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martedì 23 dicembre 2008

FIAT PAGA PER OIL FOR FOOD


ANSA - La Fiat acconsente a pagare circa 17,8 milioni di dollari alle autorità americane per regolare un'indagine sul programma Onu 'Oil for food' in Iraq. Il gruppo torinese, accusato di aver pagato tangenti all'ex governo di Bagdad per ottenere contratti, si è impegnato a versare 7 milioni di dollari al Dipartimento di Giustizia statunitense e oltre 10 milioni (di cui 3,6 milioni di dollari di multa e 7,2 milioni in interessi e profitti legati ai contratti iracheni contestati) per risolvere il contenzioso con la Sec, la consob americana.
"Gli accordi raggiunti sanciscono la conclusione di una vicenda spiacevole, che ha coinvolto il Gruppo Fiat molti anni fa", spiega il Lingotto, sottolineando come "è importante sottolineare che i fatti si riferiscono ad un governo che attualmente non è più in carica. E, cosa ancora più significativa, il Gruppo Fiat ha posto in essere un rigoroso sistema di verifiche interne e severi programmi di controllo ai quali tutte le società del Gruppo si attengono rigidamente".
Dalle autorità americane tre controllate della Fiat, cioè Iveco, Cnh Italia e Cnh France, sono state accusate di aver pagato fra il 2000 e il 2003 circa 4,3 milioni di tangenti all'Iraq per la vendita di veicoli e componenti. Il programma Oil for Food aveva come obiettivo quello di alleggerire le sofferenze della popolazione irachena, in difficoltà in seguito alle sanzioni internazionali. "Il programma - si legge nel comunicato della Sec - prevedeva che il governo iracheno acquistasse beni umanitari attraverso un conto a garanzia Onu". "Le tangenti pagate dalle controllate della Fiat - spiega la Sec - hanno sottratto fondi dal conto per trasferirli in conti controllati dall'Iraq in banche situate in paesi quali la Giordania".
La Fiat ha la "responsabilità per le azioni delle sue tre controllate (Iveco, Cnh Italia e Cnh Francia), i cui dipendenti e agenti hanno effettuato pagamenti impropri all'ex governo iracheno per ottenere contratti con i ministeri iracheni", precisa il Dipartimento di Giustizia, sottolineando come le tangenti venivano descritte come "commissione sui servizi dopo vendita". "L'obiettivo primario della cospirazione era quello di ottenere e conservare business lucrativi in Iraq attraverso il pagamento di tangenti al governo, che venivano nascoste alle Nazioni Unite".
di Cirdan

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