
Non sarà forse che il concetto che le regole formali non siano un’invenzione borghese ma il fondamento della democrazia liberale è un’acquisizione ancora difficile per il partito degli ex comunisti e degli ex democristiani di sinistra? Il segretario del Pd l’altro giorno, di fronte all’offensiva dei radicali per sbloccare l’impasse sulla Consulta e sulla commissione di vigilanza Rai ha avuto un’uscita esemplare: “Una commissione di vigilanza - ha detto Veltroni da Fabio Fazio - non mi sembra il problema principale della gente. Spero si trovi una soluzione, ma penso che gli italiani siano più preoccupati dei loro salari e della scuola”. Si è beccato del “qualunquista” da Pannella, ma all’origine di questa valutazione non c’è un vuoto di cultura. Piuttosto quell’ideologia sostanzialista che abbiamo visto operante in Italia per decenni, e che, di conserva col sostanzialismo metafisico (e metà Vaticano, grazie Groucho..) di gran parte del mondo democristiano, ha ritardato ostacolato e impedito la costruzione di regole formali che tenessero insieme le parti divise di una nazione che è istintivamente portata alla disgregazione. Giustizialismo, consociativismo e sindacalismo (vedi le guerre a Brunetta, Gelmini, Sacconi) sono le tre piaghe che affliggono il Pd e che gli impediscono di creare un’alternativa credibile alla maggioranza di centro-destra. L’appuntamento del 25 ottobre si preannuncia così come un affollato ossimoro. Ecco infatti che un partito senza identità promuove la manifestazione che più identitaria non si può: viene preannunciata prima dell’estate, a prescindere da qualsiasi contenuto, fosse la crisi planetaria dell’economia, fosse la distruzione della scuola, fosse il lodo Alfano, fosse la catastrofe dell’ecosistema... L’importante è esistere in quanto Pd, cioè in quanto antiberlusconisti. In realtà la manifestazione già da settimane, e forse da quando è stata pensata, più che contro Berlusconi è contro Di Pietro. Di Pietro rivaleggia col Pd, si fa capire meglio, lui sì che il qualunquismo lo maneggia con artigianale perizia, e così Veltroni rompe un’alleanza che dura da quindici anni. Fino al 26, poi si vedrà.
di Marco Taradash
L'OPINIONE DELLE LIBERTA'
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