di Paolo De Paola
TORINO, 6 ottobre - Chi vuole bene alla Juve deve prendere delle decisioni importanti. Chi vuole bene alla Juve non può nascondersi dietro frasi scontate («Rimanere compatti», «E’ un momento no, ne usciremo»). Chi vuole bene alla Juve sa che occorre concludere un percorso e aprirne un altro. Il salto di qualità deve essere fatto soprattutto dai dirigenti della Juventus. Da Cobolli, a Blanc, a Secco. Se non saranno loro a dare una svolta alla preoccupante stagnazione, allora si eleveranno di diritto al ruolo di protagonisti dell’attuale disastro. Sotto tutti i punti di vista.
TORINO, 6 ottobre - Chi vuole bene alla Juve deve prendere delle decisioni importanti. Chi vuole bene alla Juve non può nascondersi dietro frasi scontate («Rimanere compatti», «E’ un momento no, ne usciremo»). Chi vuole bene alla Juve sa che occorre concludere un percorso e aprirne un altro. Il salto di qualità deve essere fatto soprattutto dai dirigenti della Juventus. Da Cobolli, a Blanc, a Secco. Se non saranno loro a dare una svolta alla preoccupante stagnazione, allora si eleveranno di diritto al ruolo di protagonisti dell’attuale disastro. Sotto tutti i punti di vista.
Chi ha avallato la campagna acquisti? I dirigenti.
Chi insiste nel puntare su questo allenatore? I dirigenti.
E poi, perché non esiste ancora un direttore generale? Perché c’è questo senso di lontananza, quasi di abbandono fra giocatori e società? E infine qual è l’interlocutore sportivo all’interno della società? Caro Cobolli, caro Blanc, non basta farsi vedere alle partite o andare qualche volta a Vinovo per dare il senso di unità e compattezza. Estraniamo da questo discorso il solo Secco che ovviamente per ruolo e per grado ci sembra il meno responsabile e forse quello intimamente più conscio della situazione. John Elkann, ieri presente in tribuna, che cosa avrà pensato di questa squadra? La Juve è molle in ogni reparto. E’ molle dietro le scrivanie dirigenziali, è molle in panchina, è molle in campo. E non c’entra niente il nostro giornale. Se qualcuno vuole usarlo come foglia di fico per nascondere le proprie incapacità, faccia pure. Tuttosport ha semplicemente denunciato un problema reale e confermato dalle parole, giustamente imbarazzate, di un fuoriclasse (anche fuori dal campo) come Del Piero. Prendetene atto, cari dirigenti e fatene tesoro perché vi aiuteranno a capire che in questa squadra c’è bisogno del vostro intervento. Non per dire banalità. Si può sapere che cosa decide questo fantomatico comitato sportivo? Ma si può dirigere una società come se fosse un condominio? Suvvia, un po’di vigore, un po’di qualità e non solo la lista della spesa per decidere se comprare questo o quel saldo di fine stagione oppure per fissare i prezzi dei biglietti di curva a 50 euro. Potete fare di meglio, ma senza darvi i soliti tempi biblici che contrastano con la velocità sulla prima decisione da prendere: chiudere il rapporto con Ranieri. Un percorso di coerenza porta a questa conclusione e lo diciamo con il massimo rispetto per l’uomo e il tecnico che ha messo la faccia nella campagna acquisti e nella costruzione di questa squadra. Lui ha voluto i giocatori, lui li mette in campo, lui è responsabile dell’attuale situazione. Intendiamoci bene: la Juve ha crisi di gioco, ha crisi di spogliatoio, ha crisi di risultati (mai così male alla sesta giornata da quando ci sono i tre punti). Per fortuna, la sosta del campionato, per gli impegni della Nazionale, offre un intervallo sufficiente per intervenire.
Approfittatene subito perché le soluzioni esistono e non sono di secondo piano.
Basta avere coraggio.
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