..."Rock won't eliminate your problems, but it will sort of let you dance all over them"

mercoledì 16 dicembre 2009

FUMO E CENERE

«Possiamo continuare a far finta che sia normale un Paese che dibatte la propria vita nelle aule dei tribunali, ma non lo è. Possiamo far finta di credere che l’unico dilemma consista nel lasciar libera la magistratura di agire, o metterle la mordacchia, ma non è così. Queste sono versioni di comodo, perché la nostra giustizia è in bancarotta, incapace d’onorare il nome che porta.
Il ministro della giustizia ha inviato i magistrati del pubblico ministero a lavorare in procura e a non soggiornare in televisione. L’Associazione Nazionale Magistrati gli ha risposto ribadendo la legittimità di quella “presenza pubblica”. Ma vi pare normale? Lo stesso ministro ha lamentato la non copertura, da parte dei magistrati, dei posti vuoti nelle “sedi disagiate”. Ma l’Italia non è mica la foresta amazzonica, o la steppa siberiana. La più disagiata delle sedi dista poche ore di viaggio da tutto il resto del Paese, ed i magistrati che colà prestano servizio non solo hanno la carriera assicurata, ma anche agevolata.
E’ ora di porre un freno alle tante polemiche, alla lussuria dello scontro fra corporazioni, al tentativo di attribuire sempre tutte le colpe all’altro. Lo stato della giustizia è così miserevole che chiunque abbia a cuore la civiltà del diritto non può che lavorare ad una riforma profonda, indirizzata a farla funzionare, non ad una mai definitiva resa dei conti. Molti, fra i politici ed i magistrati, lo capiscono. E’ ora che zittiscano gli arruffapopolo e gli ammazzagiustizia

Le righe che avete avuto modo di leggere in questo “cappello” appartengono a Davide Giacalone, e non potevano non inserirsi a quanto sto per scrivervi; leggete appresso, se vorrete, e non stupitevi se prevarrà l’indignazione, sarà un favore che farete alla vostra coscienza.

E’ notizia recente la condanna, in primo grado, dell’ex amministratore delegato della Juventus, Antonio Giraudo, per associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva. Sentenza emessa dal GUP Edoardo De Gregorio in relazione al filone processuale denominato Calciopoli. Le motivazioni della sentenza, del rito abbreviato (il rito ordinario è ancora in corso di svolgimento presso l’aula 216 del Tribunale di Napoli), saranno successivamente depositate, ma nel dispositivo della sentenza si è potuto constatare come Antonio Giraudo sia stato affiancato all’ipotetica “cupola”, non come promotore ma bensì come affiliato, e colpevole di alcuni casi di frode sportiva.
Giraudo è stato ritenuto responsabile di associazione per delinquere e per tre singoli episodi di frode. Il primo si riferisce alle presunte dolose ammonizioni e a un'espulsione durante Udinese-Brescia (del 26 settembre 2004 arbitrata da Dattilo) per favorire la squadra bianconera in relazione a Udinese-Juventus 0-1 del 3 ottobre 2004. Giraudo è condannato anche per il sorteggio della terna arbitrale che sarebbe stato pilotato per favorire la Juventus per Juventus-Lazio (del 5 dicembre 2004 arbitrata da Dondarini). Il terzo capo di imputazione per cui è stato condannato l'ex ad bianconero riguarda l'individuazione delle griglie arbitrali e il successivo sorteggio, "atti finalizzati a determinare - si legge nel capo di imputazione - il risultato di Juventus-Udinese 2-1" (del 13 febbraio 2005 arbitrata da Rodomonti).

Importante, per non perdere quanto fino a qui è accaduto, fare un deciso passo indietro: 19 luglio 2005.
Nel primo procedimento processuale che ha interessato il mondo del calcio, successivamente denominato Calciopoli, la Procura di Torino aveva già espresso giudizio nei confronti dei protagonisti che da tre anni a questa parte hanno trovato le prime pagine dei giornali, e non per i successi sportivi della propria squadra ma per le accuse che oramai tutti conosciamo. Il Procuratore della Repubblica, Dr, Marcello Maddalena, presso il Tribunale di Torino aveva chiesto, ed ottenuto, l’archiviazione dei procedimenti a carico degli imputati, osservando dall’analisi dell’iter investigativo quanto riportato testualmente: “…rimane il fatto che gli elementi di prova che si sono esposti non consentono di ritenere che vi siano state frodi sportive, e comunque non sono idonei a sostenere adeguatamente in giudizio tale accusa …né ha ritenuto questo ufficio di dover chiedere una proroga delle indagini, perché le stesse, da un lato, sarebbero, ad avviso dello scrivente, destinate a sicuro insuccesso e, dall'altro, rivolte non già a verificare delle "notizie" di reato già in atti ma ad "inseguire" all'infinito l'acquisizione di nuove notizie di reati (passati o futuri) in ordine alle quali non esiste più, lo si ripete, una attualità di notizia da istruire. Essendovi, al massimo, un fumus per possibili reati futuri. Ma - proprio a seguito delle imponenti indagini svolte – si tratterebbe adesso di un fumus assai meno consistente di quel che non potesse apparire all'inizio delle indagini. E la Procura di Torino non ritiene né di dover né di poter inseguire dei semplici "fumi", tanto meno di reati futuri. E ciò tanto più quando gli stessi derivino non già da fatti storici certi, precisi, determinati e suscettibili di essere "interpretati" come dimostrativi quanto meno della esistenza di una notizia di reato ma da mere astratte ipotesi sul passato e da analoghe supposizioni sul futuro.”

