..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

sabato 27 luglio 2019

Sappiatelo

Che si sappia: non è scritto in nessun documento ufficiale, in nessuna dichiarazione di intenti, che l’Unione Europea finanzierà non più il 40%, bensì il 55% dei previsti 9,6 miliardi di costo dell’opera. E ricordo che i costi previsti quasi sempre sono decisamente inferiori rispetto ai costi a consuntivo... Ci sono, questa è la verità, delle proposte di aumentare la quota di cofinanziamento al 55%, ma son generiche (e riguardano varie opere europee, e non solo il Tav) e nulla più, e niente in termini di impegni reali. A riprova di ciò l’ultimo bando, del 1° luglio, reca lo stesso codice di co-finanziamento da sempre previsto: il 40% a carico della UE. Non c'è alcuna penale per la rescissione dell'accordo sul TAV Torino-Lyon da parte dell'Italia, semplicemente perché non sono state previste. E dunque parlare di penali in termini minacciosi è evidentemente "disinformazione" bella e buona. Se anche l’Europa finanziasse integralmente il TAV al 100%, ricordo che non ci sono solo ragioni economico-finanziarie per opporsi ad opere inutili e dannose perché lesive dei diritti delle persone e delle comunità. Il TAV in val di Susa non serve ai cittadini italiani, non serve ai cittadini europei. Potrebbe servire alle imprese che lo dovessero realizzare, alle banche d'affari che stanno dietro quelle aziende. Serve, sicuramente, al Partito (Unito e senza frontiere, trasversale e transnazionale) delle Grandi Opere. A questo io non ho mai aderito. Aggiungo che quando si valuta la realizzabilità di un'opera, ci si deve sempre responsabilmente porre domande su chi potrebbe essere danneggiato e leso nei suoi diritti dalla stessa. E queste considerazioni non sono traducibili in mere analisi costi-benefici di tipo economico, perché altrimenti ragioneremmo in funzione esclusivamente dell'eventuale profitto cui sacrificare tutto il resto. 

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