Gli effetti collaterali di calciopoli si sentono e si sentiranno per molto tempo. Avere condannato e penalizzato una sola squadra non ha portato nessun beneficio al calcio, ma solo “riempito la bocca” agli opportunisti ospiti (definirli commentatori sarebbe fin troppo) di trasmissioni televisive trash, dove di vero non c’è nemmeno l’applauso che scatta automatico alla battuta del conduttore dai capelli rossi, oramai famoso per il suo accento e balzato all’onore della cronaca di calciopoli, per essere “amico” di Moggi oltre che più semplicemente conduttore del “Processo” del lunedì. Vale la pena di ricordare che lo stesso uomo-tv sbandiera tuttora come un grande successo professionale una sentenza di assoluzione, in cui era accusato di diffamazione dagli arbitri e la cui motivazione recita: “La credibilità dell’informazione offerta e la conseguente attitudine di questa ad essere, in ipotesi, idonea a ledere l’altrui reputazione sono oltremodo inconsistenti” . Un autentico marchio di qualità!
Vista la “serietà” delle trasmissioni condotte da Biscardi, non c’è da sorprendersi se tra gli illustri ospiti sono quasi sempre presenti personaggi noti per l’equilibrio e l’imparzialità, quali Taormina, Elio Corno e Tiziano Crudeli.
Argomento principe dell’ultima puntata del “Processo” è stato il gol “annullato” alla Lazio. Qualcuno aveva dubbi in proposito? Il Supermoviolone e il supermoviolista hanno confermato che il gol era regolare e, con la grande professionalità che li contraddistingue, non solo non hanno fatto vedere la posizione irregolare di partenza, ma hanno continuato a parlare di gol annullato nonostante il fischio dell’arbitro fosse arrivato prima del tiro. La moviola della partita si è ridotta a questo episodio e i commenti rivolti unicamente al “clamoroso” errore pro-Juventus. Malafede o incompetenza?
Con un prologo del genere, c’era da attendersi un dialogo di livello altrettanto alto anche da parte del “parterre de roi”presente in trasmissione. Le attese non sono state deluse.
Taormina, più che un avvocato, sembrava un ragioniere, attento a conteggiare ed annotare gli errori pro-Juventus. Per lui si tratta di scandalo, in quanto la Signora ha ottenuto già diversi benefici, in ben due su tre partite disputate: «Nella grande confusione, la Juventus si è beccata 3 punti, partendo con 1 a 0 a Roma, stiamo tornando come 6-7 anni fa: in tre partite troppi benefici per la Juventus, dovremmo prevenire. Questi arbitri che, in 3 giornate, sono capaci di dare palme di primato a qualcuno e la croce addosso ad altri…». Insomma, il tutto per dire che la Juventus poteva perdere la partita se l’arbitro avesse convalidato quel gol. Ha ribadito molte volte quel “prevenire”, perché in passato è successo quanto è successo, quindi c’è ragione di sospettare: «episodi sono diventati poi sistema…». Una missione per l’avvocato: mantenere vivo il “deterrente”, magari anche sbagliando, ma rimanere sempre vigili precisando che si parla di «possibile malafede, non di una certezza». In conclusione, un richiamo ai «processi fatti, che hanno accertato che gli arbitri pilotavano gli incontri». Siamo a questi livelli. Certo, resta valida l’“inconsistenza della credibilità dell’informazione offerta dalla trasmissione” (come sentenziato da un giudice vero), ma chi parla è un avvocato e dovrebbe, almeno per decenza, riferirsi in modo corretto agli aspetti “legali”.
Elio Corno (altro fulgido esempio di lucidità e pacatezza!) non si è accontentato dell’arringa di Taormina, lamentando che «negli anni scorsi erano “aiutoni” per l’Inter, quest’anno con la Juve occorre usare il termine “aiuto arbitrale”». Per il resto, come al solito, ha urlato intervenendo sopra altre voci e non si è capito molto di più. Forse perché c’era poco da capire: probabilmente è lui il vero simbolo di questa trasmissione.
Più articolato, ma ugualmente confusionario, l’intervento di Rizzo, che ha attaccato con la solita manfrina: «Avrebbe un senso se nel nostro paese non ci fossero stati più scandali…», sostenendo che dall’epoca del calcio scommesse, passando per calciopoli, l’Italia è ormai abituata a convivere con questi episodi. Poi, come un cuoco impazzito, ha infilato tutto nel calderone: «Alla seconda giornata, viste anche le dichiarazioni di Lippi, la sensazione è del vento favorevole per la Juventus. Io ricordo cosa è successo dopo la partita con il Chievo, errori determinanti». Insomma, un pasticcio di argomenti che hanno un solo scopo: alimentare il clima anti-juventino.
