
In vista non c’è un nuovo ’68 o ’77. C’è solo la tendenza della nuova generazione a reiterare i comportamenti autunnali delle generazioni precedenti. E, naturalmente, c’è l’uso strumentale delle masse degli studenti da parte di partiti e sindacati che non vogliono perdere il loro tradizionale ruolo di terminali della parte parassitaria delle categorie che compongono le strutture scolastiche. A queste organizzazioni non importa nulla del grembiule o del maestro unico. Preme solo difendere ad ogni costo la funzione di gigantesco ammortizzatore sociale che la scuola italiana è diventata nell’ultimo quarantennio. La posta in palio, in altri termini, non è la scuola come strumento di formazione ma solo ed esclusivamente come strumento assistenziale per la parte consistente di un ceto intellettuale (maestri, professori ed operatori vari del settore di scarsa preparazione e di basso livello) che in assenza del sostegno dello stato non avrebbero altra possibilità di occupazione. Nessuno, ovviamente, si sogna di sostenere che gli incapaci, gli impreparati ed in generale i tanti pesi morti del settore della scuola debbano essere condannati alla disoccupazione. Il governo si deve fare carico dei loro problemi di sopravvivenza e ricollocazione.
Ma una considerazione del genere non può nascondere che la posta in palio delle agitazioni è solo la pretesa che la conservazione dell’assistenzialismo a favore di pochi venga fatta pagare all’intera comunità nazionale ed ai giovani in particolare. Insistere su questo punto non sarà mai sufficiente. Non solo per dimostrare la natura consuetudinaria e reazionaria delle agitazioni. Ma per convincere gli studenti, da quelli delle elementari a quelli delle università, che le loro occupazioni non dovrebbero essere indirizzate contro i primi tentativi riformistici del governo ma contro il conservatorismo egoistico dei professori. Il futuro dei giovani, infatti, non dipende dal mantenimento dell’assistenzialismo ma dal rapido ritorno della scuola alla sua funzione formativa originaria.
di Arturo Diaconale
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