E' stato deriso, schernito, irriso, dileggiato e peggio ancora, attraverso i social network e alcune testate giornalistiche nazionali, offeso sul personale, superando di gran lunga maleducazione, ignoranza e violenza verbale.
Nessuno da che mondo e mondo nasce perfetto e men che meno imparato. Tutti, nei nostri campi professionali e privati abbiamo commesso errori. Per negligenza, per distrazione, per incompetenza. A questi, i più, hanno cercato soluzione. Perché se errare è umano porre rimedio non solo dimostra onestà intellettuale ma e soprattutto capacità di mettere in discussione convinzioni, certezze e pregiudizi.
In questo ormai lungo periodo di pandemia abbiamo avuto la fortuna, il Paese Italia ha avuto in sorte e in dote un Governo che a detta di tutte le autorità internazionali ha affrontato l'emergenza con la schiena dritta, guardando in faccia il nemico e mettendo in campo tutte le competenze e i mezzi a propria disposizione.
Ce lo ha riconosciuto l'organizzazione mondiale della sanità, ce lo ha riconosciuto l'Onu, ce lo ha riconosciuto l'Unione Europea, ce lo hanno riconosciuto leader mondiali, governi e tutte quelle organizzazioni, governative e non, che hanno e tutt'oggi possono attingere a quanto fatto dalla sanità italiana, faro in grado di offrire lampi di luce a fronte di un subdolo e ignoto agente che nell'arco di poche settimane ha terremotato l'intero orbe terracqueo.
Nella squadra Italia, tra le file di coloro che sono scesi in campo da titolari per difende un Paese intero un ruolo predominante e di assoluto rilievo lo ha svolto Luigi Di Maio, che dal quartier generale della Farnesina ha messo in moto una macchina che fino ad oggi è riuscita a sopperire a tutte quelle mancanze denunciate da professori, medici e infermieri.
Alle prese con mascherine e ventilatori polmonari da trovare ovunque l'ex numero uno del Movimento 5 Stelle ha agito in silenzio, quasi nell'ombra, senza proclami, senza sbandierare a destra e a manca promesse irrealizzabili.
Tramite i nostri ambasciatori in giro per il mondo e attraverso la stipula di contratti e accordi con molteplici paesi l'inquilino del Palazzo della Farnesina è riuscito a far pervenire aiuti concreti per il fabbisogno sanitario dell'intera nazione.
Dallo sblocco dei carichi fermi in Turchia, in Repubblica Ceca, in Romania, in Egitto, fino alle spedizioni via aerea giunte dalla Cina (mezzo milione di mascherine, 4 tonnellate di materiale medico, 1800 tute protettive, 150 mila guanti e un team di esperti della Croce Rossa), dalla Russia (nove aerei pieni di attrezzature mediche e veicoli per la disinfestazione) e da Cuba (52 tra medici e infermieri specializzati nelle malattie infettive).
A tutto questo si è anche sommato il lavoro di mediazione e di collaborazione sostenuto con gli altri ministri degli Esteri, dialogo che ha permesso l’esportazione di materiale medico, quest'ultimo bloccato nelle dogane senza che i corrispettivi ministri internazionali fossero a conoscenza del fermo dei materiali.
In piena emergenza, seppur con qualche tiepido e timido segnale di miglioramento, il lavoro da fare è ancora molto, e prima di tirare una riga su quanto fatto di positivo e di negativo bisognerà attendere. Oggi però chiedere almeno scusa a chi in silenzio sta dimostrando competenza e portando a casa risultati sarebbe cosa buona e giusta, perché avere la capacità di mettere in discussione convinzioni, certezze e pregiudizi dimostrerebbe quantomeno onestà intellettuale.
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