Analizziamo nei dettagli quanto osservato e giudicato.
La sentenza “napoletana” ci dice che Antonio Giraudo è condannato per il sorteggio della terna arbitrale che sarebbe stato pilotato per favorire la squadra bianconera nell’incontro del 5 dicembre 2004 contro la Lazio, arbitrata da Dondarini, e atti finalizzati a determinare il risultato di Juventus-Udinese 2-1 del 13 febbraio 2005 arbitrata da Rodomonti, riguardanti l'individuazione delle griglie arbitrali e il successivo sorteggio.
Anomalo, per non usare espressioni di stupore, verificare l'esatto contrario stabilito dall'archiviazione "torinese".
Nella fattispecie delle modalità delle designazioni arbitrali, il Dr. Maddalena analizza minuziosamente le modalità usate per stabilire l’accoppiamento tra gli arbitri e partite.
Dapprima vengono suddivise per fasce le partite, le cosiddette griglie, ciascuna composta da un numero variabile di partite, non inferiore a tre, che presentano caratteristiche omogenee nel senso che sono accomunate dal medesimo grado di difficoltà tecnica di conduzione arbitrale. La valutazione di quali partite inserire in ciascuna fascia, e quindi la valutazione di quali partite presentino le medesime caratteriste di difficoltà di conduzione arbitrale, viene effettuata successivamente e discrezionalmente dai designatori Bergamo e Pairetto (sulla base peraltro di alcuni parametri, non indicati in regolamento ma comunemente accettati): così ad esempio nella fascia di maggiore difficoltà tecnica (la fascia A) vengono abitualmente inserite le partite delle società di calcio in lizza per il vertice della classifica (ed in quanto tali, per così dire in re ipsa, da ritenersi particolarmente delicate) ma potranno anche essere inserite altre partite da ritenersi, di volta in volta, particolarmente difficoltose (ad es. partite tra squadre in lotta per la retrocessione o derby infracittadini). A questo punto ciascuna fascia o griglia di partite, così formate per ogni giornata di campionato, corrisponde poi una griglia di arbitri numericamente identica (ad es., se la fascia A è composta da 5 partite verrà formata una griglia di 5 arbitri da abbinare a quella fascia), che viene predisposta dai designatori Bergamo e Pairetto, questi ultimi doverosi di scegliere quali arbitri inserire nelle singole griglie, sono cioè i designatori a stabilire di volta in volta quali arbitri, ad esempio, inserire nella griglia A ossia quella ritenuta di maggior difficoltà tecnica nella conduzione arbitrale. Ciò evidentemente sul presupposto che si tratti di arbitri che garantiscano una professionalità adeguata al livello di difficoltà tecnica delle varie fasce: al riguardo, va anche ricordato come ogni anno viene predisposta una sorta di graduatoria degli arbitri, redatta anche sulla scorta delle relazioni che vengono fatte dagli osservatori inviati per ciascuna partita e nelle quali si esprimono le valutazioni sull'operato degli arbitri. Le griglie delle partite e degli arbitri vengono formate dai due designatori il giovedì (dopo un lavoro preparatorio nei due giorni precedenti) ed il venerdì si procede all'abbinamento del singolo arbitro per la singola partita mediante sorteggio. Il sorteggio avviene alla presenza non solo dei designatori e dei componenti la segreteria, ma anche alla presenza di un notaio (i notai in realtà sono due, l'uno presente quando il sorteggio avviene a Roma e l'altro quando il sorteggio avviene a Coverciano) e di un giornalista (che non è mai lo stesso, ma di volta in volta viene designato dall'Unione dei giornalisti sportivi). In un'urna vengono inserite delle palline con all'interno l'indicazione delle singole partite e in un'altra urna delle palline con all'interno i nominativi dei singoli arbitri, e si procede agli abbinamenti procedendo - per le distinte fasce\griglie di partite\arbitri - alla estrazione di una partita e alla corrispondente estrazione di un arbitro. E' uno dei designatori che materialmente estrae dall'urna la pallina della partita mentre è materialmente il giornalista sportivo ad estrarre dall'altra urna la pallina dell'arbitro.
Importante evidenziare come non tutti gli arbitri che fanno parte della griglia abbinata ad una determinata fascia di partite possono però indifferentemente arbitrare tutte le partite di quella fascia. Infatti, vi è anche da tener conto del meccanismo delle preclusioni, ossia delle ragioni oggettive che non consentono a un certo arbitro di arbitrare una certa partita: si è detto oggettive, in quanto le preclusioni dipendono da cause che non sono discrezionalmente valutate dai designatori , ma sono predeterminate dal regolamento. Le preclusioni possono derivare dal luogo di residenza degli arbitri o dal luogo in cui gli arbitri svolgono attività lavorativa, che preclude a quell'arbitro di arbitrare una gara in cui gioca una squadra di quella provincia (così ad es. un arbitro residente a Torino non potrà mai