..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"
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lunedì 2 dicembre 2019

Il dibattito politico andato in scena nel giorno dell'informativa sul Mes spiega perché le piazze si sono riempite di sardine


Questa politica, (quasi) tutta, ha offerto nella giornata dell'informativa sul Mes portata dal Presidente del Consiglio in Camera e Senato il peggio di se. Accuse, tradimenti, bugie, menzogne, offese, minacce, striscioni, frasi ingiuriose hanno fatto da corollario ad un pomeriggio dove a perdere, ancora una volta, è stata la così detta rappresentanza del popolo italiano. 
Dopo quanto potuto osservare inevitabile fare nomi e cognomi: Giorgia Meloni alla Camera, Matteo Salvini al Senato, i giornali complici della narrazione che ha portato il Presidente del Consiglio a dover scendere in campo per spiegare ciò che negli ultimi diciotto mesi mesi doveva essere ben chiaro ai più. 
Consapevole del proprio operato, Giuseppe Conte ha tracciato il percorso che Parlamento, Senato e vari Consigli dei Ministri avevano discusso dal giugno dello scorso anno, un racconto senza sbavature e con tanto di allegati al testo letto alle camere che ha portato la maggioranza dei presenti a spendere parole importanti, e favorevoli, nei confronti dello stesso Presidente del Consiglio. 
Il contro è arrivato dai soliti noti. In Parlamento, con la totale assenza di preparazione ai temi in discussione, c'ha pensato Giorgia Meloni, ribadendo concetti che nell'humus del sovranismo l'hanno portata a raggiungere la doppia cifra nell'ipotetica intenzione di voto degli italiani. 
In Senato è stata invece la volta di Matteo Salvini, che al termine dell'ennesimo intervento a metà tra un comizio elettorale e uno slogan propagandistico si è anche tolto lo sfizio di rivolgere a colui che il 20 di agosto scorso lo relegò dietro la lavagna il: "si vergogni"
Il tutto senza che la Presidente Casellati, incalzata da Andrea Marcucci, prendesse alcun provvedimento. Anzi, dopo che il capogruppo dem ha fatto notare l'ingiuria rivolta al Presidente del Consiglio la seconda carica dello Stato ha minimizzato con un: "lo ha detto tra parentesi"
La bagarre in aula è terminata con l'ex ministro Centinaio prodigo nell'insultare chissà chi e il leader del Carroccio abbandonare, autobiograficamente, l'aula del Senato.
Insomma, una discussione che avrebbe dovuto svolgersi nell'interesse di un paese intero si è trasformata, con l'insorgere di accuse, menzogne, offese, minacce, e frasi ingiuriose, nell'ennesima occasione per comprendere una volta di più perché le piazze italiane si stanno riempiendo di sardine. 
Ora, o meglio da domani toccherà ai giornali e ai vari talk televisivi rinfocolare quei temi portati avanti da un modo di fare politica che ha gettato fango e menzogne sul Presidente del Consiglio. Una connivenza capace di destabilizzare i mercati, renderci poco raccomandabili come istituzioni, in nome di una presunta difesa dei confini nazionali e degli interessi degli italiani.

domenica 24 novembre 2019

Beppe Grillo e i temi legati ad ambiente, lavoro, istruzione e sanità devono raccogliere la domanda delle piazze riempite dalle sardine


La calata di Beppe Grillo nella Città Eterna è giunta come un fiume in piena: acqua che ha saputo, da una parte cancellare menzogne e leggende metropolitane (come confermato dal leader politico Luigi Di Maio) e dall'altra portare all'attenzione quei temi su cui il Movimento e l'attuale esecutivo dovranno necessariamente parlare a quell'ampia fetta di paese che quel fiume lo sta attraversando vestita da sardina. 
La narrativa imposta da chi oggi detiene il così detto consenso popolare (stabilito dalle intenzioni di voto degli italiani) è stata investita, oltre che dalle piazze, dalla fantasia di chi dodici anni fa catalizzò l'attenzione di un popolo stanco del sistema Italia. 
Non un caso che il ritorno in campo di Beppe Grillo sia coinciso con la prepotente ondata delle sardine, seppur senza nessuna intenzione di mettersi il cappello delle piazze di Bologna e Modena. 
Oggi come allora il comico genovese ha espresso dinamicità, idee, spirito combattivo, assunzione di responsabilità, traendo le logiche e naturali differenze. Impossibile, per fortuna, essere quelli di allora, ha tuonato il creatore del Movimento, delittuoso non guardare il domani basando la politica su temi come ambiente, lavoro, istruzione e sanità, ha proseguito il settantunenne a fianco di un Luigi Di Maio rigenerato dalla presenza di chi ha ribadito la leadership politica del ragazzo di Avellino. 
Ora, però, sarà importante raccogliere la domanda delle piazze riempite dalle sardine, quel vuoto che ha chiamato gli stessi protagonisti a mettersi in discussione. Lo ha fatto Mattia, lo hanno fatto tutti coloro che hanno sfidato la pioggia e quella destra definita dallo stesso Grillo pericolosetta: se siamo qui, se ci stiamo guardando negli occhi è perché abbiamo compreso di esserci colpevolmente estraniati dalla discussione politica, lasciando spazio a chi ha legittimamente approfittato del nostro silenzio, della nostra pigrizia. 
Ecco perché, come ribadito da Grillo e da vari esponenti del Partito Democratico, la domanda di quelle piazze dovrà essere ascoltata, raccolta, condivisa, offrendo quelle risposte legate all'ambiente, al lavoro, all'istruzione, alla sanità. 
Una letteratura politica che possa nuovamente stimolare, attivare, riaccendere coloro che in una piovosa serata di novembre si sono decisi a voler nuovamente partecipare alla vita politica e sociale del Paese.