Evidentemente ci piace il puzzo della disonestà, dell'immoralità, della collusione.
Ci piace un Paese fondato sull'illegalità, sull'inciucio, sulla copertura delle stragi, sulla cooperazione tra Stato e Mafia.
Il nostro essere miserabili si sposa perfettamente con il domani.
Quando ci sarà chi s'incazzerà per il nuovo migrante, per l'ennesima Ong, per i posti di lavoro che non ci sono, per la povertà.
Domani, sempre domani.
Ma oggi no.
Oggi la prima pagina se la sono aggiudicata i pregiudicati, gli ammaliatori, i cantastorie, i cappellai.
Oggi ha vinto il rimanere sempre con la testa sotto la sabbia, lo stare avvitati a trent'anni di nulla.
Adesso spegnetevi pure, giratevi dall'altra parte.
Tanto si sa come va a finire, si sa che niente può cambiare.
Voi avete dalla vostra la forza del buonsenso, quella che non abbiamo noi, poveri illusi.
Diciamocelo una volta per tutte che a noi italiani la disonestà ci piace, l'immoralità ci piace, l'illegalità ci piace, quel fare politica senza sporcarsi le mani ci piace.
Perché chi le mani se le è sporcate per davvero, lavorando per davvero, provandoci per davvero, ha raccolto il risultato che oggi tutti abbiamo davanti agli occhi.
Per il popolo non è importante questo, ma rincoglionirsi davanti ad uno smartphone, gridare allo scandalo per un rigore non dato, combattere quotidianamente la guerra tra poveri, dove il passatempo preferito è farsi un selfie con Salvini.
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