A Crudeli è sempre piaciuta la parte del bastian contrario e così questa volta si è ritrovato a fare il difensore d’ufficio dei colori bianconeri, per carenza d’alternative. Lo stile “urlato” è sempre quello inconfondibile delle trasmissioni di Biscardi, ma almeno le sua voce è andata fuori dal coro: «State facendo il processo alla Juventus. E’ nostro dovere essere obiettivi (su questo abbiamo qualche dubbio: davvero gli ospiti di Biscardi hanno il dovere di essere obiettivi?, ndr), vedere nella sua complessità la partita. Sono stati fischiati due fuorigioco ad Amaurì; il gol non è annullato: c'è il fallo di Cruz che sbilancia Legrottaglie, non sono il solo a dirlo, anche alcuni giornali ne hanno parlato… Fatemi vedere i fuorigioco di Amaurì! Così siete faziosi! ». Ci ha pensato Biscardi a chiarire che Crudeli era in minoranza e che quindi le azioni favorevoli alla Juve non andavano viste. Non ci sorprende. Ma resta il fatto che essere difesi da un tifoso milanista è proprio il colmo!
Certo è che se la difesa dei nostri colori doveva essere presa da Bernardi, stavamo freschi! L’unico rappresentante della tifoseria bianconera non solo ha confermato l’errore pro-Juve, ma ha lanciato una battuta che sa tanto di sospetto sul passato: «Posso essere d’accordo con errore anche clamoroso, ma non scandaloso, che qui non esiste». Lo scandalo, infatti, secondo lui presuppone quell’idea di “retrobottega” che oggi non c’è. Poi ha provato a fare un parallelo: «Se parliamo di tarocchi, ricordiamo lo scorso anno l’Inter con il Siena...», uscita che è servita solo a scatenargli contro tutti i presenti in studio. Ed ecco la sua interpretazione del fallo: «L’arbitro ha privilegiato il fallo di confusione…». Questo dopo che per due giorni Nicchi ha detto che il fallo di confusione non esiste. In conclusione, una sola richiesta: «Non voglio che si parli di campionato falsato».
Ma gli altri ospiti non gli hanno concesso neanche questo e c’è chi si è spinto ancora più in là. Scarpini, rivolgendosi al povero Bernardi, l’ha sparata grossa: «Abituati per anni in epoca di regime, parla così per sue abitudini di quando c’era il regime e gli sembra che è sempre così». Non basta: «Quando cade un regime e si ritorna in democrazia, e quindi nel giusto, dovrebbero essere tutti contenti, invece…». Frasi del genere non meritano neppure un commento, ma danno bene l’idea di quanto la trasmissione sia scivolata sempre più giù e del livello mentale di buona parte dei suoi ospiti.
Visto il tenore di certi interventi, c’è quasi da ringraziare chi, come Martino, associa la Juve all’Inter! Per lui, il clima di complotto evidentemente c’è sempre, ma mentre due anni fa favoriva l’Inter, ora è tornato a spingere per la Juve, che ottiene vantaggi in momenti cruciali della partita.
Capezzone, da bravo politico, si è accodato al “sentimento popolare”, definendo l’errore “clamoroso” e presentandolo come caso da manuale per la campagna che da tempo porta avanti il processo, “la moviola in campo”: «Non iniziamo a dire che i torti e le ragioni si pareggiano e nemmeno con il gioco dei sospetti. Collina si è detto aperto a riconoscere degli errori e a delle sperimentazioni ma non alla moviola in campo. Gli arbitri che hanno sbagliato di più sono quelli che nella prima giornata erano stati molto bravi, uno di questi arbitri era quello di Inter-Parma dello scorso anno. Non alimentiamo il sospetto, ma andiamo al problema generale». Potrebbe anche essere un discorso sensato, ma c’è da chiedersi una cosa: se la “moviola in campo” venisse attuata in modo analogo al loro “supermoviolone”, siamo sicuri che le cose migliorerebbero? Ad ogni modo, anche per Capezzone vale quanto detto per Crudeli: da lui è arrivata una parziale difesa dei nostri colori, certamente inaspettata, in particolare in un intervento su calciopoli a favore dei «tifosi juventini»: «Basta crocifiggerli su calciopoli. L’idea che ci fosse solo Moggi, il cattivo e gli altri tutti buoni, poi vediamo invece che c’era chi aveva il doping, guardalinee, passaporti falsi, bilanci… un po’ di buon senso allora». E per lui è quasi naturale il paragone tra calciopoli e tangentopoli, così come tra Moggi e Craxi, entrambi capri espiatori di due sistemi corrotti.
