..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

sabato 7 febbraio 2009

INCOMPRENSIONI FRATERNE

New York. “Isabella’s”, ristorante italiano all’angolo tra la Settantasettesima e Columbus avenue. Il pensatore newyorchese Franco Zerlenga ordina una zuppa di funghi, un piatto di asparagi grigliati e un risotto con gamberi, cozze, capesante e salsiccia. Elettore, finanziatore e militante democratico e di Barack Obama, Zerlenga fa un’analisi spietata dei primi giorni della nuova era obamiana. “Finalmente – dice – s’è capito che Obama non è un messia, ma un politico come tutti gli altri, senza nessun potere magico, senza nessun misticismo intorno alla sua presidenza”. Zerlenga nota come al Congresso il piano di rilancio dell’economia porti più la firma di Nancy Pelosi che quella di Obama: “Il Partito democratico, come vuole la tradizione, non è agli ordini di Obama, non esegue le sue disposizioni, fa politica e cura i propri interessi. E l’interesse dei deputati è di essere rieletti tra meno di due anni, non di assecondare le richieste della Casa Bianca”.
Zerlenga spiega che Obama è diverso rispetto al suo partito, tradizionalmente più portato allo scontro ideologico con i conservatori: “Obama, invece, è uno che vuole mettere insieme tutti gli americani”. A Zerlenga il tentativo piace, ma teme che possa fallire e “in quel caso tra quattro anni sarà certamente fuori dalla Casa Bianca”. ...continua

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