..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

mercoledì 5 novembre 2008

ELECTION DAY


Perché proprio il martedì
Oggi negli Usa è Election Day. Negli Stati Uniti non sorge mai alcun dubbio sulla data delle elezioni: si svolgono in anni pari, il martedì dopo il primo lunedì di novembre. Non è una data stabilita dalla Costituzione, ma da tre leggi del Congresso varate a partire dal 1845. Ma perché decisero per novembre, perché di martedì, e perché quello dopo il primo lunedì? Quando la legge fu varata, gli Stati Uniti non erano ancora la società mobile e tecnologicamente avanzata che conosciamo oggi. Nel 1845 la società americana era prevalentemente agricola. I legislatori, quindi, pensarono che novembre fosse il mese più conveniente per i contadini e per i lavoratori rurali per recarsi alle urne. In primavera erano impegnati nella semina e in estate nel curare i campi e le piantagioni. A novembre la vendemmia e le raccolte autunnali erano già terminate. Il tempo era ancora abbastanza mite da permettere ai cittadini di spostarsi sulle strade che sarebbero state poco agibili durante i duri mesi d’inverno. Quindi la scelta del mese fu per motivi economici e logistici. La scelta del giorno, invece, fu per motivi religiosi. La maggior parte dei residenti rurali doveva percorrere una distanza notevole per recarsi alle urne. Lunedì non era considerato un giorno ragionevole perché molti avrebbero dovuto cominciare il loro viaggio di domenica. Questo avrebbe interferito con le cerimonie religiose domenicali. Scelsero, poi, il martedì dopo il primo lunedì per evitare che il giorno delle elezioni cadesse nel primo giorno di novembre, come gesto di riguardo verso una minoranza religiosa, ossia verso i cattolici che celebrano il giorno d’Ognissanti. Oggi, però, la maggior parte degli americani non vive più nelle fattorie e i supermercati non rispettano la sacralità della domenica. Quindi perché continuare con una tradizione che non ha più motivo d’esistere?
Tutto sommato la scelta di novembre non dispiace. Le vacanze estive sono solo un ricordo, i giovani sono tornati a scuola e manca ancora qualche settimana alla festa nazionale del Thanksgiving. La data si distanzia alla perfezione da quella fatidica del 15 aprile, la scadenza per le tasse. A sei mesi di distanza è passato abbastanza tempo per aver dimenticato la stangata ed è troppo presto per preoccuparsi di quella nuova. La scelta del martedì, invece, trova dissenso, tant’è vero che coloro che vorrebbero cambiarla hanno creato un sito che si chiama www.whytuesday.org. C’è chi incolpa la scelta del martedì, giornata lavorativa, per le basse percentuali di partecipazione al voto, avendo osservato che la maggior parte delle altre nazioni vota di domenica. Ma i singoli stati hanno già trovato da tempo due soluzioni alternative al problema del martedì: si chiamano “early voting” (votare in anticipo) e “absentee voting” (votare per posta). Ogni stato decide se permettere questi due modi di facilitare il voto per i cittadini. Uno stato può anche decidere se si può usufruire di questi servizi per pura convenienza e libera scelta, e in quel caso si chiama “no-excuse”, o se si deve dimostrare di avere un’effettiva esigenza per poterne usufruire come l’essere residenti all’estero, o non essere nel proprio distretto elettorale il giorno delle elezioni. Solo quattro stati non permettono di votare in anticipo, né per posta. Quest’anno i media americani ed esteri stanno prestando molto più attenzione all“early voting”, come se fosse un fenomeno nuovo, spinto dalla campagna di Obama per incoraggiare più persone ad andare a votare, e dando per scontato che sarà lui il beneficiario del voto anticipato. Secondo i sondaggi Gallup, invece, benché si riveli un vantaggio per Obama, fra coloro che hanno votato in anticipo, i numeri non si scostano dai sondaggi di preferenza in generale.
di Sandra Giovanna Giacomazzi
da L'Opinione delle Libertà

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