..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

mercoledì 28 settembre 2011

ON STRIKE

L'implosione è arrivata, inevitabile, rumorosa e che lascerà non pochi strascichi all'interno della squadra, della società, di quella società che pensava, come il suo manager, che con i soldi tutto è dovuto, tutto è permesso. Il caso arriva direttamente dall'Allianz Arena di Monaco di Baviera, sede della prossima finale di Champions League, dove ieri sera, nel match del gruppo A tra Bayern Monaco e Manchester City, è venuto a galla quello che era inevitabile: Carlos Tevez s'è rifiutato di entrare in campo. Questo, almeno dalle nostre parti, il caso che ha fatto scrivere molti. Ma in casa City i problemi non si sono fermati al solo caso Tevez: Dzeko è uscito dal campo visibilmente contrariato per la sostituzione, Zabaleta s'è mostrato scocciato nei confronti del manager, Nasri dopo la sostituzione s'è mostrato imbarazzato per quanto gli stava succedendo intorno. Insomma, una situazione da cui non sarà facile uscirne senza polemiche e strascichi. Anche perché il dopo partita è stato ancor più caldo di quanto successo in campo. Mancini, in conferenza stampa e in linea con i valori dei petroldollari, s'è lasciato andare a questa dichiarazione: "Il giocatore percepisce molti soldi dal City ed è tenuto a fare quello che dico io, non voglio più vederlo, per quanto mi riguarda è fuori per sempre dal City". David Platt che dice il contrario di quello che dice Mancini, Tevez che si scusa con i tifosi ma non con il manager con cui, e questo non è certo un mistero, le cose non erano più idilliache come un anno fa. E se la notte bavarese avrà scavato solchi incolmabili, il giorno britannico si fa inevitabilmente cupo all'orizzonte. Perché se è vero che i rapporti di lavoro tra Tevez e il City sono arrivati al capolinea, è anche vero che il destino del giocatore non potrà essere risolto in tempi brevi. Vuoi per la presenza nelle liste Champions, vuoi soprattutto per lo stipendio che percepisce l'argentino e che (quasi) nessuno è in grado di salariare. Quella di ieri sera, e tutto quel che ne conseguirà, è una lezione che in molti dovranno imparare, che tutti dovremmo prendere come esempio, a prescindere dai protagonisti, a prescindere da chi ha ragione o torto. Questo, e su queste pagine non ne abbiamo mai fatto un mistero, è il frutto di un ambiente nato e costruito sotto la stella dei soldi, tanti ed in grado di mettere la museruola a tutti coloro che hanno deciso (perché naturalmente nessuno ha messo la pistola alla tempia di nessuno) di farne parte.