..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

sabato 5 aprile 2008

I SOLITI CASINI

di GianLuigi Paragone
Se non fosse una roba maledettamente seria, prenderei la scheda qui riprodotta e la consegnerei ai miei due figli per i loro scarabocchi infantili. Una loro prova d'autore in più attaccata alle pareti consola il papà spesso lontano. Il problema è che il foglio in questione è la scheda elettorale che ci consegneranno ai seggi tra una decina di giorni. Quel giorno, gli scarabocchi, rischieremo di farli noi adulti. Involontariamente, ovvio. Complimenti ai geni del Viminale che l'hanno disegnata. E complimenti pure al ministro Giuliano Amato, noto col nomignolo di Dottor Sottile: buttarci un occhio prima, no? Cosa costava distanziare i simboli dei partiti? Cosa costava rendere decifrabile quel dannato pezzo di carta? Perché ogni volta che un cittadino va a votare deve essere preso dal panico: avrò votato per bene o invece avrò fatto la figura del grullo? Un consiglio. State attenti a non sbavare con la crocetta: un segno di matita nel simbolo di un altro e apriti cielo. «È un voto per me». «No, è per me».

venerdì 4 aprile 2008

QUANDO IL GIORNALISTA...

Quando il giornalista fa il giornalista e basta.......
Vittorio Feltri su "LIBERO", 4 Aprile 2008
Ogni tanto qualcuno (tifoso dell'Inter o del Milan) mi dice a muso duro: tu sei juventino. Rispondo: mai stato. Non sono tifoso. Il tifo è una malattia orrenda che uccise tanta gente della mia generazione. L'ho evitato e non vado a cercarmelo ora in età pensionabile. Mi piace il calcio, questo sì. Amo la squadra della mia città, l'Atalanta. E amo l'Albinoleffe, perchè è un miracolo e mi dà l'idea che lo sport esista ancora. Tra le grandi preferisco la Fiorentina, che seguo da quando ero bambino.Obiezione: perchè allora voi di Libero avete assunto come collaboratore Luciano Moggi, personaggio centrale di Calciopoli? Rispondo: Calciopoli è una buffonata, l'ho percepito fin dal primo momento. E Moggi, che s'intende di pallone più di chiunque altro, è innocente fino a prova contraria. Non è stato condannato. Contro di lui solamente pettegolezzi, intercettazioni telefoniche che non dimostrano un'acca. Non ha corrotto nessuno. Nessun movimento di soldi sui conti correnti. Ha regalato schede telefoniche ad alcuni arbitri: capirai che sacrificio. Fosse un reato, chi donò orologi d'oro (Rolex) ad altri arbitri doveva essere impiccato nella pubblica piazza; invece nessuno gli torse un capello.Queste cose le ho sempre dette e continuo a ripeterle. Molte conferme che ho ragione a stare con Moggi arrivano ogni dì. A suo carico sono stati avviati tre processi. Uno a Torino per falso in bilancio. Accusa ridicola. Luciano non ha mai avuto resposabilità gestionali e amministrative. Uno a Napoli, e non è ancora cominciato. Uno a Roma, ed è in corso.Moggi è imputato quale socio occulto della Gea (di suo figlio ed altri). Dal dibattimento non è saltato fuori nulla di concreto. Solo chiacchiere. Ho sentito questo e quest'altro. Non una testimonianza diretta, una circostanza accertata, un fattarello con qualche rilevanza penale.Miccoli, davanti al giudice, afferma di avere avuto la sensazione di non essere benvoluto da Moggi perchè non iscritto negli elenchi dei giocatori Gea. Avete letto bene: sensazione. Basata su? Miccoli fu acquistato dalla Juve e si presentò a Torino con orecchini, diamante sui denti, Che Guevara pittato sulle gambe. E il direttore sportivo lo richiamò: qui siamo alla Juventus, non al Leoncavallo.Poi Miccoli fu ceduto in comproprietà alla Fiorentina dove si comportò talmente da campione che al termine della stagione fu rispedito al mittente, riscattato da don Luciano a meno di metà del prezzo incassato alcuni mesi prima. Breve permanenza e prestito al Benfica. Come mai? Nel frattempo la Juve si era comprata un certo Ibrahimovic, un po' più bravo - dicono - del simpatico nanetto leccese devoto del Che. Il quale nanetto da tutto ciò ricavò appunto la sensazione di essere sgradito al presunto Mammasantissima, papà del picciotto della Gea.Qualsiasi società vende calciatori e ne acquista nel tentativo di migliorare la rosa. Da notare che Miccoli gioca (raramente) nel Palermo, non nel Real Madrid.Il raccontino offertovi è una prova? C'è ancora materiale. L'inchiesta romana si articola su intercettazioni telefoniche insignificanti, su dichiarazioni di Baldini (ds della Roma) e indagini della Guardia di Finanza coordinate dal maggiore Auricchio. Il primo viene interrogato in aula. Conosce Auricchio? Mah, sì, forse l'ho visto una volta, però.....Insomma balbetta.L'indomani, tocca deporre ad Auricchio. Il quale dopo tre ore ammette di avere avuto rapporti (non sessuali, per carità) con Baldini. Gli avvocati di Moggi meditano di far partire la richiesta di appioppare la falsa testimonianza allo smemorato.Ora anche uno sprovveduto comprende che si procede a tentoni contro un uomo, Moggi, il quale nel calcio era un padreterno e suscitava invidie, quindi risentimenti. Peccato per i lapidatori che fin qui non sia emerso un fatto, lo straccio di un elemento probatorio.Immagino le conclusioni. Il Mostro sarà assolto, intanto però anzichè fare il suo mestiere con la perizia che tutti gli riconoscono (inclusi i detrattori) è costretto per ammazzare il tempo a collaborare con Libero.E io mi dovrei giustificare perchè mi avvalgo della sua penna? Ma andate a scopare il mare.

