Dal TAV alle trivelle passando per quello che è diventato un caso spinoso e senza precedenti, il numero uno del Viminale si è messo a tirare prepotentemente la corda. Non solo. Ad agosto, quando il tribunale di Catania mosse i primi passi, il "Capitano" si disse pronto a farsi giudicare, mostrando sfacciataggine e sprezzo del pericolo, salvo, dalla lettera scritta al Corriere insieme a Giulia Bongiorno, tornare sui propri passi mostrando codardia e reticenza nei confronti delle Toghe Rosse in pieno stile berlusconiano e mettendo nelle mani dei 5 Stelle la patata più bollente del secolo in corso.
Per coerenza, storia, ideologia e rispetto verso l'elettorato stellato l’unica strada è votare sì, come in questi casi (solo) i 5 Stelle hanno meritoriamente sempre fatto, autodenunciandosi e ripercorrendo la genesi del vaffanculo a tutti.
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