Ma se secondo la "Spazzacorrotti" anche i condannati definitivi per corruzione che hanno superato i 70 anni, e non collaborano, devono restare in carcere, perché il condannato è "liberamente" ai domiciliari?. Perché il tribunale di Sorveglianza li ha però concessi nonostante la Procura ha dichiarato che "certamente potrebbe contribuire" a fare giustizia? E poi, visti i domiciliari, dove sono i 61 milioni complessivi (casi San Raffaele-Maugeri) di cui 6 attribuiti al pregiudicato? E ancor peggio: essendo il condannato imputato anche nel processo di Cremona, con quali garanzie è stato fatto uscire dal carcere con un procedimento in corso che è, nella sostanza, la fotocopia di quello di Milano?
Qui appare chiaro che, come scritto da Marco Travaglio, sia in atto un nuovo principio giuridico: se vieni dentro, ti metto fuori. Si spera almeno che valga solo per lui e non per tutti gli altri delinquenti.
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