mercoledì 2 aprile 2008

NOI NON DIMENTICHIAMO



Cobolli Gigli, i tifosi: chi è di serie C?

Riceviamo e pubblichiamo da www.ju29ro.com
«Pise' pi curt» dicono i piemontesi. Cobolli Gigli non ha considerato che il tifoso riconosce subito chi di calcio capisce poco: ha un eccezionale fiuto per questo. Ben prima di due campagne acquisti fallimentari, ben prima di ascoltare la sua impropria retorica, noi avevamo fiutato. Era totalmente inadeguato. Essere apostrofati come tifosi di serie C durante l’incontro di giovedì scorso (27 marzo) al Circolo Sporting di Torino ne è stata la conferma. Quando dopo il suo insediamento si mostrò bellicoso (e «incazzato», parole sue) promettendo difesa e ricorsi credemmo tutti di aver trovato un Presidente di serie A. Dichiarò che Zaccone gli aveva assicurato che nelle intercettazioni non c’era nulla. In verità Zaccone lo disse anche durante l’arringa davanti alla Caf. Salvo poi giudicare «congrua» la B. Invece scoprimmo che il nostro era un Presidente di serie B.
Ma il cammino era appena cominciato. Infatti a fine 2007 si lasciò sfuggire in una intervista che il Direttore di un importante quotidiano sportivo lo aveva convinto a ritirare il ricorso al Tar. Tipico comportamento da Presidente di serie C. Infatti il Presidente di una società quotata in Borsa dovrebbe essere in grado di decidere senza i “consigli” di un tifoso romanista. E soprattutto si capì che lui in quella azienda non contava molto, visto che, come dichiarò Blatter proprio in quei giorni, buona parte del «merito» per il ritiro del ricorso era da imputarsi a Luca di Montezemolo, senza che avesse tra l’altro alcuna carica operativa né in Ifil né alla Juve. Fatte queste doverose precisazioni, noi tifosi di Serie C, che abbiamo la Juve nel cuore e non ci siamo fatti abbindolare dalle verità di regime, siamo molto fiduciosi. Benché, come dimostrano i documenti in nostro possesso, colpe da espiare non esistano, se il destino ci ha condannati a sopportare la sciagura di avere un Presidente di serie C è anche vero che il tempo scorre e i Presidenti di serie C passano mentre la Juve resta.