Partiamo dal finale. La Banca Popolare di Intra ha portato in Tribunale, facendo causa, il gigante Barclays, presso la High Court of Justice di Londra. Il motivo? Ancora loro, i CDO.
Facciamo un passo indietro per capire. La Banca piemontese acquistò presso il colosso britannico un CDO gestito, in pratica un prestito obbligazionario con cedole garantite da altre obbligazioni sottostanti, scoprendo successivamente che il gruppo inglese sostituì quasi tutti i bond messi in garanzia con titoli tossici. In pratica Barclays ha tolto dal Cdo una trentina di bond "normali" per metterci dentro complessi titoli strutturati anche legati ai mutui subprime, questi ultimi andati inevitabilmente in default.
La storia inizia nel 1999 quando il gruppo italiano acquista l'Iccri. A seguito dell'operazione i vertici si accorgono che i clienti dell'Iccri hanno i portafogli pieni di obbligazioni strutturate in forte perdita, a quel punto decisero di accollarsi le perdite riacquistando i titoli. Per recuperare il denaro investito, il gruppo piemontese decise di contattare Barclays acquistando altre obbligazioni strutturate ad alto rendimento: il collateralized debt obligation nacque così. Era il 2000.
Nella descrizione dell'atto - recuperata presso la cancelleria del Tribunale di Londra da "Il Sole 24 Ore" - si evince di come la struttura del titolo sia divisa in tre parti (solita composizione dei CDO), in pratica la classica obbligazione creata impacchettando tante altre obbligazioni.
Nella complessa operazione da 54,8 milioni di € la divisione dell'obbligazione è così composta: la prima - da 36 milioni - da un bond zero coupon emesso da Centrobanca, con la garanzia del capitale a scadenza; la seconda - 3,6 milioni - è rappresentata da un investimento nei fondi Putnam; mentre l'ultima - 15,2 milioni - è la fetta a più alto rischio, composta da un investimento in un Cdo "sintetico", garantito da un portafoglio di 37 obbligazioni: titoli emessi da Stati come Turchia, Venezuela e Colombia, e da aziende come gli hotel Hilton. In parole povere la cedola che avrebbe dovuto garantire l'intera struttura.
Nel contratto esiste anche una clausola: Barclays ha la facoltà di gestire il Cdo. In teoria una tutela per Intra, in quanto i titoli in crisi sarebbero stati infatti sostituiti da Barclays con titoli buoni.
Nella causa presentata presso la High Court of Justice di Londra si legge che in soli 10 mesi Barclays ha cambiato quasi tutto il portafoglio posto a garanzia del Cdo, sostituendo 32 dei 37 bond sottostanti, mettendo in cambio solo 11 titoli quasi tutti strutturati. L'emissione dei bond da parte di Turchia, Venezuela e Colombia sono stati sostituiti con obbligazioni complesse dai nomi esotici: "Savannah", "Corvus" e "Pegasus". Questi ultimi emessi e gestiti dalla stessa Barclays.
Cominciano le operazioni "pericolose". Nel luglio 2000 la banca inglese ha tolto in un colpo solo 18 obbligazioni statali e aziendali, per metterci dentro solo due titoli strutturati: 19 milioni di euro di "Savannah" e 5 milioni di bond "Rf Alts". Diciotto bond, con rischio diversificato, in cambio di due.
Sull'atto di citazione si legge che durante le festività natalizie dello stesso anno Barclays ha tolto un po' di titoli dal portafoglio del Cdo e ha messo dentro altri bond strutturati, compresi ben 15 milioni € di obbligazioni legate ai mutui Usa: i subprime. Inevitabilmente la tossicità di quei titoli contagiano anche la Popolare di Intra, con i default che sono caduti dal cielo come grandine.
Nell'atto, della causa intentata nei confronti del gigante britannico, si legge che "le insolvenze sul nuovo portafoglio sono state molto maggiori rispetto alle ragionevoli aspettative di mercato. Otto degli 11 bond inseriti da Barclays, che rappresentano circa l'80% dell'intero portafoglio, sono andati in default causando a Intra la perdita dell'intero investimento nel Cdo sintetico".
L'accusa a Barclays è quindi diretta sull'avere scaricato nel Cdo di Intra titoli ad elevato rischio, quando il loro default era già altamente probabile. Nella prima memoria difensiva, Barclays ha respinto ogni accusa: "Il Cdo è stato strutturato seguendo le richieste di Intra"; "Barclays non ha mai raccomandato il titolo"; "Il portafoglio iniziale aveva già un rating medio di BB, quindi ad alto rischio"; "Barclays aveva il mandato per gestire il portafoglio".
Per l'esito finale di questa causa si dovrà inevitabilmente aspettare le decisioni del giudice, su chi avrà ragione e soprattutto se Barclays avrà operato rispettando le regole contrattuali.
Quello che appare evidente è che - come già sottolineato ed evidenziato in questo spazio - tutte le operazioni effettuate in questi anni, attraverso obbligazioni composte da altre obbligazioni sottostanti, hanno creato perdite ingenti. I mutui subprime hanno contagiato, oltre gli Stati Uniti, anche paesi che sembravano ai margini del fenomeno, un'epidemia che ha contratto enti territoriali, banche, fondi pensione e assicurazioni.
I danni in Italia attualmente sembrano minimi, ma il timore, che ci siano in futuro perdite potenziali che potrebbero colpire enti previdenziali e istituti di credito, rimane alto.
Daltronde - come evidenzia l'articolo del "Sole" - la storia di Intra non è un caso isolato: Hsh Nordbank, un istituto di credito tedesco, ha fatto causa a Ubs per un motivo simile, comprando un Cdo su cui operava una "commissione" di gestione, quest'ultima fatta da un solo individuo che avrebbe operato in modo quantomeno discutibile. Infatti nella causa si legge che "nel febbraio del 2007 Ubs ha tolto dal portafoglio sottostante 555 milioni di dollari di crediti stabili e li ha sostituiti con due soli titoli legati all'indice dei mutui subprime Usa". Totale dell'operazione: perdite per 275 milioni.
E di questi esempi se ne potrebbe fare un numero indefinito, basti pensare alle stime dell'Ocse che, a metà 2007, valutava in 1.300 miliardi di dollari l'ammontare del mercato mondiale dei CDO.
Oggi le cause nei Tribunali sono tante, e solo questi ultimi diranno se si è trattato di sfortuna o di dolo, quello che è certo - e di questo ne siamo convinti - e che i Cdo sono stati in tanti casi il "cavallo di Troia" - come metaforicamente scrive Morya Longo - che ha portato i mutui subprime in giro per il mondo. Italia inclusa.
di Cirdan
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