..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

venerdì 20 novembre 2009

SI NAVIGA ANCORA "A VISTA"

Abbiamo letto sui giornali, a dire il vero solo su uno, “truccavamo i sorteggi”; abbiamo ascoltato, tramite l’audio integrale di Radio Radicale, di come taluni colpi di tosse davano la sensazione che ci fosse qualcosa di poco regolare; abbiamo trascritto in maniera integrale di come, successivamente, Bergamo e Pairetto non abbiano mai dato indicazioni agli arbitri perché favorissero una piuttosto che un’altra squadra; abbiamo evidenziato, attraverso la testimonianza di Manfredi Martino, che i carabinieri davano per certo, risulta dai verbali, che il sorteggio era manipolato ma non riuscivano a capire come.
Abbiamo letto articoli di giornalisti che caldeggiavano una sana e saggia presa visione di quello che è accaduto a Calciopoli, spronando a non dare retta a quella fascia di bianconeri che, invece e secondo loro, non hanno capito cosa si celava dietro al più grande scandalo a cui il calcio italico sia andato incontro, mettendo nero su bianco frasi del tipo: “La Juventus ha una condanna prescritta per abuso di medicinali volti ad alterare i risultati delle partite. Due grandi scandali (Doping e Calciopoli) e due volte la stessa società coinvolta. Questo deve far riflettere.”
Abbiamo violato il silenzio, in un'Italia dove si sono pubblicizzate le sciabolate e nascoste le verità, e ancora oggi ci troviamo nuovamente a dover scrivere, sottolineare, evidenziare quello che si continua a dichiarare nell’aula 216 del tribunale napoletano.
Venerdì 20 novembre 2009, all’esame Zednek Zeman, il grande accusatore.
Dalle prime indiscrezioni (non abbiamo ancora a disposizione l’audio integrale dell’udienza) è risultato quanto segue: «Ho allenato in pace fino al '98 - ha dichiarato Zeman - poi si è scoperto che Moggi non mi voleva in squadre tipo Bologna e Palermo». E ancora: «Alla settima giornata, dopo il pareggio a Perugia, fui esonerato: noi facemmo una grande partita, vincevamo e ci fu fischiato contro un rigore inesistente. In tv fui esonerato dal signor Corbelli (ex presidente del Napoli, ndr) ». Secondo Zeman egli approdò al Napoli con il consenso di Moggi in quanto intendevano rovinargli la carriera e ciò è venuto alla luce di alcune dichiarazioni, ha spiegato Zeman, fatte da Corrado Ferlaino. Anche l'ex presidente del Bologna Gazzoni Frascara, ha ricordato Zeman, disse: «Volevo prendere Zeman, ma Moggi me l'ha vietato».
Nella seconda parte della deposizione da "teste", il tecnico di Praga ha rivelato, secondo lui, un’altra pressione della vecchia dirigenza juventina nei suoi confronti. «Casillo, nel 2004 presidente dell'Avellino, mi rivelò di aver ricevuto una telefonata di Moggi nelle settimane in cui la squadra si stava giocando la salvezza in serie B: "Se molli Zeman, l'Avellino si salva", disse Moggi a Casillo. Il presidente non lo ascoltò e io insieme al club retrocedemmo in C».
C’è stata, sempre secondo indiscrezioni, anche la testimonianza di Enrico Varriale che ha dettagliato le influenze di Luciano Moggi sulla redazione sportiva della Rai diretta prima da Paolo Francia e poi da Fabrizio Maffei, evidenziando le scelte professionali del caporedattore Ignazio Scardina, imputato in questo processo con Moggi per associazione a delinquere. "Quando conducevo "Stadio Sprint" la Juventus mi fece un embargo lungo un anno. Non mandavano più giocatori ai microfoni per le interviste del dopogara, Capello sarà venuto una, forse due volte. Moggi, quando si presentava, litigava. Ritengo che tutto sia nato a fine 2004 durante una trasmissione in cui, presente Capello, lanciammo un servizio che parlava del processo per doping alla Juventus.” E ancora: “Era molto strano, e motivo di lamento di almeno quattro giornalisti Rai, che Scardina inviasse sulla Juventus un collaboratore esterno con sede a Milano come Ciro Venerato. Non era neppure di stanza a Torino, ma a Milano. La Juve, come servizio, è paragonabile alla nazionale: di prima importanza, da affidare a un inviato esperto. E invece veniva assegnato sempre a Venerato. Soprattutto, gli davano i pezzi delicati come l'intervista a Zeman dopo Lecce-Juventus o quella da realizzare con Cannavaro dopo la diffusione del filmato che lo riprendeva nello spogliatoio del Parma con una flebo".
Ora la domanda che vorrei sottoporre è molto semplice: c’è qualcuno che è in grado, dopo quanto si è potuto ascoltare fino ad oggi dalle udienze, di dichiarare apertamente che sono uscite prove a favore dell’accusa?
Per dovere di cronaca è giusto riportare quanto segue. Corrado Ferlaino, ex presidente del Napoli Calcio: «Non è mai stato nel mio stile far decidere ad altri. È impossibile che l'allora dg della Juve potesse esonerare il tecnico del Napoli ». Massimo Zamparini, presidente del Palermo Calcio: «Dopo l'esonero di Del Neri contattai Zeman insieme a Papadopulo e Zaccheroni. Foschi voleva confermare Del Neri e forse aveva ragione lui. La scelta, però, cadde su Papadopulo, ma non ci fu nessun intervento da parte di Moggi o di altri contro Zeman, è stata una mia scelta».
E’ importante, al termine di quanto avete letto, ricordare una cosa. Teresa Casoria, Presidente del Collegio Giudicante del processo che si sta tenendo a Napoli, pronunciò in aula lo scorso 10 luglio: “Inutile che perdiamo tempo, ci sono processi più importanti che aspettano”.
Processo breve o meno, da Napoli emerge chiara una cosa: si sono spesi, e si stanno spendendo, un quantitativo enorme di denari pubblici per cercare di dimostrare che la Giustizia Sportiva aveva ragione, nonostante l’oggettiva mancanza di prove e reati ma continuando nello “sport” intrapreso tre estati fa: navigare a vista.

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