non serve ai cittadini europei. Potrebbe servire alle imprese che lo dovessero realizzare, alle banche d'affari che stanno dietro quelle aziende. Serve, sicuramente, al Partito (Unito e senza frontiere, trasversale e transnazionale) delle Grandi Opere. A questo io non ho mai aderito. Aggiungo che quando si valuta la realizzabilità di un'opera, ci si deve sempre responsabilmente porre domande su chi potrebbe essere danneggiato e leso nei suoi diritti dalla stessa. E queste considerazioni non sono traducibili in mere analisi costi-benefici di tipo economico, perché altrimenti ragioneremmo in funzione esclusivamente dell'eventuale profitto cui sacrificare tutto il resto. 

giovedì 25 luglio 2019

Greta e la piramide di fango

Si sono spellati le mani, applaudendo a più non posso. Lo hanno fatto (quasi) tutti, perché mettersi in prima fila quando c'è da raccogliere il consenso la corsa è sempre a perdifiato. Quando la 16enne svedese Greta Thunbeg è sbarcata in Italia, calandosi in quella piramide di fango chiamato Senato a denunciare la difficile situazione climatica si è trovata davanti ad una politica inefficiente, schiava dalle cricche e aperta alle ricchezze di pochi rispetto al benessere di molti. Uno politica ipocrita che l'ha accolta per cavalcare l'onda mediatica provando a mettersi, in prima serata, dalla parte giusta della storia. Una politica che non ha seguito la linea tracciata dal Movimento 5 Stelle. Quella per la bonifica dei siti inquinati, per la riduzione dei rifiuti, per l’efficientamento energetico, per l'azzeramento delle esplorazioni e l’estrazione di idrocarburi nel mare, per la progressiva sostituzione dei veicoli inquinanti, per la battaglia contro le grandi opere inutili come il Tav, la cui realizzazione comporterebbe l’immissione in atmosfera di milioni di tonnellate di Co2. In quel pomeriggio di metà aprile, per politica e stampa, l'importante era apparire: farsi un selfie, andare a caccia di un'intervista, salire su quel carro che a poche settimane dalle Europee avrebbe traghettato qualche voto. Calato il sipario, messo da parte il personaggio, la piramide di fango è tornata ad occuparsi di affari, di cricche e delle ricchezze di pochi rispetto al benessere di molti, spellandosi le mani e applaudendo l'immissione in atmosfera di milioni di tonnellate di Co2.

mercoledì 24 luglio 2019

Chapeau

Pillole random per comprendere quello che questo Blog, per raggiunti limiti di età, mai potrà vedere nel prossimo futuro. 
L'Ue, sulla tematica TAV, non ha stanziato neppure il 10% del dovuto. La Francia, su parimenti tematica, non ha messo a bilancio un euro, rinviando al 2038 le opere di collegamento. 
Questo, almeno ai più, chiaro e oggettivo. 
Però. "La decisione di non realizzare l’opera ci esporrebbe a tutti i costi derivanti dalla rottura dell’accordo con la Francia" che si è espressa per la conferma della realizzazione di quest’opera. 
A queste parole espresse dal Presidente Conte, oltre ai più, in molti, comprensibilmente, faticano a comprendere. 
Cioè, qui si dice che: la Francia, quella che non ha mai e mai metterà un euro all'opera pubblica più demenziale, anacronistica, inquinante, dannosa e costosa d’Europa, ci obbliga, bilateralmente, alla realizzazione. 
Ma c'è di più. L'Ue, per sollecitare l'intervento, si è detta disponibile, e qui attenzione al tempo dei verbi, ad aumentare lo stanziamento dei costi, ad una cifra che "dovrebbe" avvicinarsi al 55% del totale. E, ancora, si "potrebbe" beneficiare di un contributo europeo pari al 50%. In pratica i presunti aumenti dei fondi Ue (modesti e tutti da verificare) andrebbero a ridurre i costi per l’Italia. 
A chiudere. Per un progetto nato poco dopo la caduta del Muro di Berlino, in un lasso di tempo in cui si sono succeduti la bellezza di nove governi e di cui a nessuno è mai fregato niente, oggi, anno domini 2019, Lega, Pd, FI e FdI, invece che unificarsi in Parlamento insieme al Movimento 5 Stelle e recedere unilateralmente dal contratto, stappano bottiglie di Champagne francese, brindando alla realizzazione di un'opera che strapperà risorse e ambiente all'Italia e porterà soldi alla Francia. Chapeau.

sabato 2 febbraio 2019

Penali

[...] Le penali, poi, non ci sono. Finora abbiamo speso per attività preparatorie 1,8 miliardi, in parte finanziati dall’Unione europea, che può chiedere, è vero, la restituzione dei soldi concessi per opere non fatte. Ma quei finanziamenti sono stati dati per opere parziali che sono state tutte completate: l’Ue non può dunque chiederci nulla. Nulla può pretendere neppure la Francia, con la quale l’Italia non ha mai firmato accordi che prevedano penali. Qualche penale potrebbero pretenderla le aziende che hanno iniziato i lavori non ancora finiti. Potrebbe essere una cifra non superiore ai 100 milioni, facilmente transabili e azzerabili in cambio di incarichi per mettere in sicurezza i lavori finora realizzati [...] 
da Il Fatto Quotidiano | di Gianni Barbacetto

venerdì 1 febbraio 2019

Propaganda elettorale

Premettendo che noi comuni cittadini non abbiamo le competenze per valutare se l'opera sia da fare o meno e se i costi e i benefici siano in linea con il proseguimento o meno (lasciamo perdere un'eventuale referendum su di una tematica tecnica come questa). La domanda che sorge spontanea, giusto per avere un quadro veritiero, è: chi dice la verità tra coloro che sostengono che non è stato scavato un solo centimetro dell'opera e chi invece, come il Ministro dell'Interno (di cui non si capisce la presenza in loco), afferma che sono stati scavati 25 chilometri?

lunedì 14 gennaio 2019

Cremini siTAVmob

"Peccato, oggi avremmo potuto essere molti di più. Ma, sai, tanti sono andati a sciare, è sabato poi..."