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Tra il 1979 e il 1980 escono molte sue canzoni, alcune delle quali diventeranno famosissime come Albachiara. Vasco Rossi: «Ho fatto un periodo negli anni Ottanta di anfetamina, cocaina, di tutto. Ne sono uscito, ci ho messo un bel po’, è stata durissima, perché uscire dalla dipendenza soprattutto dell’anfetamina è terribile». E allora come si può spiegare ai giovani che la vita normale ha già un tasso emotivo e di adrenalina alto senza bisogno di ricorre a sostanze alteranti? Vasco Rossi: «Facciamo prestissimo, basta che glielo diciamo perché è vero! Mi diceva un mio professore di italiano “ricordatevi che la cosa più difficile è essere normali, non essere dei fenomeni”. Poi è chiaro che la vita è già piena, senza bisogno di usare delle sostanze».
Quando ti vedono 70.000 persone come a San Siro come fai a andare a casa e metterti a dormire? «Mi faccio una doccia fredda e soprattutto faccio fatica a mettermi a dormire. Un po’ di delirio di onnipotenza c’è dopo. Quando io canto una canzone sul palco non è che la canto o la interpreto, io la vivo - spiega Vasco - a quel punto lì sento che arriva questa emozione perché poi mi ritorna, come un’ondata enorme, ed è lì che poi alla fine viene il delirio di onnipotenza in effetti. Infatti dopo, la notte, continuo di tutto, non dico quello che faccio perché è meglio che non lo diciamo in tv, però poi mi pento a volte di quello che ho fatto nel momento del delirio di onnipotenza». E a chi fra i suoi amici gli rimprovera di andare via, a volte, senza salutare, Vasco dice: «A me piace andar via senza dir niente perché quando saluto mi viene una tristezza pazzesca. Chiedo scusa e comprensione per questa faccenda. Volete mettermi tristezza? No! Voi volete darmi gioia no? Quindi, ecco lasciate che non vi saluti quando vado via, tanto torno».
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