arbitrare la Juventus) oppure dal numero di partite di una certa squadra che un arbitro ha in precedenza già arbitrato(così ad es. un arbitro non può arbitrare per due giornate consecutive la stessa squadra oppure non può arbitrare una squadra che ha già arbitrato sei volte in precedenza). Il meccanismo delle preclusioni agisce non al momento in cui i designatori predispongono le griglie degli arbitri da abbinare ad una determinata fascia di partite di campionato, bensì successivamente al momento del sorteggio. Se in una certa fascia vi sono delle partite che sono precluse ad uno (o più) degli arbitri da abbinare a quella fascia, vengono per prime estratte dall'urna le partite precluse (contraddistinte da un colore diverso da quello delle altre partite): ovviamente, se viene estratto dall'urna degli arbitri proprio il nominativo di un arbitro che non può arbitrare quella partita, viene estratta un'altra pallina e dopo l'estrazione quella in precedenza presa viene rimessa nell'urna. Per quanto infine riguarda gli assistenti degli arbitri (ossia i guardalinee) essi vengono scelti discrezionalmente dai due designatori Bergamo e Pairetto insieme al vice designatore Gennaro Mazzei (persona che appunto si occupa in via esclusiva degli assistenti), e anche gli osservatori vengono scelti discrezionalmente dai due designatori ma tenendo conto anche della vicinanza del luogo di residenza con quello in cui si disputano le partite (nel senso che si tende a designare osservatori che non debbano effettuare lunghi viaggi).
Sulla base di quanto esposto, pare evidente che la possibilità oggettiva per Pairetto (evidentemente facendo prevalere la sua volontà su quella del co-designatore Bergamo o di intesa con quest'ultimo) di scegliere degli arbitri compiacenti, disponibili ad alterare il corretto risultato delle gare a favore della Juventus (tale essendo, per quanto osservato in precedenza, ciò che integra il reato di frode sportiva) poteva in concreto attuarsi attraverso il sistema delle preclusioni. Infatti, data la presenza di un notaio e di un giornalista (mai lo stesso per ogni sorteggio) pare fortemente improbabile, se non del tutto inverosimile, ritenere che i sorteggi fossero "truccati": ciò, si ripete, per le stesse modalità con cui tali sorteggi avvengono, e anche a prescindere sia dalla assenza di qualsivoglia riferimento in tal senso emergente dalle intercettazioni sia da quanto dichiarato dai testi Fazi e Martino in ordine alla regolarità dei sorteggi, per quanto da loro direttamente osservato essendo gli stessi - come si è ricordato - presenti durante la fase dei sorteggi.
Ancora, la possibilità per l'indagato Pairetto di alterare il risultato delle partite scegliendo per le fasce di partite in cui giocava la Juventus (logicamente, anche qui, facendo prevalere la sua volontà su quella del co-designatore Bergamo o di intesa con quest'ultimo) esclusivamente arbitri compiacenti, pare analogamente alquanto improbabile, atteso che il numero di arbitri abbinato alle fasce di partite in cui ha giocato la Juventus è piuttosto elevato.
Come infatti emerge dalla documentazione su 26 partite sino a tale momento disputate, la Juventus è sempre stata messa nella griglia A (ossia la fascia delle partite più difficili): su 26 giornate di campionato, in 5 occasioni la fascia A era composta da 6 partite\arbitri; in 8 occasioni era di 4 partite\arbitri; in 13 occasioni la griglia era di 5 partite\arbitri.
E nella fascia A hanno arbitrato complessivamente quattordici arbitri, sia pur presenti nella fascia delle partite di maggiore difficoltà con intensità diversa.
Questo per dire che la ipotesi più logica, se non l'unica verosimile da un punto di vista oggettivo, per ritenere che Pairetto si movesse di intesa con i vertici della Juventus per alterare i risultati delle partite, "pilotando" verso arbitri compiacenti le designazioni, pareva essere quella di indirizzare la scelta su tali arbitri, escludendo quelli non graditi attraverso il meccanismo delle preclusioni.
Così, per esemplificare il discorso, se la griglia in cui giocava la Juventus fosse stata composta da 4 partite e dei 4 arbitri corrispondenti 3 non avessero potuto arbitrare la Juventus a causa delle preclusioni, in tal modo di fatto i designatori avrebbero scelto l'arbitro eludendo la casualità del sorteggio.
Per trovare un riscontro a ipotesi di lavoro, è stata acquisita la documentazione relativa alle designazioni arbitrali sia per la stagione in corso sia - pur essendo i reati ipotizzati limitati alla stagione attuale - per la stagione 2003-2004.
Pare necessario, per la rilevanza che ciò assume nella globalità del discorso, esporre quelle che sono le risultanze, per poi verificare quali conclusioni se ne possono trarre.
Preclusioni per la Juventus (ovviamente possono esserci nella griglia più preclusioni, ma rileva verificare solamente per la Juventus quali arbitri siano preclusi):

