Dopo un solo grado di giudizio espletato dalla decima sezione del Tribunale di Roma, riguardante il processo alla Gea World, e attendendo il 20 gennaio per quello che sarà il capitolo più importante della saga di "Calciopoli", c'è un dato che emerge chiaramente: l'assoluzione di tutti gli imputati, dall'accusa di associazione a delinquere, portata in tribunale dal pubblico ministero Luca Palamara fa crollare di fatto la tesi accusatoria, dei pm Beatrice e Narducci, che dovrà passare al vaglio del tribunale di Napoli.
Due processi, la stessa indagine. Le informative passate misteriosamente sulle colonne della stampa nell'estate del 2006 sono una delle principali fonti di entrambi i processi.
Questo aspetto potrebbe anche essere visto in maniera troppo semplicistica, dando per scontato un processo che deve ancora aprire i battenti, ma se è stato negato che la Gea potesse essere il braccio armato di Moggi sarà ben difficile e surreale dimostrare il teorema di un’associazione per delinquere che gestiva il calcio italiano.
C'è addirittura la confessione di chi, il 25 luglio del 2006, scrisse nella sentenza di illecito associativo, quell’illecito strutturale, quel reato associativo sportivo di cui scrisse Borrelli nella sua relazione d’accusa. "Punimmo la violazione di norme interne, nel 2006. In fondo anche noi, nella nostra sentenza evidenziammo soprattutto cattive abitudini, mica illeciti classici".
Per chi nutrisse ancora dei dubbi, la Juventus è stata condannata senza aver commesso il fatto!
Una sentenza che evidenziò soprattutto cattive abitudini, che violarono delle norme interne, ma di illeciti da codice di Giustizia Sportiva nemmeno l'ombra.
Un qualunque organo di stampa avrebbe dovuto aprire le proprie colonne con un'eclatante: Clamoroso! Scandalo!
Niente di tutto questo, ma il fatto resta, eccome!
Piero Sandulli, insigne giurista, prosegue: "Si doveva far capire che quello che c’era nelle intercettazioni non si fa. E’ stata una condanna etica".
Una condanna etica? E per cosa? Per aver fatto quello che "tutti" facevano?
La saga di "Calciopoli" sta pian piano crollando sulle proprie ingiustizie, dopo aver condotto e creato senza vergogna un aborto giuridico, nato per punire delle amicizie figlie di cene organizzate dalla federazione, per smorzare i toni e le polemiche che si venivano a creare per gli errori arbitrali.
A breve il Consiglio dei Ministri metterà mano alla riforma della Giustizia, forse sarebbe il caso, chi di dovere, che lo si facesse anche per quel che riguarda la Giustizia Sportiva, perchè il modello che travolse, per sempre, la squadra più forte del mondo non possa più operare in maniera autonoma pur dovendo indagare con gli atti dei tribunali.
Se parte di questa materia è considerata, oggi, materia non punibile come un'associazione a delinquere, allora, parte di quel sistema non doveva essere considerato materia criminale, non essendoci mai stata né un'organizzazione, nè una cupola.
di Cirdan
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