..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

mercoledì 17 febbraio 2010

ONCE UPON A TIME IN ITALY

"The rantings of a spiteful, scorned old man? Or the barbs of a cunning administrator who, even in disgrace, is firing darts containing unpalatable truths on the state of Italian soccer?"
Sono volutamente partito dalla fine, di un articolo a firma di Rob Hughes pubblicato nella giornata di ieri sul NYT, per evidenziare come, anche da oltre oceano, si siano resi conto, o almeno abbiano provato a capire, cosa è stata Calciopoli.
Le domande, per chi non l'avesse capito, sono rivolte alla persona di Luciano Moggi. Da una parte "disegnato" come un dispettoso guascone e fregato dalle leggende nate su di lui, dall'altra come un esperto manager che ha saputo muovere i fili del sistema. In mezzo il dubbio: chi sarà Big Luciano?
Oggi, e come descrive Hughes, l'ex amministratore della Juventus bacchetta a destra e a manca, attraverso la trasmissione Gold Sport, la Juventus, gli arbitri e l'intero calcio italiano.
Indicativo l'inizio del "pezzo" di Hughes, dove fa riferimento all'episodio che ha visto protagonisti, nel posticipo serale di domenica, Salvatore Aronica e Maicon: il calcio di rigore non concesso dall'arbitro Rosetti.
Non si sofferma troppo sull'episodio in se (valutabile a seconda delle prospettive; è rigore netto scriviamo da queste parti), ma analizza come, a partita conclusa, televisioni e addetti ai lavori si "perdano" su quanto accaduto in area di rigore, tralasciando il lato "sportivo" della gara.
Inevitabile il riferimento di Hughes: Luciano Moggi. "Remember him? How could we forget Lucky Luciano, the alleged fixer of referees down the years and the former Juventus director who was banned from soccer for five years after the 2006 scandal known as Calciopoli".
La retrocessione della Juventus, i due scudetti tolti e le condanne all'ex dirigenza bianconera, Hughes le chiama semplicemente "and many ambiguities in the case". Eppure molti, in Italia, si ostinano ancora a dire che era evidente. Una parodia che riprenderemo.
Hughes un pò ci sfotte, denunciando ad inizio articolo quella moda tutta italiana di dedicare ore ed ore a trasmissioni che "vivono" di litigi, e che si basano sui torti, o le ragioni, di questo o di quello. E un pò ci fa le pulci: dallo stato del calcio italiano (con le contestazioni arbitrali più vive che mai) alla giustizia, quest'ultima ancora lontana dal sentenziare cosa accadde, se mai qualcosa è successo, prima dell'estate del 2006.
Noi l'abbiamo sempre identificata (la giustizia del pallone) in Farsopoli, Hughes l'ha semplicemente etichettata "a travesty", una parodia.
Tra vent'anni qualcuno ricorderà l'inizio del nuovo millenio calcistico come l'inizio di una nuova era, dove tutti potevano vincere e i cattivi erano stati messi da parte. Altri, invece, faranno riferimento al romanzo di Harry Grey, e malinconicamente ripenseranno al calcio, al calcio che c'era una volta in Italia.
GLMDJ

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