Ø 1° giornata (griglia da 5):1 arbitro precluso
Ø 2° giornata (griglia da 5):2 arbitri preclusi
Ø 3° giornata (griglia da 5): 1 arbitro precluso
Ø 4° giornata (griglia da 4): nessuna preclusione
Ø 5° giornata (griglia da 5):2 arbitri preclusi)
Ø 6° giornata (griglia da 4): nessuna preclusione
Ø 7° giornata (griglia da 5):2 arbitri preclusi)
Ø 8° giornata (griglia da 4):2 arbitri preclusi
Ø 9° giornata (griglia da 6): 1 arbitro precluso
Ø 10° giornata (griglia da 4): nessuna preclusione
Ø 11° giornata (griglia da 5):1 arbitro precluso)
Ø 12° giornata (griglia da 6):2 arbitri preclusi(uno è Rosetti)
Ø 13° giornata (griglia da 5): nessuna preclusione
Ø 14° giornata (griglia da 5):1 arbitro precluso - Juventus-Lazio 2-1
Ø 15° giornata (griglia da 4): nessuna preclusione
Ø 16° giornata (griglia da 4):1 preclusione)
Ø 17° giornata (griglia da 6):1 arbitro precluso
Ø 18° giornata (griglia da 4): nessuna preclusione
Ø 19° giornata (griglia da 6):1 preclusione
Ø 20° giornata ossia prima di ritorno(griglia da 5): 1 preclusione
Ø 21° giornata (griglia da 5):1 arbitro precluso
Ø 22° giornata (griglia da 6): nessuna preclusione
Ø 23° giornata (griglia da 5):1 arbitro precluso
Ø 24° giornata (griglia da 5): nessuna preclusione - Juventus-Udinese 2-1
Ø 25° giornata (griglia da 4): nessuna preclusione
Ø 26° giornata (griglia da 5): 2 preclusioni

