...non si ritira dall'Iraq subito, come promesso, ma rispetta il calendario di Bush, e con l'Iran prepara pasticci.
Le nostre previsioni sulla volatilità politica di Barack Obama, sulla sua inesperienza, sul cinico propagandismo delle sue posizioni, vengono confermate giorno per giorno, purtroppo. Lasciamo perdere il fondamentale fronte interno in cui constatiamo tristemente che ogni volta che Obama mette sul tavolo della crisi un migliaio di miliardi di dollari, Wall Street, che l'ha voluto e votato in massa, crolla. Guardiamo ai punti forti di politica estera: le extraordinary reddiction (tra cui il rapimento dell'imam Omar a Milano), contnueranno come e più che pria (aveva promesso di abolirle). Guantanamo è stata chiusa, ma non viene chiusa. Obama ha solo formato il decreto di chiusura, ma si è guardato bene dal chiuderla. Non ha la più pallida idea non di dove mettere i detenuti (questo non è il problema), ma di quale regime legale deve sostituire a quello attuale, tanto ferocemente da lui criticato. Poi, l'Iraq. Ha detto che voleva ritirare tutte le truppe subito, ma non lo farà, ne ritirerà alcune decine di migliaia nel 2010, ma lascerà tra i 35.000 e i 50.000 soldati Usa, un esercito, per la semplice ragione che i generali gli hanno spiegato che se non sarà un disastro. Obama, cioè, farà esattamente quelò che aveva deciso di fare Bush dopo che il surge del generale Petraeus -contro cui Obama ha votato in Senato- ha avuto successo e l'Iraq è cos' stato avviato ad una pacificazione crescente e non al caos che Obama aveva pronosticato.
Su un punto ...continua
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