Mi sono sbagliato, l'ammetto. E a dirla tutta ammettere di essersi sbagliati è qualcosa che purifica, disinfetta, depura, disinquina, spurga, purga, rende liberi. Il comportamento ultimo, e non ultimo, della parte di minoranza del Governo ha definitivamente evidenziato come in questo miserabile Paese si possa usare la morale, l'etica, quella politica, come le luci dell'albero di Natale. Ad intermittenza e a seconda delle proprie convenienze.
Lo ha fatto il Ministro dell'Interno, dopo che il Sottosegretario al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti è stato indagato per corruzione dalla Procura di Roma nell'ambito di un’inchiesta antimafia nata a Palermo.
Lo ha fatto lo stesso Sottosegretario, provando meschinamente ad anticipare la conferenza stampa del Presidente del Consiglio dichiarandosi innocente e cercando di prendere tempo: "Mi dimetto entro 15 giorni se dai Pm non ci saranno novità".
Per morale ed etica politica per fortuna ci ha pensato Giuseppe Conte, che nella conferenza stampa indetta nel tardo pomeriggio ha evidenziato l'inutilità di rinvii e attese, confermando la revoca del leghista al prossimo Consiglio dei Ministri: "Il sottosegretario Armando Siri si dimetta. Non dico che è colpevole, ma ha proposto una legge per interessi di parte".
Un finale annunciato che come chiarito dal Presidente del Consiglio vuole mettere al centro la fiducia e la trasparenza del Governo nei confronti del popolo italiano, quest'ultimo affamato da troppi anni di una rappresentanza che possa concretamente fare solo ed esclusivamente gli interessi dei cittadini.
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