Era la notte del 16 febbraio 2011, una notte in cui la favola prevalse sulla realtà, una notte vissuta e goduta come poche il calcio ti consente di vivere e godere. Fu l'ultima notte in cui le luci dell'Emirates Stadium si accesero per ospitare la Champions League, fu la notte magica di Arshavin, di Fabregas e Nasri, di Szczesny e Wilshere. Fu la notte di tutti noi "Gooner", fu la notte dell'abbraccio tra van Persie e Wenger, che racchiuse tutta l'armonia che si respira quotidianamente ad Ashburton Grove. Da quella notte sembra passato un secolo, da quella notte tante, troppe cose sono cambiate. Oggi non ci sono più Nasri e Fabregas, stasera mancherà Jack Wilshere (operato in mattinata e atteso non appena tutto sarà nell'ordine delle cose), però ci saremo noi, i ragazzi, quelli "vecchi" e quelli "nuovi", Arsène Wenger, e soprattutto l'Arsenal, quella filosofia di vita (definirlo una squadra di calcio non rende) che ci fa battere il cuore ogni qual volta si legge il semplice nome. Stasera sarà nuovamente Champions League, stasera potremo rivivere quelle emozioni che la coppa dalle grandi orecchie ti fa attraversare dentro. Certo, i greci dell'Olympiacos e la seconda gara del girone non possono essere paragonati al Barcellona e ad un ottavo di finale, ma l'esserci di nuovo, nonostante un finale di stagione difficile che c'ha relegato al dover affrontare il turno preliminare, è qualcosa che ci rende orgogliosi, che dovrebbe far capire, una volta di più, la forza di una società che con le proprie risorse è ancora lì a competere nella più importante manifestazione continentale per club. Oggi niente formazioni possibili, niente risultati da ottenere, niente possibili scenari. Oggi la sola voglia di essere nuovamente presenti, di vedere quelle maglie in campo per dimostrare al mondo che noi sempre ci siamo stati, ci siamo e sempre ci saremo. Oggi, nella realtà di tutte queste cose, godiamoci l'ennesima favola che l'Arsenal sarà capace di regalarci. C'mon Gunner!
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