..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

giovedì 1 luglio 2010

DENTRO IL MALE


Venerdì 2 Luglio: presentazione del libro "Dentro il male" a Bolano (Sp) durante "Ambiente da bere", evento organizzato dal presidente della provincia della Spezia e di 'Ambientevivo', Marino Fiasella.
“…Lei mi guarda, vorrebbe dirmi molte cose e forse lo sa, lo sa che non ce la fa più. Eppure non perde occasione per farmi intuire quanto mi ama anche solo con una lacrima che le stilla dagli occhi, come fosse una minuscola barca di cristallo che contiene in gemma tutte le mille attenzioni che vorrebbe offrirmi. Quella lacrima rimane lì, in bilico, come le sue parole, e io, guardandola, leggo nei suoi riflessi quello che mi vuole comunicare…. ”

Il libro si può ordinare in qualsiasi punto vendita (se non ci dovesse essere fisicamente) e anche sul web dal sito di Armando Editore.

La sua dignità e il suo nome sono stati strappati al mondo troppo presto, la vita le ha voltato le spalle e l’ha lasciata lì, abbandonata per un motivo inconsistente, per un’ingiustizia. Sono gli ingranaggi delle fatalità che, in questi casi, possono impigliarti il cuore e lacerarlo dall’interno. Proprio per questo, finché io sarò accanto a lei, non voglio che le venga mai a mancare il dialogo, per quanto complesso possa essere ormai interagire con lei. Glielo devo, perché lei avrebbe dato la vita per me. E vorrei anche aver avuto in passato più tempo da dedicarle. Quei pochi momenti trascorsi insieme mi hanno creato un’incolmabile voglia di tornare indietro per riviverli e memorizzarli meglio. Purtroppo non è possibile, se lo fosse l’avrei già fatto senza pensarci due volte. Così magari avrei potuto registrarli con cura e ora glieli potrei raccontare con assoluta precisione, in modo da guidarla nei suoi ricordi con maggiore facilità, trasportandola sulle ali dei miei. Con questo libro vorrei contribuire, seppur nei limiti intrinseci di un breve racconto-riflessione scritto da una ragazza poco più che ventenne, a focalizzare l’attenzione dell’opinione pubblica su tutti coloro che, come mia nonna, soffrono di questa terribile malattia e sono costretti a vivere nell’ombra non per loro scelta. Mi sento in dovere di farlo per ricordare chi aveva ancora molto da dire e invece gli è stata tappata la bocca col nastro nero dell’oblìo. Vorrei cercare di dare il mio contributo per restituire dignità a tutte queste persone anziane ammalate, trasmettendo un messaggio d’amore, quello stesso amore con cui ogni nonna culla i nipoti fin da neonati, un sentimento forte, capace di superare tutti gli ostacoli. Oggi nella maggior parte delle famiglie italiane entrambi i genitori lavorano e la cura dei figli è spesso affidata ai nonni: questo crea un legame particolare tra i giovani e gli anziani, in parte diverso da quello che esisteva in passato. Ed è quindi giusto che proprio dai giovani parta una volontà di attenzione, di rispetto e di riscatto della dignità degli anziani, soprattutto di quelli che a causa di malattie invalidanti vengono come dimenticati, rimossi, quasi parcheggiati sui binari morti di una società che nella sua corsa al denaro e al successo sta progressivamente perdendo i valori della solidarietà e della sensibilità umana. Ma soprattutto voglio confortare tutti quelli che hanno vicino una persona che soffre del morbo di Alzheimer e ricordare loro che nel nostro cuore deve essere viva la certezza che l’amore è il vero sostegno, l’unico mezzo di salvezza, non tanto della vita del nostro caro, ma del senso della sua vita, fino alla fine. Dobbiamo parlare con lei (o con lui), come io continuo a fare con mia nonna. Perché se anche questi ammalati arrivano a perdere perfino il dono della parola e spesso sembrano quasi privi di considerazione sociale, hanno pur sempre vissuto la loro vita ricca di esperienze e avrebbero vissuto la loro vecchiaia in pace, come brave persone che dopo una vita di lavoro meritavano solo anni sereni. E invece si ritrovano inchiodati in un letto, immobili come fossero trafitti da spine che a ogni movimento affondano nei nervi. Ma finché mia nonna non chiuderà gli occhi, fino a quel giorno, la solitudine non riuscirà mai a soffocarla di tristezza ed è questo ciò che mi rende particolarmente viva di fronte a lei: sapere che, anche solo con la mia presenza, io riesca a combattere questo male straziante e che in qualche modo i miei sforzi possano salvare mia nonna il più a lungo possibile.

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