Dall’esame di tale documentazione può affermarsi che:
a. il 5 dicembre 2004, quattordicesima giornata di campionato, nell’incontro tra Juventus e Lazio, in una griglia da 5 è stato precluso un solo arbitro lasciando al puro caso la designazione, come poi avvenuta, di Dondarini:
b. il 13 febbraio 2005, ventiquattresima giornata di campionato, nell’incontro tra Juventus e Udinese, in una griglia da 5 non è stato precluso nessun arbitro, e la designazione di Rodomonti si è avvalsa di una percentuale pari al 20% di probabilità; uno su cinque.

Il Dr. Maddalena ha anche precisato che non è riscontrabile nulla di anomalo nella presenza di preclusioni per la Juventus; infatti ricorrono abitualmente preclusioni anche per partite di altre squadre, sia nella stessa fascia A che nelle altre fasce e che nella maggior parte dei casi, per la Juventus, la preclusione scatta perché abitualmente in fascia A c'è, appunto, l'arbitro Rosetti residente a Torino.
Oltretutto le preclusioni non avvengono mai in modo che gli arbitri "residui" che possono arbitrare la Juventus siano sempre gli stessi: infatti, come si diceva in precedenza, gli arbitri che ricorrono, sia pur con diversa intensità, nella fascia A sono 14 e variano di giornata in giornata e il massimo di possibile "pilotaggio" per i designatori è stata una giornata con 4 partite in griglia e due preclusioni: precisamente l’ottava giornata di andata, ossia il 25 ottobre 2004, in cui si è giocato Juventus-Roma - partita indubbiamente delicata - e in cui i due arbitri non preclusi erano Collina e Paparesta.
Questo è stato però l'unico caso in cui gli arbitri residui da sorteggiare per la Juventus erano due, per tutte le altre partite gli arbitri residui da sorteggiare erano almeno tre: infatti, nelle residue 7 occasioni in cui la griglia era di 4 partite\arbitri vi era al massimo una sola preclusione per la Juventus, e laddove invece la griglia era da 5 o 6 partite\arbitri mai il numero di preclusioni è stato superiore a due, come nei casi sopraccitati di Juventus-Lazio e Juventus-Udinese.
Inoltre in più occasioni nella fascia della Juventus non c'era alcuna preclusione (vedi partita Juventus-Udinese), sì che l'arbitro poteva essere indifferentemente sorteggiato tra (almeno) 4 arbitri, e ciò si badi anche in occasione di partite altrettanto "delicate": così, ad esempio, la tredicesima giornata in cui si è disputata Inter-Juventus la griglia era da 4 e non vi era nessuna preclusione.

Sarà interessante capire dalla deposizione, secondo quale teorema Antonio Giraudo è stato ritenuto colpevole di atti finalizzati a determinare il risultato di Juventus-Udinese, e come abbia pilotato il sorteggio della terna arbitrale per la partita Juventus-Lazio. Allo stato attuale dei fatti rimane altresì logico domandarsi: ma se la Procura della Repubblica di Torino prima, la Giusta Sportiva poi, e anche la Corte d’Appello del Tribunale di Roma hanno sentenziato che i sorteggi arbitrali non erano pilotati, né truccati, come è potuta avvenire una condanna per frode sportiva?

Prendiamo in esame anche la partita Udinese-Brescia del 26 settembre 2004, volta, secondo il Giudice, alle presunte dolose ammonizioni e a un'espulsione per favorire (attraverso l’operato di Dattilo) la squadra bianconera in relazione a Udinese-Juventus 0-1 del 3 ottobre 2004.
Dagli atti provenienti dalla Giustizia Sportiva, i magistrati scrivono che l'arbitro nelle mani di Moggi ha ammonito dolosamente Pinzi, Muntari e Di Michele per non farli giocare la settimana successiva contro la Juventus.
Il problema è che dai tabellini ufficiali Pinzi, Muntari e Di Michele non erano affatto diffidati, motivo per cui la settimana successiva erano a disposizione del proprio staff tecnico per l'incontro contro la Juventus. Sempre nella stessa partita, però, è stato espulso il giocatore “ceco” Marek Jankulovski, in forza alla squadra friulana.
Dalle cronache della gara emerge chiaramente un dato oggettivo. Il Brescia aveva segnato una rete con il giocatore Mannini mentre il portiere dell'Udinese, Morgan De Sanctis, era per terra infortunato. Successe un putiferio tale che subito dopo il gol antisportivo del Brescia, il giocatore dell’Udinese Jankulovski andò a colpire con un pugno in faccia un giocatore del Brescia. Inevitabile fu l’espulsione da parte del giudice di gara Dattilo.

Anche in questa circostanza viene spontaneo domandarsi: quali criteri sono stati adottati dalla Corte per condannare un cittadino italiano a tre anni di reclusione per frode sportiva, quando dagli atti emerge a chiare lettere l’infondatezza totale dell’impianto accusatorio; basato su determinate ammonizioni che non hanno influito sulla gara successiva?

Ai posteri l’ardua sentenza, a noi non rimane altro che confrontarci quotidianamente con una giustizia miserevole ed in bancarotta, capace di raccontarci tutto ed il contrario di tutto, fomentata culturalmente dal condannare il peccato e non il reato.
Il giorno che la giustizia baserà inchieste e sentenze su fatti storici certi, precisi e determinati, dimostrando quanto meno l’esistenza di una notizia di reato, tralasciando astratte ipotesi sul passato e analoghe supposizioni sul futuro, allora potremo ancora parlare di Stato di diritto e di leggi uguali per tutti, fino ad allora non rimarrà altro che “fumo”, emanato dalle ceneri di Calciopoli.

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