I limiti delle trasmissioni di Biscardi sono evidenti. Ma sono una lente di ingrandimento, una specie di caricatura, di quelle più “in”: le situazioni sono più o meno le stesse in tutti i salotti televisivi, il clima non cambia ed è anche così che si fomenta quel sentimento popolare che già ci costò caro in passato. Ci chiedevamo: malafede o incompetenza? Probabilmente entrambe. Manca la professionalità e manca semplicemente l’obiettività nel giudicare un episodio.
Di certo, non è servito “pagare per non aver commesso il fatto”. Anzi, ha dato una giustificazione per sminuire i passati successi e gettare sospetti sui futuri.
C’è qualcuno che si chiede ancora a cosa è servita calciopoli?
Vista la “serietà” delle trasmissioni condotte da Biscardi, non c’è da sorprendersi se tra gli illustri ospiti sono quasi sempre presenti personaggi noti per l’equilibrio e l’imparzialità, quali Taormina, Elio Corno e Tiziano Crudeli.
Argomento principe dell’ultima puntata del “Processo” è stato il gol “annullato” alla Lazio. Qualcuno aveva dubbi in proposito? Il Supermoviolone e il supermoviolista hanno confermato che il gol era regolare e, con la grande professionalità che li contraddistingue, non solo non hanno fatto vedere la posizione irregolare di partenza, ma hanno continuato a parlare di gol annullato nonostante il fischio dell’arbitro fosse arrivato prima del tiro. La moviola della partita si è ridotta a questo episodio e i commenti rivolti unicamente al “clamoroso” errore pro-Juventus. Malafede o incompetenza?
Con un prologo del genere, c’era da attendersi un dialogo di livello altrettanto alto anche da parte del “parterre de roi”presente in trasmissione. Le attese non sono state deluse.
Taormina, più che un avvocato, sembrava un ragioniere, attento a conteggiare ed annotare gli errori pro-Juventus. Per lui si tratta di scandalo, in quanto la Signora ha ottenuto già diversi benefici, in ben due su tre partite disputate: «Nella grande confusione, la Juventus si è beccata 3 punti, partendo con 1 a 0 a Roma, stiamo tornando come 6-7 anni fa: in tre partite troppi benefici per la Juventus, dovremmo prevenire. Questi arbitri che, in 3 giornate, sono capaci di dare palme di primato a qualcuno e la croce addosso ad altri…». Insomma, il tutto per dire che la Juventus poteva perdere la partita se l’arbitro avesse convalidato quel gol. Ha ribadito molte volte quel “prevenire”, perché in passato è successo quanto è successo, quindi c’è ragione di sospettare: «episodi sono diventati poi sistema…». Una missione per l’avvocato: mantenere vivo il “deterrente”, magari anche sbagliando, ma rimanere sempre vigili precisando che si parla di «possibile malafede, non di una certezza». In conclusione, un richiamo ai «processi fatti, che hanno accertato che gli arbitri pilotavano gli incontri». Siamo a questi livelli. Certo, resta valida l’“inconsistenza della credibilità dell’informazione offerta dalla trasmissione” (come sentenziato da un giudice vero), ma chi parla è un avvocato e dovrebbe, almeno per decenza, riferirsi in modo corretto agli aspetti “legali”.
Elio Corno (altro fulgido esempio di lucidità e pacatezza!) non si è accontentato dell’arringa di Taormina, lamentando che «negli anni scorsi erano “aiutoni” per l’Inter, quest’anno con la Juve occorre usare il termine “aiuto arbitrale”». Per il resto, come al solito, ha urlato intervenendo sopra altre voci e non si è capito molto di più. Forse perché c’era poco da capire: probabilmente è lui il vero simbolo di questa trasmissione.
Più articolato, ma ugualmente confusionario, l’intervento di Rizzo, che ha attaccato con la solita manfrina: «Avrebbe un senso se nel nostro paese non ci fossero stati più scandali…», sostenendo che dall’epoca del calcio scommesse, passando per calciopoli, l’Italia è ormai abituata a convivere con questi episodi. Poi, come un cuoco impazzito, ha infilato tutto nel calderone: «Alla seconda giornata, viste anche le dichiarazioni di Lippi, la sensazione è del vento favorevole per la Juventus. Io ricordo cosa è successo dopo la partita con il Chievo, errori determinanti». Insomma, un pasticcio di argomenti che hanno un solo scopo: alimentare il clima anti-juventino.
A Crudeli è sempre piaciuta la parte del bastian contrario e così questa volta si è ritrovato a fare il difensore d’ufficio dei colori bianconeri, per carenza d’alternative. Lo stile “urlato” è sempre quello inconfondibile delle trasmissioni di Biscardi, ma almeno le sua voce è andata fuori dal coro: «State facendo il processo alla Juventus. E’ nostro dovere essere obiettivi (su questo abbiamo qualche dubbio: davvero gli ospiti di Biscardi hanno il dovere di essere obiettivi?, ndr), vedere nella sua complessità la partita. Sono stati fischiati due fuorigioco ad Amaurì; il gol non è annullato: c'è il fallo di Cruz che sbilancia Legrottaglie, non sono il solo a dirlo, anche alcuni giornali ne hanno parlato… Fatemi vedere i fuorigioco di Amaurì! Così siete faziosi! ». Ci ha pensato Biscardi a chiarire che Crudeli era in minoranza e che quindi le azioni favorevoli alla Juve non andavano viste. Non ci sorprende. Ma resta il fatto che essere difesi da un tifoso milanista è proprio il colmo!
