..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

martedì 11 novembre 2008

LI CONTINUANO AD AMMAZZARE


Il non riconoscere il valore delle sentenze da parte della giustizia italiana è come assolvere il criminale che ha violato le leggi dello Stato.
Ci siamo indignati nei confronti di Sarkozy per aver perorato la grazia di Marina Petrella, la cittadina italiana, brigatista rossa, condannata all’ergastolo, latitante oltreconfine da venti anni.
Inaccettabile, nella sostanza, la decisione di non estradare una terrorista, offensivo, nei confronti di chi il terrorismo lo ha subito, il metodo.
Ma se la Petrella ha spostato la "dottrina Mitterrand" il favoreggiamento e implicitamente la colpa è anche nostra: fu arrestata insieme al marito Luigi Novelli il 4 gennaio 1979 per banda armata e detenzione d’armi, poteva essere processata e condannata nel giro di qualche settimana ma nel 1980 venne rilasciata per decorrenza dei termini di carcerazione preventiva, con obbligo di residenza nel comune di Montereale, in provincia di Chieti. Evade il 12 agosto 1980 ma viene ripresa il 7 dicembre 1982 a Roma, dopo un conflitto a fuoco con i carabinieri su un autobus.
Ancora una volta decorrono i tempi, e quando arriva la condanna, sentenza depositata il 12 ottobre 1988 in quanto coinvolta nel rapimento di Aldo Moro, la signora fa la francese.
A vent'anni di distanza la giustizia non ha ancora imparato e persevera.
Il Tribunale di sorveglianza di Milano ha concesso la liberazione condizionale all’ex brigatista ros­sa Carla Maria Brioschi. Secondo i giudici la Brioschi, già condannata all’ergastolo nell’am­bito del processo per il delitto dell’ex presidente della Democra­zia Cristiana Aldo Moro, ha dato prova tangibile di «un sicuro rav­vedimento».
Militante della cosidetta co­lonna “Walter Alasia”, che orga­nizzò delitti e atti di terrorismo, negli anni di Piombo fu un personaggio di spicco del nuovo comitato esecutivo delle Brigate Rosse, dopo che nella primavera del 1976 i componenti dell'intero nucleo storico furono arrestati. Il massimo organo decisionale delle Br, composto, oltre che dalla Brioschi, da Moretti, Micaletto, Bonisoli e Azzolini pensò che le precedenti e insufficienti azioni brigatiste non erano più adeguate ai nuovi livelli di scontro fra le classi; si scelse di alzare il tiro. Nel giugno del 1976 venne ucciso, a Genova, il procuratore della Repubblica Coco e la sua scorta.
Fu l'inizio di una delle pagine più nere dell'Italia dal dopoguerra.
Nel 1982 la colonna si sciolse dopo che i suoi principali esponenti erano stati arrestati o erano morti, e la prima sezione penale della Cassazione, con sentenza del 4 novembre 1986, respinse il ricorso di quasi tutti gli imputati del processo d'appello alla colonna delle brigate rosse "Walter Alasia", confermando la condanna all'ergastolo per: Roberto Adamoli, Lauro Azzolini, Barbara Balzerani, Maria Rosaria Belloli, Pasqua Aurora Betti, Maria Carla Brioschi, Nicolo' De Maria, Calogero Diana, Nicola Giancola, Mario Moretti, Sergio Tornaghi e Samuele Zellino. Le condanne divennero così definitive.
Oggi il Tribunale di Sorveglianza, nella stesura delle motivazioni del giudice Beatrice Crosti, ha ritenuto, vista la concessione del regime di libertà vigilata, numerosi gli esempi in base ai quali la Brioschi ha dimostrato, in modo tangibile, di aver raggiunto il "sicuro ravvedimento": non solo quelli per così dire esterni, come il lavoro nel campo del volontariato, ma anche quelli intimi, come "la rivisitazione profonda dei reati commessi" che ha preso avvio con la "critica ai presupposti politici e morali delle scelte passate".
L'approvazione all'unanimità del nostro Parlamento al nuovo Trattato europeo, dovrebbe garantire i diritti civili, politici, economici e sociali di tutti i cittadini italiani, nonché di tutte le persone che vivono sul territorio dell'Unione, diritti raggruppati in sei grandi capitoli, il primo dei quali nominato "Dignità".
Ma se non vengono rispettate le sentenze, dove viene ottemprata la dignità di chi è caduto sotto i colpi di una cruenta guerra ideologica e politica portata avanti da pedine strumentalizzate e orchestrate? E il decoro nei confronti di chi è rimasto "orfano" di tanto sangue?
La speranza è che le fesserie della Ardant non vengano lette dalla Brioschi, non vorremmo mai che tra le 7 e le 23 le venisse in mente di andarla a trovare.
di Cirdan

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