Pillole random per comprendere quello che questo Blog, per raggiunti limiti di età, mai potrà vedere nel prossimo futuro.
L'Ue, sulla tematica TAV, non ha stanziato neppure il 10% del dovuto. La Francia, su parimenti tematica, non ha messo a bilancio un euro, rinviando al 2038 le opere di collegamento.
Questo, almeno ai più, chiaro e oggettivo.
Però. "La decisione di non realizzare l’opera ci esporrebbe a tutti i costi derivanti dalla rottura dell’accordo con la Francia" che si è espressa per la conferma della realizzazione di quest’opera.
A queste parole espresse dal Presidente Conte, oltre ai più, in molti, comprensibilmente, faticano a comprendere.
Cioè, qui si dice che: la Francia, quella che non ha mai e mai metterà un euro all'opera pubblica più demenziale, anacronistica, inquinante, dannosa e costosa d’Europa, ci obbliga, bilateralmente, alla realizzazione.
Ma c'è di più. L'Ue, per sollecitare l'intervento, si è detta disponibile, e qui attenzione al tempo dei verbi, ad aumentare lo stanziamento dei costi, ad una cifra che "dovrebbe" avvicinarsi al 55% del totale. E, ancora, si "potrebbe" beneficiare di un contributo europeo pari al 50%.
In pratica i presunti aumenti dei fondi Ue (modesti e tutti da verificare) andrebbero a ridurre i costi per l’Italia.
A chiudere. Per un progetto nato poco dopo la caduta del Muro di Berlino, in un lasso di tempo in cui si sono succeduti la bellezza di nove governi e di cui a nessuno è mai fregato niente, oggi, anno domini 2019, Lega, Pd, FI e FdI, invece che unificarsi in Parlamento insieme al Movimento 5 Stelle e recedere unilateralmente dal contratto, stappano bottiglie di Champagne francese, brindando alla realizzazione di un'opera che strapperà risorse e ambiente all'Italia e porterà soldi alla Francia. Chapeau.
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