Certo è che se la difesa dei nostri colori doveva essere presa da Bernardi, stavamo freschi! L’unico rappresentante della tifoseria bianconera non solo ha confermato l’errore pro-Juve, ma ha lanciato una battuta che sa tanto di sospetto sul passato: «Posso essere d’accordo con errore anche clamoroso, ma non scandaloso, che qui non esiste». Lo scandalo, infatti, secondo lui presuppone quell’idea di “retrobottega” che oggi non c’è. Poi ha provato a fare un parallelo: «Se parliamo di tarocchi, ricordiamo lo scorso anno l’Inter con il Siena...», uscita che è servita solo a scatenargli contro tutti i presenti in studio. Ed ecco la sua interpretazione del fallo: «L’arbitro ha privilegiato il fallo di confusione…». Questo dopo che per due giorni Nicchi ha detto che il fallo di confusione non esiste. In conclusione, una sola richiesta: «Non voglio che si parli di campionato falsato».
Ma gli altri ospiti non gli hanno concesso neanche questo e c’è chi si è spinto ancora più in là. Scarpini, rivolgendosi al povero Bernardi, l’ha sparata grossa: «Abituati per anni in epoca di regime, parla così per sue abitudini di quando c’era il regime e gli sembra che è sempre così». Non basta: «Quando cade un regime e si ritorna in democrazia, e quindi nel giusto, dovrebbero essere tutti contenti, invece…». Frasi del genere non meritano neppure un commento, ma danno bene l’idea di quanto la trasmissione sia scivolata sempre più giù e del livello mentale di buona parte dei suoi ospiti.
Visto il tenore di certi interventi, c’è quasi da ringraziare chi, come Martino, associa la Juve all’Inter! Per lui, il clima di complotto evidentemente c’è sempre, ma mentre due anni fa favoriva l’Inter, ora è tornato a spingere per la Juve, che ottiene vantaggi in momenti cruciali della partita.
Capezzone, da bravo politico, si è accodato al “sentimento popolare”, definendo l’errore “clamoroso” e presentandolo come caso da manuale per la campagna che da tempo porta avanti il processo, “la moviola in campo”: «Non iniziamo a dire che i torti e le ragioni si pareggiano e nemmeno con il gioco dei sospetti. Collina si è detto aperto a riconoscere degli errori e a delle sperimentazioni ma non alla moviola in campo. Gli arbitri che hanno sbagliato di più sono quelli che nella prima giornata erano stati molto bravi, uno di questi arbitri era quello di Inter-Parma dello scorso anno. Non alimentiamo il sospetto, ma andiamo al problema generale». Potrebbe anche essere un discorso sensato, ma c’è da chiedersi una cosa: se la “moviola in campo” venisse attuata in modo analogo al loro “supermoviolone”, siamo sicuri che le cose migliorerebbero? Ad ogni modo, anche per Capezzone vale quanto detto per Crudeli: da lui è arrivata una parziale difesa dei nostri colori, certamente inaspettata, in particolare in un intervento su calciopoli a favore dei «tifosi juventini»: «Basta crocifiggerli su calciopoli. L’idea che ci fosse solo Moggi, il cattivo e gli altri tutti buoni, poi vediamo invece che c’era chi aveva il doping, guardalinee, passaporti falsi, bilanci… un po’ di buon senso allora». E per lui è quasi naturale il paragone tra calciopoli e tangentopoli, così come tra Moggi e Craxi, entrambi capri espiatori di due sistemi corrotti.
I limiti delle trasmissioni di Biscardi sono evidenti. Ma sono una lente di ingrandimento, una specie di caricatura, di quelle più “in”: le situazioni sono più o meno le stesse in tutti i salotti televisivi, il clima non cambia ed è anche così che si fomenta quel sentimento popolare che già ci costò caro in passato. Ci chiedevamo: malafede o incompetenza? Probabilmente entrambe. Manca la professionalità e manca semplicemente l’obiettività nel giudicare un episodio.
Di certo, non è servito “pagare per non aver commesso il fatto”. Anzi, ha dato una giustificazione per sminuire i passati successi e gettare sospetti sui futuri.
C’è qualcuno che si chiede ancora a cosa è servita calciopoli?
Nessun commento:
Posta un commento